La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

#46
In realtà la raccomandazione all'estero è la prassi.
Come fai a conoscere chi stai assumendo, altrimenti?
Il problema sono i favoritismi e gli accordi sottobanco.

#47
io invece mi son ritrovato che a trent' anni pagherei per avere il tempo di fare l' università, ovviamente nel settore nel quale lavoro.
Perchè il mio lavoro mi piace, e con il bagaglio di esperienza lavorativa attuale che non è mai abbastanza,, sarebbe un bel suggello e completamento delle conoscenze.

#48
E aggiungo, almeno nel pubblico, il fatto che nessuno è responsabile di chi sta assumendo.
Se quest'ultimo non lavora non viene minimamente toccato chi lo ha scelto.

#49
Sia io che mio marito lavoriamo per piccole aziende.
Mio marito si è laureato in ingegneria negli anno d'oro (1999) in cui dovevi scegliere tra le numerose offerte. Adesso ha un buon stipendio, sopra di lui c'è solo il proprietario dell'azienda, ma fa una vita di mxxda:
lavora dalle 10 alle 12 ore al giorno, è spesso fuori per lavoro e quando è in sede non arriva a casa prima delle 20:30. Adesso sta cercando di scappare via, nonostante il buon stipendio, macchina aziendale, ecc.
Io mi sono laureata a fine 2003, e per trovare lavoro anche un ingegnere doveva faticare. Nonostante tutto ho sempre lavorato, sono stata ferma solo i 5 mesi di maternità, ho le mie soddisfazioni e le mie responsabilità lavorative, eppure credo che mai potrò fare carriera per i pregiudizi stupidi che ancora ci sono in Italia.
Chi lo dice che nelle piccole aziende va meglio???E' uguale da tutte le parti. Ripeto, è qui in Italia che si ragiona male.

#50
Cmq, forse non è chiaro da quello che ho detto finora.... ho scelto la facoltà che ho fatto solo per piacere di conoscenza e ho studiato tutte cose estremamente interessanti e con gusto e senza enormi difficoltà!
e poi quoto pienamente la mamma ingenere informatico (di cui al momento mi sono persa il nome!)

#51
Son rimasta colpita dagli stipendi degli ingegneri, li credevo molto più alti...
Per quanto mi riguarda l'università si sceglie per passione ed è davvero una grande scuola. Il lavoro ti insegna a fare, ma l'università tira fuori le potenzialità, le idee, almeno questo è stato per me.
E inoltre è giusto fare attenzione al mondo del lavoro, individuando bene la propria strada, e andare dritti con convinzione.
mamma di Lorenzo (gennaio 2010) e Costanza (settembre 2012)

#52
alice7 ha scritto:
Mercury ha scritto:
rananera ha scritto:per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro invece...sempre più spesso ultimamente la differenza l fa non tanto il voto (se non c'è la lode i voti alla fine son praticamente visti tutti allo stesso modo), la differenza la fa il fuoricorso: non andarci fa la differenza di rosa di scelta, di stipendio, di carriera.
e 'sta cosa...sadicamente...non mi pare nemmeno troppo sbagliata.
(anche qui io con la lode e il tessoro con il fuoricorso la pensiamo in modo diametralmente opposto) :wink:
Direi che è vero se uno studente non fa null'altro che studiare... può essere una "macchia" essere finito fuoricorso per secoli tirando a campare. Se invece dimostra che negli anni dello studio ha fatto anche gavetta lavorativa, specialmente se pertinente (quindi non il barista al sabato sera) la cosa viene vista positivamente ;)
Forse questa è l'unica cosa che riesci a fare mentre studi, come pensi di poter fare un lavoro part time o a tempo pieno attinente al tuo lavoro e studiare? Hai provato? Chi ti assume?
La buona volontà di una persona si misura anche dai lavori che ha fatto e perchè no anche dall'umiltà dei lavori che ha scelto
Esatto, condivido pienamente il tuo punto di vista sull'umiltà, ed io parlavo proprio per esperienza personale.
Ho mandato avanti per vari anni un lavoro part time presso una piccola azienda mentre studiavo all'università, di cui i primi 6 mesi come umile stagista con una retribuzione simbolica che ci coprivo a malapena le spese di trasporto, perchè mi sparavo un centinaio di km in treno... e si, studiavo in treno e scrivevo col pc sulle ginocchia. Non sono una martire, ero solo una con tanta voglia di imparare quello che stando davanti ad una lavagna non avrei mai imparato.
Le mie responsabilità sono cresciute col tempo quindi ho dovuto scegliere di lasciare l'università per un paio d'anni, ma nel frattempo ero ad un passo dalla laurea. Quando sono stata economicamente in grado di permettermelo, ho lasciato il lavoro per completare gli studi.
Finita l'università ho fatto un master e durante il master sono stata assunta dalla mia attuale società, un'azienda grandina nel suo settore. So di aver fatto tanti tanti tanti sacrifici, ma so anche che a 31 anni sono l'unica dei miei amici laureati ad essere assunta a tempo indeterminato con uno stipendio di cui sono pienamente soddisfatta.
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#53
elis ha scritto: Per quanto mi riguarda l'università si sceglie per passione ed è davvero una grande scuola. Il lavoro ti insegna a fare, ma l'università tira fuori le potenzialità, le idee, almeno questo è stato per me.
E inoltre è giusto fare attenzione al mondo del lavoro, individuando bene la propria strada, e andare dritti con convinzione.
Quoto appieno.

#54
Eccomi qui!! Ragazzi quanto avete scritto! Anzitutto crepi il lupo a tutti quelli di voi che me l'hanno augurato, questo forum è come una grande famiglia! :D
In secondo luogo un accenno agli ingegneri: scusate forse mi sono lasciata incantare dal caso singolo di una mia amica che laureata con tesi breve in 100 anzichè 110, e pur essendo donna e giovane (31), lavora in una grossa azienda con incarico di responsabilità di progetti importanti avendo "sotto di lei" anche uomini e più anziani, vi assicuro senza alcuna raccomandazione, fa orario flessibile (più o meno inizia alle 9-10 fino alle 18 ) e guadagna 2000€ al mese!! :shock: :roll:
E ora torno a me. Spero raccontando la mia esperienza di rispondere a molti di voi, perchè se cito tutti non finisco più!
Diplomata a pieni voti in uno dei licei classici più prestigiosi d'Italia ( e RIGOROSAMENTE STATALE!!!!), una passione sfrenata per lo studio, perchè la conoscenza è la base di ogni cosa, anche se uno per assurdo non lavorasse mai nella vita, più impari, più conosci, e meglio affronti l'esistenza, meglio la analizzi, meglio la codifichi e la interpreti (e meno ti fai fregare, perchè l'ignoranza è sempre stata la base delle strumentalizzazioni ecclesiastica e statale...avete presente "Vi daremo la luce nei campi! Così lavorerete anche di notte... :evil: ). Iscritta a Lettere moderne perchè Scienze dell'educazione statale allora era o troppo lontana da casa e i soldi per mantenermi fuori casa pochi, oppure privata e io per principio mi rifiuto di entrarci (e mi rifiuterò di mandare i miei figli!). Ovviamente mi sono iscritta a lettere anche perchè adoro tutte le materie umanistiche, non solo per ripiego, ma poi pian piano dentro di me cresceva la necessità di dedicarmi agli altri, di fare del mio lavoro non solo una fonte di reddito ma soprattutto qualcosa che potesse cambiare la vita delle persone. Allora cambio direzione, con ira dei miei perchè ero già al secondo anno con esami superati a pieni voti, e riparto da capo: mi iscrivo a scienze dell'educazione statale e finalmente più vicina, con convalida di uno solo dei precedenti esami sostenuti. Inizio subito a lavorare, doppio lavoro perchè i soldi servono (non riesco a chiedere ai miei i soldi per uscire a mangiare la pizza), quindi in settimana trovo lavoro subito nel sociale per farmi esperienza e inserirmi già nel campo, sabato e domenica faccio la commessa(ancora oggi!!!). Lavoro quasi a tempo pieno in settimana (33 ore), più il sabato e la domenica, in più studio, ovvio che sono andata fuori corso di quasi 2 anni, non siamo tutti nati con la camicia. Siccome così non riuscivo più a studiare, cambio lavoro, sempre nel mio campo ma faccio "solo" 16 ore nell'ultimo anno di università (più sempre il fine settimana visti gli stipendi da fame), così finisco gli esami e mi laureo (110 e lode, con una tesi per cui ho dato il cuore). Però mi sono fatta la gavetta, e il sociale mi piace sempre di più, torni a casa stanca ma con il cuore gonfio di felicità. Dopo laureata cerco un altro lavoro, che mi soddisfi di più e magari mi alzi il livello (ero al 5^), lo trovo quasi subito e a tempo indeterminato, perchè il bello del sociale è almeno che la richiesta è alta. Sono al 6^ livello che per noi è il più alto, ma ho un contratto a 16 ore ancora, cioè 500€ al mese. In più nel luogo in cui lavoro mi fanno fare le sostituzioni interne, perciò con gli straordinari arrivo ai 700-800 a seconda dei mesi, ma devo continuare a lavorare come commessa perchè a fine anno iniziamo un mutuo visto che ci sposiamo l'anno prossimo.
Ho 5 anni di esperienza già nel mio settore, il massimo livello (quello di coordinatori e presidenti di cooperativa), ma so che la mia posizione non migliorerà mai. E non c'entra la mia preparazione, nè la mia capacità di fare, nè la raccomandazione, nè la passione, qui sta il punto. Per ora il sociale è fermo su sè stesso perchè si preferisce finanziare sempre altri campi piuttosto che dare dei soldi per far star meglio dei "poveri handicappati" (o dei matti, o dei ragazzi delinquenti e quindi persi fin da giovani, o degli ex detenuti, o dei vecchi e così via, perchè il sociale è molto esteso). Io non volevo polemizzare con gli altri settori ma centrare lo sguardo per una volta su questo settore che ha tanto da dare, tanta gente volenterosa che però deve decidere fra abbandonare una passione per un maggiore stipendio (o almeno qualche possibilità di carriera), o seguire il cuore e prendersi tanti calci nel sedere. Io per ora ho scelto questa, ho provato a fare altri colloqui, ad esempio nelle R.U., ma mi hanno detto che ero chiaramente troppo amante del mio lavoro per buttarmi in un altro settore.
Il mio lavoro lo amo, amo i miei ragazzi, e finchè potrò continuerò a farlo. Infatti con il mio topic volevo semplicemente sapere se qualcun altro era riuscito a restare nel sociale ma in settori meglio retribuiti...invece ho aperto un dibattito!
Per quanto riguarda la scuola, non convincete i vostri figli a non fare l'università per avere subito lo stipendio ma lasciateli liberi di scegliere, ve ne saranno grati a vita. Idem il contrario, se non sono portati per lo studio perchè insistere? Un laureato guadagna più di un operaio?? No, l'abbiamo capito. Perciò viviamo seguendo le nostre aspirazioni finchè possibile (ci sono casi in cui per vari motivi ciò non è fattibile) e speriamo che in futuro la situazione migliori... :roll:
Quando dicevo che se rinasco farò l'ingegnere...beh ovviamente intendevo di rinascere con la passione per le materie scientifiche, non che se rinasco così come ora mi iscrivo a ingegneria, mi ritirerei dopo 2 esami!! :lol: :lol:
Nessuno avrà letto tutta questa valanga che mi è uscita così ora, perciò a chi legge solo la fine...buon week a tutti!! :wink:

#55
Bambola ha scritto:Eccomi qui!!

(....)

Nessuno avrà letto tutta questa valanga che mi è uscita così ora, perciò a chi legge solo la fine...buon week a tutti!! :wink:
Ho letto quasi tutto.
Hai preso la tua strada e condivido le tue scelte.

Non ho capito però una, o meglio due cose, visto che sono collegate.

Cosa c'entri con il discorso la sottolineatura scuola statale/pubblica e, a seguire, i perchè di tanto "astio"...

#57
Steve1973 ha scritto:
Bambola ha scritto:Eccomi qui!!

(....)

Nessuno avrà letto tutta questa valanga che mi è uscita così ora, perciò a chi legge solo la fine...buon week a tutti!! :wink:
Ho letto quasi tutto.
Hai preso la tua strada e condivido le tue scelte.

Non ho capito però una, o meglio due cose, visto che sono collegate.

Cosa c'entri con il discorso la sottolineatura scuola statale/pubblica e, a seguire, i perchè di tanto "astio"...
Non c'entra nulla con il discorso, o forse sì visto che laureati a pari titolo di università diverse (un esempio? Economia e commercio in statale e in Bocconi :wink: ) hanno trattamenti moooolto diversi dopo...
Comunque forse devo cancellarlo perchè non vorrei che adesso si apra un'altra diatriba su questo...
Il punto è che, partendo dalle elementari in poi, perchè invece di pretendere che lo stato mi dia il massimo in modo pubblico, preferisco pagare un privato? La scuola è un servizio fondamentale e DOBBIAMO ESIGERE che lo stato stesso ci garantisca il meglio. Perchè io privato per offrire un servizio pretendo però anche che lo stato mi sovvenzioni? Sei una scuola privata? Bene, ti mantieni da sola e non togli altri soldi a quei già pochi che lo stato destina per la scuola. E soprattutto chi ha mai detto che il privato offra servizi migliori? Certo, scuole più belle, cibo più buono, più attività integrative, ma questo cosa centra con la scuola? Con lo studio? Gli insegnanti delle private sono più preparati o motivati?? :roll: Non direi, diciamo sparsi fra le due categorie, quindi battiamoci perchè lo stato ci dia quello di cui abbiamo diritto e gratis visto che l'istruzione è uno dei diritti fondamentali dell'uomo!!!
Sì sono un'idealista e allora?? Sono andata anch'io fuori tema...però Steve mi hai dato tu la spinta... :wink:

#58
racconto la mia di esperienza.... ho sempre studiato con impegno e passione, da sempre tra i migliori della mia scuola, scelgo scienze della comunicazione perchè mi piace l'idea di lavorare in pubblicità, anche se so che significherà andare fuori e lasciare la Sicilia... 5 anni di farmi un mazzo così, e tre mesi prima della laurea muore papà... laurea con 110 e lode, in corso... e io che faccio? 2 mesi prima della laurea accetto il primo lavoro che mi capita - la situazione non è quella di prima, a casa c'è bisogno, e che se ne frega se non c'entra niente con quello che desideri fare da sempre - un amico di famiglia mi propone un part time e faticosamente imparo ad occuparmi di amministrazione... adesso di andare fuori non se ne parla, mamma non la lascio sola, e della mia laurea non mi interessa più neanche ritirare la pergamena... il mio datore di lavoro ha imparato ad apprezzarmi, anche se continuo a farmi un mazzo così... il part time è ancora tale, ma mi occupo anche di altro e la mensilità è diventata discreta - ottima, in realtà, per le mie zone: una ragazza che fa il mio lavoro guadagna circa 700 euro, io ne guadagno il doppio - al momento
tornassi indietro farei una scelta ancora più radicale: se proprio devo studiare, allora meglio farlo per diletto, senza sperarci troppo su...
http://album.alfemminile.com/album/848976/baby-0.html" onclick="window.open(this.href);return false; (pw in mp)
http://album.alfemminile.com/album/see_ ... setta.html" onclick="window.open(this.href);return false; (pw: michele)

#59
bambola io ti capisco e ho compreso il tuo discorso (anche se sotto certi punti di vista non condivo)... una cosa su cui però non transigo è l'enfasi che viene messa in questo lavoro "sociale"...
te lo dico col cuore... dal mio punto di vista il sociale statale avrà il mio appoggio quando non ci saranno più persone che parlano, parlano parlano, ma di pratico hanno poco, quando la finiranno di avere orari da impiegati pubblici e poi dire "siamo vicini alla gente", quando aiuteranno davvero le famiglie e non metteranno più davanti a loro una pila di fogli da compilare,che secondo me è la prima scrematura per le domande, se non riesci a compilarle, via sciò... quando tratteranno i disabili come persone enon li scaricheranno quando la loro disabilità sarà talmente grave da non poter più essere interattivi, quando saranno preparati non solo a parlare ma anche e soprattutto a fare, inteso come dar da mangaire, pulire... uno che parla solo in certe situazioni non serve a nulla...

finchè tutto ciò (e molto altro) sarà solo utopia, io dirò, per fortuna che esistono strutture ed organizzazioni private, con disponibilità 24h24, perchè ci sono volte che il malato non apsetta l'orario di apertura dello sportello per stare male e tu che gli stai dietro... puoi sbarellare in orari differenti da 8-16 (see...qaundo mai...)...

se vuoi un mio consiglio, se davvero vuoi guadagnare di più e fare veramente un "servizio"... mettiti in proprio... poi al massimo dopo qualche anno ti affili alla ASL.... :wink:
album: http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 78#p358144" onclick="window.open(this.href);return false;
Immagine

Immagine

#60
ela78 ha scritto:bambola io ti capisco e ho compreso il tuo discorso (anche se sotto certi punti di vista non condivo)... una cosa su cui però non transigo è l'enfasi che viene messa in questo lavoro "sociale"...
te lo dico col cuore... dal mio punto di vista il sociale statale avrà il mio appoggio quando non ci saranno più persone che parlano, parlano parlano, ma di pratico hanno poco, quando la finiranno di avere orari da impiegati pubblici e poi dire "siamo vicini alla gente", quando aiuteranno davvero le famiglie e non metteranno più davanti a loro una pila di fogli da compilare,che secondo me è la prima scrematura per le domande, se non riesci a compilarle, via sciò... quando tratteranno i disabili come persone enon li scaricheranno quando la loro disabilità sarà talmente grave da non poter più essere interattivi, quando saranno preparati non solo a parlare ma anche e soprattutto a fare, inteso come dar da mangaire, pulire... uno che parla solo in certe situazioni non serve a nulla...

finchè tutto ciò (e molto altro) sarà solo utopia, io dirò, per fortuna che esistono strutture ed organizzazioni private, con disponibilità 24h24, perchè ci sono volte che il malato non apsetta l'orario di apertura dello sportello per stare male e tu che gli stai dietro... puoi sbarellare in orari differenti da 8-16 (see...qaundo mai...)...

se vuoi un mio consiglio, se davvero vuoi guadagnare di più e fare veramente un "servizio"... mettiti in proprio... poi al massimo dopo qualche anno ti affili alla ASL.... :wink:
Il tuo discorso, Ela, mi pare pieno di luoghi comuni e poco attinente alla realtà dei fatti.
1) Fatti un giro negli uffici servizi sociali e dai un'occhiata ai veri orari di lavoro e alla quantità di persone presenti. Ti renderai subito conto che c'è carenza di personale, causa blocco assunzioni (e i servizi, si sa, sono i primi ad essere tagliati), e che le persone presenti, in principio, sarebbero obbligate a non fare straordinari causa carenza soldi (anche se nella maggior parte dei casi gli straordinari li fanno eccome ;) ).
2) La maggior parte dei servizi sociali comunali è già esternalizzato. Cioè dato in appalto a cooperative. Sempre a causa del blocco delle assunzioni. E sono proprio queste cooperative che nascono e muoiono come funghi e pagano una misera, proprio perché nel caso dei servizi sociali le spese sono molte e i guadagni miseri.