Luceplan, l'arte d'illuminare

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- 22 luglio 2015

Luceplan

Quello del lighting design è un alfabeto che Luce plan governa con sapienza, forte della propria expertise nel progettare e produrre gli oggetti legati alla luce. Collezioni “intellettuali” le definiscono alcuni, certamente non all’inseguimento di fugaci mode e tendenze. Quelle del noto brand sono sorgenti luminose in cui l’innovazione è visibile da ogni punto di osservazione, a cavallo tra tecnologia e funzione, tra capacità produttive ed efficienti soluzioni luminose. Ecco perché Luceplan gioca un ruolo determinante nella definizione dello spazio abitato. Un approccio di design, ma orientato alle esigenze delle persone - già evidente nei primi progetti speciali e perseguito con costanza nella produzione di serie, in stretta collaborazione con progettisti del calibro di Alberto Meda e Paolo Rizzatto - premiato più volte con il Compasso d’Oro.

In foto: Mesh di Gomez Paz, la lampada a sospensione che nasce dalla sperimentazione attorno alle potenzialità dei LED, tecnologia che permette di essere scomposta in piccolissime unità. Mesh è dunque un progetto luminoso scenografico e fortemente innovativo.

Luceplan illuminazione

L’originale modello progettuale e produttivo di Luce plan si distingue per l’insolita capacità di “contagiare” un’intera filiera, coinvolgendo nel processo di sperimentazione e di ricerca i fornitori e portandoli a variazioni qualificanti, che spesso inaugurano inediti sbocchi di mercato.

Dunque, la parola d’ordine è sperimentare. Anche la visione di Luceplan sulla sostenibilità è ben precisa: l’azienda progetta in funzione di un facile recupero differenziato e di una lunga durata nel tempo al riparo dalla stagionalità modaiola. Inoltre si razionalizza l’assemblaggio per ridurre i volumi degli imballi, si usano le nuove sorgenti luminose ad alta efficienza”. Quindi prodotti sostenibili significano per Luceplan ricerca e innovazione, le invarianti della sua storia. Non è un caso che nel comparto illuminotecnico per prima abbia impiegato materiali e tecnologie in linea con le tematiche ecologiche, poi diffuse in larga scala.

In foto: Titania di Alberto Meda. Leggera e versatile, si colora grazie a una coppia di filtri in policarbonato che non interferisce con l’emissione di luce bianca. L’orditura delle centine in alluminio riflette la luce e nasconde la lampadina in un volume trasparente e sorprendente. Il contrappeso sferico permette la regolazione dell’altezza.

Luceplan Costanza

Luce plan ha indubbiamente contribuito alla storia del lighting design, realizzando vere e proprie icone della luce che permangono nell’immaginario collettivo in tutto il mondo. Un tipico esempio è il modello Costanza, ultimamente rivisitato con successo.

Progettata nel 1986 da Paolo Rizzatto, primo rilevante successo di Luceplan, Costanza è sempre un oggetto del desiderio, prodotta in più di un milione di copie. E’ stata la prima fonte luminosa ad adottare soluzioni formali e tecnologiche del tutto innovative, come il paralume di policarbonato autoportante e il dimmer sensoriale a sfioro. La prima serie includeva un diffusore in sette colori abbinabile a una struttura di alluminio satinato o verniciato nero. La nuova proposta cromatica, recentemente sviluppata da Paolo Rizzatto insieme a Studiopepe, si divide in due famiglie di colori per il diffusore, ognuna composta da cinque tonalità inedite, cui si aggiunge il bianco originale. Tutte le nuove varianti enatizzano le qualità delle superfici opache.

In foto, le lampade Costanza rivisitate

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