Ho sempre pensato che quando sarei stata madre avrei deciso come comportarmi perché penso che solo vivendole certe situazioni si possano capire fino in fondo. Tenere sempre con sè un figlio, lasciarlo alle babysitter, ai nonni non so. Ho constatato che dire farei sicuramente così quando ho vissuto una situazione è stato ho invece fatto cosà.
Il fatto che un figlio cresca in un certo modo ho sempre pensato che fosse una gran questione di chiulo! Ecco perché mi domando sempre perché non vengano al mondo con il libretto delle istruzioni
sarebbe tutto più semplice!
I miei genitori li ho visti sempre molto poco lavoravano dalle 8.00 alle 20.00 e la domenica si occupavano della casa. Sono cresciuta fra scuola, doposcuola e nonni guardando tanta tv ma non mi sento venuta su male. I miei quando avevo 13 anni mi hanno cominciato a dire "Comincia a imparare a cavartela da sola perché il babbo e la mamma non campano sempre!" E sentirselo dire a 13 anni è stata dura, l'ho presa malissimo, mi sono sentita un po' abbandonata rispetto a tutti gli altri coetanei che avevano genitori più presenti. Oggi li ringrazio mi hanno reso forte e nonostante ciò non forte abbastanza. Ne ho sentito la mancanza perché non li vedevo mai e ho sempre detto che con un figlio avrei voluto dedicargli più tempo perché IO ho sentito la mancanza dei miei. Poi mi sono chiesta se questo non era un MIO bisogno piuttosto che un suo! Fare tanti programmi e cercare di mettere tanti paletti per delimitare una strada può essere contropoducente, a volte si rischia di perdersi se la strada viene smarrita...
Per il discorso religioso tutto questo bene, male, religioso, ateo, questi confini così netti francamente mi hanno un po' stufato. Il mondo non è bianco o nero! Ho conosciuto atei più cristiani di uno che crede in Dio, e cristiani molto più atei. Alla fine sono solo parole vuote se non si riempiono con i fatti.