Inviato: 16/06/06 1:41
Non sarei mai stata in grado di personalizzare la planimetria della mia casa senza l'aiuto di una brava geometra della cooperativa stessa. Ero ancora sotto shock per l'acquisto fatto sulla carta dall'oggi al domani perchè c'erano due acquirenti pronti dietro di me. Nel giro di una settimana ho dovuto decidere la planimetria, l'impianto elettrico, piastrelle eccetera eccetera e questa ragazza conosceva bene gli alloggi e le modifiche apportate in quelli appena costruiti nella residenza a fianco. Devo dire che non poteva fare di meglio e adesso che finalmente è diventata una realtà la casuccia bonsai non mi sembra neanche così piccola, anzi! Anche l'esposizione A NORD ! E' stato il mio incubo per un anno e mezzo anche perchè era l'ultimo alloggio in vendita e il più scartato quindi mi aspettavo un sacco di magagne e invece non solo è luminoso ma il giardino è il più fresco, praticabile e intimo di tutti. Gli altri sono un forno, invivibili con questo caldo e per giunta sembrano dei piani interrati con l'aiuola rialzata
Insomma il brutto anatroccolo si è trasformato in cigno e ne sono felicissima.
Per quanto riguarda l'arredamento credo che le case vadano sentite, annusate, calpestate prima di infilarci realmente i mobili. La scelta per me deve essere empatica, maturata dalla sintesi di tante idee.... alla fine arriva da sè quella giusta. I consigli, le immagini, andare a toccare con mano, tutto serve, più materiale c'è più il nostro "sentire" prende forma.
Credo che metter su casa significhi fare il punto e la sintesi di se stessi e della propria storia. Un lavoro delicato e talmente carico di simboli che richiede una vera e propria "gestazione". Quando una casa vuole essere soltanto uno specchio di noi stessi, messo magari lì ad arte per abbagliare gli altri e farci apparire "DIPPIU'" si sente e si percepisce subito. La casa diventa finta, una mise en scene.... dove gli ospiti diventano più spettatori che abitanti.
Chi arreda una casa in modo empatico riesce a riempire gli spazi di stile e personalità e, indipendentemente dai gusti e dal valore oggettivo delle cose che ci stanno dentro, in quelle case ci si sente bene.
Ho messo su quattro case. Non sono mai state case “ricche” ma credo di essere sempre riuscita a trovare le giuste armonie accostando cose molto diverse fra loro. Sono cresciuta in un ambiente di antiquari e restauratori e sono stata influenzata più dal rispetto per la storia degli oggetti e la qualità dei materiali che dalle tendenze di moda. A parte una naturale ispirazione all'arte povera, filo conduttore anche della mia ricerca in campo artistico, ho messo su ambienti di vita molto diversi. Diverse sono state nel tempo anche le opportunità per gli acquisti.
Nei primi anni 80 il massimo che offriva il mercato per chi voleva cavarsela con poco erano i "Tuttolegno" per il fai da te e i mercatini delle pulci. Nei negozi di arredamento trovavi o cose carissime o schifosissime. Nessuna via di mezzo. I mobili di Aiazzone erano da suicidio, adesso ci trovi pure delle cose carucce.
Negli anni 90 il monolocale è stato arredato poco prima che aprisse Ikea a Torino e conservo ancora dei pezzi ormai fuori serie. Ricordo ancora lo sballo della prima ikeata
Nel 2000 l'ambiente è stato pensato e vissuto in funzione di un bambino piccolo che doveva crescerci dentro in massima libertà e sicurezza e risente di quella "voglia di famiglia" che .... vabbè lasciamo perdere!
In quest'ultima casa è come se veramente volessi fare il punto 0. Se potessi non ci metterei niente.... per questo sto cercando molto
Per il momento le ricerche in Internet e questo forum mi stanno dando dato ottimi consigli e idee in abbondanza. Vedremo cosa riuscirò a partorire, sono ancora in travaglio. Il fatto di non poter spendere molto non mi preoccupa, anzi! Impulsiva come sono mi aiuta solo a riflettere il tempo necessario (vedi le tende sgrunt !)
P.S. Scusate! Non credo che qualcuno sia riuscito a leggerlo tutto ma del resto la carenza da forum dà i suoi frutti in termini di post brevi ed essenziali.
Insomma il brutto anatroccolo si è trasformato in cigno e ne sono felicissima.
Per quanto riguarda l'arredamento credo che le case vadano sentite, annusate, calpestate prima di infilarci realmente i mobili. La scelta per me deve essere empatica, maturata dalla sintesi di tante idee.... alla fine arriva da sè quella giusta. I consigli, le immagini, andare a toccare con mano, tutto serve, più materiale c'è più il nostro "sentire" prende forma.
Credo che metter su casa significhi fare il punto e la sintesi di se stessi e della propria storia. Un lavoro delicato e talmente carico di simboli che richiede una vera e propria "gestazione". Quando una casa vuole essere soltanto uno specchio di noi stessi, messo magari lì ad arte per abbagliare gli altri e farci apparire "DIPPIU'" si sente e si percepisce subito. La casa diventa finta, una mise en scene.... dove gli ospiti diventano più spettatori che abitanti.
Chi arreda una casa in modo empatico riesce a riempire gli spazi di stile e personalità e, indipendentemente dai gusti e dal valore oggettivo delle cose che ci stanno dentro, in quelle case ci si sente bene.
Ho messo su quattro case. Non sono mai state case “ricche” ma credo di essere sempre riuscita a trovare le giuste armonie accostando cose molto diverse fra loro. Sono cresciuta in un ambiente di antiquari e restauratori e sono stata influenzata più dal rispetto per la storia degli oggetti e la qualità dei materiali che dalle tendenze di moda. A parte una naturale ispirazione all'arte povera, filo conduttore anche della mia ricerca in campo artistico, ho messo su ambienti di vita molto diversi. Diverse sono state nel tempo anche le opportunità per gli acquisti.
Nei primi anni 80 il massimo che offriva il mercato per chi voleva cavarsela con poco erano i "Tuttolegno" per il fai da te e i mercatini delle pulci. Nei negozi di arredamento trovavi o cose carissime o schifosissime. Nessuna via di mezzo. I mobili di Aiazzone erano da suicidio, adesso ci trovi pure delle cose carucce.
Negli anni 90 il monolocale è stato arredato poco prima che aprisse Ikea a Torino e conservo ancora dei pezzi ormai fuori serie. Ricordo ancora lo sballo della prima ikeata
Nel 2000 l'ambiente è stato pensato e vissuto in funzione di un bambino piccolo che doveva crescerci dentro in massima libertà e sicurezza e risente di quella "voglia di famiglia" che .... vabbè lasciamo perdere!
In quest'ultima casa è come se veramente volessi fare il punto 0. Se potessi non ci metterei niente.... per questo sto cercando molto
Per il momento le ricerche in Internet e questo forum mi stanno dando dato ottimi consigli e idee in abbondanza. Vedremo cosa riuscirò a partorire, sono ancora in travaglio. Il fatto di non poter spendere molto non mi preoccupa, anzi! Impulsiva come sono mi aiuta solo a riflettere il tempo necessario (vedi le tende sgrunt !)
P.S. Scusate! Non credo che qualcuno sia riuscito a leggerlo tutto ma del resto la carenza da forum dà i suoi frutti in termini di post brevi ed essenziali.