Sanità in UsaSil70 ha scritto:si, si...bellissima la nostra sanità!
un bel contributo mensile, da lavoratore dipendente, e poi un altro ben contributo per andare a fare le visite dai privati, visti i tempi biblici per le prestazioni ospedaliere...
si, si...uno spettacolo!
Esistono poi due programmi assistenziali pubblici, che però non garantiscono tutte le prestazioni sanitarie necessarie. Milioni di cittadini americani risultano privi di assicurazione sanitaria: le disparità nell’accesso alle cure, i costi amministrativi riferiti alle transazioni tra compagnie assicurative e strutture sanitarie, la disparità nel livello di qualità di servizi erogati sono le principali criticità che il sistema sanitario americano deve affrontare.
D’altra parte gli Usa dedicano grandi investimenti alla ricerca medica, hanno alcune tra le strutture sanitarie migliori del mondo e dispongono di avanzatissimi strumenti di valutazione della performance e della qualità delle strutture sanitarie. Anche in questo caso, la medaglia ha sempre due facce.
Dal momento che Medicaid (per i poveri) è un programma amministrato dai singoli stati, e non dal governo federale, ogni stato stabilisce i criteri di reddito per accedere al servizio d'assistenza.
In realtà le emergenze, come incidenti o malanni improvvisi sono coperte dallo Stato: basta rivolgersi ai General Hospitals che vivono con fondi statali (come quello di ER e altri telefilm)
La leggenda da noi evoca immagini di morituri abbandonati per le strade davanti alle porte sbarrate di cliniche private che curano solo chi può permettersi di pagare. In realtà non è così. Non solo gli ospedali pubblici forniscono gratuitamente le cure necessarie a chi non è assicurato o non ha i mezzi per pagarsele, ma da quando, nel 1986, in piena epoca Reagan, il Congresso Usa varò l'Emergency medical treatment and active labor act, anche le cliniche private sono tenute ad accogliere, diagnosticare e fornire gratuitamente tutte le cure di emergenza di cui dispongono a chiunque gli si presenti davanti o presso proprie strutture anche mobili, fino al momento in cui sono in grado di essere trasferiti senza alcun rischio alle strutture pubbliche.
Questo vale anche per gli immigrati clandestini, un fatto, questo, che spiega in parte la voragine nei conti della sanità pubblica americana. I bambini nati negli Stati Uniti, poi, hanno diritto alle cure mediche gratuite per sempre, in quanto cittadini americani.(...)Di fondo la differenza tra la filosofia americana e quella nostrana è che negli Stati Uniti lo stato assiste solo chi non ha i mezzi per curarsi, o per pagarsi da solo una copertura assicurativa. Chi può si compra un'assicurazione, e ce ne sono coi fiocchi, mentre ai meno ricchi basta un buon impiego per farsi pagare l'assicurazione dal datore di lavoro. I poveri, infine, hanno il programma gratuito ´Medicaid'.
Una riforma lontana
dal «modello europeo»
Per gli americani la salute è un bene, non un diritto. E deve restare in mano ai privati
http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_ ... aabe.shtml