boo ha scritto:in questo caso, questa persona non può scegliere.
non solo: non può mangiare, ridere, ragionare, fare la cacca da sola.
Stiamo quindi facendo un processo di selezione naturale all'origine?
Devono vivere solo quelli che possono ridere, ragionare, mangiare o fare la cacca da soli?
boo ha scritto:la chemioterapia mira a risolvere una condizione di squilibrio fisico in una persona che però comprende cosa gli sta succedendo.
tant'è che questa stessa persona ha il diritto di rifutare le cure contro il tumore che gli vengono fatte.
E questo, volendo classificare questa scelta, si chiamerebbe suicidio.
Nessuno decide per la tua vita... ma tu stesso.
boo ha scritto:nel caso di coma vegetativo, la scelta è negata, poiché la persona non ha fisicamente la possibilità di dire cosa preferirebbe.
e quindi, a questo punto, e' giusto farla morire?
boo ha scritto:quindi, ritorno al mio quesito: quanto è etico che altre persone, che non hanno vissuto giorno per giorno con questa ragazza, sia quando era cosciente, sia nei suoi quindici anni da sdraiata, si prendano il diritto di decidere cure mediche al suo posto? cure mediche che ne prorogano la sussistenza in stato di totale incoscienza, non che cercano - con lei consapevole - di salvarle la vita. (qua volendo è accettato anche il dibattito su cosa è vita: per me, ad esempio, la mia vita è l'insieme delle esperienze che sto maturando. io il coma lo vedrei come non-vita)
Le persone a cui fa riferimento sono pagate per prendere quelle decisioni, cosi' come per vedere se stai male e trovare la cura.
E, soprattutto, sono pagate per tenerti in vita, perche' questo e' lo scopo fondamentale del loro lavoro e del "giuramento" che fanno quando decidono di fare i medici.