alessia275 ha scritto:Questi sono problemi e anche duri. Ma io mi sento solissima sempre e da sempre. Da piccola perchè non avevo nessuno con cui giocare...ai nostri tempi scuola finiva alle 12:30 e il tempo per arrivare alle 8:30 del giorno dopo era lunghissimo, soprattutto l'inverno! Non ti dico che pena la domenica. Poi man mano che crescevo ho sentito la mancanza di qualcuno più grande che mi insegnasse le canzoni o mi facesse conoscere gli attori (ora magari è una stupidaggine!) e qualcun'altro a cui miei potessero rivolgere e loro attenzioni....mai stati ossessivi o oppressivi, ma apprensivi tanto; poi mi sono sentita sola nell'affrontare le loro malattie...e nel dover sempre cercare affetti fuori di casa, poi non avrò mai nipotini, invidio (e ti assicuro che è l'unico tipo di invidia che ho) quelli che vanno a cena con i fratelli e tutte le amiche che dai fratelli/sorelle si fanno accompagnare per scegliere il vestito...e in più ora i miei genitori o avrebbero qualcun'altro ancora per casa o avrebbero già dei nipotini a cui rivolgere le loro attenzioni...
sono pensieri che talvolta ho anch'io, o che ho avuto in passato, ma ho sembre guardato più ai vantaggi dell'essere da sola e dalla forza che mi ha dato l'aver imparato a cavarmela dappertutto con le mie sole capacità, da sempre.
mi sarebbe piaciuto avere una famiglia numerosa, con fratelli/zii/cugini intorno... ho sempre invidiato un po' le famiglie che a natale si riuniscono, da me non so nemmeno cosa sia
il destino ha voluto una situazione diversa, sarà per questo che i miei ex avevano tutti famiglie numerose
Vivo sola lontano dai miei da qualche anno, fino a che loro sono stati autonomi non è mai stato un problema. Ora tutti i weekend sono a casa e mi prendo cura di loro.
Il mio papà ha 81 anni, la vecchiaia col suo fardello gli è crollata addosso a ferragosto. Ospedali e terapie hanno cambiato ben poco la situazione.
Oggi lo vedo chino sui suoi libri amatissimi, o sugli spartiti di musica, che si cruccia
perchè capisce di non capirli più, di non saper più suonare, di non riuscire più calcolare un'addizione, di non poter più guidare e nemmeno allacciarsi le scarpe, e tante altre cose che prima faceva. E' la sua mente vivissima e volitiva che poco a poco lo sta lasciando. I medici ci hanno detto che c'è poco da fare...
Mia mamma ed io abbiamo prospettive molto diverse sulla sua salute, e questo non ci unisce... ma in questo momento è lei che gli vive accanto ed io sto accettando le sue decisioni perchè non ho i mezzi per affrontare le alternative.
Ho sempre avuto una visione piuttosto disincantata e fatalista della morte, so che prima o poi capiterà ad ognuno di noi. Conoscendo mio papà ed il suo carattere, temo che avremmo affrontato meglio una malattia *dolorosa* piuttosto che una subdola come questa.
Con tutta l'umanità possibile, avrei tanto voluto per il mio papà una vecchiaia diversa.....