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Inviato: 02/05/08 15:13
da riffa&raffa
Ma io sono vecchia, Kalì,il mio praticantato culturale l'ho fatto e non posso che promuovere l'avventura dell'incontro dal vivo, quello che cambia la sensibilità e la visione dei concetti e pre-concetti che abbiamo in testa.
Fra affrontare e fronteggiare c'è una bella differenza. Una implica l'armatura, la difesa, la paura; l'altra la curiosità, l'apertura allo stupore, l'accoglienza e anche una bella dose di rischio. Qualcosa che deve partire da noi, deve scattare... come quando si è in viaggio. Non basta partire, andare e guardare per conoscere o ritrovare ciò che abbiamo letto.

Se guardo indietro i miei 50 anni vedo una bambina di 10 che cocciutamente esorcizza il rosa femminile per conquistare i suoi primi Roy Rogers, una tredicenne che appallottola il grembiule nero nel fondo dello zainetto militare, una quindicenne che si cuce minigonne alte una spanna facendo inorridire una nonna calata nel nero con la faccia da apache, una sedicenne che può andare ovunque ma SOLO con suo fratello, una ventitreenne che va a vivere da sola con la serenità di una figlia che uccide suo padre. :?

Fa ridere anche me pensare oggi che sono nata in una cultura che voleva la donna con la gonna e ho dovuto impiegare un sacco di energie per conquistare i pantaloni.
Le trasformazioni corrono in fretta come gli anni.
Quel velo in testa se ne andrà in fretta quando cominceremo a non farci più caso.
Ed è quello che tento anche oggi di fare quando mi trovo dinanzi a un gruppo classe e vedo spiccare qualche velo.
Chiedo ai ragazzi di compiere un piccolo rito di spoliazione togliendosi di dosso ciò che li "marca" maggiormente e di scegliere un colore che li possa rappresentare nel modo più semplice possibile.
In realtà è un gesto che chiede molto di più, chiede di provare a vivere un'esperienza di gruppo sentendosi un po' stranieri a se stessi e dinanzi agli altri. Un'esperienza faticosissima per i nostri adolescenti, cosa non sta sotto quel cappellino della Nike!
Il nero e il grigio.
Nascono con grande fatica degli abbigliamenti fuori da ogni moda e da ogni cliché. Magicamente il velo, divenatato nero, non spicca più. E qualcosa cambia.... e non per un'ora soltanto di laboratorio.
Sono semi che si gettano...
Quanta fragilità dietro questi look studiati nel minimo dettaglio, quanta fragilità sotto un velo portato non a casa propria...
Eppure, sentirsi fragili rafforza, avvicina e illumina :wink:




( Più che un post è un minestrone.... :lol: )