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#91
Kalimeroxxx ha scritto:
fabiop68 ha scritto:comunque questo topic (che sta andando un parecchio OT) mi sta turbando ...

Kali sta dicendo le stesse mie cose :shock:

non vorrei rischiare di trovarmela al prossimo raduno genovese :mrgreen:
a parte che non è OT visto che scrivere un buon cv e presentarsi nel modo giusto può ridurre la percentuale di precariato :lol: :lol: :lol:
confessa che ne saresti contentissimo tzè :evil: ( quando si dice perle ai porci ecco...io perla tu...beh perchè infierire :twisted: :lol: :lol: :lol: :lol: )
da me si dice mele ai porci :lol:
ma anche di peggio 8)

se vieni senza Mr. Kali sei la benvenuta :mrgreen:

#92
stefania_b ha scritto::roll: :roll: :roll: d'accordo sulla scrematura degli articoli/argomenti trattati che possono interessare l'azienda... ma sempre di quello si tratta... che poi è quello che si fa anche quandi riporti le esperienze lavorative: a seconda dell'azienda alla quale invii il cv ne evidenzi alcune rispetto ad altre. Continuo a non capire perchè (probabilmente perchè mi sono fissata io che è così mentre voi state dicendo altro :lol: ) il lavoro del ricercatore debba essere per forza visto come un lavoro diverso dagli altri :roll:
Grazie ste, qualcuno che capisce la solitudine dei poveri ricercatori. :cry:
Comunque anche le aziende più innovative/innovanti (non molte in Italia a dire il vero) hanno un reparto R&D.
Credo che sia la funzione pubblica in generale che è mediamente bistrattata.
Ma magari mi sbaglio. :roll:

#93
fedelyon ha scritto:
stefania_b ha scritto::roll: :roll: :roll: d'accordo sulla scrematura degli articoli/argomenti trattati che possono interessare l'azienda... ma sempre di quello si tratta... che poi è quello che si fa anche quandi riporti le esperienze lavorative: a seconda dell'azienda alla quale invii il cv ne evidenzi alcune rispetto ad altre. Continuo a non capire perchè (probabilmente perchè mi sono fissata io che è così mentre voi state dicendo altro :lol: ) il lavoro del ricercatore debba essere per forza visto come un lavoro diverso dagli altri :roll:
Grazie ste, qualcuno che capisce la solitudine dei poveri ricercatori. :cry:
Comunque anche le aziende più innovative/innovanti (non molte in Italia a dire il vero) hanno un reparto R&D.
Credo che sia la funzione pubblica in generale che è mediamente bistrattata.
Ma magari mi sbaglio. :roll:
mi sa che ti sei persa un mio intervento qualche post indietro circa i laboratori di R&D :lol:

#94
fabiop68 ha scritto: mi sa che ti sei persa un mio intervento qualche post indietro circa i laboratori di R&D :lol:
Non lo trovo. :roll:

#95
fedelyon ha scritto:
stefania_b ha scritto::roll: :roll: :roll: d'accordo sulla scrematura degli articoli/argomenti trattati che possono interessare l'azienda... ma sempre di quello si tratta... che poi è quello che si fa anche quandi riporti le esperienze lavorative: a seconda dell'azienda alla quale invii il cv ne evidenzi alcune rispetto ad altre. Continuo a non capire perchè (probabilmente perchè mi sono fissata io che è così mentre voi state dicendo altro :lol: ) il lavoro del ricercatore debba essere per forza visto come un lavoro diverso dagli altri :roll:
Grazie ste, qualcuno che capisce la solitudine dei poveri ricercatori. :cry:
Comunque anche le aziende più innovative/innovanti (non molte in Italia a dire il vero) hanno un reparto R&D.
Credo che sia la funzione pubblica in generale che è mediamente bistrattata.
Ma magari mi sbaglio. :roll:
fede non so se si tratta di solidarietà. E' che mi fa infuriare il fatto che ci sia una concezione di una classifica dei lavori :roll: Per me qualsiasi lavoro è qualificante e va giudicato e considerato in quanto tale. E' un po' assurdo valutare il lavoro di un pilota di formula uno con i parametri che si userebbero per valutare un commercialista. O no?
The sisterhood of The Calf 40

#96
fedelyon ha scritto:
fabiop68 ha scritto: mi sa che ti sei persa un mio intervento qualche post indietro circa i laboratori di R&D :lol:
Non lo trovo. :roll:
ultimo post di pagina 6 :wink:

#97
fabiop68 ha scritto:
stefania_b ha scritto::roll: :roll: :roll: d'accordo sulla scrematura degli articoli/argomenti trattati che possono interessare l'azienda... ma sempre di quello si tratta... che poi è quello che si fa anche quandi riporti le esperienze lavorative: a seconda dell'azienda alla quale invii il cv ne evidenzi alcune rispetto ad altre. Continuo a non capire perchè (probabilmente perchè mi sono fissata io che è così mentre voi state dicendo altro :lol: ) il lavoro del ricercatore debba essere per forza visto come un lavoro diverso dagli altri :roll:
io ho girato un po' di aziende ... e non piccole
i ricercatori (tipo quelli universitari) che ho visto nei laboratori di ricerca e sviluppo sono una percentuale max 5% del totale
forse per questo :roll:
Grazie ho trovato. :D
Mi spieghi questo intervento, però? :oops:

#98
stefania_b ha scritto: fede non so se si tratta di solidarietà. E' che mi fa infuriare il fatto che ci sia una concezione di una classifica dei lavori :roll: Per me qualsiasi lavoro è qualificante e va giudicato e considerato in quanto tale. E' un po' assurdo valutare il lavoro di un pilota di formula uno con i parametri che si userebbero per valutare un commercialista. O no?
Sì, hai perfettamente ragione.
Bisognerebbe valutare un po' più la dedizione e capacità sul lavoro, piuttosto che il lavoro stesso. ;)
Ma questo è un discorso in generale. E' chiaro che gli addetti alla ricerca del personale hanno un po' di pregiudizi e, probabilmente, troppa richiesta di lavoro rispetto ai posti offerti. Per cui devono scremare in fretta, con giudizi un po' superficiali.

#99
fedelyon ha scritto:
fabiop68 ha scritto:
stefania_b ha scritto::roll: :roll: :roll: d'accordo sulla scrematura degli articoli/argomenti trattati che possono interessare l'azienda... ma sempre di quello si tratta... che poi è quello che si fa anche quandi riporti le esperienze lavorative: a seconda dell'azienda alla quale invii il cv ne evidenzi alcune rispetto ad altre. Continuo a non capire perchè (probabilmente perchè mi sono fissata io che è così mentre voi state dicendo altro :lol: ) il lavoro del ricercatore debba essere per forza visto come un lavoro diverso dagli altri :roll:
io ho girato un po' di aziende ... e non piccole
i ricercatori (tipo quelli universitari) che ho visto nei laboratori di ricerca e sviluppo sono una percentuale max 5% del totale
forse per questo :roll:
Grazie ho trovato. :D
Mi spieghi questo intervento, però? :oops:
parlando sempre di aziende di tecnologia (dove ho lavorato) nei centri R&D c'e' un 5% massimo di persone che fanno i ricercatori come uno si immagina possano essere i ricercatori di universita'; il resto e' implementazione
la differenza in modo grossolano ...... chi implementa legge le specifiche del prodotto e realizza le funzionalita' in modo che il prodotto sia vendibile; il ricercatore fa le specifiche

#100
stefania_b ha scritto:
fedelyon ha scritto:
stefania_b ha scritto::roll: :roll: :roll: d'accordo sulla scrematura degli articoli/argomenti trattati che possono interessare l'azienda... ma sempre di quello si tratta... che poi è quello che si fa anche quandi riporti le esperienze lavorative: a seconda dell'azienda alla quale invii il cv ne evidenzi alcune rispetto ad altre. Continuo a non capire perchè (probabilmente perchè mi sono fissata io che è così mentre voi state dicendo altro :lol: ) il lavoro del ricercatore debba essere per forza visto come un lavoro diverso dagli altri :roll:
Grazie ste, qualcuno che capisce la solitudine dei poveri ricercatori. :cry:
Comunque anche le aziende più innovative/innovanti (non molte in Italia a dire il vero) hanno un reparto R&D.
Credo che sia la funzione pubblica in generale che è mediamente bistrattata.
Ma magari mi sbaglio. :roll:
fede non so se si tratta di solidarietà. E' che mi fa infuriare il fatto che ci sia una concezione di una classifica dei lavori :roll: Per me qualsiasi lavoro è qualificante e va giudicato e considerato in quanto tale. E' un po' assurdo valutare il lavoro di un pilota di formula uno con i parametri che si userebbero per valutare un commercialista. O no?
ok,
pero' se mandi un curriculum in un'azienda dove cercano uno che guida un muletto magari poco importa se hai vinto il campionato mondiale di formula uno :lol:

#101
si fabio su questo sono d'accordo. E capisco anche che chi lavora nel personale deve scremare in qualche modo. Il discorso che facevo era più teorico e forse un po' troppo tra le nuvole :roll: :oops:
The sisterhood of The Calf 40

#102
fabiop68 ha scritto:[
ok,
pero' se mandi un curriculum in un'azienda dove cercano uno che guida un muletto magari poco importa se hai vinto il campionato mondiale di formula uno :lol:
Aaaargh!
E' troppo qualificato! :twisted:

#103
stefania_b ha scritto:si fabio su questo sono d'accordo. E capisco anche che chi lavora nel personale deve scremare in qualche modo. Il discorso che facevo era più teorico e forse un po' troppo tra le nuvole :roll: :oops:
non sono discorsi tra le nuvole .. purtroppo bisogna scontrarsi con le necessita' (ed i pregiudizi) delle aziende ...
una mia collega di universita' andava a fare i colloqui senza la vera :shock:

#104
cyberjack ha scritto:
lunaspina ha scritto:Cyber, 2 cose.
1. Non ti pare rischioso basare il futuro di una persona sul risultato di un esame? Ma tu hai idea come li danno i voti all'università? Come dici tu, i figli/nipoti/cugini/amici del professore, che magari hanno il testo del compito o l'elenco delle domande in anticipo, prendono la laurea senza studiare, e magari uno che "ha le carte" viene estromesso dalla facoltà perchè ha la sfortuna di andare a fare lo scritto la volta (e ce ne sono) in cui è stato preparato dal docente apposta per sfoltire gli studenti.
Ti assicuro che ho imparato a mie spese che la preparazione col risultato dell'esame ha ben poco a che farci.
Mi sembra una mega-arrampicata sugli specchi...
in tutto il mondo le borse di studio vengono rilasciate solo agli studenti meritevoli che, oltre alla situazione economica disastrata, devono anche dimostrare di far fruttare la sponsorizzazione: ergo, se non dai gli esami o non prendi un determinato tipo di voti, ti tagliano i fondi e te ne vai.
Il America NON ESISTE il concetto di laurearsi fuori corso. E TUTTI o quasi gli studenti universitari americani lavorano.

Invece, per esperienza personale, ti posso confermare che IO PERSONALMENTE (non so "tutti gli altri" a cui fai riferimento....) quando studiavo passavo l'esame, quando non studiavo o mi andava di "censured" e mi chiedeva le uniche due cose che ricordavo oppure venivo bocciato.
Non sono mai esistite vie di mezzo. Non mi è mai successo di studiare (nel modo corretto) ed essere preparato (veramente) e ciò nonostante venire bocciato perchè un professore si era alzato male.
con questo non voglio escludere che possa accadere, ma esagerando immagino possa accadere nello 0,1 dei casi....

La verità è, ahimè, un'altra, ed è palese agli occhi di tutti quelli che vogliono vederla: l'università è spesso un parcheggio per adolescenti troppo cresciuti....
Cyber, mi pare che anche tu tenda a generalizzare solo la tua personale esperienza.
Vuoi sapere come funzionava da noi lo scritto di Meccanica Razionale?
Che si presentavano in 300 e lo passavano in 20. Ogni volta. Non un appello ogni tanto, ma OGNI VOLTA. E ti assicuro che non è che ogni volta tutti i 280 che venivano bocciati erano andati all'esame a scaldare il banco.
So personalmente di una volta in cui il prof di metodi matematici ha rinviato l'appello perchè la sera prima la Juve era stata eliminata dalla Coppa Campioni e gli giravano le p@lle.
E fuori corso ci sono andati pure i più bravi, quelli che alla fine hanno preso pure la lode, e sai perchè? Perchè per dare Tecnica delle Costruzioni, Archittettura e Composizione, Progettazione Architettonica, Progetto di Strutture ci voleva un anno e mezzo a esame, dato che il corso durava da ottobre a maggio, e come minimo ci voleva fino a Natale per realizzare gli elaborati progettuali. Senza contare che poi dovevi preparare l'orale. Non erano somari gli studenti, erano i corsi che erano organizzati così.
Non sto dicendo che non esistevano i vagabondi, o quelli a cui non importava niente e che stavano lì solo a parcheggiare, o quelli che semplicemente non erano portati, e ammetto che forse la realtà della mia facoltà in particolare era un po' sui generis... Però qualificare una persona solo dal voto che prende a un esame, e dire che se viene bocciato vuol dire che è un vagabondo e deve essere espulso dalla facoltà, mi pare un tantino esagerato.
Allora, se il problema è di esubero nei numeri, troverei più sensato mettere il numero chiuso e test d'ingresso dappertutto. Ma a quel punto il sistema universitario deve mettere gli n studenti ammessi nelle condizioni di potersi laureare in corso.
stefania_b ha scritto:cyber ti assicuro che capita... :?
Meno male, un po' di supporto :D
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The Sisterhood of The Calf 38

#105
fabiop68 ha scritto: parlando sempre di aziende di tecnologia (dove ho lavorato) nei centri R&D c'e' un 5% massimo di persone che fanno i ricercatori come uno si immagina possano essere i ricercatori di universita'; il resto e' implementazione
la differenza in modo grossolano ...... chi implementa legge le specifiche del prodotto e realizza le funzionalita' in modo che il prodotto sia vendibile; il ricercatore fa le specifiche
Ah, ok.
Penso, allora, che l'immagine dei ricercatori universitari sia un pochetto restrittiva. ;)
La parte implementazione è importantissima. Sia in ambito teorico che sperimentale.
I ruoli ricoperti dai vari ricercatori sono molto diversificati e, in generale, molto più simili ai ruoli all'interno di una grande azienda di quanto uno si aspetti. A parte il fattore "vendita" ma esiste, comunque, la componente promozione e distribuzione del proprio prodotto.
Ti faccio un esempio semplice.
E' partito (più o meno) LHC al cern, esperimento che comprende collaborazioni di sperimentali più di 40000 persone, più i teorici, gli ingegneri etc.
Un ricercatore sperimentale in questo contesto può occuparsi di sviluppare il software per analizzare i dati, o fare i test di un particolare pezzo dell'acceleratore o sviluppare la griglia per lo stoccaggio dei dati.
Un teorico, può sviluppare e implementare i software che svologono conti complessi per valutare se i dati corrispondono o meno a un dato modello di fisica.
Tutti questi software devono, in genere, essere approvati dalla comunità scientifica e in genere sono distribuiti e utilizzati da moltissimi utenti. ;)
Poi, può succedere, che un protocollo pensato al cern (www) diventi lo strumento che oggi usiamo per navigare. ;)