loremir77 ha scritto:non è giusto dimenticare. ma avere un nuovo compagno non vuol dire certo scordare i momenti belli che si sono vissuti con chi non c'è +.
Molto vero!
Credo che l'amore non abbia età.
Se la vita è stata tanto generosa da farti incontrare una persona speciale, non vedo perchè non dovrebbe farlo di nuovo
Col tempo ho maturato l'impressione che ci voglia molta più forza d'animo a ricominciare una nuova vita dopo la perdita del proprio marito, che crogiolarsi nel dolore del ricordo e nella facile compassione degli altri
Spero che le mie parole non suonino troppo dure, perchè riconosco che molto dipenda dalle inclinazioni personali, nel senso di sentire il bisogno di un nuovo compagno una volta superato il lutto oppure no.
Inoltre l'Italia è un paese cattolico, dove Il Marito dovrebbe essere l'unico compagno della vita fino all'eternità.
Una mia amica d'infanzia perse il papà ai tempi delle medie; sua mamma -neanche quarantenne- dopo qualche anno iniziò a frequentare un altro uomo, separato. Fu una tragedia: oltre a diventare la chiacchiera preferita del paese, la famiglia del defunto le diede della poco di buono con scenate irripetibili in mezzo alla strada, sua madre non volle vederla per un pezzo e la mia amica ogni due per tre veniva a piangere da mia mamma per la vergogna di avere "una madre così". Istigata dai parenti, ha sempre evitato qualunque contatto con il patrigno.
A distanza di 20 anni invece questa signora ha ancora il medesimo compagno e sono felici insieme, anche la figlia ha molto rivisto il giudizio su di lei e su di lui.
Solo con gli occhi degli anni 2000 possiamo dare un giudizio positivo, a posteriori, perchè allora questa donna per vivere la sua nuova vita si trovò il mondo contro e credo le ci volle del bel fegato per andare avanti nella sua scelta senza farsi influenzare dalle malelingue.
L'esperienza di un'altra signora che conosco è differente.
Il marito -persona molto conosciuta e in vista- morì lasciandola giovane con due bambini sui 10 anni da crescere. Ha trascorso gli ultimi 30 anni nel ricordo di lui trovando conforto nelle opere di bene della parrocchia, lo nomina spesso e volentieri come "il mio povero Paolo" e sbandiera con fierezza il fatto di non aver più frequentato nessuno dopo di lui. Dapprima i figli sono stati molto orgogliosi della loro mamma, perchè non avrebbero accettato facilmente un nuovo uomo per casa.
Oggi sono loro i primi a rendersi conto di quanto sia stato negativo per lei vivere solo di ricordi...