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Rita Levi Montalcini, 100 anni vissuti con gioia

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(da ilmessaggero.it)
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ROMA (16 aprile) - È emozionata? «No, non sono per niente emozionata, né spaventata. L'unica cosa che mi emoziona ancora è la vita»: il Nobel Rita Levi Montalcini vive così i 100 anni che si prepara a festeggiare il 22 aprile. Lo ha detto ai giornalisti a margine della cerimonia organizzata dall'Istituto Superiore di Sanità, dove le è stata intitolata un'aula in cui sono custoditi i documenti di studio di tutti gli scienziati premi Nobel che hanno lavorato all'Iss.

«Sono profondamente commossa di essere arrivata a 100 anni dopo una vita vissuta con una gioia che, penso, ben pochi hanno avuto», ha detto Levi Montalcini aprendo il suo discorso. «Non ho paura della morte - ha aggiunto - per me non conta quando arriverà, potrebbe essere domani».

Nei suoi ricordi, ha detto ancora, non c'è posto per rimpianti o rammarichi: «Per fortuna non l'ho l'Alzheimer o almeno, se non mi illudo, posso dire che oggi le mie capacità mentali sono maggiori di quelle che erano a 20 anni perché sono state arricchite da tante esperienze, così come non sono diminuite né la curiosità né il desiderio di essere vicino a chi soffre». La sua è una vita vissuta ancora così intensamente che «non c'è tempo per dormire perché ho vissuto esperienze talmente belle nella mia lunghissima vita, poco importa se finirà domani».

«Credete nei valori» e «siate felici di essere italiani», ha detto ancora il premio Nobel ai giovani. «Il mio messaggio è: credete nei valori, sia laici sia religiosi. La vita merita di essere vissuta se crediamo nei valori, perché questi rimangono dopo la nostra morte». Ai giovani, ha detto ancora, «auguro la stessa fortuna che ho avuto io, di disinteresse alla mia persona, ma di profondo interesse al mondo che mi circonda, a tutto quanto è non solo componente della scienza, ma anche parte del mondo sociale».

Alla luce della sua lunghissima esperienza, la senatrice a vita ha continuato: «Ai giovani posso dire: siate felici di essere nati in Italia per la bellezza del capitale umano, sia maschile sia femminile, di questo Paese». Il rientro in Italia dopo 15 anni di lavoro negli Stati Uniti, ha aggiunto il Nobel, «mi ha fatto scoprire il mio Paese. In nessun Paese del mondo c'è tanto capitale umano come in Italia, non solo per la ricerca ma per l'attività sociale».

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