La Redazione Consiglia

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#3121
cyberjack ha scritto:
loremir77 ha scritto:Freedom House ha pubblicato il nuovo report annuale sulla Libertà di Stampa. Siamo un po' peggio dell'anno scorso. Anche Tonga ci ha superato. A breve registreremo il sorpasso di Bulgaria, Namibia e Timor Est. :roll: :roll:
http://www.freedomhouse.org/template.cf ... &year=2009

questo è il resoconto sull'Itaia nel 2009 per intero.

buona lettura (procuratevi del maalox...)
:x
http://www.youtube.com/watch?v=DVqGf2clvxo
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#3122
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... o-3823585/
Il punto politico è proprio qui, dove comincia il metodo. Scajola sembra essere soltanto uno degli attori di questa vicenda in cui si incontrano il governo, gli appalti, la Protezione Civile, la propaganda, l'emergenza, i grand commis profittatori, i magistrati compiacenti, i costruttori beneficati e benefattori. Un insieme che è stato chiamato la "cricca" impropriamente, perché non è il cast di un film dei Vanzina: è un vero e proprio "sistema" politico-affaristico, con gli appalti di Stato che in nome dell'emergenza sfuggono a ogni regola e a tutti i controlli, movimentano miliardi e producono un ritorno in favori d'ogni genere, dai massaggi alle ristrutturazioni delle case, dagli appartamenti pagati ai conti degli alberghi, alle prostitute, alle assunzioni dei parenti.

Nelle carte dell'inchiesta sulla Protezione Civile, questo sistema è descritto nei dettagli, disegnato con ritratti precisi ed espliciti. Anche se oggi si prova a dimenticarlo, quel "sistema" è venuto in parte alla luce, è sotto gli occhi di chi vuol vederlo, e qualcuno dovrà renderne conto. Proviamo a inserire Scajola e gli ottanta assegni dentro il perimetro di quel sistema e tutto diventa coerente, e comprensibile. Il ministro, probabilmente, non si riteneva immune personalmente, come il suo Capo: ma pensava e sapeva di far parte del "sistema", perché conosceva i meccanismi di funzionamento, il nome e il cognome dei beneficati, le garanzie reciproche di sicurezza che legano gli appalti e i favori, all'ombra del governo.

Che ha da dire il governo, su questo? L'onorevole presidente del Consiglio? Chi spiega ai cittadini perché, e in cambio di che cosa, quel costruttore doveva comprare una casa al ministro? La domanda resta in campo, senza risposta fino ad oggi. La responsabilità penale è certamente personale: ma quella politica è più ampia, e il governo Berlusconi deve risponderne insieme con Scajola.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
Circola voce di nuovi blitz giudiziari, addirittura «retate» tra i deputati Pdl. Nel mirino altri ministri, uno o forse due. Cosicché dentro il governo le dimissioni di ieri provocano sgomento: una crepa, anzi una breccia nella diga, anticamera della resa ai pm, come quando l’«effetto domino» travolse la Prima Repubblica.
Mettiamoci dunque nei panni di Berlusconi. Se sostituisce Scajola oggi stesso, magari poi gli tocca rimetter mano al governo tra qualche giorno, per colpa di altri ministri. Meglio aspettare, vedere che succede, e a quel punto risolvere tutto insieme. Fini permettendo. E poi, sul nome del sostituto Berlusconi vorrebbe guardarsi intorno, quello è un ministero troppo strategico per metterci uno dei tanti che sgomitano: e si moltiplicano con il passare delle ore, vero carosello di avvoltoi sopra il palazzo littorio di Via Veneto. Dove transita tutto ciò che al Cavaliere maggiormente preme. Le grandi commesse petrolifere? Esatto. I rapporti di affari con gente suscettibile tipo Putin o Gheddafi? Proprio così. E il programma nucleare? Anche, si capisce. La produzione degli armamenti? Come no. Gli incentivi alle imprese? Pane quotidiano. Senza dimenticare che il ministero dello Sviluppo ha nella pancia la competenza sul mercato delle tivù, non c’è bisogno di aggiungere altro.La gente comincia a chiedersi (dicono i sondaggi segreti) chi si è scelto il Cavaliere come ministri, specie quelli del tanto decantato «fare». L’Italia domanda allarmata se è chiara ai berlusconiani la differenza tra l’amministrazione statale e quella di una ditta privata. Servirebbe un nome rassicurante, un colpo d’immagine sul grande pubblico, e al tempo stesso un uomo di totale fiducia. Il premier non ce l’ha sotto mano. Gli serve tempo. Prenderà, anticipano i suoi, qualche attimo di riflessione, forse addirittura il dicastero a interim (lo fece già con gli Esteri quando se ne andò Ruggiero). Meglio se Scajola avesse resistito sulla graticola e non fosse crollato di schianto. Ma ormai è fatta. Segnalano con quale garbo Berlusconi congeda il ministro, tra apprezzamenti «per come ha interpretato il ruolo» e lodi all’«alto senso dello Stato». Un altro avrebbe messo Scajola alla porta. Invece il Cavaliere no, mostrare fretta sarebbe ammettere una colpa, la prova che nel governo c’è chi va licenziato.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
Claudio Scajola non ce l’ha fatta a resistere e rimanere al suo posto, come gli aveva chiesto Silvio Berlusconi fino a lunedì sera
Ma il problema di Berlusconi da oggi non è solo Scajola e il suo destino politico. Il premier adesso è preoccupato di una nuova ondata giudiziaria che potrebbe coinvolgere e trascinare alle dimissioni altri esponenti del governo. Con le dimissioni del ministro per lo Sviluppo economico si apre un precedente che il Cavaliere voleva proprio evitare. Ecco perché ha fatto di tutto per tenere al suo posto Scajola, senza riuscirci.
omnia munda mundis

#3123
http://www.corriere.it/politica/10_magg ... aabe.shtml
«Se c'è una cosa» che è «sotto gli occhi di tutti» è che in Italia «c'è fin troppa libertà di stampa». All'indomani della bocciatura contenuta nel rapporto di Freedom House, che vede il nostro Paese al 72esimo posto nel mondo in fatto di libertà di stampa e al 24esimo tra le 25 nazioni dell'Europa occidentale, il premier Silvio Berlusconi si toglie un sassolino dalla scarpa.
Per il senatore del Pd Vincenzo Vita le parole del presidente del Consiglio sono «irresponsabili» e «fanno pensare a battute tipiche dei regimi dittatoriali». «Berlusconi vorrebbe realizzare un sistema fascista e piduista senza voci libere» è l'affondo del leader Idv Antonio Di Pietro. Critiche al premier anche dal Pdci. «La libertà di stampa non è mai troppa. La lingua di Berlusconi evidentemente batte dove il dente duole. Per chi ha chiamato il suo partito Popolo della libertà un'espressione del genere è una clamorosa ammissione della vocazione autoritaria, plebiscitaria e antidemocratica del premier» ha detto Jacopo Venier.

http://www.unita.it/news/italia/98235/i ... l_ministro
La Rai e le notizie scomode. Ogni volta che qualche notizia è un po' indigesta i tg Rai faticano a darne conto. È accaduto anche stavolta: le dimissioni del ministro Scajola sono andate in onda con ritardo, dopo che anche Sky ne aveva parlato più volte e con la diretta della conferenza stampa, mentre anche il Tg1 delle 13,30 sfumava l'esponente del PdL. «Perseverare è più che diabolico, ormai, per il Tg1», fa sapere Vincenzo Vita, senatore Pd e componente della Commissione di Vigilanza: «Anche oggi la prima testata del servizio pubblico si è fatta notare per come ha sfumato la notizia delle dimissioni del ministro Scajola. Ma non si tratta delle prime dimissioni di questo governo? Non è dunque notizia che merita una certa priorità, riconosciuta del resto da altri telegiornali?». «Così facendo non si fanno nemmeno gli interessi della maggioranza o del governo - ha aggiunto -. L`unico effetto sortito è quello di sgretolare la credibilità della Rai. Un`altra giornata nera per l`informazione».
omnia munda mundis

#3124
«Ho già 34 anni e non vorrei diventare mamma tardi. Desidero minimo due figli». Il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna si confessa in un'intervista esclusiva sul numero di "Chi" in edicola domani e parla di maternità e matrimonio: «Entro l'anno», precisa.
Intanto, prende decisamente le distanze dal suo ex amico Italo Bocchino: «Non rinnego un'amicizia, ma non sono affatto d'accordo con lui. Ora siamo su due fronti opposti: lo dico chiaramente», dice il ministro.
:lol: :lol: già prima era "ispirata" dal cognome...adesso si "sposa" e cambia... :wink:


http://www.lastampa.it/multimedia/multi ... OTOGALLERY
Mara Carfagna. Mezzo Pdl non ne può più e le boccia due provvedimenti in un mese. Governatrice in Campania? Il capo dice no: «Lei resta qui».
Dunque l’autunno del Cavaliere è segnato dal Calvario della Carfagna. Raccontano infatti che il premier non abbia nemmeno voluto sentir parlare delle critiche che più di un parlamentare-avvocato del Pdl ha sollevato a proposito delle norme sullo stalking: la prima battaglia della ministra che si impuntò al punto tale che la legge fu inserita addirittura nel decreto sicurezza. Pare però che non stia funzionando: più di duecento arresti “facili” di persone che sono state scagionate in breve tempo, per inconsistenza di prove. Potenzialmente un boomerang comunicativo (per la serie: un complimento di troppo non è molestia), dopo l’enfasi neo-femminista impressa al provvedimento. Ma al Cavaliere del fallimento della Carfagna non si può parlare. Negli ultimi giorni ha pure detto un no deciso a una delle tante ipotesi che gli sono state sottoposte in vista del grande risiko delle regionali: candidare la ministra in Campania, dare il suo dicastero alla Gelmini e mettere all’Istruzione Formigoni. Niente da fare. Una parlamentare racconta che la reazione di Berlusconi è stata questa: «Mara da Roma non se ne deve andare. È la mia Musa ispiratrice :lol: :lol: :lol: :lol: adesso si chiamano "muse"...
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/107408/
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#3125
Che cosa farà dunque adesso il deputato Scajola - e che cosa faranno gli scajoliani rimasti orfani?

E' una delle tante domande che ci si pongono in queste ore di caos, con il governo che ha evitato l'umiliazione di una conta ma si trova sicuramente in grande difficoltà. Anche la (probabile) nomina al posto di Scajola di Paolo Romani è un segno del "volare basso" a cui si è rassegnato il primo ministro dopo aver ventilato l'ingresso nell'esecutivo di Luca Cordero di Montezemolo: Romani è un viceministro promosso titolare, e soprattutto un "famiglio" d'interessi televisivi, non certo un politico di primo livello come prestigio, immagine e competenze economiche (tra l'altro, non è nemmeno laureato: ha abbandonato gli studi dopo la maturità per buttarsi nel business delle nascenti tivù private).

Solo ieri mattina, sul "Foglio", Giuliano Ferrara lamentava che Berlusconi non avesse più veri consiglieri, ma solo "yesmen" senza autonomia di pensiero come Capezzone, Bondi, Cicchitto o Verdini. Quello che sta succedendo ora dimostra che forse aveva ragione.
(04 maggio 2010)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 8&ref=hpsp
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#3126
L'INCHIESTA SULLE ELEZIONI DEL 2005
Laziogate, condannato Storace:
un anno e 6 mesi, «sentenza politica»
L'ex presidente della Regione riconosciuto colpevole per
lo scandalo dell'intrusione

La vicenda giudiziaria è quella relativa al presunto accesso, avvenuto nel marzo del 2005, tramite i computer di Laziomatica, al sistema informatizzato dell'anagrafe capitolina per boicottare - nella competizione elettorale regionale del Lazio -, tramite la sottoscrizione di firme false, la lista Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Tra i condannati anche l'ex presidente della Regione Francesco Storace cui è stata inflitta una pena di un anno e sei mesi di reclusione. Unico assolto l'allora impiegato di Laziomatica Daniele Caliciotti. MUSSOLINI «PECCATO» - «La giustizia ha lavorato bene, avevo ragione io, peccato che non si farà neppure un giorno di prigione», ha commentato ai microfoni di CnrMedia Alessandra Mussolini. «Mi avevano accusato di essermi inventata tutto, è stato uno scandalo a livello mondiale ed eravamo di fronte ad una grave violazione della libertà democratica. È bene che chi ha compiuto questi fatti riceva una sentenza di condanna, purtroppo però in Italia è così, Storace non andrà in galera. Ma è un monito che questo non capiti mai più».
OSTACOLARE LA MUSSOLINI - Secondo la ricostruzione dell'accusa in occasione delle elezioni regionali del 2005 sarebbe stata posta in essere una serie di atti illeciti per ostacolare la lista capeggiata dalla Mussolini. Ciò sarebbe stato compiuto con un accesso abusivo nel sistema informatico dell'anagrafe capitolina, acquisendo dati personali relativi a persone residenti nel comune di Roma al fine di verificare i nominativi dei sottoscrittori della lista «Alternativa Sociale con Alessandra Mussolini» (As), per poi chiedere l'esclusione della stessa lista dalla competizione elettorale all'ufficio elettorale centrale regionale.
L'accesso abusivo, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2005, sarebbe stato materialmente possibile grazie all'intervento di Maceri e Caliciotti che avrebbero fornito le «credenziali» necessarie per accedere al database di Laziomatica
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... regionali-
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#3127
Tutti divisi sull'unità
5 maggio 2010

Il monumento di Quarto firmato dagli amici di Balducci Quello di Marsala fermo perché abusivo
Chissà che cosa ne penserebbero i mille, le loro foto stinte sono state raccolte con un grande lavoro per la festa di oggi. Volti di gente semplice: braccianti, falegnami, barcaioli, che volevano unire l’Italia.
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... _sullunita
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#3128
Alla fine la casa con vista ha pesato più dell’ombra dei Casalesi. Più di una richiesta di rinvio a giudizio per corruzione. Come sempre nel mondo berlusconiano, le immagini hanno avuto la meglio su tutto. Ed è finita che tra i tutti i membri del governo finiti sotto le lenti della magistratura, l’unico a doversi dimettere è stato quello giudiziariamente meno inguaiato, Scajola, neppure indagato allo stato attuale. Mentre il suo collega Fitto, su cui pesano già due rinvii a giudizio, se ne sta ancora al suo posto. Così come il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, accusato di essere in stretti rapporti con il clan dei Casalesi. Mentre Altero Matteoli, accusato di favoreggiamento (avrebbe informato l’allora prefetto di Livorno Gallitto di un’indagine in corso), dopo un lungo iter che ha coinvolto anche la Consulta, è stato “assolto” dalla Camera: niente processo.
«La casa è un bene che colpisce molto l'immaginazione della gente», è stato il ragionamento chiave che ha spinto il Cavaliere a mollare il fedelissimo Scajola. La cosa curiosa è che Fitto e Cosentino, le dimissioni le hanno anche offerte, pochi mesi fa. Ma per tutt’altri motivi: il primo per la sconfitta del “suo” candidato Rocco Palese alle regionali di Puglia, il secondo per una questione di poltrone. Non voleva accettare l’accordo con l’Udc per un candidato casiniano alla provincia di Caserta.
Stando alle carte dei magistrati, sia Fitto che Cosentino sono assai più inguaiati di Scajola. Così come Bertolaso, che è indagato per corruzione nell’inchiesta sul G8. Il capo della protezione civile, come Scajola, ha offerto le proprie dimissioni, ma in quel caso Berlusconi ha tenuto botta. I massaggi e le escort offerte, secondo i magistrati, al capo della protezione civile per fluidificare gli appalti, evidentemente, colpiscono meno. Eppure anche in quel caso, le telefonate pubblicate dai giornali sugli incontri hard non lasciavano dubbi. :twisted: :twisted:

Torniamo a Fitto e Cosentino. Il primo ha due rinvii a giudizio. Il primo per una presunta tangente da 500mila euro che avrebbe ricevuto (quando era governatore della Puglia) dall’imprenditore Angelucci per un appalto da 198 milioni nella sanità. Per questa storia il ministro nel 2006 ha scontato 40 giorni ai domiciliari. Secondo i pm, l’ex governatore avrebbe fatto «mercimonio della funzione pubblica» evidenziando una «straordinaria capacità di delinquere». Il secondo rinvio a giudizio è per concorso in turbativa d’asta: Fitto è accusato di aver favorito una azienda amica nell’aggiudicazione della Cedis, un’azienda della distribuzione alimentare. Più “leggera”, per ora, dal punto di vista giudiziario, ma non certo da quello dell’immagine, la vicenda di Cosentino, detto «O’mericano» nella sua Casal di Principe. Il candidato mancato alla regione Campania (decisivo il niet di Fini) è accusato di concorso esterno in associazione camorristica: sei pentiti lo indicano come il referente politico dei clan, in particolare per lo smaltimento dei rifiuti. Nel dicembre 2009 la Camera ha negato l’autorizzazione all’arresto (51 no anche dalle opposizioni, con lunghe code polemiche). La Corte di Cassazione, nel gennaio 2010, ha spiegato che l’accusa poggia su «concreti e specifici elementi indizianti».

A conti fatti, gli unici ministri in carica condannati in via definitiva sono del Carroccio: Bossi a 8 mesi per finanziamento illecito per 200 milioni di tangente Enimont alla Lega. Altra condanna definitiva per vilipendio alla bandiera italiana (commutata in multa), per aver detto «Il tricolore lo uso per pulirmi il "censured"». Anche il ministro dell’Interno Maroni è stato condannato in primo grado a 8 mesi per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, pena commutata nel 2004 dalla Cassazione in una multa.http://www.unita.it/news/italia/98250/m ... e_casalesi
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#3129
Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl, è indagato dalla procura di Roma per corruzione nell'ambito dell'inchiesta riguardante un presunto comitato d'affari che si sarebbe occupato, in maniera illecita, di appalti pubblici, in particolare i progetti sull'eolico in Sardegna. Ieri, a Firenze, è stato perquisito il Credito Cooperativo Fiorentino, istituto bancario presieduto da Verdini. Gli investigatori erano alla ricerca del passaggio di un certo numero di assegni dei quali intendono accertare la provenienza e la destinazione. In procura c'è un grande riserbo sulla natura delle indagini in corso.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... o-3829777/
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#3130
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app ... &desc_sez=
Così la “cricca” Anemone-Balducci usò lo scudo fiscale per far rientrare il tesoretto in ItaliaÈ l’8 marzo scorso quando la procura di Firenze scrive all’Unità di formazione finanziaria della Banca d’Italia per sapere se risultino operazioni sospette ai fini dell’antiriciclaggio sui 71 indagati nell’inchiesta sui Grandi eventi. In particolare, i pm vogliono notizie su «almeno un conto corrente intestato ad Angelo Balducci presso la Bank Julius Baer di Zurigo e un conto riferibile alla famiglia Rinaldi a San Marino».

Undici giorni dopo arriva la risposta: sul fronte degli Sos antiriciclaggio, Bankitalia segnala otto allarmi, tra cui don Evaldo Biasini, Antonello Colosimo, Valerio Carducci, Dino e Luciano Anemone, Alida Lucci, Stefano Gazzani e Bruno Ciolfi, personaggi coinvolti a vario titolo negli affari che hanno portato in carcere i componenti della “cricca”. Quello che le autorità bancarie del Lussemburgo segnalano, in particolare, è che Angelo Balducci ha chiuso il conto più importante presso l’UniCredit Luxemburg Sa, a gennaio del 2010, usufruendo dello Scudo Fiscale. La stessa strada è stata percorsa anche da Claudio Rinaldi. Risulta anche che il commissario per i Mondiali di nuoto trasferisce dal suo conto a quello di Balducci, titoli azionari per 930 mila euro. Conclude il sostituto procuratore del Lussemburgo, Guy Breistroff: «Siamo disposti a bloccargli i conti se ci fate arrivare la richiesta di rogatoria».
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#3131
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... della_lega
Ma è proprio il meccanismo della sanità lombarda a essere distorto. È un sistema che spinge a moltiplicare gli interventi". La clinica degli orrori, insomma, è un caso limite, ma il vero orrore è il sistema sanitario di Roberto Formigoni. A sostenerlo è l’ex assessore Alessandro Cè, oggi consigliere regionale giunto alla fine del mandato. Sta mettendo le sue cose negli scatoloni, nei prossimi giorni arriveranno i nuovi eletti.
Mi chiama Umberto Bossi e mi dice: Torna in Lombardia, ti mettiamo a controllare questo Formigoni. Io obbedisco. Dal 2005 faccio l’assessore alla Sanità. Sono medico, qualcosa capisco. Sapevo che avrei trovato le mani dei partiti sugli ospedali, ma così non me l’aspettavo: controllano tutto, si spartiscono tutto. E Comunione e liberazione la fa da padrona. Sollevo subito il problema, contando sull’appoggio del mio partito. Accuso direttamente Formigoni di controllare militarmente tutta la sanità lombarda. E lui mi toglie le deleghe. È il 30 agosto 2005. La mattina dopo vado a Radio Padania e parlo chiaro. Segue un braccio di ferro durato 40 giorni. Mi chiamano Roberto Calderoli, Roberto Maroni, Umberto Bossi: 'Cambia assessorato, vai al Territorio, non riusciamo più a coprirti. Io rispondo: Non ci penso nemmeno. Alla fine Formigoni mi restituisce le deleghe. Io preparo una riforma del sistema. Resisto fino alla primavera del 2007. Allora mi oppongo a un tentativo di privatizzare il 118, il sistema regionale di pronto soccorso. È la goccia che fa traboccare il vaso. Capisco che la Lega non mi sostiene più. Il 17 marzo do le dimissioni".
In Lombardia per la sanità si spendono 16 miliardi pubblici e 6 privati: in totale oltre 22 miliardi. Una cifra enorme. E senza controlli adeguati sulla qualità e sanzioni efficaci. Formigoni dice che in Lombardia c’è libertà di scelta e competizione tra pubblico e privato. Non è vero. Il paziente non ha strumenti per scegliere, non può capire la qualità dell’offerta. In realtà è in balìa di un eccesso d’offerta, che i privati moltiplicano nei settori più remunerativi, come urologia, cardiochirurgia, ortopedia, oculistica, emodinamica. Così si moltiplica artificialmente la domanda. Un meccanismo distorto che sottopone i pazienti a ipertrattamento: troppi interventi, anche se non ce n’è davvero bisogno, fatti dai privati per avere i drg (i rimborsi del sistema sanitario, ndr). E poi rincorsa ai drg più costosi: si fanno due visite quando ne basterebbe una, si opera in day hospital quando sarebbe sufficiente l’ambulatorio, si ricovera quando basterebbe il day hospital. Risultato: un finanziamento enorme ai privati. Al pubblico restano i settori dove si guadagna poco come medicina e oncologia".
La verità è che l’obiettivo finale è far sparire la sanità pubblica e dare tutto ai privati".

:shock: :shock: :shock: :shock: meno male che non "si esporta" sto modello lombardo!!! :shock: :shock:
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#3132
quello che si sta scoprendo, dalla «cricca del G8» in poi, è che anche la destra ruba.

Il livello di tolleranza verso gli scandali varia da paese a paese, e dipende da una complessa sedimentazione di esperienze storiche. La destra italiana è andata al potere sull'onda di Tangentopoli, ne è stata considerata anzi la vendicatrice. Lì, politici di professione che rubavano per campare; qui, uomini nuovi, uomini del popolo o uomini del fare, che prestavano il loro servizio alla Repubblica per ripulirla. Gli italiani condannarono Craxi perché ritenuto corrotto, ma chiamarono a sostituirlo Berlusconi nonostante fosse accusato di esserne il corruttore. Sembra una paradosso ma è perfettamente spiegabile. Per i nostri standard di moralità, violare la legge usando i soldi propri è accettabile (così fan tutti), ma violare la legge prendendosi i soldi altrui no. In questa trappola politica è caduto Scajola.
Fu per questo che Berlusconi si precipitò ad annunciare una legge anti-corruzione che poi, come era previsto, finì nei cassetti. Sapeva di doversi difendere dal più formidabile dei rischi: essere identificato con la corruzione come un partito qualsiasi. Il caso Scajola lo ripiomba in questo incubo.In Gran Bretagna si usa dire che gli scandali di sinistra sono di soldi, e quelli di destra sono di sesso.

Perché quelli di sinistra sono in genere dei politicanti che vengono dalla povertà, e quelli di destra dei signori ricchi e viziosi che vengono da Oxford e Cambridge.
Era un po' lo schema creatosi anche in Italia con l'avvento del bipolarismo, ed era più o meno accettato come naturale. Innaturale è che la destra rubi. Innaturale è che un ministro faccia giochetti col rogito di una casa, perché la casa nell'immaginario berlusconiano (leggete l'articolo di Alessandro Campi su questo numero) è la stella polare, da MilanoDue alle case dell'Abruzzo, all'abolizione dell'Ici.
Di più: il centrodestra oggi capisce che l'impunità di massa di solito riservata a Berlusconi non si estende ai suoi uomini. Se Berlusconi fa la vittima, le vecchiette piangono; se fa la vittima Scajola, le vecchiette s'incazzano (soprattutto quando sentono che una casa con vista sul Colosseo costa 600mila euro). Perciò le dimissioni del ministro sono il primo caso di un potente che cade prima ancora dell'avviso di garanzia, prima ancora di essere perfino indagato
Nella Repubblica berlusconiana gli avvisi di garanzia erano quasi diventati una medaglia da appuntarsi al petto, perché consentivano al politico di ricorrere al «metodo Silvio», attacco alle procure rosse e denuncia del complotto. Paradossalmente, proprio l'assenza dell'avviso di garanzia ha invece lasciato Scajola nudo, senza un pm con cui prendersela. Da questo punto di vista, e solo da questo, Scajola ha ragione: ha subìto un processo mediatico, ed è stato disarcionato da quello. Perché, quando si tratta di soldi e di case, gli italiani credono più facilmente alle sorelle Papa che a un ministro
Una prima conseguenza politica del caso Scajola è dunque questa: per la prima volta in questa legislatura Berlusconi non può minacciare elezioni anticipate, perché non può più essere sicuro di vincerle. La seconda conseguenza è che tutti i suoi nemici interni al centrodestra saranno dunque da oggi più liberi di mettergli i bastoni tra le ruote. La terza conseguenza è che perfino l'esangue opposizione ha trovato finalmente uno scandalo che non gli fa perdere voti a cavalcarlo. La politica italiana è in grande movimento. Anche se non arriveranno quegli altri due-tre «casi Scajola» nel governo di cui si vocifera da giorni.
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/219667/
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#3133
Come non bastasse, le notizie che tristemente hanno affollato le cronache nell’ultimo anno ci informano che a diciott’anni dalla esplosione di Tangentopoli la corruzione italiana avrebbe raggiunto la maturità attraverso una inquietante «mutazione genetica ». Se una volta era soprattutto lo strumento per finanziare illecitamente i partiti, adesso serve esclusivamente all’arricchimento personale. Non che rubare per il partito anziché per il proprio portafoglio sia meno grave. Il reato è identico. Ma questa «mutazione genetica», soprattutto se saranno confermati i sospetti sulla dimensione dilagante del fenomeno, denuncia un crollo ulteriore della tensione morale e del profilo etico di parte della nostra classe politica. Che dovrebbe essere seriamente preoccupata, anche per le conseguenze a cascata che un simile andazzo può avere per un Paese già disorientato dalla crisi economicaE invece reagisce facendo spallucce. Illuminante la dichiarazione di Denis Verdini, coordinatore del Pdl tirato in ballo per alcuni appalti in Sardegna, il quale a chi gli chiedeva se avesse intenzione di dimettersi imitando Claudio Scajola ha risposto: «Non ho questa mentalità». Come se l’etica pubblica foss e u n a q u e s t i o n e d i mentalità… Appena insediato, il governo ha abolito l’Autorità anticorruzione, che con le poche risorse e i magri poteri di cui disponeva non poteva fare molto. Ma il «Servizio anticorruzione e trasparenza » istituito al suo posto, alle dipendenza del ministro Brunetta, può finora rivendicare un bilancio migliore? Il primo marzo il consiglio dei ministri, sull’onda degli scandali del G8, ha approvato un disegno di legge per combattere la piaga. Poi gli scandali sono spariti dalle prime pagine e anche quella promessa sembrava finita nel dimenticatoio. Due mesi dopo sta finalmente per iniziare l’iter parlamentare: un’occasione imperdibile per mandare un segnale chiaro agli italiani. Invece si è rivelato subito un nuovo pretesto per litigare all’interno del Pdl. Se ne sentiva proprio il bisognohttp://www.corriere.it/editoriali/10_ma ... aabe.shtml
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#3134
Il giorno dopo le dimissioni del ministro dell' Attività produttive Claudio Scajola 1 (che "ha creato un precedente pericoloso perché chiunque ora potrà chiedere le dimissioni di un ministro") il Cavaliere evita di sostituire il ministro ed assume sulle sue spalle la carica. Non rinunciando, però, a gridare al complotto. Ma questa volta nessuno segue il premier: né Gianfranco Fini, e questo era scontato, e nemmeno Umberto Bossi."Mi prendo l'interim". "Per ora prendo l'interim. C'è da portare avanti il discorso del nucleare che è stato impostato bene" dice Berlusconi, mettendo da parte l'ipotesi di sostituire il titolare del dicastero delle Attività produttive
E su questo si sono scatenate le opposizioni. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd è secca: "Il conflitto di interessi è ora in termini solari. Il Presidente imprenditore non può anche essere ministro dello Sviluppo economico". "E' un conflitto di interessi madornale. E' la dimostrazione che ancora una volta questo governo intende farsi solo gli affari propri", aggiunge il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... a-3833507/
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#3135
La trota permalosa querela il blogger
Un cittadino italiano naturalizzato francese, che è cresciuto in Argentina, cui il padre insegnava a disegnare il tricolore dicendogli “tu sei italiano”, ha scritto sul suo blog una satira sulla Lega e su Renzo Bossi, figlio del senatore fondatore, per le note frasi sull’Italia e l’unità del paese.
Lo hanno querelato.
http://zambardino.blogautore.repubblica ... l-blogger/
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