La Redazione Consiglia

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#1996
http://democity.blogspot.com/2009/12/ba ... 81209.html
MERCOLEDÌ 9 DICEMBRE 2009
BALLARO’ CON IGNAZIO MARINO 8/12/09
Dopo avere trattenuto il fiato, ho tirato un sospiro di sollievo! Floris a parte (nella prima parte inqualificabile come giornalista), Marino è riuscito con grinta e determinazione a tenere testa a La Russa e alla Brambilla.
I dirigenti del PD sono apparsi un po’ opachi negli ultimi tempi, invece il Senatore è riuscito a dire la sua, con calma ed educazione, mettendo a tacere i due ministri:
Ha incalzato La Russa sullo Scudo Fiscale, sui beni confiscati alla Mafia che il Governo vuole vendere e in generale sull’attività negativa del Governo per il Paese!
Insuperabile nel confronto con il Ministro Brambilla, lei ripeteva in modo poco convincente la lezioncina imparata a memoria sul “buon Governo” tra cui l’alta velocità e qui il Senatore ha sferrato il colpo da maestro:“perché invece di pensare alle grandi opere come il Ponte sullo Stretto, non pensate alle opere necessarie! Sono stato in Calabria nel 1977 come Boy Scout e ho utilizzato il treno sulla Costa Jonica, ci sono tornato quest’estate e c’erano ancora gli stessi treni (ed una linea ferroviaria fatiscente, per molti periodi dell’anno disastrata n.d.r.). “Lei è Ministro della Repubblica” le ha detto Marino, quando poi si parlava della Ricerca Pubblica, non può dire queste cose (la Brambilla ha confuso la Ricerca Pubblica con la Ricerca Privata che è stata finanziata abbondantemente).
omnia munda mundis

#1997
Fassino intercettato?
Fu un regalo di Natale
a Silvio Berlusconi...

di Claudia Fusani
La Procura di Milano sta indagando sulla pubblicazione della telefonata tra Consorte (ex ad Unipol) e l’allora segretario Ds, relativa alla scalata Bnl. Il viaggio di un nastro segreto, partito da una società che si occupa di intercettazioni e arrivato prima ad Arcore, poi al Giornale. Il ruolo del fratello del premier.http://www.unita.it/
omnia munda mundis

#1998
Corruzione, cortocircuito europeo (Luigi De Magistris, Il Fatto, 09-12-2009)

È veramente paradossale – o forse no – quello che si sta verificando nelle ultime settimane tra l’Italia e l’Europa. In queste ore è entrato in vigore il Trattato di Lisbona che, per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria penale, prevede tra le materie di competenza legislativa del Parlamento europeo le forme più gravi di criminalità: tra queste, assieme alle mafie, al riciclaggio, al traffico di esseri umani, di armi e di droga, anche la corruzione. Per sconfiggere queste gravi forme di criminalità transazionali si intende istituire la Procura europea.

La Greco – ossia il Gruppo di Stati contro la corruzione – del Consiglio d’Europa ha adottato la relazione di valutazione sull’Italia. In questo elaborato emerge come, in Italia, la corruzione sia profondamente radicata in vari ambiti della Pubblica amministrazione, in pezzi della società civile e aree del privato; si parla di legami tra la corruzione e la criminalità organizzata: tra i settori più a rischio sono evidenziati l’urbanistica, l’ambiente, gli appalti pubblici, la sanità. Viene stigmatizzata la circostanza che l’Italia non possiede programmi di lotta contro la corruzione.

La relazione annuale di Transparency International inserisce l’Italia al 63esimo posto su 180 Stati e la colloca tra le maglie nere in Europa (meglio di noi Barbados, Qatar, Cile, Botswana, Mauritius, Namibia, solo per citare qualche esempio).

I l 25 novembre, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione avente a oggetto lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini (cd. Programma di Stoccolma) ove si stabiliscono le modalità per rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata, alle frodi e alla corruzione al fine di proteggere anche gli interessi finanziari dell’Unione, auspicando una politica organica anticorruzione.

La Corte dei Conti europea ha presentato la relazione sull’esercizio finanziario dell’anno appena trascorso dalla quale si evincono dati significativi con riferimento agli illeciti commessi con riguardo ai fondi strutturali europei, nella quale si esortano le istituzioni dell’Unione a migliorare la lotta alle frodi relative ai fondi pubblici.

In Europa, quindi, si può dire che sia alta la sensibilità per tentare di contrastare efficacemente la corruzione, i legami tra la politica e la criminalità organizzata, per sradicare le frodi quale luogo in cui si realizza l’infiltrazione del crimine nelle Istituzioni.

In Italia, invece, la maggioranza e il governo – per salvare il presidente del Consiglio dal processo Mills – varano la legge-impunità sulla cd. prescrizione breve. In questa legge, corruzioni e truffe all’Unione europea vengono considerati – ovviamente – reati che non sono di allarme sociale. Al contrario, reato grave e allarmante – per il quale i leghisti introdurrebbero anche la tortura mediante fustigazione – è quello di essere immigrato clandestino, persona fisica che viene punita non perché commette un fatto-reato, ma perché immigrato (in poche parole, la colpa d’autore di Hitler adattata al Terzo millennio).

Il messaggio del governo è devastante anche sul piano morale. La stessa carica criminogena si rinviene, del resto, nella legge sulle intercettazioni che le rende praticamente impossibili o inutili anche per i reati contro la Pubblica amministrazione. La ciliegina sulla torta – tanto per accontentare l’anziano, ma quanto mai contemporaneo, Licio Gelli – è la sottrazione al pubblico ministero del diritto-dovere di svolgere indagini di propria iniziativa (modalità d’attuazione dei principi costituzionali di indipendenza della magistratura, obbligatorietà dell’azione penale e uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge) subordinando, invece, la sua azione alle segnalazioni di reato da parte della polizia giudiziaria che, come noto, dipende dal potere esecutivo: i lettori de Il Fatto Quotidiano sono troppo attenti per intuire quanto numerose saranno le direttive del governo per il contrasto delle corruzioni, delle borghesie mafiose e dei predatori di risorse pubbliche.

E’ veramente deprimente l’immagine dell’Italia che questo governo consegna all’Europa: provvedimenti e leggi in favore di corrotti, corruttori, mafiosi, riciclatori ed evasori (anche attraverso lo scudo fiscale); mentre tolleranza zero verso i residui sociali di una società opulenta in violazione – come ci ha ricordato la Commissione europea – del diritto d’asilo anche attraverso l’uso indiscriminato dei respingimenti di massa.

La lotta è dura, ma la fine della decadenza è vicina; il re è quasi nudo e il suo impero sta crollando corroso dalla corruzione e dal malaffare; la ricostruzione sarà dura, ma avvincente e appassionante, con l’Europa che ci osserva.
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#1999
doris ha scritto:
loremir77 ha scritto:

ecco che pensava la lega nel 1998 del caro SB..
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non credi che nel tuo partito ci sia un pò di incoerenza? ma poca eh..
Pare che queste dieci domande se le stia portando dietro da un pò...ne hanno abbonata una... :lol:

Ecco come le ponevano in un loro articolo del 08-07-1998. Citando Fiorella Mannoia "Come si cambia (per non morire) " :lol: (e sono stati molto più ricchi di dettagli nelle domande rispetto a Repubblica...)

Basta. Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa sulle vicende giudiziarie - specialmente quelle palermitane - di Silvio Berlusconi. È arrivata l'ora delle certezze definitive. Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinché una volta per tutte sia lui in prima persona a dimostrare - se ne è capace - che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla a che fare. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, già da ora - signor Berlusconi - le annuncio che nessuna delle notizie sul suo conto che leggerà in questo articolo è frutto di "pentimenti", e nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale dalle parole dei cosiddetti "pentiti". Tutto al contrario, esse si basano su personali indagini e su documenti amministrativi che in ogni momento - se lo riterrà - potrò inviarle perché si sinceri della loro autenticità. Detto questo, prego, legga, e mi sappia poi dire.Partiamo da lontano, perché lontano inizia la sua storia imprenditoriale, signor Berlusconi.

Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua società - l'Edilnord Sas - acquistò dal conte Bonzi l'intera area dove di lì a breve lei costruirà il quartiere di Milano2. Lei pagò l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di oltre 3 miliardi. Questa somma, nel 1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, è di enorme portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi, 739 milioni e spiccioli. Dopo l'acquisto - intendo dire nei mesi successivi - lei aprì un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo arriverà a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni porterà all'edificazione di Milano2 così come è oggi. Ecco la prima domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre 30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie offrì e a chi per ricevere tale ingentissimo credito? In ultimo: il denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi glielo fornì? Vede, se lei non chiarisce questi punti, si è autorizzati a credere che le due misteriose finanziarie svizzere amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue finanziatrici", così come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco incontreremo, sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt'altro che raccomandabili. Sì, perché - mi creda signor Berlusconi - nel 1998, oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con nomi e cognomi, chi le prestò tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di sospetto e insinuazione sul suo conto, nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo che lei operò con capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in Svizzera, poi rientrati in Italia grazie alla sua attività imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi, se la realtà fosse questa. Se invece di denaro frutto di attività illecite, si trattò di risparmi onestamente guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare. Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il castello di accuse di riciclaggio cadrà di schianto.

Secondo quesito: il 22 maggio 1974 - certamente lo ricorda, signor Berlusconi - la sua società "Edilnord Centri Residenziali Sas" compì un aumento di capitale che così arrivò a 600 milioni (4,8 miliardi di oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima società eseguì un altro aumento di capitale passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche in questo caso, vorrei sapere da dove e da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti.

Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fondò un'altra società, la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa sua piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito, quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei farà in modo di emettere anche un prestito obbligazionario per altri 2 miliardi. Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede? Fuori i nomi.

Quarto quesito: lei non può essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua società Edilnord cedette alla neo-costituita "Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel Comune di Segrate battezzato "Milano2" più alcune aree ancora da edificare di quell'immenso terreno che lei comperò nel '68 per l'equivalente di più di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15 settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor Berlusconi, decise il contemporaneo cambiamento di nome della società acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa iniziò a chiamarsi così proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma, il 16 settembre 1974, la futura Milano2 Spa - come lei senza dubbio rammenta - viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San Martino Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui amministratore era Marcello Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei, signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un «mio semplice segretario personale». Sempre il 15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la sede trasferita da Roma a Segrate. Il 19 luglio 1978, i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di capitale sociale. Ecco, anche in questo caso, vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto denaro contante e in base a quali garanzie.

Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, certamente ricorda che nacque in due tappe. Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fondò a Roma la "Finanziaria d'Investimento Srl" - in sigla Fininvest - dotandola di un capitale di 20 milioni e di un amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi grami (per lui). Il 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50 milioni, il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e 400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei passò dall'avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi. Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la società in questo periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl, con tutti quei soldi in cassa, venne trasferita a Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra sua società dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa di Milano. Questa società fu la prima delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo impero, e in realtà di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la Fininvest Spa venne anch'essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl, l'11 novembre dello stesso anno trasformata in Spa con 2 miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo. Tutte operazioni, queste, che pensò, decise e attuò proprio lei, signor Berlusconi.Dopo la fusione, ricorda?, il capitale sociale verrà ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca, equivalenti a più di 166 miliardi di oggi, fonte Istat). Bene, fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17 miliardi e 980 milioni di differenza della Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli fornì? Vorrei conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei, signor Berlusconi, offrì loro. Lo stesso dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52 miliardi. Naturalmente le chiedo anche notizie sull'origine dei fondi, altri 2 miliardi, della "gemella" Fininvest Spa di Milano che lei fondò nel 1975, anno pessimo per ciò che attiene al credito bancario e ancor peggio per i fondamentali dell'economia del Paese.

Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato tentò di chiarire il motivo dell'esistenza delle 22 (ma c'è chi scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari del Presidente" siano molte di più, addirittura 38) "Holding Italiane" che detengono tuttora il capitale della Fininvest, esattamente l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con Holding Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell'aver inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato. Così pure, signor Berlusconi, lei ha dichiarato che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene - sono sue parole - l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e l'unico scopo per il quale l'inventò consisteva - e consiste tutt'oggi - nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse, ovvero il bottino del rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un meccanismo assolutamente legale. Queste, mi corregga se sbaglio, furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per spiegare il motivo per cui il capitale della Fininvest è suddiviso così. È una motivazione, però, che a molti appare quanto meno curiosa, se raffrontata - ad esempio - con l'assetto patrimoniale di un altro big dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che viceversa ha optato da molti anni per una trasparentissima società in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, più volte ha ribadito che "dietro" le 22 Holding c'è soltanto la sua persona e la sua famiglia. Non avrò mai più motivo di dubitare di questa sua affermazione quando lei spiegherà con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente. Questa: c'è un indirizzo - a Milano - che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si tratta di via Sant'Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo indirizzo nel 1978 nacque una società fiduciaria - ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui - denominata Par.Ma.Fid.A fondarla furono due commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini. Detto questo, certo rammenta, signor Berlusconi, che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda, Terza, Quarta, Quinta, Ventunesima e Ventiduesima, più il 49% della Holding Italiana Prima, la quale - in un perfetto gioco di scatole cinesi - a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestirà questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società tale immensa fortuna. Infatti lei - che è un attento lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonché informatissimo staff di legali civilisti e penalisti - non può non sapere che la Par.Ma.Fid. è la medesima società fiduciaria che ha gestito - esattamente nello stesso periodo - tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss - di area corleonese e non - operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Quindi, signor Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in mano alla Par.Ma.Fid.? Per conto di chi la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in suo possesso? Chi erano - mi passi il termine - i suoi "soci", signor Berlusconi, nascosti dietro lo schermo anonimo della fiduciaria di via Sant'Orsola civico 3? Capisce che in assenza di una sua precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto - o i volti - di coloro che per anni incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute dalla Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare che costoro non fossero estranei all'altro "giro" di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.

Settimo quesito: è universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore è "nato col mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tivù è incentrato questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tivù. Lo scopo - del tutto evidente - fu quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicità, che così sarebbe stata "nazionale" e non più locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un piano perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti al Nord, iniziò dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entrò in società con i fratelli Inzaranto di Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedrà nel proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei, signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual è, non può non avere preso informazioni all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre questioni, oltre la tivù. Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonché suo partner, è marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta" del 1984, ma al super boss che nel '79 è ancora braccio destro di Pippo Calò e amico intimo di Stefano Bontate, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perché entrò in affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa risma? C'è da notare, oltre tutto, che i fratelli Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto chiedendo con grande serietà. Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri, appunto - fondò nel 1955 la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto, sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilità sentiva parlare addirittura in casa da suo padre. Gli Azzaretto erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi, signor Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riuscì ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di Milano, tenuto conto che Misilmeri è tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, però che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile. Ora le ripeto la domanda: si informò sulla "serietà" e la "moralità" dei nuovi soci - il clan Inzaranto - quando tra il 1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tivù nazionale?

Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della società Immobiliare Romana Paltano non può risultare sconosciuto. È impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di capitale, finì sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri, perché proprio sui terreni di questa società lei darà corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Così pure ricorderà che nel 1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumenterà a 500, e che il 12 maggio del 1977 salirà ulteriormente a 1 (un) miliardo, e che cambierà anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche in questo ennesimo caso, chi le fornì, signor Berlusconi, questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquistò?

Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fondò l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa società, che oggi possiede beni immobili pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo - era il 1978 - aumentò il proprio capitale a 900 milioni. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi, fonte Istat) che fecero la differenza?

Decimo quesito: signor Berlusconi, in più occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario genere - l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio - la finanziaria di Chiasso denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito alla Par.Ma. Fid., lei ha scelto una società fiduciaria - questa volta domiciliata in Svizzera - al cui riguardo le cronache giudiziarie si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda, signor Berlusconi, mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la Fimo di Chiasso, che è stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi, arrestato il 15 novembre del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca palermitana dei Madonia. Così pure non le sarà sfuggito che Lottusi venne condannato a 20 anni di reclusione per quei reati. Tuttora è in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel gangster finì in galera il 15 novembre del '91, nella primavera del 1992 - cioè pochi mesi dopo quel fatto che campeggiò con dovizia di particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i giornali - il suo Milan "pagò" una forte somma "in nero" - estero su estero - per la cessione di Gianluigi Lentini, e usò per la transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di narcotrafficanti internazionali. Perché, signor Berlusconi?Ecco, queste sono le domande. Risponda, signor Berlusconi. Presto. Come ha visto, di "pentiti" veri o presunti non c'è traccia negli 11 quesiti. Semmai c'è il profumo di centinaia di miliardi che tra il 1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora non si sa da dove arrivarono. Poiché c'è chi l'accusa che quell'oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta indagando proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la verità. Punto per punto, nome per nome. È un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che d'ora in poi il silenzio non le è più consentito né come imprenditore, né come politico, né come uomo.
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#2000
ma guarda che articolo interessantissimo.. :twisted:
pari pari le cose che scrive marco travaglio.. :twisted:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#2001
da il Fatto:


L'Aquila a Montecitorio. Contro la finanziaria e la ricostruzione mediatica

8 dicembre 2009


Giovedì 10 dicembre gli aquilani – istituzioni locali, sindacati, rappresentanti di categorie, attività produttive, organi professionali, forze sociali e semplici cittadini – saranno, per la seconda volta in pochi mesi, davanti a Montecitorio.

Nella prima occasione, il 16 giugno, furono i Comitati cittadini a organizzare la manifestazione contro il Decreto Abruzzo. Poco dopo, il Governo promise che la questione fiscale nell'aquilano sarebbe stata trattata in Finanziaria e una mozione unanime del Parlamento si impegnò a seguire la linea che aveva caratterizzato i terremoti di Umbria, Marche e Molise. Questo avrebbe comportato, fra l'altro, una proroga della sospensione di tasse, contributi e tributi.

Ma al momento di discutere la Finanziaria si scopre che l'attesa proroga non è affatto contemplata dal maxiemendamento. Non solo: a partire da giugno 2010 i terremotati dovranno anche restituire il 100% degli arretrati in 60 rate. Per il sisma che colpì Umbria e Marche si chiese una restituzione del 40% degli arretrati in 120 rate e dopo dodici anni.

Così, questa volta, l'iniziativa parte da Stefania Pezzopane, Presidente della Provincia dell'Aquila, che convoca con urgenza un'Assemblea pubblica. Il 7 dicembre, l'Assemblea si riunisce e rileva gran parte delle criticità del post sisma: almeno ventimila persone sono ancora sfollate; le attività produttive non ripartono se non a fronte di enormi sforzi e in strutture precarie; la ricostruzione è un fatto puramente mediatico e a livello nazionale si è diffusa l'opinione che il terremoto del 6 aprile sia già stato risolto e archiviato: alcuni Parlamentari abruzzesi (PD e IDV) raccontano che persino in Parlamento l'illusione è tale da far apparire qualunque richiesta aggiuntiva come elemosina.

Una semplice cittadina chiosa: “Il centro storico è morto. Morto. Morto. E il centro storico è il cuore della città”.

Gli interventi si susseguono per tutta la mattinata; si parla anche di disobbedienza civile e di auto-allineamento contributivo e tributario al trattamento che è stato riservato in passato ad accadimenti analoghi.

Infine, al termine dell'Assemblea, Stefania Pezzopane legge il documento condiviso dal titolo “Mobilitazione”, con la chiamata per giovedì. Tre giorni sono pochi per organizzare una grande manifestazione ma gli aquilani presenti sono decisi a farsi sentire, anche in pochi, davanti a Montecitorio per protestare contro la Finanziaria e chiedere il trattamento fiscale promesso: questo potrebbe essere l'inizio di un'operazione-verità sul terremoto e sulla gestione dell'emergenza.

Nel pomeriggio giungono le dichiarazioni del Commissario Straordinario Guido Bertolaso che parla di un prossimo decreto ad hoc che sospenda le tasse anche nel 2010. Ma le promesse non convincono più le istituzioni locali, che vogliono leggere documenti scritti del Governo. Il prossimo Consiglio Comunale del 9 dicembre, così, si tiene in zona rossa, nel centro storico dell'Aquila, in segno di protesta. Anche la mobilitazione del 10 è confermata e i Comitati cittadini aderiscono, seppur con riserva nei confronti dell'operato delle istituzioni locali aquilane, ritenuto remissivo e poco partecipativo.

di Alberto Puliafito
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#2002
ragà... ma non vi siete rotti le scatole di urlare dentro un tubo ???
è possibile trovare soddisfazione in piaceri visivi che non sono complicati da teorie (P.C.Johnson)
Non discuto più con gli stupidi, prima ti trascinano al loro livello, poi ti battono per esperienza :)

#2003
ccd ha scritto:ragà... ma non vi siete rotti le scatole di urlare dentro un tubo ???
Ti riferisci al mio avatar? :lol:

Mi è piaciuto il tuo riferimento all'SPD. Purtroppo in Italia i socialisti si sono definitivamente avvolti su se stessi ai tempi di Craxi, ed oggi sono divisi tra una sparuta minoranza confluita dentro il PD e una maggioranza che, pur definendosi ancora socialista, ha venduto l'anima al diavolo per un posticino prima dentro Forza Italia e ora il PDL (per me un socialista per dirsi tale NON può stare a destra).
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#2004
La guerra di La Russa
A fianco della Brambilla perfino La Russa sembra quasi umano. Stridula e prevaricatrice, la ministra insiste a voler parlare più degli altri, pur non avendo niente da dire (e dicendolo malissimo). Mentre La Russa, almeno, ha dalla sua la voce rugginosa e la somiglianza con l’imitazione che ne fa Fiorello. In più, con la carica, ha assunto quell’aria guerresca che ne fa il ministro più marziale che ci sia in circolazione. E anche l’unico capace di incutere terrore al nemico solo con lo sguardo. L’altra sera, a Ballarò, ha infierito un’altra volta su Floris, che ormai ci è abituato, ma per una volta ha trovato la forza di reagire (magari inconsciamente) scambiando il nome di La Russa con quello, figurarsi, di Spatuzza. La vendetta del ministro è stata tremenda: si è alzato e ha abbracciato il conduttore, che, preso alla sprovvista, non ha potuto scansarsi. Di questo passo il povero Floris forse diventerà santo, ma non migliore.
10 dicembre 2009
MARIA NOVELLA OPPO
UNITA'
omnia munda mundis

#2005
http://www.repubblica.it/2009/12/sezion ... rcore.html

Il presunto ruolo di Fabrizio Favata: "Lo facemmo per vantare un credito con il Cavaliere"
L'incontro nel dicembre del 2005 "di fronte a un albero di Natale
bianco"
L'ex socio del fratello del premier
"Così portammo l'audio ad Arcore"
"Abbiamo una banca". La conversazione tra Giovanni Consorte (ex ad Unipol)
e Piero Fassino (allora leader ds) venne pubblicata da "Il Giornale"


Fino a oggi, l'inchiesta penale su quella clamorosa fuga di notizie non ha raggiunto alcun risultato. Il giornalista autore dell'articolo, Gian Luigi Nuzzi, è stato assolto dall'accusa di pubblicazione di atti coperti da segreto, lo scorso 24 novembre dal Tribunale di Milano. Nessuna traccia di chi gli ha aperto gli archivi segreti della procura. Fabrizio Favata, ora, vuole riscrivere questa storia. Accusa la Rcs di aver violato il segreto istruttorio e di aver "venduto" il nastro alla famiglia Berlusconi. Favata e Raffaelli avrebbero fatto questo piacere all'allora presidente del Consiglio solo per vantare, in futuro, un eventuale credito.
Se il resoconto di Favata si dimostrasse fondato, sia Silvio Berlusconi che il fratello azionista de il Giornale rischierebbero l'accusa di ricettazione, per quel nastro sottratto illecitamente dalla cassaforte della procura.
omnia munda mundis

#2006
Pecorella al Csm. E Trifuoggi fa le spese del fuorionda
A Palazzo Chigi non passerà inosservato il parere negativo che il Csm ha dato ieri sera sul processo breve. Il Cavaliere mal sopporta i giudizi di Palazzo Marescialli, definito non più di un anno fa da Gasparri una cloaca. Rispetto ad allora la strategia sembra però parzialmente cambiata: dalla semplice invettiva al controllo. Tra qualche mese si rinnova il Consiglio e Berlusconi ha individuato in Gaetano Pecorella il candidato alla successione del vicepresidente Mancino. Dalle parti di Palazzo Grazioli pensano che il noto penalista milanese potrebbe innanzitutto essere il miglior intrelocutore in materia di giustizia con i membri del consiglio, compreso il Capo dello Stato. Ma soprattutto per Berlusconi riuscire ad eleggere il proprio avvocato alla guida del Csm significherebbe controllare l’organo di autogoverno della magistratura con l’obbiettivo di mettere un freno ai pareri spesso critici sulle leggi del governo, nei prossimi mesi destinati ad aumentare anche in materia di mafia. Non è un mistero che la maggioranza guardi con molta preoccupazione a questo fronte, a partire dall’udienza di domani nel processo Dell’Utri che vedrà l’interrogatorio dei fratelli Graviano. Come ha detto Bossi nei giorni scorsi, si prepara la riforma della legge sui pentiti. A futura memoria il centro destra vuole dare un segnale all’intero Csm, far capire che, dopo quanto accaduto con Spatuzza, sulla giustizia non è più tempo di scherzare. E anche su casi apparentemente minori, come quello del procuratore di Pescara Trifuoggi, suo malgrado agli onori delle cronache per aver scambiato alcune parole con Fini nel più famoso fuori onda dell’anno. Non potendo il Pdl far dimettere il presidente della Camera, a fare le spese di quella vicenda rischia di essere l’incolpevole magistrato che, avendo chiesto la promozione alla procura generale di Roma, vedrebbe ora molto più lontana quella nomina grazie all’opera dei laici Pdl. Non manca chi fa notare che forse Trifuoggi non piace soprattutto per le inchieste svolte in Abruzzo, non esclusa quella che ha fatto cadere la giunta Del Turco, e che hanno riguardato la gestione della sanità anche nel corso delle giunte di centro destra. Ma la linea è quella data ieri ai pm dal ministro Alfano: più in procura meno tv, anche se per un semplice fuori onda.
omnia munda mundis

#2007
Il sindacato avverte: "Giù le mani dalle liquidazioni"
Il governo pronto a mettere la fiducia sulla manovra
Tfr dirottato in Finanziaria
rivolta di Cgil e opposizione


Alla voce della Cgil già nei giorni scorsi, quando tra le pieghe degli emendamenti spuntò la clamorosa partita di giro che pone un'ipoteca contabile sulle liquidazioni, si erano aggiunte le proteste dei Pd e dell'Italia dei valori che parlò di vero e proprio "scippo". La protesta della Cgil, che ha già proclamato uno sciopero degli statali per l'11 dicembre, si somma al malumore per la reintroduzione dello staff leasing e per l'aumento dei costi per le cause di lavoro sulle quali insiste l'ex ministro del Lavoro, il Pd Cesare Damiano.

Intanto la questione delle coperture riserva nuove sorprese. Si tratta dell'utilizzo acrobatico del gettito dello scudo fiscale, il cui consuntivo si potrà fare solo al 15 dicembre quando scadono i termini per le adesioni.

I circa 4 miliardi del presunto gettito dello scudo vengono usati due volte: una volta nel 2009 per finanziare taglio e rinvio dell'acconto Irpef del novembre scorso e l'altra per coprire una serie di spese a valere sul 2010 (un lungo elenco dai testi scolastici, all'Ici, all'autosufficienza: in pratica buona parte della Finanziaria). La manovra acrobatica è consentita dall'utilizzo di una sorta di un gigantesco "fondo-salvadanaio", il fondo "grandi eventi" presso Palazzo Chigi cui vengono attribuiti 3,7 miliardi di copertura (ma dove confluiranno anche i 3,1 del Tfr, il miliardo di Trento e Bolzano i 350 milioni di rivalutazione dei terreni, il Fas e altro fino a 8,8 miliardi).

Per ora è una sorta di scatola vuota che si riempirà solo a luglio del prossimo anno quando chi ha beneficiato dello sconto sull'acconto Irpef dovrà pagare il saldo. A quel punto le risorse dell'acconto affluiranno nel fondo-salvadanaio rimpiazzando quelle dello scudo e potranno liberamente coprire le spese della Finanziaria. Ma soprattutto il Fondo-salvadanaio sarà il rubinetto di Palazzo Chigi da cui dipenderà l'erogazione, fuori del controllo del Parlamento, di tutti gli 8,8 miliardi della Finanziaria 2010.
omnia munda mundis

#2008
kimikalli ha scritto:La guerra di La Russa
A fianco della Brambilla perfino La Russa sembra quasi umano. Stridula e prevaricatrice, la ministra insiste a voler parlare più degli altri, pur non avendo niente da dire (e dicendolo malissimo). Mentre La Russa, almeno, ha dalla sua la voce rugginosa e la somiglianza con l’imitazione che ne fa Fiorello. In più, con la carica, ha assunto quell’aria guerresca che ne fa il ministro più marziale che ci sia in circolazione. E anche l’unico capace di incutere terrore al nemico solo con lo sguardo. L’altra sera, a Ballarò, ha infierito un’altra volta su Floris, che ormai ci è abituato, ma per una volta ha trovato la forza di reagire (magari inconsciamente) scambiando il nome di La Russa con quello, figurarsi, di Spatuzza. La vendetta del ministro è stata tremenda: si è alzato e ha abbracciato il conduttore, che, preso alla sprovvista, non ha potuto scansarsi. Di questo passo il povero Floris forse diventerà santo, ma non migliore.
10 dicembre 2009
MARIA NOVELLA OPPO
UNITA'

l'ho visto a Blob..
il pezzo in cui Floris legge le dichiarazioni di Spatuzza.. ad un certo punto nello scritto in video ci sono i puntini tipo (...) e La Russa comincia una pippa sul fatto che ballarò aveva nascosto coi puntini una frase incriminante di spatuzza cioè dell'Utri Senatore e non poteva essere perchè dell'utri all'epoca non era senatore (che c'entra non si sa.. è come se dicesse Silvio il PdC... nel 1993 non lo era ancora ma se ora lo è ti può venire di chiamarlo così)
comunque si scopre che nei puntini c'era scritto (letto da Floris) "quello di Canale 5"..
La russa non sapeva + dove guardare.. :lol: :lol: :lol:
Immagine

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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#2009
loremir77 ha scritto:
kimikalli ha scritto:La guerra di La Russa
A fianco della Brambilla perfino La Russa sembra quasi umano. Stridula e prevaricatrice, la ministra insiste a voler parlare più degli altri, pur non avendo niente da dire (e dicendolo malissimo). Mentre La Russa, almeno, ha dalla sua la voce rugginosa e la somiglianza con l’imitazione che ne fa Fiorello. In più, con la carica, ha assunto quell’aria guerresca che ne fa il ministro più marziale che ci sia in circolazione. E anche l’unico capace di incutere terrore al nemico solo con lo sguardo. L’altra sera, a Ballarò, ha infierito un’altra volta su Floris, che ormai ci è abituato, ma per una volta ha trovato la forza di reagire (magari inconsciamente) scambiando il nome di La Russa con quello, figurarsi, di Spatuzza. La vendetta del ministro è stata tremenda: si è alzato e ha abbracciato il conduttore, che, preso alla sprovvista, non ha potuto scansarsi. Di questo passo il povero Floris forse diventerà santo, ma non migliore.
10 dicembre 2009
MARIA NOVELLA OPPO
UNITA'

l'ho visto a Blob..
il pezzo in cui Floris legge le dichiarazioni di Spatuzza.. ad un certo punto nello scritto in video ci sono i puntini tipo (...) e La Russa comincia una pippa sul fatto che ballarò aveva nascosto coi puntini una frase incriminante di spatuzza cioè dell'Utri Senatore e non poteva essere perchè dell'utri all'epoca non era senatore (che c'entra non si sa.. è come se dicesse Silvio il PdC... nel 1993 non lo era ancora ma se ora lo è ti può venire di chiamarlo così)
comunque si scopre che nei puntini c'era scritto (letto da Floris) "quello di Canale 5"..
La russa non sapeva + dove guardare.. :lol: :lol: :lol:
http://www.newnotizie.it/2009/12/09/bal ... ca-floris/
A scatenare l’ira funesta del fedele La Russa è stato quell’omissis a metà testo; il ministro è una furia: urla che Floris ha volutamente omesso la frase in cui Spatuzza ha detto “Dell’Utri che era senatore”, mentre a quel tempo Dell’Utri non era ancora “sceso in campo”, un “errore marchiano” che il malvagio Floris ha cancellato per manovrare l’opinione pubblica e avvalorare le testi del pentito. Il monologo di La Russa continua per diversi minuti, in un crescendo di accuse: “io vi ritengo - grida in faccia a Floris – capaci di questo e di altro, di molto altro”.
Il tempo di far andare in onda la pubblicità e, quando riprende la diretta, Floris svela l’arcano contenuto dell’omissis: “Mi vengono fatti i nomi i nomi di due soggetti: di Berlusconi, io chiesi se era quello di Canale 5 e mi disse sì, e c’era di mezzo un nostro compaesano, Dell’Utri”.
E tutto il complotto di Floris e dei comunisti di Rai Tre per screditare Dell’Utri che fine fa? La Russa farfuglia qualcosa di incomprensibile, ma Floris, senza pietà, affonda la stoccata finale: “Sempre bello saper chiedere scusa quando si sbaglia”.
:wink: :wink:
omnia munda mundis

#2010
http://www.repubblica.it/2009/12/sezion ... 10dic.html
:shock: che grande statista :!: che belle figure!! :shock:

ROMA - Da Bonn, dove partecipa al congresso del Partito popolare europeo, Berlusconi torna ad attaccare i magistrati con toni durissimi. "In Italia succede un fatto particolare di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo" e il Parlamento "fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale" e la Corte "abroga la legge". E' per questo, prosegue il presidente del Consiglio nel suo intervento al congresso del Partito popolare europeo a Bonn, che la maggioranza "sta lavorando per cambiare la situazione anche attraverso una riforma della Costituzione". All'indomani del parere della sesta commissione del Csm che ha riscontrato elementi di incostituzionalità nel ddl sul processo breve, il premier tira di nuovo in ballo anche la Consulta, a suo avviso "non più un organo di garanzia, ma un organo politico, composto per 11 membri su 15 da esponenti di sinistra", per via del fatto che ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra.

L'analisi della situazione politica italiana che Berlusconi porta al congresso del Ppe parte dal presupposto che "la sinistra è allo sbando e cerca di avere ragione" di lui "attraverso i processi". Dall'altra parte, aggiunge, c'è "una maggioranza coesa e forte, con un premier super". "C'è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi calunnie - dice il Cavaliere - Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: 'Dove si trova uno forte e duro, con le palle come Silvio Berlusconi?'".
omnia munda mundis