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#2221
-,«Non sapevo neanche che esistessero le foto. Ero in una mensa dei carabinieri, non in un ristorante o in un night. Ma vi rendete conto dove siamo arrivati? Solo perchè ho fatto l'inchiesta "Mani pulite"...». Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, commenta così la pubblicazione di alcune foto che lo ritraggono nel 1992 insieme all'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, pochi giorni prima che quest'ultimo venisse arrestato.«E' vero, lo confesso - ironizza Di Pietro - io stavo facendo il metalmeccanico in Germania. Poi a un certo punto sono stato contattato da un agente del Kgb, anzi era della Cia, che mi ha parlato in inglese (figuratevi...non so parlare l'italiano immaginatevi l'inglese) e mi ha detto: "Io ti regalo una laurea, poi ti faccio vincere un concorso di commissario di polizia, poi quello in magistratura, poi ti faccio entrare nel pool di Milano, poi ti faccio mettere nel sacco e tutti insieme sconfiggiamo questa prima Repubblica del Caf (Craxi, Andreotti e Forlani)". Se avessi fatto davvero questo, ma che bravo che sono. Non hanno più niente da fare e devono inventarsi qualcosa. E' un bel film e invito qualcuno a farlo, magari collaboro anche io perché so tutte le putt... che hanno raccontato. Che lo scrivesse un giornale di provincia lo avrei capito, ma che lo faccia il principale quotidiano italiano... Alle 11.30 di ieri notte mi ha chiamato il giornalista che ha scritto l'articolo e mi ha chiesto un commento. Ma come dopo che erano già uscite le agenzie? E infatti ci sono due versioni del Corriere della Sera», con la prima battuta senza le dichiarazioni di Di Pietro.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... E_INITALIA
omnia munda mundis

#2222
http://www.bergamonews.it/politica/arti ... p?id=21257

Il consiglio federale della Lega, che oggi ha vagliato le candidature per le elezioni regionali, ha ufficializzato la candidatura a Brescia di Renzo Bossi, figlio del leader del Carroccio. La notizia è stata confermata dal viceministro delle infrastrutture Roberto Castelli che ha giudicato «coraggiosa» la scelta di Renzo Bossi di presentarsi alle elezioni.
«Si dovrà presentare di fronte agli elettori - ha spiegato - e io credo che questo sia un atto di coraggio per un ragazzo che ha poco più di 20 anni e si appresta ad affrontare la campagna elettorale. Io davanti a questa scelta mi tolgo tanto di cappello e gli faccio gli auguri».
Alla domanda se Renzo Bossi possa essere avvantaggiato essendo il figlio del leader della Lega, Castelli ha replicato: «Avere dei grandi padri in alcuni casi può essere molto pesante oppure può temprare. Credo che nel caso di Renzo valga la seconda opzione, lui è temprato». Castelli ha quindi negato che Renzo Bossi abbia avuto un trattamento di favore nell'essere scelto per essere candidato alla regionali: «Capirei la critica se fosse stato inserito nel listino, invece è scaraventato nell' arena di fronte agli elettori. Dovrà mettere tutta la sua forza».
Il viceministro delle infrastrutture ha anche respinto l'osservazione che in molti casi proprio la Lega ha contestato alcune candidature di figli, mogli o parenti di altri politici: «In quei casi venivano inseriti in liste bloccate. Non è il caso del figlio di Umberto Bossi, che dovrà affrontare la campagna elettorale».

...marò, erano meglio le veline di berlusconi... :roll: :roll:
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Casa Spozilli
Babyzillo

#2224
cyberjack ha scritto:Nessuno commenta che, dopo le accuse di ieri di un pentito (Ciancimino), oggi sia al vaglio un DDL per impedire ai pentiti di mafia di testimoniare e processarl?

indipendentemente dal DDL in se, che magari non passerà mai, è ovviamente chiaro l'atto intimidatorio... "Se parli ti sbattiamo in carcere a vita col 41bis"...
Che si deve dire? Ci sarebbe molto da dire...

L'altro giorno durante il megaspot elettorale costituito dal Consiglio dei Ministri tenutosi a Reggio Calabria, hanno parlato di "un codice per raccogliere i provvedimenti antimafia del Governo".

E un codice che raccolga i provvedimenti a favore della mafia, come l'ultimo scudo fiscale???
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#2225
La foto "tarocca"
Un mazzo di fiori "fasullo", la folla clonata con le stesse facce copiate e incollate alla destra e alla sinistra del premier. La foto pubblicata sul libro fotografico "Noi amiamo Silvio" rimbalza in Rete, grazie al "tarocco" smascherato dal blog San Precario, che pubblica l'immagine segnalata da Vacon Sartirani.

«L'immagine è un fotomontaggio di tre foto differenti: una di Berlusconi, una della folla (clonata) e una di Piazza Duomo» dice Sartirani, illustratore ventisettenne che ha acquistato il volume pubblicato, spiega l'editore Alberto Peruzzo, per testimoniare «l'impegno a livello nazionale e internazionale» del Cavaliere.
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?
p=1&pm=1&IDmsezione=9&IDalbum=23881&tipo=FOTOGALLERY#mpos


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... E_NELMONDO

Un altro siparietto si consuma poco dopo quando un giornalista, questa volta italiano, prova a chiedere al Cavaliere come mai la parola moglie facesse scattare in lui un «riflesso condizionato». Berlusconi, reduce dal primo incontro davanti al giudice che dovrebbe avviare la causa di separazione da Veronica Lario, si è limitato a sorridere scatenando l'ilarità generale delle due delegazioni e della platea di giornalisti. «Dobbiamo scambiarci i giornalisti», è stata la replica sorniona del primo ministro israeliano. Incontrando i rappresentanti delle comunità di italiani che vivono in Israele, Berlusconi ha avuto modo di ironizzare anche sulla sua separazione: «Ora che sono single presentatemi una bella signora».
omnia munda mundis

#2226
Asino chi elegge
Del Tg1 non basta più dire che è asservito, pieno di servizi inutili e indegno di un Paese civile. Tutte cose giuste, ma che restano ancora nell’ambito di un giudizio sull’informazione. Per il tg di Minzolini bisognerebbe passare alle invettive alla Littizzetto. Ogni edizione è solo un mix di propaganda e "censured". Del Pd se ne parla solo per dirne male, come fanno con passione tutti i ministri intervistati (mai meno di 3), più Gasparri e i passanti, che comunque sono più interessanti di Gasparri, se non altro perché passano. Mentre resta Roberto Castelli, che ieri mattina infastidiva Emma Bonino a Omnibus con risatine e cazzatine. Tra le quali la più straordinaria è stata la difesa della candidatura di Renzo la Trota Bossi alle prossime elezioni. Per Castelli non si tratta certo di familismo, come sarebbe se si trattasse di un terrone, ma di una scelta democratica che spingerà il ragazzo a misurarsi nell’arena politica. Lo slogan è facile: Asino chi elegge.
L'Unita'
omnia munda mundis

#2227
NO ALLA TROTA!!!!!!!" scrivono su Facebook giovani coraggiosi leghisti. E' nato un gruppo ribelle, il logo mostra un'urna e sopra un pesce sbarrato di rosso con la scritta "no, grazie". Scrivono pure: "Che vada a Varese", "Forse da Milano non hanno ben capito che non siamo qui a farci prendere in giro!", "Facciamoci sentire!". Protesta ridotta, ma significativa contro il Figlio di Papà della Padania, Renzo Bossi, già delfino paternamente retrocesso a trota, e da ieri paracadutato nel collegio provinciale e blindato di Brescia, perciò quasi sicuro consigliere regionale - nonostante ieri il presidente Formigoni abbia letto in questa candidatura "lo sbiadirsi del familismo", perché adesso il ragazzo "dovrà cercarsi le preferenze"; e questa, ha proclamato ispiratissimo, "è la democrazia". Certo, proprio questa. Tanto che la consigliere regionale a cui Renzo ha soffiato il posto, Monica Rizzi, arriverà pure lei al Pirellone, ma nel listino bloccato.
E se è per questo, già s'era fatto vivo anche il primogenito Riccardo, pilota di rally: "Ohè! Ci sono anch'io!". Venne fatto assistente di Speroni a Strasburgo, ma fu impedito di partire per l'Isola dei famosi.

L'investitura del secondogenito fu dunque provvisoriamente scongiurata, per vie famigliari. Retrocesso a trota, oltretutto il ragazzo ebbe un sacco di problemi con la maturità. Nonostante la tesina su Cattaneo, che Riccardo fantozzianamente ipotizzò fosse il frutto del lavoro di alcuni deputati, venne una prima volta bocciato; e allora papà se la prese con gli insegnanti meridionali. Lo respinsero di nuovo, stavolta i preti, e gli fu concesso di poter invano ripetere gli esami. Nel frattempo si dedicò alla nazionale di calcio della Padania e a Internet, dove gli attribuirono -ma forse non aveva colpa - un simpatico videogioco che si chiamava "Rimbalza il clandestino".
Poi, un anno fa, fu sistemato all'Osservatorio sulla trasparenza e l'efficacia del sistema fieristico delle fiere lombarde. Ma evidentemente non bastava ed ecco la candidatura: trota al cartoccio. "Ma PERCHE' a BRESCIA - scrivono su Facebook - ora noi militanti della Provincia saremo obbligati a fargli campagna elettorale?".
:shock: :shock:

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... a-2171150/
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#2228
La portaerei, gli aiuti umanitari e gli affari.
La portaerei Cavour è arrivata ieri ad Haiti. Ne avevo parlato una diecina di giorni fa, quando era partita da La Spezia, e vorrei tornare sull’argomento essenzialmente per segnalare un interessante articolo di Giampaolo Cadalanu (”Difesa spa, il business delle spese militari) su Repubblica del 1 febbraio.
Per chi non l’avesse letto, ne sintetizzo alcuni contenuti e aggiungo qualcosa.

La domanda che molti si sono fatti (anche tra i militari) è: perché mai mandare una portaerei per portare aiuti ? Sarebbero arrivati prima per via aerea con i C130. Oppure, se si voleva andare via mare si poteva usare una nave cargo o, meglio ancora, una nave ospedale. Più piccole, meno dispediose da muovere, con meno equipaggio.
Come scrive Cadalanu, una prima spiegazione “quasi accettabile” è stata che comunque la Cavour deve muoversi (per rimanere efficiente e con equipaggio addestrato), e quindi meglio usarlaper Haiti che farla girare a vuoto per il mare.
Ma l’argomento non regge da solo. Altre navi devono “muoversi” e sarebbe stato meno costoso inviare quelle. Il motivo (uno dei motivi) della scelta è un altro: la moderna portaerei è un prodotto di punta della nostra tecnologia e farlo vedere su un palcoscenico mondiale (il terremoto di Haiti) significa pubblicizzarlo e “procurare affari”.
Niente di troppo riprovevole, a parte lo scialo dei soldi dei contribuenti. Se non che la deviazione verso il Brasile e la sosta in quel paese (motivata ufficialmente con la volontà di caricare a bordo squadre si soccorso brasiliane) ha ritardato l’arrivo ad Haiti della Cavour (e quindi degli aiuti) di circa tre giorni.
E quella tappa è stata soprattutto voluta per “far vedere la portaerei ai rappresentanti di un governo molto interessato”. Non solo farla vedere, ma anche farla “provare” agli esperti che ci si sono imbarcati.
Insomma, un’operazione di marketing industrial-militare che ha ritardato quella umanitaria.
“I clienti vengono prima dei terremotati”, commenta, senza andar troppo per il sottile, Cadalanu. Ma da parte di un paese in cui al governo c’è un “grande venditore”, direi che la cosa non deve troppo stupire.
E dire che Bertolaso aveva moralisticamente bacchettato le organizzazioni umanitarie perché, a suo giudizio, si fanno troppa pubblicità mettendo una loro bandierina negli ospedali e nei campi in cui operano. Le bandierine da una parte, la portaerei dall’altra.
L'Espresso
omnia munda mundis

#2229
di MASSIMO DONADI*
Oggi vi svelo un vero scoop. Niente a che fare con la bufala delle foto di Di Pietro immortalato insieme a Contrada, sparate oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera. Quella è spazzatura montata ad arte perché Italia dei Valori è un partito che dà sempre più fastidio.
Il vero scoop di oggi è che il ddl sul processo breve non si farà. L’avvocato Taormina, quello che un tempo scriveva le leggi ad personam per il premier e che oggi è stato sostituito dalla coppia del goal Ghedini - Pecorella, ha spiegato in un’intervista sul blog dell’Espresso quella che noi conosciamo da tempo e che chiamiamo strategia dell’impunità. E se lo dice Taormina, che di fini strategie se ne intende, c’è da credergli. La tattica consiste in questo. Minacciare il parlamento con una legge che è una bomba atomica, come il ddl sul processo breve, per portare a casa quello che gli serve davvero, ovvero, il legittimo impedimento. Il retropensiero è più o meno questo: o mi approvate il legittimo impedimento o io vi faccio scoppiare la bomba atomica del processo breve. E per farvi capire che faccio sul serio, intanto lo faccio approvare in uno dei due rami del parlamento. Armo la spoletta, dunque, e resto a guardare. Un vero e proprio ricatto che l’ex avvocato del premier conferma in pieno, una vera e propria strategia dell’impunità che si ripete sistematicamente. L’obiettivo di Berlusconi è far approvare una legge palesemente incostituzionale, come il legittimo impedimento, che resterà in vigore il tempo che gli serve, circa un anno e mezzo, fino alla bocciatura della Corte Costituzionale, per arrivare al vero obiettivo, il lodo Alfano bis per via costituzionale, quindi intoccabile.Ma la strategia dell’impunità non si ferma qui. Sarà un caso fortuito ma proprio nei giorni in cui Massimo Ciancimino, rivela i legami tra il padre Vito, Mangano, Dell’Utri e Berlusconi, rapporti di cui aveva già parlato il giudice Borsellino nella sua ultima intervista alla tv francese, una testa di legno nella maggioranza di centrodestra presenta la solita anonima leggina che stravolge il ruolo processuale dei pentiti, quegli stessi pentiti su cui Falcone e Borsellino hanno costruito il successo della lotta a Cosa Nostra. Non male davvero per un premier che ha detto di voler sconfiggere la mafia entro la fine della legislatura.MASSIMO DONADI*http://www.ilpolitico.it/?p=24101
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#2230
Durante il suo ultimo show in Israele, Silvio Berlusconi, oltre a raccontare una storiella su sua madre ai tempi della guerra (visto il personaggio, dubito che sia vera) ha giustamente criticato "le reggi razziali del 1938".

Ma.... la Bossi-Fini, con la pretesa di un'assunzione per lo straniero affinchè possa giungere in Italia, non è una legge razziale?

E il tetto del 30% degli alunni stranieri nelle classi non è una legge razziale e razzista?
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#2231
ma art non lo sai che lui è sempre d'accordo con tutti?? :lol: :lol: :lol:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#2232
“Sono fiero di appartenere a uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino. Un premier non può essere al di sopra della legge, ma nemmeno al di sotto. Se devo scegliere fra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in grave imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche il primo ministro dev’essere giudicato come gli altri. Dimostrerò che le accuse sono infondate da cittadino qualunque”.


Chi l'ha detto? Silvio?

Nooo.... un certo Ehud Olmert, il penultimo presidente del consiglio di Israele, dimessosi due anni fa perchè indagato, sia per finanziamenti elettorali non dichiarati, sia per l'acquisto sottocosto di un appartamento di 300 mq nel quartiere più chic di Gerusalemme come una certa Renata Polverini....
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#2233
loremir77 ha scritto:ma art non lo sai che lui è sempre d'accordo con tutti?? :lol: :lol: :lol:
Qualcuno (Montanelli o Biagi, mi pare) disse che se avesse uno straccio di seno farebbe pure l'annunciatrice.

Intanto abbiamo la sua vicedirettrice di TG preferita, Susanna Petruni, che l'accompagna in viaggio di piacere in Israele a spese nostre...
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#2234
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... Berlusconi - non so se in buona o cattiva fede perché in lui le due cose coincidono - ha finora sostenuto che la crisi non c'era mai stata in Italia e che comunque ormai era finita in tutto il mondo. I suoi ministri e il coro dei "replicanti" della sua maggioranza parlamentare hanno ripetuto questi suoi esorcismi. Tutti tranne Tremonti.

Berlusconi è infuriato perché - dice - "Giulio è sempre di cattivo umore e a me tocca il compito di rassicurarlo, ma non ci riesco".

Lo credo. Tremonti conosce la realtà, che non è tale da suscitare allegria. Le barzellette del "boss" sulla Madonna potranno far ridere i frati di Betlemme ma non il responsabile dell'economia italiana.
Come tutto ciò non bastasse, il governo ha trovato il modo di litigare pubblicamente anche con la Fiat che ha deciso di chiudere nel 2011 lo stabilimento di Termini Imerese. La lite verte sugli incentivi. La Fiat non li vuole, il governo è ben lieto di non darglieli più e si accende la polemica sul passato e sul futuro: la Fiat è stata un'azienda mantenuta dallo Stato? Che farà d'ora in poi senza quel mantenimento? Diventerà la donna onesta che non è mai stata?

Una polemica assurda. La Fiat è stata, dal 1948 in poi, il potere forte per eccellenza. La più grande azienda italiana insieme all'Eni di Enrico Mattei. I governi hanno sempre sponsorizzato la sua politica e la Fiat, in cambio, non ha lesinato i suoi finanziamenti alla Dc e alle sue correnti. I governi l'hanno spinta ad uscire dal Piemonte e decentrare nel Sud una parte delle sue produzioni. La Fiat l'ha fatto ricevendo in cambio i necessari finanziamenti a Melfi e a Termini. Questa è la storia, così sono andate le cose.

Ora la situazione è cambiata. La Fiat non è più un potere forte come un tempo. Quando Marchionne immaginò l'operazione Chrysler, sperando di abbinarvi anche l'operazione Opel, tutti la magnificarono con l'aggettivo di "conquistadora". Noi scrivemmo che si trattava di un'operazione difensiva che la Fiat faceva per sopravvivere e questa, come ora risulta chiaro a tutti, era la pura verità dei fatti.

Il problema di Termini è dolorosamente evidente: quello stabilimento è sempre stato antieconomico. In tempi grassi è sopravvissuto, in tempi magri non ce la fa più.

Gli incentivi non risolvono i problemi, li rinviano di qualche mese e probabilmente li aggravano. I governi hanno voluto industrie non economiche e ora se le trovano sulle braccia. Il mercato dell'auto nei paesi occidentali è vecchio, il prodotto è vecchio, la domanda è in discesa. I nuovi mercati per nuovi tipi di automobile sono all'Est.
Termini Imerese non ha futuro. Ma c'è da domandarsi addirittura quale futuro abbia Mirafiori. Questo è il vero problema che Marchionne sta tentando di risolvere ed è incredibile che il governo non se ne renda conto. Ma chi dovrebbe? Scajola?

Una risorsa umana ci sarebbe e forse Berlusconi ci sta già pensando: si chiama Bertolaso, protezione civile Spa.
Con quel gioiello in tasca si può affrontare qualunque emergenza. Forza Bertolaso, forza Italia. Con uomini come quelli non c'è emergenza che tenga.

Post scriptum. Ma come farà ad essere israeliano con gli israeliani e palestinese coi palestinesi? Ad affermare davanti a Netanyahu che bombardare Gaza fu una reazione giusta e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah? Zelig si limitava a cambiare forma a seconda dell'interlocutore da compiacere, ma questo è un uomo in grado di cancellare il tempo e lo spazio. Riesce a stare col pilota dell'aereo che sgancia le bombe e nel rifugio sotterraneo con i bombardati. In contemporanea e dispensando ad entrambi parole di comprensione.

Queste righe non sono mie, non le ho scritte io, le ha scritte sulla Stampa del 4 febbraio Massimo Gramellini.
Io mi limito a trascriverle e, scusandomi con l'autore, a sottoscriverle, ponendomi anch'io la domanda: ma come fa? E come fanno gli italiani a sopportarlo? E il cardinal Bertone a benedirlo?
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#2235
Il braccio destro di Bersani

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
FABIO POLETTI
Filippo Penati, perché se ne è andato dalla inaugurazione della Pedemontana? «Volevano tenermi nascosto. Sono sicuro che se non mi fossi candidato contro Formigoni alla guida della Lombardia, non mi avrebbero relegato in quinta fila. E poi ho capito subito che sarebbe stato solo uno spot elettorale...».

Berlusconi ha detto che questo cantiere riparte, solo perchè è tornato al governo lui... «Veramente è un’opera attesa dagli Anni Cinquanta. Non direi che è merito di Berlusconi o di Formigoni».

Che fa? Toglie «a Cesare quel che non è di Cesare»?
«Tutti dobbiamo essere soddisfatti perchè si fa la Pedemontana. Ma i primi soldi sono arrivati con la Finanziaria del 2006 del governo Prodi. E non si può dimenticare l’impegno dell’allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Mi ricordo anche la data. Era il 25 aprile. Prodi venne in Provincia da me a Palazzo Isimbardi. Mi chiese quali fossero le priorità. Gli parlai della Pedemontana. Dopo avermi ascoltato disse: “Si può fare...”. Il resto è storia».

Intanto però il cantiere lo ha fatto partire Berlusconi...
«Hanno posato solo la prima pietra del primo lotto. Non darei tutto così per scontato. E’ un’opera che va seguita. Manca il secondo lotto. Un conto è mettere la prima pietra e un altro è finire i cantieri».

Gli ambientalisti dicono che è uno spreco. La Pedemontana costerebbe 74 milioni di euro al chilometro contro i 28 milioni della BreBeMi. Smentisce?
«Mi stupisce che siano loro a fare questi calcoli. La Pedemontana costa così tanto, perchè il 30% della strada è sotto terra per salvaguardare proprio l’ambiente. E non c’è dubbio che decongestionerà molta parte del traffico che gravita su Milano».

Giusto. Anche Berlusconi ha detto che grazie al suo governo, con la Pedemontana ci saranno in Lombardia un milione di alberi in più...
«Ha giurato pure di aver già abbassato le tasse?».

Lei se ne era già andato, ma tra i meriti del suo governo, Berlusconi ha messo pure questo.
«Gli do atto che le uniche imposte che ha abbassato sono quelle per lo scudo fiscale, per i rientri dei capitali illeciti dall’estero. Grazie a lui l’aliquota è stata solo del 5%».

Però l’Ici, la tassa sulla prima casa, l’ha tolta di mezzo il suo governo. Non vuole dargli atto nemmeno di questo?
«Vorrei ricordargli che le prime esenzioni dell’Ici risalgono al governo Prodi. E poi Berlusconi si spieghi con il sindaco di Milano che è del suo partito e non certo di sinistra. Letizia Moratti ha trascinato davanti al Tar il ministro dell’Interno Maroni per 27 milioni di euro di mancati rimborsi dell’Ici al Comune. Mancano i soldi dell’Expo, non si farà più la linea 4 della metropolitana. Vediamo se da qui al 2015 finiranno almeno la Pedemontana... I fatti sono una cosa. In quanto ad annunci, si sa che Berlusconi lo batte nessuno».
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