Infierendo un duro colpo agli stereotipi,
alcune recenti analisi hanno dimostrato che il rischio povertà è maggiore nel nord Italia piuttosto che nelle regioni del sud, da sempre tacciate di lentezza economica.
Nel considerare il costo della vita, due terzi delle province più povere d’Italia risultano essere in Nord Italia, secondo la ricerca pubblicata giovedì scorso da Sintesi, gruppo di esperti con sede a Venezia.
Circa il 20% dei cittadini di Brescia, spesso descritta come roccaforte di industriali e banchieri, ha un reddito al di sotto della soglia di povertà, a Milano sono il 17.5%.
Insieme alle scoperte della Sintesi che hanno sovvertito alcuni luoghi comuni, ai primi di maggio anche le ricerche della Svimez, gruppo organizzato dal governo per promuovere lo sviluppo economico nel sud, hanno rilevato una tendenza all’evasione fiscale molto più frequente nelle regioni del nord Italia.
Lo studio compiuto da Franca Mora ha scoperto che i cittadini del nord evadono circa il 19% delle tasse contro il 18% del sud.Secondo la Mora, in questo caso il ribaltamento di un clichè nazionale è dovuto al fatto che “
l’evasione fiscale è compiuta in piccole proporzioni da un maggior numero di persone nel sud, mentre un minor numero di cittadini del nord evade le tasse in proporzioni maggiori. L’evasione fiscale è perpetrata ai fini della sopravvivenza nel sud, mentre al nord serve a creare patrimoni”.
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