Inviato: 11/05/10 8:14
Gazebo con tavoli sulla terrazza della Presidenza del Consiglio
L’avesse fatto un privato cittadino, di installare un enorme gazebo color crema, con tanto di tavoli e ombrelloni bianchi, paratoie di legno e lampioni, sopra una terrazza nel pieno centro storico di Roma, con affaccio su Piazza Colonna, in zona vincolata, probabilmente sarebbero arrivati i vigili urbani in un quarto d’ora a porre sotto sequestro la struttura. Invece, se il maltempo non avesse flagellato la Capitale nell’ultima settimana, il primo bar-bisteccheria en plein air della Presidenza del Consiglio dei ministri italiano, sarebbe già entrato in attività (la messa in esercizio dovrebbe slittare a questo venerdì).
Sul tetto della galleria Colonna, oggi intitolata ad Alberto Sordi, con ingresso al quinto piano del palazzo presidenziale di Largo Chigi 19, ben visibile anche da piazza Montecitorio, l’ultimo evidente spreco dei soldi dei contribuenti si affaccia in tutta la sua sfrontatezza.
L’accesso, dal quinto piano dello stabile governativo, avviene per adesso da una porticina che sembra essere l’ingresso di uno sgabuzzino cui è stata posta sopra la scritta "bar".
Tenendo conto della pianta dell’edificio, è giusto sopra uno degli ultimi sprechi della Presidenza, il nido aziendale Qui, Quo, Qua, costato diverse migliaia di euro e ospitante, al momento, 3-4 bimbi (impiegati e funzionari della presidenza hanno un’età media piuttosto elevata, e figli un po’ più grandicelli).
Il roof garden presidenziale si compone di un chiosco da spiaggia in legno chiaro e pedane di legno più scuro su cui sono poggiati tavoli, sedie e ombrelloni bianchi. La bizzarria del luogo, in stile nave da crociera con affaccio sul San Paolo in cima all’obelisco di Piazza Colonna (oltre che sulla facciata della Rinascente di Largo Chigi), si somma alla evidente inutilità dell’aver costruito con denaro pubblico una sorta di mensa vip che può essere fruibile esclusivamente nei mesi caldi dell’anno.
Appalti diretti e massima segretezza sugli esiti delle gare (che sempre più si traducono in affidamento diretto), fanno sì, inoltre, che il contribuente italiano non possa conoscere nè l’importo della spesa che ha dovuto sostenere, nè la fortunata ditta che ne ha beneficiato
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... _la_bistec
L’avesse fatto un privato cittadino, di installare un enorme gazebo color crema, con tanto di tavoli e ombrelloni bianchi, paratoie di legno e lampioni, sopra una terrazza nel pieno centro storico di Roma, con affaccio su Piazza Colonna, in zona vincolata, probabilmente sarebbero arrivati i vigili urbani in un quarto d’ora a porre sotto sequestro la struttura. Invece, se il maltempo non avesse flagellato la Capitale nell’ultima settimana, il primo bar-bisteccheria en plein air della Presidenza del Consiglio dei ministri italiano, sarebbe già entrato in attività (la messa in esercizio dovrebbe slittare a questo venerdì).
Sul tetto della galleria Colonna, oggi intitolata ad Alberto Sordi, con ingresso al quinto piano del palazzo presidenziale di Largo Chigi 19, ben visibile anche da piazza Montecitorio, l’ultimo evidente spreco dei soldi dei contribuenti si affaccia in tutta la sua sfrontatezza.
L’accesso, dal quinto piano dello stabile governativo, avviene per adesso da una porticina che sembra essere l’ingresso di uno sgabuzzino cui è stata posta sopra la scritta "bar".
Tenendo conto della pianta dell’edificio, è giusto sopra uno degli ultimi sprechi della Presidenza, il nido aziendale Qui, Quo, Qua, costato diverse migliaia di euro e ospitante, al momento, 3-4 bimbi (impiegati e funzionari della presidenza hanno un’età media piuttosto elevata, e figli un po’ più grandicelli).
Il roof garden presidenziale si compone di un chiosco da spiaggia in legno chiaro e pedane di legno più scuro su cui sono poggiati tavoli, sedie e ombrelloni bianchi. La bizzarria del luogo, in stile nave da crociera con affaccio sul San Paolo in cima all’obelisco di Piazza Colonna (oltre che sulla facciata della Rinascente di Largo Chigi), si somma alla evidente inutilità dell’aver costruito con denaro pubblico una sorta di mensa vip che può essere fruibile esclusivamente nei mesi caldi dell’anno.
Appalti diretti e massima segretezza sugli esiti delle gare (che sempre più si traducono in affidamento diretto), fanno sì, inoltre, che il contribuente italiano non possa conoscere nè l’importo della spesa che ha dovuto sostenere, nè la fortunata ditta che ne ha beneficiato
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... _la_bistec