La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

#16
cyberjack ha scritto:
ma dire che mi commuove di più o di meno la morte di un lavoratore rispetto ad un altro... non lo so...
la morte è morte
la morte del muratore 30enne equivale al militare 30enne deceduto settimana scorsa,
nessuno può non piangere una morte di un ragazzo, uomo, deceduto in certe circostanze
ma morire per un lavoro non rischioso, e morire lavorando rischiosamente, per me fa differenza
come se un pilota di F1 dovesse morire in una gara...
o ad un alpinista morto durante una scalata sul K2, ecco lo vedo uguale al militare morto settimana scosa, spiace, certo, scappa la lacrimuccia, ma finisce li, sapeva a cosa rischiava
la sua famiglia era preparata
perchè io madre, sorella, moglie, figlia, di un militare che va in Afghanistan, oggi, sa cosa si rischia, altrimenti non andrebbero li con fucili, giubbotti antiproiettile e blindati
se lo so io, se lo sai tu, lo sanno anche loro ed i loro cari, che vanno li, giusto per fare numero e nulla di più!

eroe, eroe è una parola troppo grossa, forse nel tempo se ne è perso il significato
eroe è colui che muore per aiutare il prossimo
l'eroe non è colui che sta seduto su un mezzo blindato a farsi trasportare da una base all'altra
siamo proprio sicuri che quei ragazzi, sarebbero rimasti li dov'erano sapendo che quella bomba sarebbe scoppiata cercando di aiutare qualche civile nei paraggi? o se la sarebbero data a gambe levate?
Mamma di Alessia nata il 14.09.2008 e di Sara nata il 15.01.2011

Si può anche morire per certe carezze...
perché la vita è morire per certe cose non dette

#17
Quotissimo tide....

ed aggiungo che trovo ripugnante questo continuo parlare di missione di pace, quando tutti sappiamo bene che dietro a tutto questo schifo c'è ben altro :x
L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
(Coco Chanel)

#18
bubu ha scritto:Quotissimo tide....

ed aggiungo che trovo ripugnante questo continuo parlare di missione di pace, quando tutti sappiamo bene che dietro a tutto questo schifo c'è ben altro :x
Concordo. Secondo me quella dei missionari è una vera missione di pace.

Provo cordoglio per i soldati uccisi, ma mi dispiace di più per le loro famiglie che adesso sono le uniche a soffrire veramente.

I veri eroi secondo me sono altri....
I have climbed highest mountain
I have run through the fields
Only to be with you
Only to be with you
I have run I have crawled
I have scaled these city walls
Only to be with you
But I still haven't found
What I'm looking for

#19
Per chi parlava di 8-10mila euro di ingaggio, riporto questo stralcio di articolo da L'Unità. Impressionante come, a causa dei tagli dei fondi per le forze di polizia, persino tra i militari dell'esercito paiono esserci, di fatto, dei precari:

"Precari in divisa: "Uno è morto a Kabul"
di Bianca Di Giovanni

«Almeno uno dei ragazzi morti a Kabul, una volta tornato, avrebbe corso il rischio di non essere riconfermato». Il rappresentante del Cocer al tavolo di Palazzo Chigi sulla manovra gela tutti. Eccetto il governo, che non dà risposte. Anche l’esercito lancia l’allarme precari: come la scuola, come l’industria privata. Ma quando si tratta di rischiare su campi minati o sotto le bombe, la cosa fa davvero effetto. Lavoro umiliato, vite spezzate. In nome dei risparmi, che per il 2010 chiedono all’esercito di tagliare le risorse per l’arruolamento del 40%. Vuol dire che chi è precario non entrerà mai.

FERMA BREVE
Sono circa 27mila i soldati attualmente «in ferma breve». Finiscono in tutti i corpi, anche quelli «speciali» come la Folgore. In Italia prendono 25 euro al giorno, e se si ammalano salta la diaria. Nelle missioni di guerra (o pace?) la paga arriva a circa 150 dollari al giorno. Una manna, per chi non sa per quanto tempo ancora potrà lavorare. Loro vorrebbero un inquadramento stabile: ma i vincoli di finanza pubblica hanno bloccato le assunzioni. Così restano fuori, ma rischiano come gli altri. C’è chi sta nel «regime-cajenna» di un anno più un altro anno, più due, più altri due. Così si arriva a sei anni di precarietà, che (se si è «fortunati») possono diventare otto. Altri sono «inquadrati» nel modello uno più 3 voluto da Antonio Martino. Dovrebbe essere l’anticamera dell’inquadramento, ma i soldi non ci sono. Così, si resta nel limbo. Tra i precari dell’esercito, anche i militari impegnati nell’operazione strade sicure. Lavorano come i poliziotti, ma a prezzi stracciati. E in questo girone dantesco, fatto di fatica, speranze spezzate, vite sempre in bilico con la morte, il ministro Ignazio La Russa ha proposto la «mini-naja», passaggio-lampo nei ranghi dell’esercito: 150 giovani in divisa per 15 giorni. Al costo di 450mila euro complessivi.
Immagine

#20
:cry: :cry: purtroppo sono stati solo giovani sfortunati.....per quanto riguarda la loro situazione lavorativa...è triste sacrificarsi tanto x avere così poco....il ns "paese" tratta meglio le escort di alto rango... :cry: :cry:
omnia munda mundis