In realtà si tratta di due situazioni profondamente differenti, afferenti entrambi a design e all'arte Optical e Cinetica.
Mi piace connettere il frutto del gruppo di lavoro svolto attorno a Philippe Rahm per Artemide (
Spectral Light) e gli ambienti di Carlos Cruez-Diez (
Chromosaturation, 1965-2012). Perdonate il 'papier'.
Per il primo, l'architetto francese Rahm, grazie alla tecnologia led, ha potuto non progettare solamente una lampada, '[..] e nemmeno ho pensato al disegno della sua forma solida, ma alla forma non solida, alle onde elettromagnetiche stesse. Le caratteristiche oggettuali della lampada – i materiali, come plastica o metallo, la forma – sono attributi accessori, secondari, funzionali al vero obiettivo che è quello di disegnare la luce, ovvero lo spazio.'
Spectral Light nasce da un rigoroso processo scientifico reso possibile dalla tecnologia led, la quale è in grado di produrre un colore in funzione del semiconduttore usato, e di creare uno spettro che possa essere analizzato, scomposto, sommato e ricomposto. In sostanza si può comporre la luce sommando diverse lunghezze d’onda nello stesso modo in cui, dipingendo, gli impressionisti aggiungevano pennellate di colore.
Il progetto di Rahm disegna uno spettro adatto all'illuminazione di luoghi da abitare sommando, per un motivo di sostenibilità economica e ambientale, solo le lunghezze d’onda primarie e vitali, ad esempio eliminando nella luce bianca le lunghezze d’onda non percepite dagli esseri umani. L’utilizzatore può scegliere la composizione delle onde, a partire da una ‘base’ adatta agli umani durante il giorno, per poi aggiungere quelle della luce notturna, e infine quelle adatte ad altri ‘abitanti’ della casa, come animali domestici e piante.
Dal punto di vista formale la
Spectral Light consiste di un globo di vetro trasparente, la cui parte inferiore è traslucida e adatta a mescolare le diverse lunghezze d’onda. Qui i colori si fondono nel bianco. La parte superiore del globo è perforata da 36 connettori elettrici in cui si inseriscono e attivano i tubi luminosi. La luce dei tubi converge verso la parte bassa dove si mescola creando, per addizione e sintesi, lo spettro quasi bianco della luce naturale.
Per il secondo, l'artista franco-venezuelano Cruez-Diez, si tratta di un esperimento inverso, attuato fin dal 1965, dove nelle
'Cromosaturazioni' costruisce un habitat artificiale in cui immerge il visitatore in una esperienza sensoriale completamente monocromatica (solo colori primari) - al contrario la retina è abituata normalmente a ricevere una gamma di colori ed informazioni più vaste - per cui si procede alla scoperta di uno spazio diverso scevro da abitudini e da altre informazioni culturali.