Pur conscia che sto per parlare di corda a casa dell'impiccato, oso introdurmi per ...ahimé... spendere una parola sull'argomento che non farà piacere ai venditori
Ambasciator non porta pene, ricordatevene prima di scagliarvi contro di me
Da come lo conosco io il codice del consumo e/o il codice civile, non mi ricordo che sia scritto in nessun punto che i vizi della cosa si debbano contestare SOLO al momento della consegna. Al contrario, sia in un caso che nell'altro, vi è un
termine per la contestazione più o meno favorevole al cliente finale e, nel caso in questione, direi sia di 2 mesi
dalla sua scoperta. La scoperta poi deve essere fatta usando l'ordinaria diligenza, e, viste le condizioni di luminosità della stanza che ci racconta Sweet, non penso che le possa essere contestato di non averla usata. Non parliamo di un buco evidente causato, che so, da un oggetto pesante caduto che ha fatto una "voragine", ma di un graffio che ci sta benissimo che non sia percepito di primo acchito ad un esame normale della merce appena arrivata. Onestamente, se vi arriva un mobile a casa, oltre a guardarlo quanto meglio riuscite, vi mettete con un accendino ad esaminarlo cm per cm..? Non è un'attenzione minuziosa esigibile, pertanto lo stesso legislatore neppure si sogna di "punire" chi non la attua, ma gli da un termine entro cui accorgersi di ciò che non va. Peraltro - ma questo più in generale - per i vizi scoperti
entro sei mesi dalla consegna del bene, la legge
presume che il vizio fosse esistente alla consegna, NON va dimostrato che ci fosse già.
Mi sono permessa di sottolineare certi aspetti perché più volte ho percepito su questo forum un "raggelo" da parte di persone molto disponibili e gentili quando si sfiora l'argomento "obblighi" cui il venditore è tenuto verso i clienti, obblighi che vengono addirittura menzionati come fossero operazioni commerciali o asservimento quasi "spregevole" al cliente. Scusate, non che voglia togliervi il merito quando andate incontro alla clientela, ma spesso non è solo il vostro buon cuore o il buon senso degli affari, ma è un preciso obbligo di legge
!! Leggere che ci sono clienti che causano essi stessi i danni è dire tutto e dire niente. Mi spiego: in generale il bene è esente da vizi quando è idoneo all'uso normale per il quale è stato costruito. "Uso" e "normale" sono le vere parole chiave, non
chi usa il bene. Ok, il 99% delle volte che vi arriva una lamentela per un bene difettoso, sarà stato il cliente a causarlo. Questo non esclude il dovere del venditore di sostituire, riparare ecc. ecc.. Il punto è che bisogna vedere
come ha usato il bene!!!! Perché se l'ha usato in modo appropriato, il cliente non è responsabile della sua rottura o del suo malfunzionamento. In poche parole, non è che ci "stanno provando", stanno solo avanzando un loro probabile diritto...probabile perché, al contrario, se ne hanno fatto un uso inadeguato non è più un diritto! Su questo forum c'è stata un'utente simpaticissima che ha scritto che suo papà apre il cassetto vicino al tavolo della cucina e ci si poggia col braccio per guardare la tv comodo
Ovvio che se quel papà volesse farsi cambiare le guide del cassetto a spese del venditore col piffero che ne ha diritto, ma se le guide si fossero rotte/inceppate/crollate semplicemente aprendo il cassetto per prenderne il contenuto....essendo il cassetto fatto per essere aperto, guarda un po', sarebbe assurdo sostenere che il cliente non ne ha diritto perché lui stesso ne ha causato il danno ...aprendolo
E' un bene fatto per essere usato e durare molti anni, non guardato, quindi il solo fatto che usandolo secondo lo scopo per il quale è nato abbia presentato un'usura anormale, è, come dicevo, nei primi sei mesi dalla consegna, addirittura considerato dal legislatore (non lo dico io)
di per sé prova di una difettosità del prodotto. So che sembra l'esempio della bottiglia di vino rotta per la sproporzione dei soldi implicati, ma quest'inverno (per spiegarmi con un esempio), ho comprato un normalissimo paio di pantaloni, pagato neppure poco (70 euro ai saldi), che dopo soli 20 giorni in un punto preciso della coscia ha tirato fuori una lanuggine evidente che dava un aspetto molto consunto al pantalone come se stessi mettendo una cosa vecchia come il cucco. Sono andata al negozio e, ovviamente, mi hanno contestato che l'avevo provocato io indossandolo e non era "colpa" loro. Al che ho risposto "CERTO CHE SI!!!!! Ho comprato il pantalone per....indossarlo!! Ma non è
normale che indosso un capo poche volte e mi faccia questa riuscita". Un pantalone è fatto per durare anche qualche anno, 20 giorni per quel risultato non può essere addebitato a me per il fatto di aver fatto fare a quel pantalone....esattamente quello per cui era stato cucito
Non l'avevo mica messo in un'arrampicata libera sul Cervino (ammesso che vi si facciano arrampicate libere
), nemmeno ho comprato un capo superdelicato di seta preziosa portata da Marco Polo con le sue mani. Era un pantalone da tutti i giorni per lavorare in ufficio, fare la spesa, prendere bimbi a scuola e questa vita gli ho fatto fare, esattamente la stessa che fanno altri miei pantaloni o gonne!!! Pantalone sostituito e non certo per convenienza commerciale del negozio ma perché, a fronte di un
uso adeguato, il capo era difettoso perché non aveva manifestato le caratteristiche per le quali era stato prodotto (per dirla in termini profesisonali).
Spero di non aver urtato nessuno, ancora non ho così tanto poter da fare io le leggi, questa normativa non è opera mia giuro!
Notte a tutti