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orchidee: qualche info

Inviato: 27/02/08 18:05
da berghy
ecco alcune info utili per la cura e la conoscenza di queste meravigliose amiche :wink:
(post un po' lungo.. ma prezioso :) )

– Le orchidee sono una vasta famiglia che comprende circa 30.000 specie diverse e si possono trovare praticamente in ogni luogo del mondo.

Certo l’habitat caratteristico è la foresta tropicale, calda e umida, ciò non toglie che si può trovare qualche specie sia nella tundra artica che nelle regioni mediterranee o sui monti dell’Himalaya. Perfino in Italia ve ne sono una cinquantina di specie differenti che, anche se non sono grandi e appariscenti come vuole l’immaginario collettivo, sono affascinanti non meno delle specie tropicali.

Se trovate orchidee spontanee quando fate qualche passeggiata primaverile ammiratele quanto volete, ma NON raccoglietele, perché sono tutte specie protette nella maggior parte delle regioni e anche se non sono protette dalle leggi è bene lasciarle dove sono. Se volete portarle con voi non c’è niente di meglio di una foto. Le orchidee infatti hanno una riproduzione particolare, producendo delle capsule contenenti da alcune decine di migliaia ad alcuni milioni di semi piccolissimi, che riescono a nascere solo se in presenza di un particolare fungo che si trova in natura, il quale fornisce loro zuccheri e sostanze varie, oppure in laboratorio dentro provette contenenti le sostanze che normalmente vengono fornite dal fungo. E’ comunque molto difficile per un seme di orchidea riuscire a nascere, e prima di poter fiorire passano comunque da 4 a 12 anni!

Comunque, quando ci troviamo in possesso della prima pianta di orchidea, che abbiamo comprato o ci hanno regalato, bisogna sapere che è sicuramente una pianta tropicale (tranne poche eccezioni). Di solito non sappiamo mai come fare per farla sopravvivere, e, di fatto, spesso la povera pianta dopo un’agonia più o meno lunga, muore. Questo succede perché frequentemente ci immaginiamo la foresta dove vive come un luogo buio, con la pioggia talmente frequente da tenere il terreno sempre fradicio di acqua, caldissima e umida.

E questo in realtà è vero, come è vero che le orchidee vivono in questo ambiente, però la quasi totalità di queste piante hanno una particolarità: non vivono sul suolo, ma si aggrappano ai rami degli alberi.

Infatti, pur non essendo parassite, nascono, vivono e fioriscono aggrappandosi con le loro robuste radici ai rami dei maestosi alberi della foresta, riuscendo in questo modo a raggiungere la luce del sole. Quindi anche se piove tutti i giorni, non rimangono mai molto tempo con le radici bagnate, e le sostanze nutritive che gli occorrono sono solamente quelle che "piovono dall’alto" e che si fermano nelle fessure della corteccia dei rami dove vivono, in compagnia comunque di tante altre piante come bromeliacee, felci, muschi ecc. Inoltre molte di queste vivono in foreste montane ad altitudini di anche 1000-2000 m, che sono sì umide, ma non caldissime.


–Pollice verde? No, basta sapere di cosa hanno bisogno!

Le condizioni ottimali per coltivarle sono quindi:

1 - tanta luce;

2 - poca acqua da innaffiature (bagnare solo dopo che il terreno si è asciugato);

3 - fertilizzanti molto diluiti (solitamente diluito il doppio o più rispetto alle indicazioni per le altre piante da appartamento);

4 - molta umidità atmosferica (50%-60% è l’ideale)

A queste condizioni bisogna aggiungere la temperatura che è sicuramente diversa da quella che ci "fornisce" il clima italiano. Inoltre bisogna tener conto che ad habitat differenti corrispondono differenti fasce di temperatura che, a seconda delle esigenze delle varie specie possono essere:

a - fredda : minimo invernale notturno 9-12 gradi, massimo diurno estivo 24 gradi, con escursioni di almeno 5° tra giorno e notte;

b - media : minimo invernale notturno 13-15 gradi, massimo diurno estivo 26-28 gradi, con escursioni di almeno 5° tra giorno e notte;

c - calda : minimo invernale notturno 16-18 gradi, massimo diurno estivo 30-32 gradi, con escursioni di almeno 5° tra giorno e notte;

Oltre a ciò si deve anche sapere che molte specie praticano una sorta di letargo invernale durante il quale andrebbero innaffiate poco o nulla.

Per avere un’ambiente adatto alla coltivazione delle orchidee, non occorre quindi avere una serra iperriscaldata, dotata di complicate e costose attrezzature, ma basta avere una certa accortezza su dove posizionare le nostre piante. Posso darvi alcuni consigli:

serra fredda : in inverno un vano scale luminoso non riscaldato va benissimo, da giugno a settembre invece conviene portare le piante che vogliono il fresco in una posizione abbastanza ombreggiata, vaporizzando spesso sia le piante che l’ambiente in cui vivono (perfetto sotto un grande albero).Se avete l’aria condizionata potete tenerle in casa con gran gioia delle piante stesse. Se abitate nelle regioni meridionali, in inverno potrete tenerle anche all’aperto, magari in un balcone riparato esposto a sud, però dovrete stare molto attenti d’estate.

serra temperata : in inverno tenetele in un punto fresco e luminoso della casa, come il davanzale di una finestra, lontano dal termosifone, possibilmente ponendole sopra grossi sottovasi con argilla espansa bagnata (l’acqua, evaporando, fornirà l’umidità atmosferica che di solito è "consumata" dai termosifoni). In primavera ed estate portate le piante in terrazzo o in giardino in posizioni abbastanza luminose vaporizzando le piante e l’ambiente quando è molto secco e/o molto caldo.

serra calda : in inverno tenete le piante in casa in posizione luminosa (eventualmente va bene anche illuminazione artificiale per 14-16 ore al giorno) sopra grossi sottovasi con argilla espansa bagnata. In estate portatele fuori usando le stesse accortezze precisate per la serra temperata.

Questi tre tipi di condizioni si possono facilmente trovare nelle nostre abitazioni, ad esempio la prima si ritrova (come temperatura invernale) in un vano scale molto luminoso o in un terrazzo finestrato, temperature medie e calde si possono trovare in casa (attenzione però al riscaldamento che fa diminuire in modo impressionante l’umidità atmosferica). Per quanto riguarda la temperatura estiva, invece, per le specie che vogliono temperature fresche è d’obbligo l’aria condizionata, per le altre si possono usare alcuni accorgimenti, quali nebulizzare spesso o tenerle all’ombra di qualche albero, per mantenerle al meglio della forma.


– Le Phalaenopsis vogliono il caldo senza periodi di riposo, luce moderata senza sole diretto. Non tenetele mai per troppo tempo all’asciutto;




– Vasi, composti e fertilizzazioni

Per quanto riguarda il contenitore dove alloggiare le piante ed i composti da utilizzare, potrete utilizzare le cose più diverse:

Potrete utilizzare vasi (di terracotta, plastica o polistirolo) riempiti con un mix di: corteccia di conifera a pezzetti, polistirolo, pezzetti di spugna, pezzi di carbone di legna, sfagno (una specie di muschio che si trova nelle torbiere), foglie di faggio, torba a pezzi grossi e molta fantasia, l’importante è che il tutto trattenga poca acqua, sia più o meno inerte (che contenga poche sostanze nutritive) e soprattutto che faccia passare aria in abbondanza e si asciughi velocemente. I composti già preparati che si trovano in commercio non sono male, anche se hanno pezzature un po’ piccole, potrete usarli tranquillamente anche dovrete fare più attenzione alle annaffiature.

Sono ottimi anche cestelli appesi, contenenti corteccia di conifera a pezzi grossi;

Oppure anche (e sarebbe il meglio per la maggior parte delle orchidee tropicali più piccole ad esclusione di Paphiopedilum e Cymbidium che sono orchidee terrestri), su tronchetti di legno di quercia o pezzi di sughero grezzo su cui siano stati fissati pezzi di sfagno (che uno si deve andare a cercare in zone paludose) o qualcosa di alternativo (avete presenti quei tubi in plastica foderati di muschio e fibre di cocco che vengono utilizzati per i rampicanti da appartamento? Ecco, quel rivestimento, se tolto dal tubo e fissato al nostro supporto è una ottima alternativa: costa poco, si trova facilmente ed evita scomode passeggiate in zone ostili). Se si preferisce posizionare le nostre piantine su tronchetti, ricordiamo di dare acqua più spesso, infatti è la cosa che ricostruisce meglio il loro habitat ed in questo caso possiamo far "piovere" anche tutti i giorni come nelle foreste.

Se cercherete informazioni sulle orchidee sia su internet che sui vari libri che sono in commercio, troverete che tutti o quasi indicheranno un composto che è il non plus ultra per queste piante: la fibra di osmunda. Questo composto è formato dalle radici di una felce, la Osmunda regalis ed sarebbe veramente il composto ideale, infatti assorbe acqua e la rilascia lentamente, è chimicamente inerte, si decompone con lentezza, può essere messo nei vasi o fissato ai tronchetti. Un vero toccasana. Ma ha una particolarità: ne è vietato il commercio! Quindi, a meno che voi non abbiate un grande giardino dove coltivare questa felce (che raggiunge dimensioni notevoli) ed all’occorrenza strappargli le radici per la felicità delle vostre orchidee, vi conviene usare ciò che ho indicato sopra.

Per quanto riguarda le fertilizzazioni si può utilizzare un qualunque fertilizzante ad alto contenuto di azoto (tipo 20-10-10 o formule simili) tranne in fase di fioritura quando sono consigliabili più alti tenori di fosforo e soprattutto potassio, mentre se la pianta è in fase di riposo è meglio non fertilizzare proprio. Per le piante coltivate in vaso basta una concimazione ogni 15-30 giorni diluendo il fertilizzante almeno il doppio di quanto consigliato, mentre per le altre datelo più spesso ma diluitelo ancora del doppio.


:wink: