In effetti questa materia è circondata da una fastidiosa opacità.
A parte i casi di vera e propria frode di cui parlava Piscinin nel post precedente, va precisato che la consistenza di un immobile è determinata attraverso criteri non omogenei e poco trasparenti.
Si deve sottolineare anzitutto che la superficie che viene posta a base delle transazioni in materia di immobili è quella commerciale, che non coincide con la superficie utile, ossia quella calpestabile.
Nella superficie commerciale viene generalmente computata la superficie lorda dell'appartamento (compresi i muri perimetrali per intero, nonché quelli a confine con vani spazi condominiali e con altre unità immobiliari per metà), i balconi ed i terrazzi in ragione di un terzo, le cantine per almeno un decimo, nonché le cosiddette incidenze condominiali (ossia la quota parte degli spazi comuni che sono ascrivibili a ciascun appartamento) in ragione delle quote millesimali di competenza. In realtà questa metodologia di calcolo è arbitraria, almeno alla stregua dei criteri generali per determinare la consistenza di un immobile redatti dall'Agenzia del Territorio:
https://www.immobiliare.it/img2/pdf/consistenza.pdf
Devo precisare, ad ogni buon fine, che i criteri elaborati dall'Agenzia del Territorio non sono vincolanti, di talché la trasparenza resta un miraggio.
P.S.
Francine, forse ti conviene spostare la discussione in una diversa area tematica, per esempio "Zona giorno e Progettazione", che potrebbe essere più attinente.