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#61
sunset ha scritto:
Federinik ha scritto:Ho saputo cose poco rassicuranti sull'altro adiuvante presente nel vaccino, lo squalene.
Ho rpegato anche i miei genitori di non vaccinarsi piu' (loro facevano quello dell'influenza "normale").
che cose hai sentito?
è all'interno del vaccino insieme all'alluminio mi pare.. :roll:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#62
Anch'io come altre sono proprio nell'incertezza. Il medico di famiglia mi ha consigliato di farlo. Lunedì vedo la gine e vediamo che dice.

Sullo squalene afferma Giuseppe Remuzzi dell'Istituto Mario Negri di Bergamo:"Lo studio che negli anni Novanta lo aveva indicato come possibile responsabile della cosiddetta "sindrome della Guerra del Golfo" è stato poi ampiamente smentito".
Nello stesso articolo (dall'Espresso) si dice che anche i timori che possa scatenare la paralisi temporanea di Guillan Barrè sono infondati.
Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul SSN, sostiene che è il caso di vaccinarsi senza dubbi.
mamma di Lorenzo (gennaio 2010) e Costanza (settembre 2012)

#64
Anche la Daria dice la sua )o meglio, riporta il parere di un dott) sull'influenza
L'unica cosa sicura è che di sicuro non c’è niente, in quest’epidemia d’influenza, a parte il fatto che è arrivata, eccome se è arrivata. I bambini delle medie e delle elementari l’hanno beccata per primi. Qualcuno se l’è cavata con tre giorni di febbre, altri hanno la tosse da due settimane. Ci sono stati dei morti anche da noi, ogni giorno i telegiornali ne aggiornano il bollettino con macabra cadenza.
Questo è quel che sappiamo tutti. E poi c’è il panico, alimentato dalla cattiva informazione. Che fa sì che chiunque sia un po’ ansioso, oppure si senta di rientrare nelle categorie definite «a rischio», o lo sia veramente (e non sono poche persone), stia vivendo un autunno tormentato. Vaccinarsi, non vaccinarsi? In ufficio, nei negozi, nei crocchi di mamme fuori dalle scuole non si parla d’altro. Ognuno ha un cuggino, un pediatra, un amico medico che gli ha detto la sua. Anch’io.
Filippo Ongaro è un medico giovane, non ha quarant’anni, ma a me dà fiducia perché ha un approccio alla medicina iperscientifico eppure pieno di buon senso. E poi ha lavorato dieci anni con gli astronauti della Nasa, e lì non possono sbagliare se no li fanno fuori nel tempo di dire bye bye. Ongaro è il direttore sanitario di un centro di Treviso, l’Ismerian. L’ho conosciuto perché è figlio di uno scrittore che ammiro, Alberto Ongaro.
Ongaro (il medico, non lo scrittore) mi ha spiegato che la preparazione del vaccino contro l’H1N1 ha seguito un iter accelerato del tutto anomalo dettato da una teorica «necessità di fronteggiare l’emergenza». Su questa base, in America è stata addirittura concessa ai produttori la totale immunità giuridica rispetto ai danni alla salute che il vaccino potrebbe creare. Però i normali tempi di preparazione di un vaccino prevederebbero diversi anni di ricerca e sperimentazione: bisogna isolare il virus, studiarlo, riprodurlo in laboratorio, mutarlo per ottenere la versione depotenziata. Poi produrre il prototipo, testarlo sugli animali e infine sugli uomini. Ma nemmeno lunghi anni di sperimentazione sono in grado di annullare rischi ed effetti collaterali dei vaccini. Invece questo vaccino lo hanno prodotto in 4 mesi. È quindi improbabile che abbiano avuto il tempo per testarlo adeguatamente ed è possibile invece che abbiano impiegato immuno-adiuvanti come l’alluminio e lo squalene che, rendendo il vaccino più potente, permettono di prepararne con meno costi quantità superiori.
Ongaro (sempre il medico, non lo scrittore) mi ha anche spiegato che, sul piano teorico, la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva. E che quindi è meglio pensarci due volte, prima di correre a vaccinarsi.
Io, che non aspettavo altro, eviterò di far vaccinare i miei bambini (che nel frattempo si sono già ammalati e sono pure guariti), ma non pretendo di convincere nessuno a vaccinarsi o non vaccinarsi, per carità. Però a informarsi bene e a non farsi prendere dal panico, quello sì. E così, ho detto anch’io la mia.