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Addio ad Angelo Mangiarotti

#1
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Silenziosamente, durante la calura del luglio scorso, Angelo Mangiarotti è scomparso, a 91 anni.
Proprio come la sua attività, di architetto (sopratutto di infrastrutture) e di industrial designer, densa di progetti di primo piano, ma che nonostante tutto, non hanno contribuito più di tanto a collocare l'operato del milanese nell'empireo dei pionieri dell'architettura.
La sua è stata una ricerca solitaria, un diverso approccio alla modernità, spesso marginalizzata, perché non collocabile nella visione di una certa storiografia contemporanea condivisa dalla critica dominante. Eppure si trovò nel cuore di trame fondamentali, fin dall'incontro coi numi dell'architettura moderna nel soggiorno statunitense (Wright, Gropius, Mies, Wachsmann ed il New Bauhaus) di inizio carriera. Addirittura è stato più stimato all'estero che in Italia, sopratutto in USA, Germania, Svizzera e Giappone dove fu apprezzata la sua attività raffinata ma legata alla pratica, quale siano le opere, di scultura, progettazione d'interni, design o di ingegneria, lontane comunque dalla decorazione ed imperniata sempre sull'analisi delle logiche costruttive e dei materiali.
Fondamentale l'influsso della cultura americana, con l'uso in architettura di elementi e moduli prefabbricati, approfondendo lo studio su pilastri, piastre, travi e giunti, evidenti nelle opere a venire, dalla scala urbana a quella domestica: dall'edificio per la Snaidero di Majano presso Udine (1978), alle 4 stazioni per il passante ferroviario di Milano (1982-2009), di cui sotto la Stazione di Rogoredo, al sistema Giogali per Vistosi (1967).
Tante volte citato in questo forum, questo sistema di illuminazione, che ha dato vita a grandi chandeliers introduce una nuova concezione nell’uso del vetro soffiato. L’elemento base è costituito dal modulo-anello che, agganciandosi in serie forma catene di cristallo di varia foggia a loro volta componibili, che possono costituire infinite soluzioni formali, per appliques, lampadari e quinte scenografiche.
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Pochi architetti, forse il solo Prouvé, sono riusciti a trasferire intatti i principi costruttivi della 'modularità' dal progetto architettonico a quello industriale - come nel caso più 'esteriore' dei progetti dei serbatoi idrici nel Lazio e le monumentali lampade da tavolo Saffo e Les bo, per Artemide..
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..o, gli esempi più calzanti e più rappresentativi della progettazione di Mangiarotti, come la poetica dell'incastro delle ingegneristiche realizzazioni per le coperture di padiglioni ed edifici privati e di culto, dallo Stabilimento Elmag di Lissone, al Deposito Splugen Brau di Mestre, al sistema U70 per lo Stabilimento della Lema ad Alzate Brianza, alla Villa Fontanesi di Marina di Pietrasanta, alla chiesa di Baranzate fuori Milano, che è ripetuta coerentemente anche per la linea di arredi per la Frigerio e di altre marche - sistemi di pareti attrezzate e librerie, ma non solo - con l'indagine che prosegue spostandosi su materiali molto diversi dal cemento, come legno ed alluminio.
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..e poi l’architettura residenziale a Milano, rappresentata dal 'gioiello' di Via Quadronno (realizzato da Mangiarotti insieme a Bruno Morassutti nel 1960), che raggiunge vette mai superate, secondo me, dove lo stesso sistema di ricerca legata alla flessibilità dei materiali ed alla loro ripetitività seriale, vale anche per il sistema 'facciata' di un condominio che cambia modulandosi a seconda delle esigenze della composizione di ogni singolo appartamento. Come la presenza sin dall’origine di un'essenza rampicante che oggi è arrivata a coprire gran parte dell’edificio, si inserisce in questa concezione del progetto come elemento dinamico e non rigidamente definito una volta per tutte in ogni sua parte.
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Per passare alla progettazione degli oggetti di arredamento, qui solo una piccola carrellata (alcuni pezzi sono riconoscibili) della produzione ampia e mai banale di Mangiarotti:
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Spazio pure all'attività dedicata alla plastica, che sta tutta nel rapporto intenso intrattenuto col marmo, qui rappresentato dall'importante lastra (in metallo) dedicata all'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, che riporta alla stagione partigiana vissuta da Mangiarotti durante l'occupazione tedesca:
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Infine, per chi volesse approfondire, imperdibile il sito del suo studio, con una corposa e precisa raccolta di opere:
http://www.studiomangiarotti.com/home.php

Re: Addio ad Angelo Mangiarotti

#2
Grazie mille Lot dell'interessante intervento. :D
Dove sta una rosa e innanzitutto dove sta il vento? Il vento è tutto sempre fuori di sé, cioè folle. La follia è la foglia al vento e folle è proprio colui che si perde nel vento, come le foglie e i fiori degli alberi. (A. Conte)

Re: Addio ad Angelo Mangiarotti

#3
myfriend ha scritto:Grazie mille Lot dell'interessante intervento. :D
Ma grazie a te della pazienza d'aver letto, My.. :D E' che mi aspettavo di trovare su Mangiarotti, dopo la sua scomparsa, molto più di quello che è stato scritto che, secondo me, è poco. :roll:

Re: Addio ad Angelo Mangiarotti

#4
myfriend ha scritto:Grazie mille Lot dell'interessante intervento. :D
:wink: mi associo.
Lo ricorderò quando accendo la mia Giogali da adesso.
http://www.alfemminile.com/album/homesweethome63
Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo

Re: Addio ad Angelo Mangiarotti

#5
Un saluto anche da parte mia a questo grande uomo. Il suo genio vivrà nei suoi progetti. Mai banale o retorico. Mai decorativo eppure con una grazia e una poesia uniche. Le sue lampade sono capolavori, i suoi edifici sbalordiscono per semplicità e ingegneria. Spesso in Italia accade che le persone non vengano riconosciute in vita ma solo dopo. Son convinto che il tempo farà giustizia e sarà valutato per quello che ha fatta quando finalmente se ne capirà l'opera.