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Maurizio Nannucci alla Galleria Guidi di Roma

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Un appunto per la bella personale romana di Maurizio Nannucci gustata alla Galleria Guidi, con l'obiettivo di non risultare pesante ma al contrario, di invogliare chi abita in zona, a scoprire l'artista.
I due grandi 'neon writings' appositamente realizzati per il sito, appartengono ad una serie tipografica e a dei neon, originati nel 2003 - sotto - in cui l’artista indaga il rapporto fra arte, media, cultura e società.
La doppia installazione luminosa Art in not intended to be transparent in meaning ed Every place holds the possibility of a new geography è una vera opera d’arte ambientale che instaura un dialogo forte con lo spazio che l’accoglie ed i fruitori, entrambi inondati di colore. Fin dal momento in cui si sta per accedere tramite una scala nei locali della galleria, si è investiti dal blu-neon.
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Apparentemente semplice il 'materiale' adoperato dall'artista fiorentino - usato in funzione di un'estetica nuova slegata dal quotidiano - i colori (primari), la luce, la parola. E poi la riflessione che Nannucci induce nello spettatore grazie alle sue frasi scelte, il loro significato, il combinarsi di questo col tempo e lo spazio. La sua ricerca con le scritte fluorescenti, decisa, 'diretta' come su di un binario, intrapresa dagli anni '70 in qua, non è in realtà incurante degli eventi. Anzi, è in una relazione continua con i movimenti che l'artista ha attraversato (Pop, Fluxus, Arte Concettuale, Optical Art e Arte Programmata, Minimalismo, Arte Povera, Graffitismo) apparentemente 'indenne'. Ed in particolare con i lavori neon di Joseph Kosuth degli anni '60 - sotto - dei quali è fortemente debitore.
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Qualche carattere delle sue opere fluorescenti; intanto, l'unicità dei suoi lavori, tirati in edizioni limitate benché potrebbero esser riproducibili in grande numero. Infatti, i suoi lavori, che all'apparenza potrebbero essere banalmente assolti da una qualsiasi azienda di insegne luminose, sono in realtà realizzati in modo molto accurato. Intanto viene utilizzato un ristretto numero di fonts tipografici che caratterizzano da anni i suoi neon, e che sono ottimizzati per le sue composizioni. Poi vengono realizzati su suo progetto esclusivamente da una bottega di Padova, con una tecnica particolare. Il segreto della vivacità cromatica debordante e dell'intensità dei testi luminosi, sta nell'uso di colorare i neon non attraverso il gas che circola all'interno delle lettere di vetro - come i neon delle comuni insegne - ma di farle realizzare con vetro colorato, così da potenziare le cromie - e le foto stanno a testimoniarlo. Per ultimo il fattore 'replica' delle sue opere che sembrerebbero facilmente duplicabili: Nannucci produce delle tirature limitatissime dei suoi lavori, un massimo di 4 per ognuno dei colori primari (in blu, rosso, giallo, verde).
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Breve biografia di Nannucci (Firenze, 1939). Dopo gli studi all'accademia si occupa di scenografia collaborando con gruppi di teatro sperimentale. Nella prima metà degli anni ’60, in pieno climax concettuale, definisce gli elementi fondamentali della sua ricerca visiva esplorando le relazioni tra arte, linguaggio e immagine e creando i primi Dattilogrammi indagando sulle strutture verbali e di come queste possano mutare di significato a seconda del medium che le esprime, e servendosi dei nuovi mezzi di comunicazione di massa (magnetofoni, vinile, video, radio, ologrammi, fotografia, edizioni d'arte, addirittura un aereo, nella Biennale del 1978) fino ai testi fluorescenti.
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Contemporaneamente, allaccia rapporti con gli artisti del movimento globale Fluxus (tra i tantissimi nomi che lo compongono, uno solo, quello di Yoko Ono) orientato verso una ricerca che esperisce tutte le espressioni d'arte possibili (elettronica, poesia, musica, danza, new media, pittura..), e realizzando con lo Studio S2FM (Studio di Fonologia Musicale di Firenze) musica elettronica con l’uso della voce e delle parole finalizzate alla produzione di installazioni sonore. Nel 1967 presenta i primi testi realizzati con lampade al neon, e l'anno successivo fonda a Firenze la casa editrice Exempla e la Zona Archives Edizioni, che pubblicano le edizioni di artisti come Sol LeWitt e Robert Filliou. Nannucci considera le edizioni e i multipli manifestazioni della pratica artistica che vede l’arte come un processo mentale, applicabile alla produzione di massa di oggetti quotidiani per raggiungere aree lontane all’arte. L’oggetto artistico perde la propria unicità, ma guadagna in presenza, diffusione e nuova libertà; infatti i neon dell'artista ben si prestano alla relazione architettura-paesaggio urbano, tanto che dagli anni ’90 collabora con vari architetti (come Auer&Weber, Botta, Fuksas, Piano) che amano collocare sui loro edifici le sue spettacolari opere; tra le numerose installazioni permanenti, sono visibili a Roma quelle all’Auditorium e all’Aeroporto di Fiumicino.
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Nannucci, dal suo straordinario sito, esso stesso opera d'arte:
http://www.maurizionannucci.it/
Info mostra (fino 28.02.2014):
http://www.giacomoguidi.it/info/
Ultima modifica di lot il 11/10/15 22:37, modificato 2 volte in totale.