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Bertoia, Decisi che una sedia non poteva bastare, Pordenone

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Proprio oggi (ma l'accesso al pubblico mi sembra sia da domani, e fino al 29 marzo 2015) si inaugurerà la mostra 'Dalla natura al segno' dedicata ad Arieto (Harry) Bertoia (1915-1978), in occasione del centenario della nascita, nella Galleria Bertoia di Pordenone e nella casa natale, in San Lorenzo d’Arzene.
In realtà il titolo del post si riferisce alla retrospettiva del 2009, dedicata sempre dalla città friulana a Bertoia, ma mi premeva evidenziarla.
Infatti, sulla multiforme attività di artista, emigrato in America giovanissimo (nel 1930, e dal 1946 è cittadino statunitense), pende la 'maledizione' di un progetto di industrial design, la mitica Diamond chair per Knoll (1951) realizzata completamente in tondino, 'fatta di metallo e d'aria..'. Nel giro di pochi anni divenne tra le sedie più diffuse al mondo e questo offuscherà quasi completamente la sua attività artistica passata e futura. La serie di sedute in acciaio fu presentata nel 1952 a New York in quella che fu la prima mostra mai dedicata dalla Knoll ad un singolo designer; insieme alla raffinata serie in tondino, furono proposte anche sculture, incisioni, disegni, dipinti ed altri oggetti realizzati dal friulano. Nonostante il successo Harry volle abbandonare la progettazione industriale, decisione che però non minò i rapporti con i Knoll che continuarono ad affiancare alle Diamond i suoi oggetti d'arte.
La Diamond chair, curiosamente, riassume in senso non completamente positivo la collaborazione con gli Eames avvenuta negli anni '40 in California, in occasione del concorso 'Organic Design in Home furnishing' indetto dal MOMA e dove Bertoia tornò ad occuparsi della saldatura dei metalli, e, i cui risultati (i tralicci in tondino e le zampe 'Eiffel') furono indebitamente attribuiti al solo Charles: la futura Diamond infatti non verrà realizzata ne in multistrato ne in plastica ma nel materiale d'eccellenza indagato dal friulano.
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Un accenno doveroso alla situazione in USA. Il panorama artistico americano all'arrivo del giovane Bertoia (1930) è in pieno fermento: con la crisi di Wall Street, il massiccio intervento dello stato a favore dell'arte e degli artisti genera un clima favorevole di collaborazione e crescita tra giovani artisti americani, designer, architetti e quelle delle elites intellettuali ed artistiche trasfughe dall'Europa (New Bauhaus, Dada, Surrealismo, ecc.). Il testimone di capitale dell'arte e l'eredità delle avanguardie era passato da Parigi a New York, destinata a divenire l'epicentro degli eventi artistici futuri. Tanto per comprendere l'operosità di quegli anni americani, addirittura un personaggio schivo ed elitario, fuori da tutti gli schemi, come Giorgio De Chirico riesce ad occuparsi di decorazione murale, genere inaugurato nei grandi edifici verticali delle città dell'est, proprio grazie alle sovvenzioni statali. Sotto, D.Rivera, Murales nel Detroit Institute of Art, 1933.
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La stessa Cranbrook Academy of Art, frequentata dal giovane friulano negli anni '30, diretta da Eliel Saarinen, padre di Eero, fu una fucina di giovani talenti (i Saarinen, gli Eames, i designer Ben Baldwin e Don Albinson, gli architetti Harry Weese, Ralph Rapson, e Florence Schust, i pittori David Fredenthal e Clifford West) grazie ad un insegnamento lontano da quello delle paludate e polverose accademie europee. I corsi tradizionali furono rimpiazzati dallo studio/pratica, l'insegnamento della storia dell’arte quasi del tutto ignorato, agli studenti era concessa grande libertà nel seguire la propria strada per sviluppare il temperamento artistico. E proprio a Bertoia fu affidato il compito di riorganizzare i corsi di metallurgìa ed oreficerìa - successivamente anche il laboratorio di incisione e grafica - creando uno stretto clima collaborativo con gli studenti e sperimentando nuove tecniche, acquisendo in poco tempo lo status di insegnante, per merito. E, chiaramente, tutto questo è alla base della creazione della Diamond chair, come pure la grande esperienza accumulata nella lavorazione del ferro e delle lastre incise, causa della malattia che lo condusse alla morte nel 1978.
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Oltre ad una serie di opere site-specific (fantastica quella per la cappella del MIT nel 1955, sopra, chiamato dall'amico Eero Saarinen), alcune creazioni sono ancora pregne di futuro, come i Sonambient , registrazioni sonore realizzate con l'aiuto del fratello Oreste nella Farm tecnologica di Barto in Pennsylvania, in cui si indagano le potenzialità sonore dei metalli in genere e delle sue sculture:
https://www.youtube.com/watch?v=jAFsSyJkDWU
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Info:
http://www.comune.pordenone.it/it/comun ... ts/bertoia