ciao, vorrei dare il mio piccolo apporto alla discussione.
Un concetto per me fondamentale nello scegliere, creare ed allestire una casa, è quello di coerenza.
coerenza tra l'arredo e la struttura:
in cittá o in un borgo medievale, in un palazzo grande e nuovo o in uno stabile con una sua storia, stile dello stabile, metratura dell'appartamento, villetta singola con apertura in giardino o quinto di dieci piani, altezza dei soffitti, ampiezza delle porte in origine, finestre e luce, ecc.
coerenza tra l'arredo e le persone che abitano quella casa:
siamo intellettuali intimisti o ci piace far balotta con la Wii in salotto con gli amici? Ci piace cucinare? Amiamo crogiolarci nel letto? Ci interessa o è fondamentale l'opinione degli altri? Quanto siamo fantasiosi o conformisti? Quanto ci prendiamo sul serio? A chi dobbiamo dimostrare cosa? Amiamo coccolarci in bagno con cremine e idro? Abbiamo esigenze più formali, dobbiamo dare a chi ci viene a trovare "un'impressione"? Ecco che cambia il senso attribuito all'acquisto di un pezzo d'autore, o ad un bagno enorme, o ad una parete attrezzata, o di un colore più o meno azzardato.
coerenza tra l'arredo ed il periodo che chi la abita sta vivendo:
sposini o conviventi novelli, persone spesso fuori casa o fuori sede causa lavoro totalizzante, coppia con figli piccoli, persone con tanti amici o parenti spesso in casa, case abitate da chi ha un hobby particolare che richieda particolari spazi.
Una volta pòstici (postici??? ma che parola è?

) queste domande, dovrebbe discendere in automatico la disposizione degli spazi, il tipo, lo stile e la quantitá di arredi adeguati a noi, la ricerca o meno del colore, l'originalitá o l'omologazione a quanto la moda in quel momento detti.
Poi per la scelta dettagliata di ogni singolo elemento, io credo ci si debba far guidare dalla pancia, se ci ascoltiamo c'è sempre una prima vocina dentro di noi che, guardando un oggetto, ci dice: "mi piace" o "mi fa schifo". In seguito, ma solo in seguito, subentrano fattori culturali, consigli degli "esperti" o delle riviste, paure, competizioni, ripensamenti dettati dalla ragionevolezza imperante, che ci deviano dalla prima decisione e ci fanno fare case tutte uguali.
Il complimento che più mi inorgoglì nella nostra prima casa, fu quello di una conoscente che venne a trovarci: non ne sapeva mezza di arredamento e ripeto, non mi conosceva poi così bene, ma sorrise guardandosi attorno appena entrata, e disse: "In questa casa si prova una bella sensazione, ci si sente accolti... si capisce subito che ti piace studiare ma anche stare con le persone!".
In seguito alcuni saputoni mi spiegarono che avevamo bilanciato con misura i pieni ed i vuoti, che un sapiente filo rosso legava tutti gli ambienti e che alcune geniali pennellate cromatiche sottolineavano gli oggetti di pregio... ma io continuo ad apprezzare di più il commento ingenuo di quella ragazza

Una sola parola detesto: STANDARD.