La Redazione Consiglia

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#406
Anche a Washington il Cavaliere si porta dietro le preoccupazioni domestiche
Nel Pdl si pensa che il leader Pd si riferisse a un'inchiesta pugliese
I timori del premier blindato in hotel
"Ma cosa voleva dire D'Alema?"
Ghedini: "Il premier parla di eversione in maniera
atecnica e non pensa alle elezioni anticipate"

di FRANCESCO BEI


Berlusconi alla Casa Bianca
ROMA - Chiuso per un giorno intero nella suite dell'hotel St. Regis di Washington, a preparare l'incontro chiave con Obama, Silvio Berlusconi non ha smesso di tenere gli occhi puntati sull'Italia. Specie dopo l'uscita di Massimo D'Alema, che è stata analizzata al microscopio dagli uomini del Cavaliere. E così, ancora ieri, nelle sue telefonate con Roma e nei discorsi con lo staff, il presidente del Consiglio ha continuato ad arrovellarsi su quella frase sibillina di D'Alema su una possibile "scossa" che colpirà Palazzo Chigi: "Ma che voleva dire? Avrà in mente qualcosa?".

Il timore di un riflesso delle vicende italiane sull'incontro alla Casa Bianca ha tenuto banco fino all'ultimo. Anche se Nicolò Ghedini - nonostante dal Pdl sia ripartito il coro di accuse contro "l'offensiva del superpartito di Repubblica" - ha provato a smorzare quell'allarme golpista lanciato dal Cavaliere davanti agli industriali: "Credo che il presidente del Consiglio - ha spiegato l'avvocato di Berlusconi - abbia individuato in uno schema giornalistico-mediatico quantomeno la fase terminale di questa vicenda, ovvero ritiene che l'amplificazione di eventi, che di per sé sarebbero neutri, facendoli diventare oggetto di campagna politica sia qualcosa che vada al di fuori della normalità. Ed è per questo che parla in maniera atecnica di eversione". Una precisazione forse dovuta, visto che l'allarme "eversione", lanciato da un presidente del Consiglio, dovrebbe far scattare adeguate contromisure da parte degli apparati dello Stato contro la presunta "centrale" golpista.

E tuttavia gli uomini del Cavaliere si sono messi al lavoro, nella convinzione che la "profezia" dell'ex presidente della Quercia non fosse affatto campata per aria. Così, tra mille congetture, è tornato ad affacciarsi il timore di un'imminente, devastante, azione giudiziaria. Un colpo forte, proveniente da una di quelle procure meridionali impegnate contro la criminalità organizzata. Il sospetto dei berlusconiani è che possa essere la procura di Bari l'epicentro della "scossa" che farà tremare il governo. "C'è un brutto clima", conferma uno della cerchia stretta.
Illuminante, in questo senso, la dichiarazione che un ministro solitamente poco incline alle sparate come Raffaele Fitto (che in passato, anzi, non ha mancato di manifestare la sua stima politica per D'Alema) ha rilasciato sul punto: "A quali informazioni inaccessibili ai comuni mortali ha avuto accesso D'Alema? Come mai queste doti di preveggenza si manifestano in lui proprio durante il suo soggiorno in Puglia e i suoi passaggi baresi?". E ancora: "Avrà forse ricominciato a frequentare quegli ambienti baresi in cui, a partire dai primi anni '90, D'Alema ha improvvisamente (ma provvidenzialmente anche per lui) garantito più di una carriera politica a chi faceva tutt'altro mestiere? E, quindi, parliamo di imprevedibili scosse o di prevedibili trame?". Nel Pdl le affermazioni un po' criptiche di Fitto vengono brutalmente tradotte così: D'Alema avrà forse saputo qualcosa dai suoi amici magistrati.
Qualcuno arriva a sospettare di più, una "regia politica" del futuro, probabile, "assalto giudiziario". Altri ancora nel Pdl ricordano il legame tra l'ex premier e due ex magistrati pugliesi, la cui fortuna politica è legata al sostegno di D'Alema: il senatore Alberto Maritati e il sindaco di Bari Michele Emiliano.

Suggestioni? Fabrizio Cicchitto è convinto che i sospetti di Fitto non vadano lasciati cadere, visto che le affermazioni del ministro sono "molto significative e inquietanti". Anche Denis Verdini, coordinatore del Pdl, teme che quello evocato da D'Alema non sia soltanto uno scenario "ma si tratti di qualcosa di più serio e preoccupante, magari studiato con cura".

Insomma, la temperatura a Palazzo Chigi resta alta. Il precedente del '94, con quell'avviso di garanzia arrivato nel bel mezzo di un consesso internazionale (allora l'Onu, domani il G8 all'Aquila) non fa dormire sonni tranquilli, oltretutto con quelle 5000 foto del Cavaliere in Sardegna ormai in giro per mezzo mondo.
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#407
Art69 ha scritto:Articolo 21

""Caro Barack, ti ricordiamo 10 cose su Silvio".
Più di 3000 persone scrivono a Obama.........
Tutto questo mi sembra alquanto puerile.....della serie: "maestra pierino mi ha rotto l'astuccio!"
...davvero ridicolo :lol:
Ma per cortesia.... :roll:

PS: non sono una fan di SB :wink: ma mi piace essere obbiettiva
L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
(Coco Chanel)

#408
Editoriali
16/6/2009 -
Berlusconi spiegato agli stranieri
GIAN ENRICO RUSCONI
Sui giornali europei si è assistito nelle settimane scorse a una campagna accusatoria senza precedenti sui comportamenti privati (e non solo) di Silvio Berlusconi. Ma il Cavaliere è uscito indenne dalle elezioni. Gli osservatori europei sono sconcertati. Ai loro occhi l’anomalia italiana prosegue. Incomprensibile.
Perché un numero così alto di italiani - si chiedono - accetta con indifferenza il conflitto di interesse di Berlusconi, i suoi scontri continui con la giustizia che finiscono in contumelie, i discutibili comportamenti privati, le intemperanze verbali contro gli avversari e le istituzioni? Perché accettano le spiegazioni che ne dà lo stesso interessato, che si presenta come vittima della giustizia italiana, della sinistra e dei giornali stranieri? Perché gli oppositori di Berlusconi sono sostanzialmente impotenti politicamente?

Evidentemente le descrizioni sarcastiche, offerte quotidianamente dai giornali e dai settimanali europei, non colgono la sostanza della questione. C’è un dato oggettivo che si può sintetizzare in tre elementi. 1) Il berlusconismo dà voce a una società civile profondamente scontenta, al limite della sopportazione, carica di conflitti, moralmente sfacciata, che non si fida più della sinistra. 2) Alle spalle del Cavaliere c’è un ceto politico emergente (una nuova classe politica) che sta giocando interamente la sua partita. Fa quadrato attorno a lui, razionalizzando le sue esternazioni emotive e cercando di orientarlo secondo i propri interessi. La Lega di Bossi in particolare sta stringendo un’alleanza politica strategica che porterà lontano. 3) È il trionfo del «populismo democratico» che rappresenta una vera mutazione della democrazia italiana che va studiata nella sua originalità.
Il «popolo» berlusconiano-bossiano è il «popolo-degli-elettori», nel senso che la maggioranza elettorale ritiene di poter incarnare automaticamente «il demos sovrano» che può plasmare a suo piacimento la Costituzione. Un successo elettorale maggioritario legittima quindi uno spoils system applicato in modo radicale, nel senso che chi vince stabilisce le regole del gioco a suo piacimento. Il popolo-degli-elettori è destrutturato rispetto al popolo diviso secondo le linee classiste tradizionali e le loro convenzionali proiezioni partitico-politiche. Trova la sua omogeneità soltanto nell’immediatezza (apparente) del rapporto leader-elettori.

La stratificazione sociale non ha perso oggettivamente i suoi connotati fondamentali di classe, ma soggettivamente è diventata estremamente complessa per la diversità delle fonti di reddito e delle posizioni di lavoro, per la molteplicità degli stili di vita e di consumo e soprattutto per l’autopercezione degli interessati. Non a caso Berlusconi non parla mai di «classi sociali» ma di «cittadini fortunati/sfortunati», «prilegiati/deprivilegiati», e le classi inferiori sono composte di chi è «rimasto indietro». A tutti promette un indistinto miglioramento generale purché lo si lasci agire contro l’ordine istituzionale esistente che frena ogni innovazione e contro la sinistra che «lo odia». Il berlusconismo ha reinventato tutta la potenza politica della contrapposizione amico/nemico. E in questo modo trova consenso. A questo punto occorre fare una precisazione importante. Spesso per spiegare l’anomalia italiana, compreso il fenomeno Berlusconi, molti analisti parlano di una estraneità tra «il sistema politico» (inefficiente, inadeguato) e «la società civile» (vitale e ricca di risorse ed energie). In questa ottica, molti a sinistra fanno appello a una «società civile» italiana che si contrapporrebbe a Berlusconi. È un errore. Il berlusconismo infatti è esso stesso la prima espressione della «società civile» italiana. O se vogliamo, del suo profondo disorientamento. Molte patologie sociali (generalizzata assenza di senso civico e senso dello Stato, endemica complicità di molte regioni e gruppi sociali con la mafia e la camorra, comportamenti antisolidali e razzismo latente) non provengono dal di fuori, ma dal ventre della società civile. Non ha senso quindi contrapporre «la società civile» al «sistema politico» come se fossero due poli ed entità autonome.

Il berlusconismo infine prima che il sintomo di una crisi di rappresentanza politica-partitica, è una domanda di decisione di governo. A questo proposito, non è qui la sede per discutere l’opportunità di una riforma in senso presidenziale (sul modello francese o americano) o comunque di forme di rafforzamento dell’esecutivo in Italia. Se ne discute da anni senza successo per la ferma opposizione non solo della sinistra ma anche dei partiti di centro (ex-democristiano). Ma non c’è dubbio che l’idea di competenze decisionali più forti per il governo è sempre più popolare in Italia. E su di essa Berlusconi giocherà la sua carta più impegnativa. Sullo sfondo di una società profondamente divisa, socialmente disgregata, frammentata, incattivita può succedere che moltissimi cittadini guardino con scettico (persino divertito) distacco ai comportamenti personali disdicevoli del premier, che all’estero appaiono intollerabili. Ecco perché più che un «fenomeno Berlusconi» esiste un «caso Italia».

Questo articolo è stato pubblicato sulla «Süddeutsche Zeitung», che aveva chiesto all’autore di spiegare ai tedeschi il fenomeno Berlusconi

#410
Steve1973 ha scritto:Toh... che caso...

http://www.repubblica.it/2009/06/sezion ... stato.html

Preso da Repubblica, che ha condito a modo suo la notizia, ma che rimane nella sostanza dei fatti.

che ci vuoi fare.. tra le millemila toghe rosse qualcuno ci sarà pure che vota a dx.. :lol:
che sia archiviato non vuol dire che sia normale.
in un altro paese si sarebbe già dimesso...
ma in un altro paese sarebbe stata l'indignazione della gente a farlo dimettere..
noi guardiamo dall'altra parte.. :?
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#411
Steve1973 ha scritto:Toh... che caso...

http://www.repubblica.it/2009/06/sezion ... stato.html

Preso da Repubblica, che ha condito a modo suo la notizia, ma che rimane nella sostanza dei fatti.
Roberto Speciale invece fu meno furbo, facendo volare "da sole" senza accompagnatore le sue spigole fresche -per gli ospiti- da Roma a Bolzano :roll:
E' stato indagato per peculato, ma così s'è guadagnato un cadreghino in Senato. Eletto nel PDL ovviamente :)
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#412
che sia una bella abitudine dell'intera nostra classe politica comunque è assodato.. :lol: sia di dx che di sx..
che non ci si scandalizzi nemmeno +.. questo mi preoccupa molto. :roll:
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#413
La manifestazione fuori da Montecitorio
I comitati chiedono più trasparenza nelle scelte del governo
Roma, la protesta dei terremotati
In 1000 alla Camera gridano: "Buffoni"
Tanti gli slogan dei Comitati: "Forti e gentili sì, fessi no!"
I sindaci: "Vogliamo fatti, non promesse" E il Tg1 oscura la protesta


La tenda montata a
Montecitorio dagli studenti
ROMA - E' arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell'Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.

Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui "forti e gentili sì, fessi no!", "100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza" e "Buffoni, buffoni", 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: "Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso''. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l'obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell'Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio "la stessa azienda a costruire l'ospedale che poi crollarono".

Le richieste. Gli organizzatori hanno chiesto garanzie sulla riparazione dei danni causati dal terremoto, la riapertura del centro storico, risorse adeguate per risarcire gli imprenditori che hanno avuto le imprese distrutte o danneggiate e un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte della ricostruzione.

Il Pd presente. Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L'Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe "nero su bianco". La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: "Non sono più venuta perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi - ha detto la Bindi -, vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L'Aquila e a Pescara dagli sfollati".
Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani "ad avere piena fiducia nell'operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione".

Blackout del Tg1. Ma evidentemente i motivi della protesta non erano abbastanza importanti per il Tg1 che ha mostrato un servizio sulla ricostruzione della casa dello studente per opera della regione Lombardia del governatore Roberto Formigoni. Per il Pd ha protestato Lanfranco Tenaglia che ha detto: "Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli sfollati delle tendopoli dell'Aquila, conclusa con un sit-in a Montecitorio, il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente, certamente una buona notizia ma riferita con stile celebrativo, e con tanto di intervista, al presidente della regione Lombardia Formigoni. Gli avvenimenti in corso a Roma sono stati invece del tutto ignorati". Tenaglia ha poi aggiunto: ""Ci avevano
raccontato che con un giornalista a tutto tondo come direttore il Tg1 aveva scelto la strada dell'informazione pura, scomoda e senza compromessi. Tutto ciò, invece, non sta avvenendo e avviene anzi il contrario".

(16 giugno 2009) Tutti gli articoli di cronaca

per la serie REAL-TV.. :roll: :roll: :roll:
meno male che l'informazione è libera. pluralista.
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#414
Loremir, scrivi troppo in rosso e nero, così sembreresti milanista e soprattutto Berlusconiana !!!! :lol: :lol: :lol:
I have climbed highest mountain
I have run through the fields
Only to be with you
Only to be with you
I have run I have crawled
I have scaled these city walls
Only to be with you
But I still haven't found
What I'm looking for

#415
Gianfry ha scritto:Loremir, scrivi troppo in rosso e nero, così sembreresti milanista e soprattutto Berlusconiana !!!! :lol: :lol: :lol:
ho copiato kimikalli.. :lol:
non posso scrivere tutto di rosso.. :lol:
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#416
loremir77 ha scritto:
Gianfry ha scritto:Loremir, scrivi troppo in rosso e nero, così sembreresti milanista e soprattutto Berlusconiana !!!! :lol: :lol: :lol:
ho copiato kimikalli.. :lol:
non posso scrivere tutto di rosso.. :lol:
Beh dai basta che non scrivi in nero-azzurro, non lo sopporterei !!!!

:lol: :lol: :lol:
I have climbed highest mountain
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Only to be with you
Only to be with you
I have run I have crawled
I have scaled these city walls
Only to be with you
But I still haven't found
What I'm looking for

#417
Visto che ormai il topic è diventato una rassegna stampa, volevo chiedere a chi avesse voglia di rispondermi, una cosa che mi ha lasciato parecchio perplesso: come mai giornali tipicamente di sinistra come L'Unità o il Manifesto che da sempre prendono le parti degli operai e ne denunciano gli infortuni sul lavoro portando avanti cause secondo me giustissime, sull'ultima tragedia in Sardegna alla Sarsa (azienda del benzinaio Moratti) hanno insabbiato tutto (a livello stampa) e non ne parla nessuno ?
Forse perchè è meno importante delle veline del Berlusca oppure perchè hanno ricevuto ordini diversi da qualcuno ?

:roll: :roll: :roll: :roll: :roll:
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I have run I have crawled
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#418
Gianfry ha scritto:Visto che ormai il topic è diventato una rassegna stampa, volevo chiedere a chi avesse voglia di rispondermi, una cosa che mi ha lasciato parecchio perplesso: come mai giornali tipicamente di sinistra come L'Unità o il Manifesto che da sempre prendono le parti degli operai e ne denunciano gli infortuni sul lavoro portando avanti cause secondo me giustissime, sull'ultima tragedia in Sardegna alla Sarsa (azienda del benzinaio Moratti) è stato tutto insabbiato dalla stampa e non ne parla nessuno ?
Forse perchè è meno importante delle veline del Berlusca oppure perchè hanno ricevuto ordini diversi da qualcuno ?

:roll: :roll: :roll: :roll: :roll:
di norma non leggo nè l'unità nè il manifesto.. nemmeno online..
quindi non so giudicare bene la notizia.. non la conosco..
ma se hanno insabbiato veramente la vicenda hanno SBAGLIATO. :wink:
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#419
Steve1973 ha scritto:Toh... che caso...

http://www.repubblica.it/2009/06/sezion ... stato.html

Preso da Repubblica, che ha condito a modo suo la notizia, ma che rimane nella sostanza dei fatti.
la cosa era già nota fin dall'inizio ... l'archiviazione era certa.

Questo però non toglie nulla alla condanna morale... che io vedo non solo per il fatto che a bordo degli aerei di stato ci fossero musicanti e ballerine ... ma anche solo per l'uso personalistico di un mezzo, pagato dalla collettività, per recarsi alla propria dimora privata.

#420
Un'indagine inesistente
di GIUSEPPE D'AVANZO

IL COMMENTO
Strillano i caudatari la loro soddisfazione per l'archiviazione dell'inchiesta sull'abuso dei "voli di Stato", affollati di stornellatori e ballerine di flamenco in viaggio verso Villa Certosa. Non si comprende la ragione di tanto "azzurro" entusiasmo. La decisione della procura di Roma non nasce nella scena giuridica. Corrisponde a una cabala socio-politica - come spesso accade quando l'ufficio giudiziario della Capitale incrocia comportamenti e abitudini "eccellenti". In realtà, non c'è stata alcuna coscienziosa indagine, ma soltanto un controllo burocratico di cinque foglietti di carta con la lista dei passeggeri dei voli Roma-Olbia del 24, 25 e 31 maggio, 1 giugno e 17 agosto 2008. Addirittura in cinque - il capo, l'aggiunto, tre sostituti - hanno accertato che su quei voli c'era anche il presidente del consiglio. Quindi, partita chiusa, fine di ogni interesse.

E' vero, lo stornellatore e la ballerina (immortalati negli scatti del fotoreporter Antonello Zappadu) sono "manifesti passeggeri" a scrocco, ma non c'è stato "alcun danno patrimoniale" né sono "emersi casi di soggetti estranei che hanno viaggiato in assenza del presidente". "Insussistente" dunque l'abuso d'ufficio. "Insussistente" anche il peculato. Va detto che nessuno a Roma ha accertato chi ci fosse a bordo in altri voli e se fosse sempre presente il presidente del consiglio o un ministro. Un'indagine più credibile si sarebbe forse chiesta (c'è chi in procura lo ha inutilmente proposto): bene, accertiamo l'effettiva presenza sul volo del capo del governo; allarghiamo lo spettro delle verifiche non soltanto a quei cinque voli, ma per cominciare ai tre mesi estivi; ascoltiamo gli equipaggi. Insomma, se indagine sull'uso e l'abuso dei "voli di Stato" deve essere, che lo sia e che sia attendibile e rigorosa.

Troppo, evidentemente, per un ufficio giudiziario che, fin dalle prime mosse di questo affare, ha mostrato una premura "quietista" pari soltanto all'assoluta indisponibilità ad avventurarsi addirittura in un'inchiesta "vera". Non è la sola ombra affiorata nell'attività della procura. Lo si ricorderà. Con precipitosa solerzia, Roma - pur palesemente incompetente - sequestra le immagini "rubate" dal fotoreporter tra i patii di Villa Certosa. Il legale del premier avrebbe dovuto infatti presentare la sua richiesta alla magistratura di Tempio Pausania ma l'avvocato Ghedini, quell'ufficio, lo ha in odio perché non gli dà sempre ragione come pretende. Boccia una sua richiesta quando, qualche anno fa, Zappadu immortala cinque ragazze sedute sulle ginocchia del premier (la magistratura sarda chiede l'archiviazione per il reporter impiccione).
Niente Tempo Pausania, allora. Ghedini presenta la sua richiesta urgente di sequestro alla procura di Roma che la concede salvo poi dichiararsi incompetente e spedire il fascicolo a Tempio Pausania. La manovra ha il suo esito positivo per Berlusconi. Quelle foto non potranno essere pubblicate, anche se il capo del governo le definisce innocenti.

L'atto di sottomissione della procura di Roma lascia affiorare "molto malumore" tra i pubblici ministeri. La diffusa irritazione impedisce di replicare la manovra abusiva quando Zappadu ammette che gli scatti non sono centinaia, ma cinquemila. Con scrupolo, finalmente, Roma rifiuta una seconda istanza di sequestro di Ghedini e spedisce l'incarto a Tempio Pausania. L'insoddisfazione domina tra i pubblici ministeri di Roma anche in queste ore. Piace poco la solerzia (ancora) con cui l'ufficio di Giovanni Ferrara ha chiuso la seconda inchiesta (questa volta competente) senza avanzare al tribunale dei ministri neppure una richiesta istruttoria.

E' vero, conclude la procura, il regolamento dei "voli di Stato" in vigore nella primavera del 2008 era molto restrittivo e non c'è dubbio che quegli ospiti non avevano il rango per viaggiare a spese del contribuente, ma c'era anche il capo del governo e non c'è stato " né un danno per lo Stato né un apprezzabile ingiusto profitto per Berlusconi". E' scontato che il tribunale dei ministri accetterà, come già ampiamente previsto, l'archiviazione. La conclusione dell'affare penale lascia aperta una questione che giuridica non è. La si può dire etica o, se è troppo, socio-politica: è corretto che la "corte" di Berlusconi - musici e ballerine e giovani ospiti - viaggino a ufo per rallegrare a Punta Lada i week-end del signore di Arcore?
:shock: :shock: