La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

#616
mi sento d'alemiana oggi: prevedo grandi scosse entro domani a L'aquila e quindi il G8 non si potrà fare lì.
Una donna libera è l'assoluto contrario di una donna leggera. (S. De Beauvoir)

Album
http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?f=26&t=30772
Immagine

#617
"barbun va a lavurà"... non so se è scritto bene, ma credo di rendere l'idea. Persone come il Salvini sono braccia rubate all'agricoltura....


Scusate la cattiveria, ma anche il sig. Bossi, quando gli è preso il coccolone, (tralasciando la leggenda che fosse con Luisa Corna) è grazie ai soldi che noi italiani gli paghiamo di stipendio (compreso chi non lo ha votato, compresi i "terroni") che si è andato a curare in clinica privata in Svizzera e non in un ospedale pubblico della regione Lombardia.
Immagine

#618
realexa ha scritto:mi sento d'alemiana oggi: prevedo grandi scosse entro domani a L'aquila e quindi il G8 non si potrà fare lì.
Scosse di terremoto o avvisi di garanzia?
Immagine

#619
Art69 ha scritto:
realexa ha scritto:mi sento d'alemiana oggi: prevedo grandi scosse entro domani a L'aquila e quindi il G8 non si potrà fare lì.
Scosse di terremoto o avvisi di garanzia?
basta che facciano il loro lavoro..
Immagine
Immagine

#620
L'AQUILA - E' una vigilia di attesa e di tensione quella che si respira qui, nel cuore del G8, nel grande spiazzo che ospita i media di tutto il mondo. Moltissimi i controlli, tante le difficoltà logistiche e di spostamento. Coppito, il quartiere dove sorge la caserma della scuola della Guardia di Finanza e dove da domani si riuniranno i grandi della Terra, è isolato.

Ci si arriva solo attraverso bus navetta che fanno la spola con l'Aquilone, il centro commerciale alla periferia della città trasformato per l'occasione in un terminal. Il viaggio dura una decina di minuti. Autobus piccoli e grandi, scortati da due motociclisti della polizia municipale, si addentrano nella campagna, varcano terreni, attraversano paesi e borghi, vigilati, ogni dieci metri, da macchine e gipponi della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza.

All'arrivo, nuovi controlli, ancora metal detector, ancora verifiche dei passi e poi finalmente, seguendo un percorso obbligato, transennato e a sua volta vigilato, si approda al villaggio dei media. Un grande piazzale, un ristorante, buffet, due bar, bibite e caffè; al centro ombrelloni, sedie e divani; ai lati gli hangar con le postazioni per le tv, le salette di registrazione, gli spazi per scrivere, leggere, fare le interviste.

Grande scenario. L'immagine è curata anche nei dattagli. Ma è l'organizzazione che mostra subito le sue crepe. Salta spesso il collegamento alla rete, quello delle linee telefoniche, della luce. I responsabili si affannano, ma le responsabilità si rimpallano. Tra chi ha montato i cavi, chi gestisce il server, chi distribuisce la linea, chi l'alimenta.

Ci sono 1500 accrediti. Stampa e tv di tutto il mondo. Il nervosismo si avverte per i disagi. L'attesa per risultati che pochi si aspettano da questo vertice. La curiosità per come si comporterà il nostro presidente del Consiglio. Per le risposte che fornirà alle inevitabili domande. La durissima reazione di Berlusconi nei confronti dei media esteri accusati di essere al centro del complotto ordito nei suoi confronti suscita sorrisi, allusioni. Ma anche risposte, più articolate, che registriamo mentre pranziamo con i colleghi tedeschi, giapponesi, americani, inglesi, belgi, francesi.

"Il G8", sostiene il corrispondente da Roma dell'Asahi Shimbum, il più diffuso quotidiano giapponese e del mondo, "non produrrà alcun risultato. Sono convinto che questo summit sancirà piuttosto la sua fine. Perché è ormai assurdo che paesi commercialmente ed economicamente rilevanti come la Cina e l'India non ne facciano parte. La strategia del governo italiano è riuscire a trasformare questo G8 in un G14. Che è poi una via di mezzo tra il G8 e il G20. Per questo sono convinto che l'Aquila segnerà la fine di un summit che non ha più senso per come è organizzato".

L'inviato della tv tedesca scuote la testa. "Per me", aggiunge, "la scelta dell'Aquila è stato un errore. Ha provocato molti disagi, ha imposto un livello di sicurezza complesso ed esagerato. E poi investire tutti questi soldi per un vertice che il mondo considera quasi inutile, mi sembra uno spreco. Parlo anche a nome di tanti telespettatori tedeschi. La gente avrebbe apprezzato di più se questi soldi fossero stati impiegati per la ricostruzione della città". Il collega svizzero punta dritto sul presidente del consiglio. "Ho letto il suo comunicato della scorsa settimana", premette. "E mi è sembrato davvero fuori luogo. Da noi nessun primo ministro si sognerebbe di parlare di complotto. La libertà di stampa è un bene vitale per una democrazia e le critiche sono la sua essenza". "A noi sembra tutto surreale, ridicolo", incalza la collega tedesca. "Il vostro primo ministro è abituato a controllare stampa e media. Non sopporta le critiche, semplicemente perché non le concepisce, non fanno parte del suo mondo".

"Anche noi dello Ashahi", interviene il corripondente giapponese, "qualche volta siamo accusati di essere di parte. Di sinistra. Ma le critiche sono sempre velate, contenute. E poi la gente, i lettori, hanno modo e tempo di capire. Difendono la libertà di stampa. E' il sale della democrazia. Ho scritto e spedito ampi servizi sulle vicende di villa Certosa, sulle visite delle escort a palazzo Grazioli. Siamo stati invasi di mail dei lettori che erano allibiti. Non tanto per la vicenda in sé. Ma per il fatto che Berlusconi non si fosse dimesso. E' un problema di mentalità, ma anche di etica. Etica politica. Da noi, per molto, ma molto meno, le dimissioni sono obbligate. Invece da voi, in Italia, il vostro primo ministro, nonostante quello che è emerso continua ad avere un consenso che supera il 50 per cento. E' molto interessante. Lo abbiamo spiegato ai nostri lettori, abbiamo fatto anche dei sondaggi. La risposta più cliccata è stata: non si dimette e ha così tanto consenso perché controlla la maggioranza della stampa e delle tv".

La collega tedesca sorride e poi aggiunge seria: "Possiamo parlarne giornate intere. Ma di una cosa noi tedeschi siamo certi: se Angela Merkel avesse fatto quello che ha fatto Silvio Berlusconi, sarebbe andata via. Non ci sarebbe stata alcuna discussione. In politica ognuno risponde per se stesso. Sarebbe venuta in tv e avrebbe annunciato le sue dimissioni. E nessuno avrebbe mai osato parlare di complotti. Per di più comunisti".
Immagine

Immagine


Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#621
Art69 ha scritto:
realexa ha scritto:mi sento d'alemiana oggi: prevedo grandi scosse entro domani a L'aquila e quindi il G8 non si potrà fare lì.
Scosse di terremoto o avvisi di garanzia?
di terremoto, naturalmente! e naturalmente solo i sismografi del governo le registreranno. Oppure scosse provenienti da qualche no global comunista e terrorista che metterà in pericolo la incolumità dei capi di stato stranieri. Per cui bisognerà spostare il tutto. Sperando non a villa certosa!
Una donna libera è l'assoluto contrario di una donna leggera. (S. De Beauvoir)

Album
http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?f=26&t=30772
Immagine

#622
La porcata un po' meno porca
di Marco Travaglio Nel 2005, dovendo farsi carico della legge Cirielli salva-Previti che il senatore Cirielli aveva appena rinnegato, il sottosegretario forzista alla Giustizia, Luigi Vitali, raccontò di averne parlato con Berlusconi. Questi gli aveva domandato: «Davvero la legge è una porcata?». L’aulico sottosegretario aveva risposto: «Non è più porca di tante altre». Nessuno, allora, si domandò se si possano misurare le leggi in base alla loro maggiore o minore porchitudine. Né se sia meglio una legge porchissima che ha il 99% di probabilità di essere cancellata dalla Corte Costituzionale e dunque di non entrare mai in vigore, o una legge porca ma solo un po’, che rischia di restare in vigore per sempre.

Ora però è il caso di parlarne, visto quel che sta accadendo con la porchissima legge Al Fano sulle intercettazioni (a proposito: mercoledì sera, notte bianca anti-bavaglio all’Alpheus di Roma) dopo l’intervento di "moral suasion" del Quirinale. Qualche ingenuo ha brindato all’iniziativa del capo dello Stato di convocare il Guardagingilli Angelino Jolie per comunicargli che, così come la legge è uscita dalla Camera, lui non la firma. Dunque va «migliorata» al Senato, per allargare un po’ la libertà di stampa e il potere dei giudici di intercettare ancora un po’ (quasi che si potesse trattare sui princìpi, come al mercato).

In realtà, c’è tutt’altro che da stare allegri. Anzitutto perché le porcate non si migliorano: si cancellano e basta. A nessuno verrebbe in mente di migliorare un cumulo di letame con una goccia di Chanel, n. 5. Eppoi, come lo stesso Presidente ripete continuamente, «mentre il Parlamento lavora, il capo dello Stato tace». Cioè attende che la legge venga approvata, per poi valutare se promulgarla o rinviarla alle Camere. Eppure sempre più spesso, con una prassi decisamente «creativa», il Colle fa sapere in anticipo al governo quali leggi firmerà e quali no. Col risultato che poi, se la legge viene modificata su richiesta del Quirinale, il Quirinale ne diventa coautore e corresponsabile, mettendo la Consulta in grave imbarazzo (esclusi gli ermellini compagni di merende di Al Tappone, s’intende). Lo scopo della <CF161>moral suasion</CF> sulla porcata Al Fano è duplice: «migliorarla» un tantino, per renderla un po’ meno porca; e risparmiare a un governo già abbastanza screditato l’ennesima figuraccia. Così ora la porcata porchissima verrà trasformata in una porcata porchina, magari con due-tre giorni di galera in meno per i giornalisti e due-tre intercettazioni in più per i magistrati. Al Tappone avrà portato a casa ciò che vuole in barba alla Costituzione, e con l’avallo e il timbro del Quirinale. E le speranze che la Consulta faccia a pezzi la porcata diminuiranno di un bel po’. Bel risultato, non c’è che dire.PS. Ringrazio i colleghi e lettori che mi hanno scritto dispiaciuti per il mio commiato dall’Unità (con cui continuo per tutta l’estate questo appuntamento). Chi vuole proseguire il dialogo con me, mi trova su antefatto.it e voglioscendere.it.

06 luglio 2009

#624
G8: Carla Bruni e Mara Carfagna, il mancato incontro delle first lady
Posted on Luglio 7, 2009 by titolando
Il G8 è alle porte e già arriva la prima defezione ufficiale d’oltralpe. Carla Bruni non andrà a Roma assieme alle altre mogli dei capi di stato. Lei afferma che “il G8 è all’Aquila dove la terra ha tremato”, non a Roma. E’ per questo che la moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, sempre molto legata alle sue radici italiane, non parteciperà al programma romano per le first lady. Intende stare con la gente che soffre, fra le rovine.

Niente visita in Vaticano e niente visita al Quirinale. La Bruni si recherà presso qualche tendopoli, nel centro della città e in particolare all’ospedale San Salvatore. Poi nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, la cui ricostruzione sarà patrocinata dalla Francia.

Carla Bruni è una donna di sinistra che spesso è stata in contrapposizione con il governo italiano. In particolare prese una netta posizione sui reduci degli anni di piombo rifugiati in Francia, tra cui c’era l’ex brigatista e sua amica Marina Petrella. Ufficialmente Carla vuole “stare fra la gente colpita, sincerarsi delle sue condizioni, delle loro condizioni psicologiche”.

La sua scelta fa termare più di qualche esponente del governo italiano e vuole marcare una netta posizione di distacco. Carla Bruni sa bene che le condizioni psicologiche delle persone che vivono nelle tendopoli abruzzesi sono molto “compromesse”. Così come sa bene che i convivi mondani delle First lady del mondo non sono ben visti dalla sinistra di nessun paese.

Inoltre è consapevole del rischio di un confronto giornalistico tra la sua persona e quella di Mara Carfagna. Paragone che suonerebbe come un offesa alla Francia intera.
Il problema sta tutto nell’attuale situazione matrimoniale di Silvio Berlusconi che gli impedisce di avere la propria consorte, Veronica Lario, a ricevere le altre mogli dei presidenti del G8. A Roma, gli onori di casa saranno fatti dalla moglie del Presidente della Repubblica e dal Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.

Questa scelta denota un cattivo gusto, tutto italiano, che, forse, sarebbe troppo per la popolazione francese. Sicuramente la stampa internazionale rimarcherà questa decisione.Sia Carla, sia Mara hanno un passato nel mondo dello spettacolo. Entrambe sono due belle donne. Sono eleganti e suscitano l’interesse e l’ammirazione della stampa. Però un confronto d’immagine tra queste due donne non s’ha da fare. Questo Carla Bruni lo sa bene e lo sa anche il governo francese.

Lei è la premiere dame, mentre Mara Carfagna non lo è. Inoltre, la Carfagna è stata oggetto di polemiche per una sua presunta relazione con Silvio Berlusconi. Questo già all’epoca della sua nomina a ministro. Il Ministro reagì come nel miglior stile berlusconiano. Non rispose alle critiche, fece finta di nulla e continuò il suo lavoro come se niente fosse. Esattamente la stessa strategia del Presidente del Consiglio di oggi.

Il problema è che gli scandali sessuali odierni del Premier modificano anche l’ottica dello scandalo precedente. Silvio Berlusconi viene accusato di intrattenersi con “escort”, pagate per allietare lui ed i suoi ospiti. Il compenso minimo per queste feste sarebbe di 1.000 euro per la cena ed i balli di corte. Il dopocena sarebbe retribuito con maggiorazioni del 1′00% sulla tariffa base. Almeno così si legge dalle dichiarazioni delle escort.


Se Mara Carfagna ha avuto una relazione con Silvio Berlusconi, è facile desumere che questo rapporto non si sia configurato come “un classico innamoramento”, tra una giovane donna e un uomo sposato. Al contrario, esso potrebbe essere nato dallo stesso seme di “libertinaggio gaio” che viene descritto dalle cronache giornalistiche attuali. Criticato anche dalla CEI.
Il che lascia spazio all’ipotesi che anche Mara Carfagna abbia partecipato a questi convivi. E che la sua nomina a ministro sia equiparabile alle candidature delle altre escort.

Questo pensiero è sicuramente balenato nella testa di Carla Bruni che, smentendo un luogo comune, è bella ma non è stupida. Presentarsi a Roma implicherebbe un confronto tra due belle donne italiane, ma non sottolineerebbe le sostanziali differenze tra le loro due personalità e il loro passato.

Mara non è mai stata una donna di successo nel mondo dello spettacolo, nè in tv nè al cinema. Non ha brillato come ministro. Gli unici due suoi interventi saltati alla cronaca dei giornali hanno riguardato “il mancato riconoscimento del patrocinio del gaypride” e la legge “sulla prostituzione”.

Da quanto la Carfagna è Ministro delle Pari Opportunità le aggressioni nella capitale agli omosessuali sono diventate quasi quotidiane. Il clima omofobo ha raggiunto livelli tali tanto che anche il Centro Studi Teologici di Milano ha dovuto intervenire in materia con una nota alla stampa (tra l’altro postata anche in questo blog). Mentre la legge sulla prostituzione è diventata oggetto d’imbarazzo. Quando un primo ministro viene accusato dai giornali di essere un “consumatore” di sesso a pagamento, diventa difficile che il governo da lui presieduto possa legiferare liberamente in materia. Senza contare che il Ministro stesso è stato sospettato di partecipare a tali convivi, tanto da insinuare che la sua nomina fosse dovuta più a “diversi talenti” che non a professionalità e competenza.

Dall’altro lato Carla è una donna emancipata che nel suo campo, sopratutto nella moda, ha ottenuto riconoscimenti internazionali. E’ una donna aperta di pensiero che ha saputo vivere in maniera coerente con la sua visione del mondo. Libera e libertina non ha mai avuto la necessità di nascondere il proprio stile di vita e, con esso, le proprie idee. Carla frequenta ed è amica di intellettuali, tanto da averli avvicinati all’Eliseo, combatte per cause sociali e anche per l’emancipazione degli omosessuali.

Così mentre la prima si castiga dietro a mise monacali, come per voler far dimenticare la sua storia da modella sexy di scarso successo, e cerca l’appoggio di quella parte di Chiesa sempre pronta ad accogliere nuove Maddalene, la seconda mantiene alta la propria visione del mondo, affiancando da donna di idee di sinistra un primo ministro, esponente della destra francese.E’ questo accostamento la vera causa della defezione romana di Carla. Accostamento che Carla Bruni non vuole e che rischierebbe di metterla impropriamente sullo stesso piano di Mara Carfagna, avvicinandola a quel “pensare” italiano che umilia le donne considerandole puro oggetto estetico e vendendole come gadget divertente da compagnia. Visione femminile che in terra di Francia viene considerata pura “cecità” e deprecabile “ignoranza sociale”.

#625
boh? che dire?
che brutto articolo, quanti pettegolezzi... concordo su quanto scritto sulla Carfagna, però non credo che Clio Napolitano, nel fare gli onori di casa insieme a lei, si faccia tutti i problemi che l'articolista pensa si stia facendo Carla Bruni.
Immagine
Immagine

Casa Spozilli
Babyzillo

#626
Vabé ma quell'articolo è ridicolo... non entro nel merito della questione Carfagna, ma la Bruni pare Maria Goretti :lol:
Parlatemi della Obama o chiunque altra, ma Carla Bruni, diamine :lol: :lol:

#627
Cla' ha scritto:Vabé ma quell'articolo è ridicolo... non entro nel merito della questione Carfagna, ma la Bruni pare Maria Goretti :lol:
Parlatemi della Obama o chiunque altra, ma Carla Bruni, diamine :lol: :lol:
quoto il Clapensiero...
The sisterhood of The Calf 40

#628
stefania_b ha scritto:
Cla' ha scritto:Vabé ma quell'articolo è ridicolo... non entro nel merito della questione Carfagna, ma la Bruni pare Maria Goretti :lol:
Parlatemi della Obama o chiunque altra, ma Carla Bruni, diamine :lol: :lol:
quoto il Clapensiero...
era quello che volevo dire anch'io :)
Immagine
Immagine

Casa Spozilli
Babyzillo