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#661
Il Messaggero


Silvio normale, miracolo

Ce l'ha fatta, ce l'ha quasi fatta. Un ultimo sforzo di autocontrollo, un ulteriore aiutino da parte di Obama, la speranza che Carlà non lo provochi spingendolo a reagire nervosamente, e poi Berlusconi potrà dire di aver portato a casa il G8. Di essere scampato all'assedio mediatico internazionale, di aver deluso quanti si aspettavano - se non le scosse di terremoto che avrebbero finalmente inghiottito lui e altri suoi colleghi, ma non Obama perchè quello non si tocca - il tonfo dell'Orco di Arcore sotto i riflettori del mondo a causa di qualche sua mega-gaffe o dell'arrivo di foto imbarazzanti o del lancio di qualche nuova inchiesta giudiziaria.

E invece? Sta, miracolosamente, filando tutto liscio per il Cavaliere che in questi mesi ha fatto di tutto per attirarsi la cattiva sorte e costruire la propria sfortuna. Però, oggi, all'ora di pranzo si svolge la conferenza stampa finale del G8. Ed è l'ultima occasione che Silvio ha per rovinare tutto a proprio personalissimo danno. L'insicurezza - come quella dei giorni della vigilia del summit - a lui giova, perché lo rende normale. La sicurezza invece lo porta ad eccedere. Speriamo che non ne stia riacquistando troppa.

#662
La libertà di Berlusconi
La conferenza stampa di Silvio Berlusconi, ieri all'Aquila, era molto interessante. Perché sembrava veramente di una veghezza senza pari. Frasi, slogan, sorrisi e soddisfazioni per il clima politico, ma in realtà c'era un nodo su cui Berlusconi non ha potuto far altro che glissare: il nodo dei nostri aiuti all'Africa. Mi stupisco che nessun giornalista presente abbia chiesto al presidente Berlusconi se sia vero quello che riferisce uno dei commentatori più autorevoli del mondo, Quentin Peel sul "Financial Times", ovvero che l'ex segretario generale dell'Onu, Kofi Annan ha mandato una lettera personale a Berlusconi con toni durissimi. Perché non sono stati mantenuti gli impegni del precedente G8 sugli aiuti all'Africa. Nessuno ha chiesto perché Bono Vox degli U2 e poi Bob Geldolf hanno ironizzato sulle promesse dell'Italia riguardo alla percentuale italiana del Pil negli aiuti ai paesi africani. Berlusconi aveva promesso di destinare l'1 per cento del Pil ai paesi poveri. Eppure rimaniamo il paese ricco che rimane all'ultimo posto per gli aiuti al terzo mondo, e siamo lontanissimi da quella cifra.
Berlusconi in conferenza stampa si giustifica imbarazzato, e dice che non abbiamo ancora pagato, ma pagheremo. In realtà non abbiamo ancora pagato, pagheremo, e pagheremo molto poco, e soprattutto assai meno rispetto a quanto era stato promesso da Berlusconi in persona. Tutto questo non è un dettaglio. Poi si può continuare a fare i titoli di giornali e telegiornali, con le foto glamour, con i vestiti delle first ladies, con i sorrisi a Coppito, e i tiri a canestro di Barack Obama. Possiamo continuare a titolare che siamo un paese che ha organizzato magistralmente il G8, e che siamo tutti contenti perché le cene sono andate tanto bene. Possiamo aggiungere anche la notizia bizzarra della passeggiata in autostrada di Gheddafi, che si era stancato della limousine. Ma nessuno dice che anziché dare i soldi promessi ai paesi africani, davanti allo sconcerto di Annan, e di tutti gli osservatori, noi i soldi dall'Africa li prendiamo, esattamente dai fondi libici di Gheddafi. E non è male.
L'Onu ha già detto chiaramente che sul clima il G8 è stato già un fallimento. La Cina continua a fare quello che le pare. E nelle prime pagine dei siti dei maggiori giornali del mondo, ci vuole lo zoom per trovare notizie del G8, contrariamente ai giornali italiani che fanno dirette su dirette. Ma è la stampa, bellezza, diceva qualcuno, e tu non puoi farci nulla. Rimane però scolpita nelle montagne abruzzesi la frase di Berlusconi, sempre in conferenza stampa: "Soltanto una democrazia può dare la libertà". Oddio una democrazia non dà. Una democrazia è. Ed è dal basso, ovviamente. Non viene data, la libertà. Le democrazie non si donano, non sono octroyée. Berlusconi non ha idea precisa delle promesse che fa e neppure delle dinamiche democratiche. Ma questo si sapeva già, purtroppo.
L'unita'

#663
LA STAMPA
Sepolto Bush, tante lodi al
presidente Usa. Che ricambia:
«Una grande conduzione»
UGO MAGRI
L’AQUILA
Obama non sa di spezzare il cuore all’Italia progressista. Però Berlusconi gli fa una corte così assidua, talmente appassionata. E poi nel G8 si mostra alleato non soltanto fedele, ma pure umile, deferente, rispettoso. Addirittura pronto a ripudiare la vecchia amicizia con Bush, pur di sedurre il nuovo padrone... Insomma, il presidente degli Stati Uniti dà spago al Cavaliere. Gli fa da scudo nel momento più periglioso. E Silvio ne approfitta. Alla grande. Ieri, nuovo passaggio televisivo insieme, con la scusa di presentare l’Istituto globale per la cattura e il sequestro di carbonio, iniziativa cui Obama tiene in modo speciale. Due palchetti piazzati fianco a fianco: uno per il presidente Usa, l’altro per Berlusconi. Che però vi resta giusto il tempo di presentare l’iniziativa e di cedere il microfono al primo ministro australiano. Abbastanza comunque perché l’Italia intera riveda la strana coppia, 24 ore dopo le immagini toccanti della visita di Obama alle macerie aquilane.

Con tale sponsor, ignaro o consapevole, non stupisce che Berlusconi ritrovi il coraggio. Al punto da affrontare quei giornalisti che, chiacchierando con Vespa, definisce «una categoria di personaggi...» (sempre meglio dei politici, lo frena il conduttore di «Porta a porta», e il premier conviene: «Esistono farabutti in entrambe le categorie»). Berlusconi mantiene la calma quando viene stuzzicato sulle critiche dei media: «Ci sono due tipi di realtà», argomenta pedagogico, «quella della gente normale e quella dei giornali, che tante volte è pura fantasia. Questo G8 ne è la dimostrazione lampante». Non perde le staffe nemmeno quando l’inviato di «Repubblica» gli chiede se davvero pensa che l’immagine dell’Italia sia stata rovinata dal suo gruppo editoriale. «Non avete raggiunto il risultato che volevate», taglia corto Berlusconi. In altri momenti, sarebbe stato un circo.

Giura il suo stratega della comunicazione che è tutto calcolato. Berlusconi ha scelto «di rispondere con reazioni misurate a un attacco senza misura», precisa Bonaiuti. Confermando questo feeling «che cresce» con l’amico Barack davanti e dietro le quinte. Quanto si coglie è già sufficiente. Pur di far colpo, il Cavaliere si traveste da verde, mostra un’insospettata passione per l’ambiente. Bush? Non aveva capito nulla. Sulla crisi bancaria, sui rapporti Est-Ovest, sullo scudo spaziale e neppure, precisa ora Silvio, sui cambiamenti climatici. Seppellisce George W. con tale cinismo, da far pensare che negli ultimi tempi la loro amicizia fosse di facciata: «Mentre prima l’amministrazione americana era scettica sull’utilità delle iniziative contro il riscaldamento globale, e ne dubitava anche sul piano scientifico, il presidente Obama ha preso la testa di questo movimento». Lui sì che guarda al futuro del pianeta.

Silvio ambientalista e, sulla scia di Barack, pure pacifista. Ne esalta la volontà «di portare il mondo verso la negazione delle armi nucleare», ne indossa i panni di portavoce anunciando che nel corso del G8 il leader Usa «ha proposto di mettere in atto l’anno prossimo un vertice negli Stati Uniti tra tutti i paesi che dispongono di armamenti nucleari», in vista del loro più stretto controllo. Obama lo ricompensa lodando il premier per «la straordinaria ospitalità» e la grande conduzione («great coaching») del vertice. Non è l’unico, in verità. Anche i cinesi si congratulano col Cavaliere, e pure il «faraone» d’Egitto Mubarak, protagonista di un piccolo «giallo» della diplomazia. Alla cena offerta da Napolitano, doveva sedere alla sinistra del Cavaliere. Invece misteriosamente è slittato di qualche posto, perché di fianco a Berlusconi si è messo Gheddafi, quale presidente dell’Unione africana, reduce da una passeggiata a piedi lungo l’autostrada Roma-L’Aquila.

#664
HERALD TRIBUNE

"There is no doubt Italy pulled off a tour de force of last-minute organization, spending 75 million dollars to transform a police training complex in an earthquake zone into an Olympic-style village, complete with high-quality espresso bars and wicker lawn sets. Cooks are preparing 25,000 meals over three days, and 3,700 journalists registered to attend."

si si ... questo "circo" ... stante le enormi spese già effettuate alla Maddalena.... è costato la bellezza di 75 milioni di dollari ...... equivalente di ca. 58 milioni di EUR. ........

#665
Da tempo sul mio blog sono in costante colluttazione con gli antiberlusconisti ossessivi. Di qualunque cosa stai provando a discutere, della chirurgia estetica o dei labrador,nel giro di due-tre commenti ecco il berluscomaniaco che , con modi spicci, ti riporta a tema,facendo intendere che se non parli continuamente di quello, a comporre,un antiberlusconiade,e' perche' allora sei berlusconiana, o un anima bella,o un irresponsabile perdigiorno:delle tre l'una. Non c'e' questione che non si possa ricondurre a Mr B: tutte le strade portano li' . L'antiberlusconismo e' una ragione di vita, una fascinazione che estenua e non da' tregua: L'effetto paradosso e' una fedelta' assoluta all'oggetto del contro-culto, una fede inimmaginabile perfino tra i berlusconiani piu devoti. Di Berlusconi il berlusconimaniaco sa tutto:dov'e', che cosa dice, che cosa sta facendo. Di tv e giornali ormai non ci sarebbe piu' bisogno:la comunicazione e' telepatica,costante e senza conflitto di interessi. Ognuno di noi ha il suo inner-berlusconi che lo incatena e non gli da pace. I suoi successi, tormento ed estasi,tengono viva la passione. Troppo facile far notare che spesso la repulsione e' solo l'altra faccia di un inconfessabile attrazione. E che comunque per questa strada non si porta a casa nulla, visti i risultati. O dire che l'ossessione e' un epifenomeno di Berlusconi e Berlusconi un epifenomeno dell'ossessione. Il berlusconimaniaco non si lascia scoraggiare. E anzi, fa proseliti, e' contagioso. Si deve essere robusti, per non ammalarsi di antiberlusconite . Cosi' quando vedo che un giornalista come Giovanni Valentini, gia' direttore dell'Espresso ed editorialista di Repubblica, per Longanesi ha scritto “La sindrome di Arcore”, ovvero quell'impasto “di ammirazione ed invidia, di subalternita' e sudditanza, di rispetto e timore che contagia trasversalmente amici e nemici, sostenitori e avversari...una dipendenza di cui siamo vittime piu o meno inconsapevoli, una schiavitu' da cui non riusciamo ad affrancarci....il berlusconismo ha finito per contagiare perfino i suoi avversari e oppositori”; ecco, quando leggo questo, mi sento molto meno sola.

Di marina Terragni Tratto da "Io Donna" del 27 giugno scorso

#666
si si ... come no ... certo ... probabilmente un po' di anni fa c'era chi si esprimeva in questi termini nei confronti dell'antifascismo e degli oppositori di Mussolini .... altro grande uomo della storia Italiana........

#667
La fiction del G8

Pino Corrias

Il G8 è il più grande allestimento di fiction che il palcoscenico del mondo conosca. Arruola migliaia di comparse armate. Attiva controlli satellitari, forze navali e aeree. Isola una porzione geografica del Paese ospitante e la occupa, la perquisisce, la sterilizza. In quello stesso luogo fa convivere il massimo del segreto (il potere) con il massimo della visibilità mediatica (la tv) in modo che uno illumini l’altro e lo moltiplichi.

Il G8 dilaga come una febbre nei palinsesti di tutte le nostre vite. Diventa lo spettacolo dei buoni sentimenti e della politica di superficie. Un grande ballo senza musica, un racconto fiabesco. Illumina i volti e i corpi di una pattuglia di comandanti in capo (detti Gli Otto Grandi) che convergono con i rispettivi staff (ognuno un aereo, un servizio di sicurezza, un plotone di esperti) per sorridersi e abbracciarsi in pubblico, e poi ritirarsi in segreto dietro a schiere di uomini armati, porte blindate, a consumare i famosi Summit “dove vengono discussi i grandi problemi del mondo”. Anzi ponderati. Mentre le loro mogli, circondate da altrettante telecamere, riflettori, bodyguard, visitano bimbi, consolano ammalati (o terremotati) bevono il tè, ma specialmente fanno shopping, ognuna esibendo una qualità peculiare, la bellezza, il sorriso, il tailleur.

Questo mentre a Urumqui, nello Xinijang, l’esercito cinese fa strage di uomini e donne uiguri; a Teheran sparano sulla folla che manifesta contro il regime di Ahmadinejad; a Mosca regna Putin e sparisce l’inchiesta sull’omicidio di Anna Politovskaja; l’Africa muore di fame, eccetera.

A L’Aquila non si è deciso nulla - clima, inquinamento, povertà del mondo, crisi finanziaria, armamenti - tutto rimandato o deciso altrove. Dell’immenso spettacolo resteranno un paio di immagini: quella di Barack Obama che stringe la mano a Gheddafi, e di Stefania Pezzopane che bacia George Clooney, e che ci sono costate quanto un intero programma alimentare per l’Africa.

Oggi i Grandi Del Mondo partiranno. Papi invece resta, andrà a rilassarsi nella spa di Arcore con metaldetector anti registratori. E i terremotati? Quelli rimangono in tenda, bye bye.
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#668
purtroppo st'ambaradan ci sarebbe costato uguale anche se al governo ci fosse stato qualsiasi altro partito e con qualsiasi PdC..
così come sono soldi mal spesi per qualsiasi paese ospite.. :roll:

ma una bella videoconferenza????? :evil:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#669
loremir77 ha scritto:purtroppo st'ambaradan ci sarebbe costato uguale anche se al governo ci fosse stato qualsiasi altro partito e con qualsiasi PdC..
così come sono soldi mal spesi per qualsiasi paese ospite.. :roll:

ma una bella videoconferenza????? :evil:
Si, al di là della opportunità o meno di farlo a L'Aquila, secondo me il G8 finisce ormai per essere uno show che non produce molti risultati concreti....
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#670
questa è bellissima..
:lol:

Non ho detto ciò che ho detto

Tutte le organizzazioni internazionali che un giorno sì e un giorno no escono e dicono: più deficit 5 del cento, meno consumi del 5 per cento, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per il 2010, la crisi si chiuderà nel 2001 (sic, ndr). Un disastro! Dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, non date, minacciate di non dare la vostra pubblicità a quei media che sono essi stessi fattore di crisi. Nonostante tutti i miasmi e i veleni e le calunnie che tentano di lanciarci addosso per sommergerci, ma da cui gli italiani vengono fuori con un maggiore attaccamento a noi, alla nostra parte politica e a me personalmente. (Silvio Berlusconi, 26 giugno 2009).

"Io non ho mai detto di chiudere la bocca agli enti o ai media e se l'ho detto non c'era assolutamente nulla di violento o meno che liberale".
(Silvio Berlusconi, 27 giugno 2009).

"Non ho detto ciò che ho detto, e se l'ho detto mi sono frainteso".
(Altan).

di Marco Travaglio.. :wink:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#671
loremir77 ha scritto:questa è bellissima..
:lol:

Non ho detto ciò che ho detto

Tutte le organizzazioni internazionali che un giorno sì e un giorno no escono e dicono: più deficit 5 del cento, meno consumi del 5 per cento, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per il 2010, la crisi si chiuderà nel 2001 (sic, ndr). Un disastro! Dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, non date, minacciate di non dare la vostra pubblicità a quei media che sono essi stessi fattore di crisi. Nonostante tutti i miasmi e i veleni e le calunnie che tentano di lanciarci addosso per sommergerci, ma da cui gli italiani vengono fuori con un maggiore attaccamento a noi, alla nostra parte politica e a me personalmente. (Silvio Berlusconi, 26 giugno 2009).

"Io non ho mai detto di chiudere la bocca agli enti o ai media e se l'ho detto non c'era assolutamente nulla di violento o meno che liberale".
(Silvio Berlusconi, 27 giugno 2009).

"Non ho detto ciò che ho detto, e se l'ho detto mi sono frainteso".
(Altan).

di Marco Travaglio.. :wink:
Mi pare una delle innumerevoli volte in cui dice una cosa e poi la smentisce :lol: :roll:
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#672
Steve... ma non ti fa pena dover essere felice perchè UNA VOLTA siamo riusciti a non fare la figura dei pagliacci?
Non ti intristisce pensare che invece di "tendere all'eccellenza", la nostra massima aspirazione è "non passare per idioti"?
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#673
Times: Obama elogia un grande leader dell'Italia ma non è Berlusconi

Roma, 09-07-2009

Al suo arrivo a Roma, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha elogiato pubblicamente il "grande leader" dell'Italia, figura eminente che riscuote "l'ammirazione di tutto il popolo italiano" non soltanto per il suo incarico pubblico ma anche per la sua "integrita' e gentilezza". "Voglio confermare che ogni cosa che ho sentito su di lui e' vera: e' uno straordinario gentleman e un grande leader di questo paese", ha
detto Obama. Ma - sottolinea l'edizione odierna del Times -, l'inquilino della Casa Bianca non parlava di Silvio Berlusconi, bensi' del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Anche il quotidiano spagnolo El Pais sottolinea in un articolo del suo inviato all'Aquila gli apprezzamenti di Obama a Napolitano, spiegando che il presidente Usa ha dato prova di "finezza e abilita' diplomatica", "con una lezione che e' stata tanto sottile quanto ferma". Obama, scrive Miguel Mora, "ha evitato tutti i riferimenti diretti al primo ministro accusato per gli scandali della prostituzione" ed ha ricevuto "una
ovazione delle forze di sicurezza e di soccorso tra le rovine del terremoto". Secondo El Pais, esprimendo apprezzamento per il presidente Napolitano, che "rappresenta nel migliore dei modi" l'Italia, Obama ha voluto utilizzare "una forma indiretta e
squisita per marcare le differenze democratiche e morali".

Il britannico Guardian, invece, torna questa mattina sulla polemica con Berlusconi e il ministro degli Esteri Frattini, che hanno parlato di "piccolo giornale", auspicandone "l'espulsione dal gruppo dei grandi giornali del mondo", e sottolinea che
critiche all'organizzazione del summit all'Aquila sono state espresse anche dal prestigioso New York Times. E cosi' il Guardian ironizza: "Se il New York Times non si qualifica come un 'grande' giornale, allora questo dovrebbe essere un club davvero
esclusivo".

(E qui si nota tutta la classe del presidente americano che sta 2 spanne più su del nostro premier, non solo fisicamente.)

#674
"Intercettazioni: altre prove tecniche di (non) funzionamento
(Bruno Tinti, Magistrato)

Quasi tutti i cittadini (beh, quelli che si preoccupano di questo genere di cose) sanno ormai che le intercettazioni telefoniche, quando arriverà la nuova legge, saranno impossibili perché, per farle, occorrerà già aver individuato il colpevole; e siccome, per i reati più gravi ed importanti (tra cui la corruzione, il peculato, la frode fiscale, il falso in bilancio e gli altri reati tipici della classe dirigente italiana) senza intercettazioni il colpevole non si individua, ecco che appunto le intercettazioni non si potranno fare. Di questo ho già parlato in un’analisi precedente, fornendo anche alcuni esempi.

Probabilmente poche persone sanno che c’è anche un altro motivo per cui le intercettazioni diventano impossibili. Dice infatti la nuova legge che le intercettazioni devono “essere fondate su elementi espressamente e analiticamente indicati nel provvedimento, non limitati ai soli contenuti di conversazioni telefoniche intercettate nel medesimo procedimento”.

Che vuol dire? Si fa prima a capirlo con un esempio.

Tizio ha violentato Caia insieme a due altre persone che però non sono state identificate. Caia lo ha riconosciuto in fotografia ma non ha trovato nessuna foto degli altri due. Il PM chiede al giudice di intercettare il telefono di Tizio nei confronti del quale il riconoscimento di Caia costituisce “evidente indizio di colpevolezza”; spera così di identificare i suoi due complici con cui, forse, Tizio parlerà servendosi del suo telefono.

In realtà, questo tipo di riconoscimenti in genere non viene ritenuto idoneo per i provvedimenti che richiedono “gravi indizi di reato” (per esempio per mettere in prigione una persona con la cosiddetta misura cautelare): troppi riconoscimenti fotografici si rivelano poi sbagliati. E il punto è che gli “evidenti” indizi richiesti per un’intercettazione sono la stessa cosa dei “gravi” indizi richiesti per mettere un indagato in prigione; sicché niente prigione, niente intercettazione.

Ma supponiamo che invece il giudice ritenga questo indizio abbastanza “evidente” o “grave” o quello che volete; magari, come nel caso a cui mi riferisco (che sfortunatamente è reale), perché il riconoscimento è stato facilitato da una particolare cicatrice che Tizio aveva sulla faccia. Il telefono di Tizio finisce dunque sotto controllo. A un certo punto, Tizio parla con Sempronio e, ignaro di essere indagato e intercettato, commenta con lui la violenza carnale commessa ai danni di Caia; e lo fa in termini tali da rendere evidente che Sempronio è uno degli altri due che hanno partecipato allo stupro: “Certo che meno male che quell’amico tuo, Mevio, te l’ha tenuta perché tu non ce la facevi” (Tizio) e “Si, ma io non l’ho dovuta pestare come hai fatto tu e me la sono goduta” (Sempronio). L’ho detto che si trattava di una violenza reale vera, queste erano più o meno le frasi pronunciate.

Che fece la Procura? Chiese ed ottenne di intercettare Sempronio. Poco dopo questi si mise a parlare con Mevio, amico suo ma non di Tizio, commentando lo stupro (erano delinquenti violenti e bestiali e anche particolarmente stupidi).

Bene, tutti identificati, “gravi indizi” in quantità, misura cautelare e tutti in prigione.

Caia non riconobbe né Sempronio né Mevio perché le percosse di Tizio l’avevano resa quasi incosciente; però, con le intercettazioni, la condanna fu facile. E, notate, il DNA di Mevio non venne trovato e nessuno confessò. Però, tutti si presero circa 9 anni.

Che succederebbe in un processo come questo con la nuova legge?

Beh, il telefono di Tizio lo metteremmo sotto controllo e identificheremmo Sempronio. Però …, eh però non potremmo mettere sotto controllo il telefono di Semprornio, perché tutto quello che abbiamo nei suoi confronti è “il contenuto di una conversazione telefonica intercettata nel medesimo procedimento”. E, come ho detto prima, questo non è sufficiente per disporre un’intercettazione. Solo che, siccome Tizio non conosce Mevio e non gli parla per telefono, senza intercettare Sempronio non identificheremo mai Mevio. I due delinquenti non confesseranno mai e men che meno riveleranno chi è Mevio (di cui non abbiamo nemmeno il DNA). Conclusione: Mevio resta impunito e violenterà qualcun’altra.

Possiamo utilizzare questo esempio per descrivere un’altra chicca di questa legge che, in verità, parrebbe proprio progettata dagli abituali frequentatori di aule giudiziarie messi in difficoltà dalle intercettazioni. Beh, ora che ci penso ….

Supponiamo che il telefono di Tizio resti muto per parecchi giorni, nel senso che le sue conversazioni non rivelano niente di importante. Però non lo possiamo mollare, non sappiamo quando parlerà con gli altri due partecipi dello stupro. E che ci parlerà, prima o poi, è sicuro: dall’intercettazione sappiamo che continua a frequentare il suo ambiente di degenerati, drogati e violenti; e che spesso e volentieri parla di donne in termini aggressivi e spregiativi. In effetti, a un certo punto, ecco la telefonata giusta: Tizio parla con Sempronio (che non è intercettato perché, come ho detto, la nuova legge non lo consente), gli racconta che ha incontrato una donna particolarmente appetibile, che l’ha pedinata, che sa dove abita e che ha già identificato un posto giusto per “farle la festa” (ho già detto che faccio riferimento a un fatto vero). Gli dice anche di parlarne con Mevio e che gli telefonerà tra un paio di giorni per prendere gli ultimi accordi.

La Procura ascolta palpitando per tutto il giorno seguente e poi … Poi più niente, perché sono scaduti i 60 giorni e l’intercettazione deve essere terminata per legge e non può più essere prorogata. Così non si sa chi sia la vittima designata, non si sa chi sia Mevio, non si sa dove e come i tre si incontreranno.

Certo, come ci ripetono fino alla nausea gli ideatori della nuova legge, si può far ricorso “ai buoni vecchi metodi di indagine”; e infatti si può pedinare Tizio e cercare di capire dove va, chi sono quelli che incontra e quando si riunirà con i due complici per commettere il nuovo stupro; e poi seguirli tutti e tre, salvando all’ultimo momento la poveretta; che in verità poteva essere salvata subito senza subire un tentativo di aggressione.

Certo che, se tutto va bene, abbiamo visto un bel film. Se invece ci si perde Tizio, oppure Tizio si accorge di essere seguito, oppure se ne accorgono Sempronio o Mevio e i tre vanno a bersi una birra e intanto progettano un nuovo appuntamento in un altro posto; oppure succede qualcosa d’altro per cui arriviamo tardi quando lo stupro è già bello che finito. Ecco, allora, avremmo la straordinaria soddisfazione di aver condotto un’indagine nel rispetto di una legge che ci mette al passo dei Paesi più progrediti, come si suol dire.

Per concludere, una riflessione: tra le tante sciocchezze dette per giustificare questa nuova legge, c’è stata anche quella secondo cui le intercettazioni vanno “ridotte” perché costano troppo: di questo si può riparlare in un’altra analisi. Ma la domanda è: quanto costa “il buon vecchio metodo di indagine”? Quanto la macchina, la benzina, i … quanti? 10, 20, 30 poliziotti necessari per pedinare Tizio, Sempronio e Mevio per 2, 3, 4, X giorni? E anche: quanto controllo del territorio non è stato possibile mentre i 10, 20, 30 poliziotti seguivano i 3 delinquenti? Quanti altri reati sono stati commessi? Quanti danni sono stati arrecati ai cittadini? Quanti ci hanno lasciato la pelle o hanno subito esperienze drammatiche? E non si sarebbe evitato tutto questo con un’intercettazione dei telefoni di Tizio e Sempronio fatta comodamente da 4 poliziotti (si chiama h. 24, un poliziotto per un turno di 6 ore)? Ma certo che si sarebbe evitato.

Serve altro per rendersi conto che la nuova legge sulle intercettazioni è stata inventata all’unico scopo di assicurare l’impunità a quelli che l’hanno inventata?"
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#675
loremir77 ha scritto:purtroppo st'ambaradan ci sarebbe costato uguale anche se al governo ci fosse stato qualsiasi altro partito e con qualsiasi PdC..
così come sono soldi mal spesi per qualsiasi paese ospite.. :roll:

ma una bella videoconferenza????? :evil:
Hai perfettamente ragione, però non se ne sarebbe fatto uno spottone a reti unificate per omaggiare il ducetto,ormai padrone del nostro paese!
Che schifo...dai!
<"Entro l'anno 2000, cucinare diventerà un hobby". >
(Verner Panton)
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Il grande,visionario, inarrivabile designer, mito del XX secolo.
I suoi arredi non includevano le cucine.