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#31
...bhe Art69....che dire....ti auguro un grosso in bocca al lupo e spero che i tuoi sogni si realizzino! Sono comunque assolutamento d'accordo con te quando dici di valutare ogni aspetto di un eventuale cambio di lavoro: sai io a volte non riesco a frenare la lingua qui in ufficio (causa titolari ......matti :twisted: ) però devo dire che è anche bello sfogarsi di brutto e tenersi ciò che si ha! Si riesce a vivere con un po di soddisfazione almeno per una settimana!
Ciao!

#32
Che dirti, cara Po. Io soffro della sindrome di Pollyanna o, se vuoi, di quella di Gianni, per la serie "l'ottimismo è il profumo della vita".
A dicembre scorso ho lasciato un lavoro che adoravo e che non ho rinunciato idealmente a svolgere prima o poi: l'insegnante. Per un altro forse più noioso e meno gratificante: l'impiegata in un ospedale. Nuovo lavoro che però non era una novità, visto che era iniziato prima di cominciare ad insegnare e per 6 anni ho svolto entrambi in contemporanea.
Proprio ieri ho scoperto che se avessi scelto di restare a scuola, oggi sarei disoccupata. Quindi primo punto a favore del nuovo lavoro.
Per superare la noia che potrebbe uccidere definitivamente le prospettive del lavoro che faccio ho trovato una strategia: non farmi gli affaracci miei. In pratica metto il naso anche in ciò che non mi compete (dalle diagnosi alle pazienti alle terapie fino alle politiche sanitarie). Faccio 1000 domande, frullo nella mia testa le risposte e poi mi faccio venire idee che stimolano il mio lavoro. Insomma cerco occasioni di stimolo anche lì dove apparentemente il mio lavoro non c'entra. Ti dirò che i risultati vengono
Una donna libera è l'assoluto contrario di una donna leggera. (S. De Beauvoir)

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http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?f=26&t=30772
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#33
Dimenticavo una cosa che non ho scritto nel mio intervento (ma come? ho fatto un intervento pesantissimo e pallosissimo e mi sono pure scordato di dire una cosa? :shock: :lol: ).

Il posto dove mi sentivo "sprecato" mi è capitato dopo 9 mesi di disoccupazione, quindi non potevo rifiutarlo, e poi, all'inizio non sapevo com'era. Oggi, spero, a 4 anni e mezzo di distanza, di poter avere un pò più di scelta.

Chiusa parentesi.
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#34
realexa ha scritto:Che dirti, cara Po. Io soffro della sindrome di Pollyanna o, se vuoi, di quella di Gianni, per la serie "l'ottimismo è il profumo della vita".
A dicembre scorso ho lasciato un lavoro che adoravo e che non ho rinunciato idealmente a svolgere prima o poi: l'insegnante. Per un altro forse più noioso e meno gratificante: l'impiegata in un ospedale. Nuovo lavoro che però non era una novità, visto che era iniziato prima di cominciare ad insegnare e per 6 anni ho svolto entrambi in contemporanea.
Proprio ieri ho scoperto che se avessi scelto di restare a scuola, oggi sarei disoccupata. Quindi primo punto a favore del nuovo lavoro.
Per superare la noia che potrebbe uccidere definitivamente le prospettive del lavoro che faccio ho trovato una strategia: non farmi gli affaracci miei. In pratica metto il naso anche in ciò che non mi compete (dalle diagnosi alle pazienti alle terapie fino alle politiche sanitarie). Faccio 1000 domande, frullo nella mia testa le risposte e poi mi faccio venire idee che stimolano il mio lavoro. Insomma cerco occasioni di stimolo anche lì dove apparentemente il mio lavoro non c'entra. Ti dirò che i risultati vengono
Fai benissimo a fare così, ma ci sono purtroppo tante tante situazioni in cui non lo puoi fare, sia nelle grandi aziende dove tutto è in un certo senso costretto dentro schemi e logiche di funzionamento (ma io avevo trovato il modo di divertirmi in quella grande azienda che citavo: con un collega con il quale inizialmente non andavo d'accordo siamo finiti simpaticamente a sfotterci e a fare le gare tra di noi per chi faceva le cose prima e meglio, evitando di dirlo alla direzione che ci avrebbe cacciato entrambi a calci nel sedere.... e ancora a 7 anni di distanza mi mangio le mani per esser venuto via) sia nelle piccole aziende (dove, vedi mio ultimo datore di lavoro, non so se fosse più ottuso il mio titolare od il commercialista....).
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#35
dg80 ha scritto:Il mio problema è che il lavoro c'è e anche troppo. La mattina però mi alzo scazzato, stanco, arrivo in ufficio, mi siedo alla mia scrivania convinto di mettermi a testa bassa sulle cose da fare, accendo il pc e... non faccio niente di ciò che mi ero ripromesso. Il lavoro di programmatore tutto sommato non è male, un tempo mi appassionava ma da qualche tempo programmiamo con modalità troppo complesse, tortuose, che so bene che non mi varranno come esperienza "rivendibile"... forse è questo che mi sta deprimendo. Passo tutto il giorno "vivacchiando", poi esco dall'ufficio stanchissimo anche fisicamente [quando trotterellavo per 8 ore ero bello attivo a fine giornata], nervoso, intrattabile e mi ripropongo che dal giorno successivo DEVO cercare di farmi piacere il mio lavoro... e così via...
pensavo esattamente queste cose stamattina mentre venivo al lavoro ...è una magra consolazione ma è conformante sapere di non essere soli ...
Copiare da uno è plagio, copiare da molti è ricerca

#36
mi unisco al coro... sono ormai mesi che voglio andarmene da un lavoro che non mi ha mai dato grandi soddisfazioni, ma finchè c'era la ristrutturazione da seguire non potevo lanciarmi in nuove avventure, e poi almeno dal punto di vista economico non posso davvero lamentarmi.
Ora la ristrutturazione è finita, il mio capo - causa suo trasloco e nascita di un figlio - non passa un'intera giornata in ufficio almeno da 5 mesi, il lavoro manca e io perdo un minimo di 11 ore al giorno DA SOLA tra ufficio e tragitto casa-lavoro, per poi correre a casa e ammazzarmi nelle faccende domestiche.
Io e il mio ragazzo siamo entrambi insoddisfatti del nostro lavoro, col risultato che le poche ore che passiamo insieme sono piene di tensioni.
Tengo d'occhio gli annunci e faccio qualche colloquio, ma più che tempi determinati, sottopagati e sempre lontani da casa, non trovo!
Vorrei andare in un'azienda seria, dove ci sia da darsi da fare ma anche le soddisfazioni, non voglio sprecare i miei "talenti" e la mia voglia di fare in questo buco...
Poi ogni tanto mi assalgono i dubbi, e penso che forse se cambiassi troverei altri probemi, ci sono talmente tante persone insoddisfatte intorno a me-
"A clean house is the sign of a wasted life"

#37
Rientrata stamattina con la stessa voglia di far bene di ieri.......e poi leggo di vreal e penso che alla fine e' quello che ho fatto io fino a prima delle ferie.... non farmi mai i cavoli miei..... ma non e' colpa mia se sono veloce e faccio le cose fatte bene e poi mi rimane ancora tanto tempo per imparare......

E poi se devo essere sincera i cambiamenti paventati a fine anno mi spaventano non poco...... vedremo, intanto da venerdi' sera sono in ferie..e questo non guasta! :wink:
http://album.alfemminile.com/album/casaerikaelio3
psw:in MP

discussione e commenti:
http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?t=59355

#38
Mi aggiungo al coro. Con in più un'atmosfera aziendale deprimente sono due mesi, quasi tre, che non ho stipendio e dopo essere tornata dopo due settimane di ferie il mio capo non mi ha neanche detto buongiorno, mi è passato davanti come fossi trasparente! :shock: :( . Ci sono rimasta malissimo! Eppure dovrei esserci abituata! Non ho riconoscimenti, non ho stimoli, anzi se anche avessi buone idee bisogna che assolutamente tenga la bocca chiusa altrimenti mi fanno un xxxx così perché sono, in effetti, l'ultima ruota del carro. Vivo in un ambiente dove tutti e sottilineo tutti, sono figli di..., parenti di..., raccomandati da... Ancora mi chiedo perché mi hanno assunto... ma forse un'idea me la sono fatta. E hanno il coraggio di adoprare la parola meritrocrazia. Spero che il primo che la pronuncia gli vada di traverso e ci si strozzi! :twisted:
B1
Sweet home

#39
Io avrei poco da lamentarmi dal punto di vista lavorativo, in teoria.
Senza scendere in particolari ho studiato anni e sudato molto per ottenere prospettive migliori di quelle che la mia sola laurea poteva offrirmi, e ci sono riuscita, lavoro a tempo indeterminato, stipendio buonino, possibilità di carriera (in teoria). E di questo ne sono contenta, poi pero' capiti nel posto "sbagliato"....anzi sfigato e ti ritrovi un capo incompetente arrogante e maleducato, una organizzazione lavorativa inesistente e con dei colleghi che sembra vivano fuori dal mondo e si scannano per avere il lavoretto migliore.....e ti passa la voglia di andare a lavorare!
Ora cambierò sede per fortuna, sarò più vicina a casa (fortuna non indifferente) e faro' un lavoro leggermente diverso, spero di trovarmi bene!
E' triste leggere tanti giovani scontenti del proprio lavoro, e' davvero un peccato anche se ne capisco perfettamente le motivazioni!

#40
Io lavoro relativamente vicino a casa [comunque in 30 minuti ci sono], lavoro vicino alla mia ragazza e quindi andiamo con una sola macchina, ho un buon stipendio, qui c'è abbastanza flessibilità, ma ormai non ce la faccio più qui dentro... sono anche disposto a ridurmi lo stipendio, fare più strada e dover usare la mia macchina piuttosto che restare qui a deprimermi!

#41
Ironia della sorte???

ecco un bell'articoletto fatto girare internamente oggi dalla mia azienda :shock: :shock: mi spiace che sia in inglese...
In a time during which all employees are doing more, “knowing what we do is appreciated is more meaningful than ever,” according to Patricia Philiph, manager of learning and development.

“Genuine thanks doesn’t cost a thing, but it goes a long way and is a special type of one-on-one employee recognition,” Philiph said. “Think of a time someone thanked you for your efforts and you thought, Wow, that made my day! Many of us value those moments—whether it was verbal or even by e-mail.”

In her book, “365 Ways to Motivate and Reward your Employees Every Day—With Little or No Money,” Dianna Podmoroff says effective recognition should be: genuine, spontaneous, personal, specific, timely and public (unless the individual is uncomfortable with high visibility).

An important spinoff of recognition is motivation, according to Podmoroff. “You get the best effort from others not by lighting a fire beneath them, but by building a fire within them.”

Following are examples of how to make the workplace more positive by remembering to recognize and value others:

• All: Be creative in recognizing peers, teammates and direct reports. Read more about effective recognition and start practicing it on a daily basis.

• Managers: When recognizing employees, use as many of Podmoroff’s six factors of effective recognition as possible. For example, if an employee completes a project on time in spite of unexpected hurdles, instead of simply saying, “Good job,” say, “Thank you for the extra time and effort you dedicated to the project. I realize that you had to overcome a number of unexpected challenges. I know it was not easy and I appreciate what you were able to accomplish. In addition, the project has been very well-received.” If you hear positive feedback on the work that an employee has done, make sure to share it with the employee.

• Employees: In today’s environment, collaboration is a key to staying competitive. Working together on a common goal is an everyday occurrence, but it’s important to recognize your teammates, Philiph said. In meetings, when appropriate, publicly thank team members for key tasks they accomplished. When reviewing results with a manager, recognize specific team members for their contributions to make the team’s accomplishments more personal.
album: http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 78#p358144" onclick="window.open(this.href);return false;
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#42
Leggendovi in un certo senso mi sono un pò consolata ....
lavoro da tanti anni e per carità in un momento come questo capisco che lamentarsi del proprio lavoro sicuro è negativo, però avrei una gran voglia di cambiare lavoro, avere stimoli nuovi, lavorare in un ambiente che riconosca il merito, apprezzi chi sa darsi da fare non chi .... meglio non continuare.
Lavoro da tanti anni nello stesso ufficio, di rospi ne ho inghiottiti talmente tanti che qualsiasi voglia di lavorare mi è passata da un pezzo però gli orari e lo stipendio non sono malacci e considerato che una segretaria "attempata" trova poco mercato so di dovermi tener stretto quello che ho.
Mi alzo al mattino con lo stomaco che si chiude pensando che mi aspetta la "solita" giornata, rientrare dalle ferie è un trauma e quando sento le casalinghe che si lamentano della loro vita noiosa ......... :twisted: mi sale la bile ......... Ci si annoia mi dicono .... azz... fatemi provare per vent'anni poi vi dico se mi sono annoiata!!!!!!
Ma lo stipendio mi è indispensabile per vivere. A volte mi verrebbe da piangere quando penso "quando sarò in pensione potrò fare/andare ...."
Sarà che noi donne dobbiamo far star tutto dentro una sola giornata (lavoro-casa-famiglia) e per fortuna che almeno mio marito mi riconosce qualche merito lol: !
A proposito scappo dall'ufficio, dopo ore di .... mi aspetta: ritiro figli, spesa, controllo compiti, cena .....
A domani
Fede
FEDE65

#43
conniecat ha scritto:Mi aggiungo al coro. Con in più un'atmosfera aziendale deprimente sono due mesi, quasi tre, che non ho stipendio e dopo essere tornata dopo due settimane di ferie il mio capo non mi ha neanche detto buongiorno, mi è passato davanti come fossi trasparente! :shock: :( . Ci sono rimasta malissimo! Eppure dovrei esserci abituata! Non ho riconoscimenti, non ho stimoli, anzi se anche avessi buone idee bisogna che assolutamente tenga la bocca chiusa altrimenti mi fanno un xxxx così perché sono, in effetti, l'ultima ruota del carro. Vivo in un ambiente dove tutti e sottilineo tutti, sono figli di..., parenti di..., raccomandati da... Ancora mi chiedo perché mi hanno assunto... ma forse un'idea me la sono fatta. E hanno il coraggio di adoprare la parola meritrocrazia. Spero che il primo che la pronuncia gli vada di traverso e ci si strozzi! :twisted:
Motivazione della mancanza di stipendio? Crisi aziendale, inquadramento co.co.pro, o cos'altro? Occhio che i mesi non aumentino. Si possono capire le difficoltà, ma bisognerebbe che chi le sopporta ne sapesse il motivo......
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#44
Io alterno momenti in cui non vedo l'ora di andarmene a momenti in cui mi sento fortunata...

Il lavoro è abbastanza vario, mi gestisco da sola, sono vicina a casa e lo stipendio per me va bene (ora che finalmente è a 4 cifre). Non è ciò per cui ho studiato, per fortuna, ma non è neanche ciò che mi piacerebbe fare.

A volte mi sento "limitata", nel senso che vorrei fare un sacco di cose per far andare tutto come si deve, per fare veramente il mio lavoro al meglio, ma non trovo collaborazione neanche nei capi (visto che sarebbe nel loro interesse) e la cosa mi ha un po' sconfortata. All'inizio ho provato a fare tutto da sola, e in effetti era tutto come volevo, ma ho rischiato l'esaurimento e ho dovuto smettere.

D'altro canto, se penso a quei miei ex compagni di classe che sono tutto il giorno a inserire fatture nel pc, oppure a chi è ancora all'università (io dopo un anno ne avevo piene le storie e l'idea di non avere soldini miei mi faceva imbestialire), oppure a chi è costretto a casa, o a chi si spezza la schiena in fabbrica tornando a casa unto e puzzolente, mi sento privilegiata. Anche se durante l'orario di lavoro non posso cazzeggiare in internet perchè ho lo schermo rivolto verso tutti e perchè ogni mezzo secondo qualcuno urla il mio nome, anche se potrei guadagnare di +, anche se mi mettessi a fare qualche corso serio di webdesign potrei fare ciò che mi piace, anche se vengo trattata come una ragazzina ignorante, anche se mi trovo a che fare con clienti che parlano solo in dialetto usando i bestemmioni come intercalare, anche se ho a che fare con gente che mi urla in faccia mentre sono al telefono.

E quando, dopo aver pensato tutto questo, mi viene in mente che quando andrò a vivere col mio moroso dovrò lasciare tutto questo per andare a finire chissà in che posto a fare chissà cosa (sempre se non resterò appiedata), mi viene un po' di tristezza e parechcio PANICO. :shock:
I'm a mess, but at least I know how I can make you laugh like no one else - The R.
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--> La strana casetta di Kia (ingresso libero)

#45
Art69 ha scritto: Motivazione della mancanza di stipendio? Crisi aziendale, inquadramento co.co.pro, o cos'altro? Occhio che i mesi non aumentino. Si possono capire le difficoltà, ma bisognerebbe che chi le sopporta ne sapesse il motivo......
Il motivo è una crisi aziendale. Dopo una ristrutturazione che ha visto il licenziamento di più di 30 persone adesso aspettiamo un nuovo finanziamento ma per il momento siamo senza stipendio da due mesi e fra pochi giorni saranno addirittura tre. Oltre ad essere sottoinquadrati, sfruttati perché si fanno le cose presto e bene, senza riconoscimenti di alcun tipo perché avendo il capo cito: "tutto quello che fai è perché te lo dice il capo" Seee... se aspetto il capo chissà dove saremmo ho passato gli ultimi due anni con la spada di damocle del licenziamento sulla testa ed è stressante lavorare così. Solo che sono fortunata perché comunque ho un contratto che tanti si sognano e spero sempre che le cose si sistemino. Ecco perché continuo a venire al lavoro! :|
B1
Sweet home