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#871
L'EDITORIALE DEL PAIS
Meglio non frequentarlo
Al termine di un incontro con Zapatero,
Berlusconi esibisce la sua confusione tra pubblico e privato


Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi è ormai una compagnia poco raccomandabile. Lo ha potuto verificare ieri Zapatero, che ha dovuto sopportare, insieme a numerosi ministri dei due Paesi, le deliranti e mortificanti spiegazioni sul reclutamento di giovani donne per le liste elettorali del Popolo della libertà, sulle sue riunioni e feste con decine di donne dedite alla prostituzione e sulle sue accuse screditanti nei confronti di El Pais e di quella stampa italiana ancora al riparo dalla sua voracità di proprietario di media e dai suoi sforzi per limitare la libertà d'espressione.

Quello che sta trasformando Berlusconi in un personaggio inadeguato a un Paese serio e a un governo presentabile, togliendogli qualunque capacità di dialogare con autorevolezza con i suoi omologhi, non è la sua vita privata, ma proprio la confusione delirante fra pubblico e privato con cui ha organizzato la vita politica italiana.

La conferenza stampa al termine del vertice bilaterale fra i ministri è la migliore dimostrazione di questa esecrabile mescolanza di generi, che si produce perfino al momento di fornire le spiegazioni che i giornalisti legittimamente gli chiedono. Quasi dieci minuti sono durate le sue prolisse spiegazioni, condìte di egolatria e di umorismo maschilista e rissoso, sempre più complicate mano a mano che tra i presenti, spagnoli e italiani, si diffondeva l'imbarazzo.

Su Berlusconi in questo momento ricade il sospetto di usare il suo potere personale nella designazione di alte cariche dello Stato e nella formazione delle liste elettorali per ottenere favori sessuali. Lui stesso ha documentato e ieri ha perfino esibito come imbarazzante spiegazione sulla sua vita sessuale la propria vulnerabilità di uomo pubblico a cui può capitare di vedersi presentare delle belle ragazze, che naturalmente gli cadono ai piedi sedotte dal suo fascino, per ottenere in cambio favori politici o economici. Nulla si può dire della vita privata di chi sa preservarla, ma nel suo caso è stato lui stesso, i suoi stessi mezzi di comunicazione e la sua ex moglie che hanno scoperchiato tutto quanto, nel caso di quest'ultima segnalando il suo rapporto malato con ragazze minorenni, qualcosa che certo non potrà essere oggetto di incriminazione giudiziaria in Italia a causa della corazza legale che lui stesso si è costruito intorno.

Frequentare Berlusconi, il cui Paese fa parte del G8, è diventato un problema politico in più nella complessità delle relazioni internazionali. Ma quello che lo squalifica come governante è la sua vulnerabilità di fronte a qualunque pressione occulta, frutto delle circostanze che lui accetta per appagare la propria vanità e il proprio ego. La Chiesa, profondamente infastidita dai suoi comportamenti e oggetto dei suoi attacchi, ha deciso di trarre profitto dalla sua debolezza politica ottenendo interventi giuridici proprio nel campo della morale. Ed è chiaro che molti altri possono seguire la stessa strada.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi su El Pais. Traduzione di Fabio Galimberti)

#872
chiaretta ha scritto:
niumax ha scritto:se mi tolgono report giuro che butto la tv.. però hanno già ricevuto offerte da un'associazione di avvocati che offrirebbero il patrocinio gratuito..se vi interessa creco il comunicato stampa
brava! mi faresti un favore, lo sto cercando anch'io!
azz..non lo trovo..ieri ero in ospedale e mi hanno azzerato tutto..devo vedere se al ced sono disponibili o mi ci mandano..

#873
La lettera a Napolitano. Domenica il Presidente Giorgio Napolitano ha visitato Onna e poi ha assistito al concerto di Riccardo Muti nella caserma di Coppito. Ai cronisti ha detto di avere incontrato "gente sorridente, che crede molto nelle istituzioni". Vittorio Alvino, del comitato Rete AQ, gli ha scritto questa lettera aperta, sottoscritta e condivisa da tutti gli altri Comitati (Da 3.32 a Campagna 100%) che vogliono una ricostruzione vera della città e degli altri Comuni.

Caro Presidente, le cronache sulla sua visita di ieri nella nostra città, a cinque mesi dal terremoto del 6 aprile, parlano del calore con cui gli aquilani l'hanno accolta e riferiscono del conforto da lei espresso nel vedere, dopo tutto quello che è successo, "fiducia e gente sorridente" che "crede molto nelle istituzioni". Altro, a parte le note di colore, non è stato riportato. Sappiamo che ha parlato con i responsabili della Protezione Civile, con i rappresentanti locali. Ha avuto modo di chiedere, di vedere e di informarsi. Ma non ha aggiunto altro.

E' vero caro Presidente. Noi, anche quelli che non erano lì a stringerle la mano o ad ascoltare l'inno di Mameli, crediamo molto nelle istituzioni. Anzi moltissimo. Perché per noi le istituzioni rappresentano la possibilità di affrontare insieme i problemi di una comunità per risolverli insieme. Quindi dato che di problemi, dal 6 aprile, ne abbiamo un po' più del normale, nelle istituzioni crediamo molto, anche perché ne abbiamo molto bisogno. Questo lei lo sa, lo ha visto. Ha visto la distruzione immensa. Sa, come tutti noi, che da un evento del genere non ci si riprende se non attraverso sforzi collettivi eccezionali e soprattutto attraverso le scelte giuste. Altrimenti, semplicemente, le città e i paesi muoiono.

Ha visto, caro Presidente, il sorriso riaffiorare su qualche volto degli abitanti di Onna. Perché dopo i troppi lutti e la sofferenza di cinque mesi di tenda, potranno avere un tetto nel piccolo villaggio di case di legno che sorge accanto al paese distrutto. Ha potuto capire, caro Presidente, che la speranza è nel poter riallacciare i fili spezzati con le persone e i luoghi. E' poter restare insieme e restare lì. Vicino alla tua casa rotta, o mezza rotta, smozzicata, scoperchiata, ma che è la tua casa. La speranza è di ricostruire la casa, la scuola, le strade e le piazze e di ritrovarsi insieme.

Ma sulla strada che dall'Aquila conduce ad Onna, caro Presidente, avrà visto anche il cantiere di Bazzano, dove si costruisce il più grande dei 19 nuovi insediamenti destinati ad ospitare chi ha perso la casa. E' il Piano C. A. S. E. voluto dalla istituzione Protezione Civile, previsto da un decreto legge dell'istituzione Governo, convertito in legge dall'istituzione Parlamento, approvato con il sostegno convinto dell'istituzione Regione Abruzzo e con l'avvallo delle istituzioni Provincia e Comune dell'Aquila. E questa è tutta un'altra storia. Ed è, purtroppo, quella vera che nulla ha a che vedere con la vicenda di Onna, è il suo contrario.

Il Piano era già pronto, ambizioso e innovativo: per la prima volta gli sfollati non sarebbero stati ridotti in roulotte o container ma, dopo qualche tempo in tenda, avrebbero avuto direttamente case vere, antisismiche, ecologiche e con tutti i comfort. Circa 5.000 abitazioni per circa 15.000 persone, che vi avrebbero abitato il tempo necessario a ricostruire la propria casa.

Così 30 mila persone sono state tenute in tenda per cinque mesi e altrettante, lontane negli alberghi della costa abruzzese, perché tutti, in autunno, avrebbero potuto avere un tetto: chi riparando i danni lievi della propria abitazione, chi trovando posto nelle nuove C. A. S. E.. Ma, caro Presidente, non è andata così. Non gliel'hanno detto?

Le tende hanno cominciato a toglierle davvero, solo che le case danneggiate non sono state riparate e le C. A. S. E., quando saranno tutte consegnate (dicembre? febbraio? aprile?), non basteranno. Per cui le persone dalle tende vengono trasportate in caserma o in albergo - la destinazione viene comunicata poco prima in modo da ridurre il rischio di rimostranze. Gli alberghi dell'aquilano sono pieni e quindi decine di migliaia di persone dovranno essere piazzate in altri territori e province. Chi ha la fortuna di avere ancora lavoro a L'Aquila o ha un figlio da mandare a scuola, potrà viaggiare con mezzi propri o autobus navetta, questi - pare - messi a disposizione dalle istituzioni. Gli altri staranno lì in attesa degli eventi.

Questa è la storia di una devastazione annunciata, caro Presidente. Lo smembramento delle comunità, praticato all'indomani del terremoto, viene proseguito dopo cinque mesi e perpetuato in quelli avvenire. Perché non si è saputo e non si è voluto dare priorità alla ricostruzione ma alla costruzione del nuovo. E poi l'antico adagio resta valido: divide et impera. Se vuoi comandare sulle persone, tienile separate. Nei campi tenda, dove le persone per forza stanno insieme, è vietato distribuire volantini, è vietato riunirsi e discutere liberamente. I diritti e le libertà costituzionali, caro Presidente.
Con tutte le nostre forze, da subito, abbiamo chiesto alle istituzioni che venissero risparmiate sofferenze, denaro pubblico e le bellezze del territorio, ricorrendo a case di legno, prefabbricati e simili. Soluzioni rapide (4 settimane per averle pronte), economiche (un terzo di una C. A. S. A.), dignitose, sicure, che permettono di restare vicini nel proprio territorio da ricostruire e che possono essere rimosse quando non serviranno più. Ma non c'è stato nulla da fare. Le istituzioni non hanno voluto ascoltare.
Bisogna costruire le nuove C. A. S. E. In fretta, 24 ore al giorno, spendendo i soldi che ci sono davvero - 710 milioni di euro - e usando pure quelli donati dagli italiani. Tirando su insediamenti che saranno definitivi in tutta fretta, dove capita, senza logica urbanistica, senza minimamente rispettare criteri di prossimità ai nuclei precedenti. Intanto, tutto il resto, con l'inverno alle porte, è fermo. Il riparabile non viene riparato, il centro storico resta immerso in un silenzio spettrale. Perché?

Che farebbe lei caro Presidente, se a cinque mesi dal terremoto non sapesse dove trovare una sistemazione per la sua famiglia, una scuola per i suoi figli, un lavoro che ha perso? Se non avesse la minima idea di come e quando potrà riparare la sua casa, ammesso che ne abbia ancora una? Molti, troppi, non hanno potuto fare altro che andare via. Accettare che, almeno per un po', a L'Aquila non è possibile tornare. Ma se non ora, dopo cinque mesi, quando? Lo spopolamento in atto, diventerà progressivo e definitivo se qualcosa di importante non cambia e subito.

Tutto questo l'abbiamo denunciato, chiesto, urlato, ogni volta che abbiamo potuto e come abbiamo potuto. Di tutto questo nessuno le ha detto nulla? Perché nemmeno una perplessità, un dubbio nelle sue parole di ieri sulle scelte fatte?

Caro Presidente, ha ragione, noi ci crediamo davvero nelle istituzioni. Eppure si sbaglia, caro Presidente, perché di fiducia non ce n'è più. La supponenza, l'arroganza, l'ignoranza, la complicità, gli interessi inconfessabili, l'incapacità e l'inettitudine logorano la fiducia nelle istituzioni. Come pure il silenzio.

(10 settembre 2009)

#874
Attributi da Cavaliere
di Marco Travaglio
Niccolò GhediniI processi contro 'la Repubblica' e 'l'Unità', denunciate da Silvio Berlusconi per 1 e 2 milioni di euro di danni, si annunciano avvincenti e spettacolari quant'altri mai. Da mettersi in fila e pagare il biglietto. Il civilista del premier Fabio Lepri (studio Previti) intravede un "animus diffamandi" in vari articoli che mettono in dubbio l'efficienza degli apparati riproduttivi dell'illustre cliente presentando "il dottor Berlusconi come soggetto aduso a pretese iniezioni sui corpi cavernosi del pene o affetto da problemi di erezione". Com'è noto, l'onere della prova tocca a chi accusa. Infatti il penalista del capo del governo, on. avv. prof. Niccolò Ghedini, ha già annunciato al 'Corriere' che l'insigne assistito, in precedenza definito eventuale "utilizzatore finale" di escort, "è pronto ad andare in aula a spiegare che non solo non è un gran porco, ma nemmeno impotente". Anzi, di più: intende "spiegare a venti milioni di italiani, suoi affezionati elettori, che è perfettamente funzionante". Al momento non è dato sapere in quali forme l'utilizzatore darà in aula la plastica dimostrazione del perfetto funzionamento. Ma converrà esserci quel giorno in aula. Anche perché i legali di 'Repubblica' e 'Unità' potrebbero citare un testimone che la sa lunga in materia. Uno che il 27 giugno 2008 titolò su 'Libero' a tutta prima pagina: "Il guaio di Silvio è la gnocca". E un anno dopo, 19 giugno 2009, con agile piroetta, scrisse sempre su 'Libero' a proposito dei casi Noemi & Patrizia: "Il Cavaliere è accusato di fare ciò che dubito possa fare: dedicarsi a una sfrenata attività sessuale. Fantasie. Frequento da alcuni anni gli urologi. Questioni di prostata, data l'età. Se hai un cancrone proprio lì, la prostata va eliminata col tumore. E allora addio rapporti. Facendo strame della privacy, affermo che Silvio nel '96 fu operato di cancro alla prostata al San Raffaele. Non racconto balle se dico buonanotte al sesso. Berlusconi ha 73 anni, non ha più la prostata. La scienza fa miracoli tranne uno: quello. Ma vi sono quotidiani che hanno sprezzo del ridicolo, e insistono. Fossi in Silvio avrei la tentazione di sbandierare in tv il certificato del dottore". L'autore del dolce stilnovo si chiama Vittorio Feltri e non è omonimo dell'attuale direttore de 'il Giornale'. È proprio lui: lo stesso che ora, con grave sprezzo del pericolo, pubblica le denunce integrali ai due quotidiani che, come lui, han dubitato della virilità del Capo. In attesa che Lepri e Ghedini denuncino pure lui, c'è una sola faccia più tosta della sua: quella di un tizio che, quando Feltri fu condannato a 18 mesi per aver diffamato il defunto senatore Chiaromonte sul caso Mitrokhin, ululò sdegnato contro il malvezzo di denunciare e condannare i giornalisti: "Resto sconcertato alla notizia che Feltri venga condannato per un reato di opinione. A questo punto è definitivamente urgente depenalizzare i reati a mezzo stampa" (Ansa, 13 febbraio 2006). Era Silvio Berlusconi. Poi, col lodo Alfano, ha abolito soltanto i suoi.
(10 settembre 2009)

#875
kimikalli ha scritto:Attributi da Cavaliere
di Marco Travaglio
Niccolò GhediniI processi contro 'la Repubblica' e 'l'Unità', denunciate da Silvio Berlusconi per 1 e 2 milioni di euro di danni, si annunciano avvincenti e spettacolari quant'altri mai. Da mettersi in fila e pagare il biglietto. Il civilista del premier Fabio Lepri (studio Previti) intravede un "animus diffamandi" in vari articoli che mettono in dubbio l'efficienza degli apparati riproduttivi dell'illustre cliente presentando "il dottor Berlusconi come soggetto aduso a pretese iniezioni sui corpi cavernosi del pene o affetto da problemi di erezione". Com'è noto, l'onere della prova tocca a chi accusa. Infatti il penalista del capo del governo, on. avv. prof. Niccolò Ghedini, ha già annunciato al 'Corriere' che l'insigne assistito, in precedenza definito eventuale "utilizzatore finale" di escort, "è pronto ad andare in aula a spiegare che non solo non è un gran porco, ma nemmeno impotente". Anzi, di più: intende "spiegare a venti milioni di italiani, suoi affezionati elettori, che è perfettamente funzionante". Al momento non è dato sapere in quali forme l'utilizzatore darà in aula la plastica dimostrazione del perfetto funzionamento. Ma converrà esserci quel giorno in aula. Anche perché i legali di 'Repubblica' e 'Unità' potrebbero citare un testimone che la sa lunga in materia. Uno che il 27 giugno 2008 titolò su 'Libero' a tutta prima pagina: "Il guaio di Silvio è la gnocca". E un anno dopo, 19 giugno 2009, con agile piroetta, scrisse sempre su 'Libero' a proposito dei casi Noemi & Patrizia: "Il Cavaliere è accusato di fare ciò che dubito possa fare: dedicarsi a una sfrenata attività sessuale. Fantasie. Frequento da alcuni anni gli urologi. Questioni di prostata, data l'età. Se hai un cancrone proprio lì, la prostata va eliminata col tumore. E allora addio rapporti. Facendo strame della privacy, affermo che Silvio nel '96 fu operato di cancro alla prostata al San Raffaele. Non racconto balle se dico buonanotte al sesso. Berlusconi ha 73 anni, non ha più la prostata. La scienza fa miracoli tranne uno: quello. Ma vi sono quotidiani che hanno sprezzo del ridicolo, e insistono. Fossi in Silvio avrei la tentazione di sbandierare in tv il certificato del dottore". L'autore del dolce stilnovo si chiama Vittorio Feltri e non è omonimo dell'attuale direttore de 'il Giornale'. È proprio lui: lo stesso che ora, con grave sprezzo del pericolo, pubblica le denunce integrali ai due quotidiani che, come lui, han dubitato della virilità del Capo. In attesa che Lepri e Ghedini denuncino pure lui, c'è una sola faccia più tosta della sua: quella di un tizio che, quando Feltri fu condannato a 18 mesi per aver diffamato il defunto senatore Chiaromonte sul caso Mitrokhin, ululò sdegnato contro il malvezzo di denunciare e condannare i giornalisti: "Resto sconcertato alla notizia che Feltri venga condannato per un reato di opinione. A questo punto è definitivamente urgente depenalizzare i reati a mezzo stampa" (Ansa, 13 febbraio 2006). Era Silvio Berlusconi. Poi, col lodo Alfano, ha abolito soltanto i suoi.
(10 settembre 2009)
:lol: :lol: :lol:
Travaglio è un mito..
Carta Canta...
Carta Canta. :wink:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#876
beyoncé ha scritto:io invece la tv la guardo e quei programmi sono i miei preferiti :evil: , a parte parla con me ma solo perché in una fascia d'orario in cui mi comincia a calare la palpebra
la domenica sera senza la littizzetto e report non me la voglio nemmeno immaginare, per non parlare degli ospiti di fabio fazio...mi sa che se va in porto questa cosa mi rimarranno solo le serie tv durante la settimana...

ma io mi domando e dico: santoro non andava bene perché era troppo palesemente "fazioso", ora questi qui? la gabanelli ne ha x tutti, eh? anche per il pd
poi che significa che a SB questi programmi non piacciono? io pago il canone ma non l'unico tg che seguo è quello di mineo al mattino o il tg3 nel w-e...quindi? faccio una petizione x togliere tg 1, tg 2? io rispetto chi pagando il canone come me certi programmi li segue e li apprezza anche se a me non piacciono
Anche Report è un programma scomodo.

Durante la gestione Rai da parte di Flavio Cattaneo, dopo una puntata dove si parlava di mafia, fecero una trasmissione "riparatrice".

Io sul telecomando ho un riflesso condizionato, quando scorro i canali: dal pulsante con il 3 (Rai 3) non riesco a premere i pulsanti 4 (Rete 4) e 5 (Canale 5)... devo per forza passare al 6 (La 7) :lol:
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#878
loremir77 ha scritto:ma chi lo vota se ne rende pienamente conto???!?
è questo che mi chiedo.

gli va bene?
che uno possa togliere dalla tv di stato i programmi che considera "scomodi" per lui e il suo governo??

ma dov'è?
che pensa?
che dice?
che scuse ha?
non ne hanno abbastanza?
Come diceva un mio amico (quello che, in casa di suo padre, ha un busto di Mussolini) "guardo sempre anno zero per vedere fino a che punto arrivano le mistificazioni e la faziosità della sinistra".

E ce ne sono tanti che la pensano così......
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#879
kimikalli ha scritto:Attributi da Cavaliere
di Marco Travaglio
Niccolò GhediniI processi contro 'la Repubblica' e 'l'Unità', denunciate da Silvio Berlusconi per 1 e 2 milioni di euro di danni, si annunciano avvincenti e spettacolari quant'altri mai. Da mettersi in fila e pagare il biglietto. Il civilista del premier Fabio Lepri (studio Previti) intravede un "animus diffamandi" in vari articoli che mettono in dubbio l'efficienza degli apparati riproduttivi dell'illustre cliente presentando "il dottor Berlusconi come soggetto aduso a pretese iniezioni sui corpi cavernosi del pene o affetto da problemi di erezione". Com'è noto, l'onere della prova tocca a chi accusa. Infatti il penalista del capo del governo, on. avv. prof. Niccolò Ghedini, ha già annunciato al 'Corriere' che l'insigne assistito, in precedenza definito eventuale "utilizzatore finale" di escort, "è pronto ad andare in aula a spiegare che non solo non è un gran porco, ma nemmeno impotente". Anzi, di più: intende "spiegare a venti milioni di italiani, suoi affezionati elettori, che è perfettamente funzionante". Al momento non è dato sapere in quali forme l'utilizzatore darà in aula la plastica dimostrazione del perfetto funzionamento. Ma converrà esserci quel giorno in aula. Anche perché i legali di 'Repubblica' e 'Unità' potrebbero citare un testimone che la sa lunga in materia. Uno che il 27 giugno 2008 titolò su 'Libero' a tutta prima pagina: "Il guaio di Silvio è la gnocca". E un anno dopo, 19 giugno 2009, con agile piroetta, scrisse sempre su 'Libero' a proposito dei casi Noemi & Patrizia: "Il Cavaliere è accusato di fare ciò che dubito possa fare: dedicarsi a una sfrenata attività sessuale. Fantasie. Frequento da alcuni anni gli urologi. Questioni di prostata, data l'età. Se hai un cancrone proprio lì, la prostata va eliminata col tumore. E allora addio rapporti. Facendo strame della privacy, affermo che Silvio nel '96 fu operato di cancro alla prostata al San Raffaele. Non racconto balle se dico buonanotte al sesso. Berlusconi ha 73 anni, non ha più la prostata. La scienza fa miracoli tranne uno: quello. Ma vi sono quotidiani che hanno sprezzo del ridicolo, e insistono. Fossi in Silvio avrei la tentazione di sbandierare in tv il certificato del dottore". L'autore del dolce stilnovo si chiama Vittorio Feltri e non è omonimo dell'attuale direttore de 'il Giornale'. È proprio lui: lo stesso che ora, con grave sprezzo del pericolo, pubblica le denunce integrali ai due quotidiani che, come lui, han dubitato della virilità del Capo. In attesa che Lepri e Ghedini denuncino pure lui, c'è una sola faccia più tosta della sua: quella di un tizio che, quando Feltri fu condannato a 18 mesi per aver diffamato il defunto senatore Chiaromonte sul caso Mitrokhin, ululò sdegnato contro il malvezzo di denunciare e condannare i giornalisti: "Resto sconcertato alla notizia che Feltri venga condannato per un reato di opinione. A questo punto è definitivamente urgente depenalizzare i reati a mezzo stampa" (Ansa, 13 febbraio 2006). Era Silvio Berlusconi. Poi, col lodo Alfano, ha abolito soltanto i suoi.
(10 settembre 2009)
come siamo caduti in basso... e questo dovrebbe valere per tutti gli italiani, a prescindere dalla posizione politica, che vergogna.........
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#880
dopo il caso Boffo.. tra un pò avremo pure il caso Fini.
non può dire di non esser stato avvertito.
se osa alzar la testa... ecco pronto un bel dossier da sparare in prima pagina..
:roll:

dal Blog di Vittorio Zambardino - Scene Digitali

Dopo un centinaio di righe, quindi tante, di analisi sul “suicidio lento” di Fini, scrive oggi Vittorio Feltri sul Giornale:

“Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera . E’ sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme.“

Dev’esserci un errore nel titolo. E’ un “omicidio” annunciato, non un suicidio.


ed il commento di un giornalista di Repubblica:
un altro editoriale del direttore del Giornale, stavolta contro il presidente della Camera
"Si potrebbero ripescare vicende piccanti per montare uno scandalo"
Da Feltri un altro attacco a Fini

"C'è un dossier a luci rosse"

ROMA - L'attacco diventa sempre più pesante e sempre più diretto. Un altro editoriale di Vittorio Feltri contro Fini, con una polemica che ricorda il caso del direttore dell'Avvenire, Boffo, poi costretto alle dimissioni. Il direttore del Giornale cita un dossier contro il presidente della Camera e contro uomini a lui vicini in merito a incontri con squillo in sedi istituzionali. Una vicenda di cui il quotidiano di famiglia di Berlusconi aveva già scritto. Il "fondo" è intitolato "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento", poi un secondo titolo: "Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il Pdl".

Per tutta la prima parte, Feltri parla di politica e spiega tutti gli errori di Fini e i rischi di isolamento che l'ex leader di An starebbe correndo. Poi, all'ultimo punto, il settimo, Feltri passa all'avvertimento: "...(Fini) ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E' sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme".

La vicenda, risalente al 1999, dovrebbe essere la stessa di cui "Il Giornale" ha già scritto a giugno e riguarderebbe un giro di escort che, secondo l'inchiesta avrebbero avuto accesso a Montecitorio per "soddisfare" alcuni parlamentari o loro amici. Tre mesi fa, però, il quotidiano di Feltri ne parlava solo con riferimento a Cesa (Udc) e a uomini dell'entourage di D'Alema. Per questo era stato querelato dall'ex ministro degli Esteri.

E le iniziative del Giornale sul presidente della Camera vengono commentate, indirettamente, il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho già detto e ripeto che Fini ha tutto il diritto di porre problemi e temi di dibattito al Pdl e che non può essere criminalizzato e messo in difficoltà per queste sue iniziative perché il Pdl deve essere un luogo di incontro". Più duro il giudizio del deputato Pdl Benedetti Della Vedova: "Forse devo rileggere bene, ma per come l'ho capito io si passa dal giornalismo ad altro: se si ha una notizia la si scrive, altrimenti no, ma ammonire qualcuno perchè stia zitto non è giornalismo, nè giornalismo di inchiesta: fatico a capire".

E QUESTE SONO LE PAROLE DI UN DEPUTATO DEL PDL.. COMUNISTA ANCHE LUI?!?! :roll:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#881
Per quanto riguarda gli ex AN basta guardare le differenti posizioni di Bocchino e di Gasparri.....

Secondo me, se volesse, Fini ha i numeri per mettere in crisi il PDL.

Non che io sarei contento di una grande coalizione UDC- ex Margherita - AN.

Però, devo riconoscere (e credo di averlo già scritto anche qua) che quelle di Fini potrebbero essere, finalmente, le posizioni di una destra moderna, comunque, come c'è nel resto di Europa, e che in Italia non ci sarà mai fintanto che c'è S.B.
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#882
Art69 ha scritto:Per quanto riguarda gli ex AN basta guardare le differenti posizioni di Bocchino e di Gasparri.....

Secondo me, se volesse, Fini ha i numeri per mettere in crisi il PDL.

Non che io sarei contento di una grande coalizione UDC- ex Margherita - AN.

Però, devo riconoscere (e credo di averlo già scritto anche qua) che quelle di Fini potrebbero essere, finalmente, le posizioni di una destra moderna, comunque, come c'è nel resto di Europa, e che in Italia non ci sarà mai fintanto che c'è S.B.
concordo.
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#883
ah.. vogliamo parlare della cancellazione della 1° puntata di Ballarò per non far concorrenza a Vespa e alla sua puntatona celebrativa (con tanto di saliva extra) con B. e la consegna delle prime C.A.S.E.??

:roll: :roll: :roll:
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#884
E nel frattempo, pure Ballarò domani salta, affinchè il lecchino Bruno Vespa possa omaggiare S.B. per la cerimonia di consegna delle case a L'Aquila (mio padre dice che quelle case saranno come le mucche di Mussolini....).... con conseguente gelo tra Masi da una parte e Galimberti dall'altra.

Non so come abbiano fatto a mandare in onda Glob con Enrico Bertolino ieri sera (anche se, mentre intervistava Floris che diceva della messa in onda per domani, in basso al video scorreva la scritta "trasmissione registrata l'11 Settembre"....).

Oggi ho visto anche lo spot di "Parla con me" della Dandini, "prossimamente in onda".
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#885
loremir77 ha scritto:
Art69 ha scritto: Però, devo riconoscere (e credo di averlo già scritto anche qua) che quelle di Fini potrebbero essere, finalmente, le posizioni di una destra moderna, comunque, come c'è nel resto di Europa, e che in Italia non ci sarà mai fintanto che c'è S.B.
concordo.
anch'io.
e se votando Fini potessi finalmente spedire a casa Mr B., penso che lo farei. Con qualche mal di pancia, ma lo farei...

Resto cmq sempre più sbigottita e disorientata per la totale incapacità della sinistra di dire/fare/pensare qualcosa di coerente... proporre idee valide... con questa destra, poi!! ma come si fa? ma che altro aspettano?
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Casa Spozilli
Babyzillo