Sempre considerando che i giornalisti possono usare le parole per veicolare opinioni, io sinceramente un episodio del genere non lo definirei razzista.
Quando studiavo a milano, mia nonna si raccomandò di evitare di fidanzarmi con uno di là, perchè il mio futuro marito "aveva da essere taliano"! Testuali parole riferite però in dialetto da una contadina all'epoca quasi ottantenne che forse non si rendeva conto che cmq milano è in italia o che forse riteneva che l'italia finisse appena fuori casa sua. Con quelle parole riassumeva il vecchio concetto di "moglie e buoi dei paesi tuoi". Ho sempre interpretato il senso di questo proverbio non come un ammonimento "razzista", ma semplicemente come antico buon senso che vedeva nell'accoppiamento di stili di vita diversi una possibile fonte di infelicità e di incomprensione. Se oggi sposassi uno straniero che non appartiene strutturalmente alla cultura occidentale, mio padre resterebbe molto male. E mio padre non è assolutamente razzista. La sua sarebbe solo la preiccupazione di un padre che teme che la propria figlia possa essere infelice con qualcuno che è lontano dalla sua cultura.
Forse lo stesso ha pensato questo padre. Ma mentre il mio, che è una persona assolutamente mite, si limiterebbe ad esprimere la sua opinione, poi a stare male in silenzio fino a quando gli eventi non riuscissero a dimostrare il contrario, questo padre, vissuta con una cultura ben più sanguigna e forse individualmente dal temperamento violento, ha perso la testa. Ma non credo ci sia differenza nei 2 modi di pensare. Di agire certamente sì
Una donna libera è l'assoluto contrario di una donna leggera. (S. De Beauvoir)
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