La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

#1846
Lestat ha scritto:
loremir77 ha scritto:
Lestat ha scritto:Non si puo' parlar male del PDL.. Si rischia di venir linciati..
da chi.. :lol:
Non so da voi.. Ma dove lavoro io, se solo sospettano che sei di sinistra sei morto.. Sembra che ultimamente siano tutti di estrema destra..
Venerdi ero ad un collaudo e c'era un funzionario dell'Arpa, ci siamo messi a chiaccherare e questo ha incominciato a dirmi che rimpiangeva i tempi di Hitler, che pensava che i problemi dell'Italia possano essere risolti solo con una dittatura militare.. Io lo volevo mandare a quel paese ma poi rischiavo che mi bocciasse il collaudo e quindi ho lasciato correre..
Molti miei colleghi gli avrebbero dato ragione.
che bello vivere in toscana.. :roll:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#1847
LA POLEMICA
"Il Giornale", "Libero" e "La Padania":
un triplo attacco contro Fini
I tre quotidiani di centrodestra lanciano dure critiche
al presidente della Camera

:shock: :shock: :shock:
.... :shock: :shock:
omnia munda mundis

#1848
loremir77 ha scritto:
Lestat ha scritto:
loremir77 ha scritto: da chi.. :lol:
Non so da voi.. Ma dove lavoro io, se solo sospettano che sei di sinistra sei morto.. Sembra che ultimamente siano tutti di estrema destra..
Venerdi ero ad un collaudo e c'era un funzionario dell'Arpa, ci siamo messi a chiaccherare e questo ha incominciato a dirmi che rimpiangeva i tempi di Hitler, che pensava che i problemi dell'Italia possano essere risolti solo con una dittatura militare.. Io lo volevo mandare a quel paese ma poi rischiavo che mi bocciasse il collaudo e quindi ho lasciato correre..
Molti miei colleghi gli avrebbero dato ragione.
che bello vivere in toscana.. :roll:
che bello non vivere dove vive Lestat... :wink:
omnia munda mundis

#1850
Lestat ha scritto:
loremir77 ha scritto:
Lestat ha scritto:Non si puo' parlar male del PDL.. Si rischia di venir linciati..
da chi.. :lol:
Non so da voi.. Ma dove lavoro io, se solo sospettano che sei di sinistra sei morto.. Sembra che ultimamente siano tutti di estrema destra..
Venerdi ero ad un collaudo e c'era un funzionario dell'Arpa, ci siamo messi a chiaccherare e questo ha incominciato a dirmi che rimpiangeva i tempi di Hitler, che pensava che i problemi dell'Italia possano essere risolti solo con una dittatura militare.. Io lo volevo mandare a quel paese ma poi rischiavo che mi bocciasse il collaudo e quindi ho lasciato correre..
Molti miei colleghi gli avrebbero dato ragione.
L'opposto di quanto dice succedesse in Toscana (sarà, a me non sembra....). :lol:
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#1851
Da Il Fatto di oggi.

"Alfano che dice le bugie" di Peter Gomez e Marco Travaglio.

Il ministro: “Nessuno ha mai spiegato perché le inchieste sul premier partono dal 1994”. Forse perché iniziano anni prima.

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, minacciato di sfratto da Silvio Berlusconi tre giorni fa in caso di mancata approvazione della legge che ammazza i suoi processi, comunica: “Nessuno è riuscito a rispondere alla domanda su come mai tutte le inchieste si sono concentrate su Berlusconi soltanto dal 1994 in poi, mai per fatti funzionali alla sua attività politica, ma per fatti che vanno dal 1994 a ritroso”.

Caro ministro, le rispondiamo noi. Primo: le inchieste su Berlusconi e le sue aziende sono iniziate ben prima del ‘94. Secondo: i processi attualmente in corso per la corruzione di Mills e per i fondi neri Mediaset riguardano reati successivi al ‘94 a ritroso, dunque nemmeno volendo i magistrati avrebbero potuto scoprirli e perseguirli prima che fossero commessi. Piccolo promemoria, a beneficio del cosiddetto Guardasigilli.

1979, 12 novembre. Massimo Maria Berruti, maggiore della Guardia di finanza, guida un’ispezione all’Edilnord Centri Residenziali e interroga Silvio Berlusconi su presunte irregolarità tributarie. Berlusconi, mentendo, sostiene di essere un “semplice consulente” Edilnord per la “progettazione e della direzione generale di Milano 2”. Invece è il proprietario della società. Berruti si beve tutto, e chiude e chiude l’ispezione. Nel 1980 si congeda e poi diventa un consulente Fininvest.

1983. La Guardia di Finanza di Milano mette sotto controllo i telefoni di Berlusconi per un presunto traffico di droga. L’indagine sarà poi archiviata.

1984, 24 maggio.Il vicecapo dell’Ufficio Istruzione di Roma, Renato Squillante, interroga Berlusconi, assistito dall’avvocato Previti e imputato “ai sensi dell'articolo 1 della legge 15/12/69 n. 932” (interruzione di pubblico servizio) per antenne abusive sul Monte Cavo che interferiscono con le frequenze radio della Protezione civile e dell'aeroporto di Fiumicino. Gli imputati sono un centinaio. Ma Berlusconi nel 1985 è subito archiviato, gli altri nel ‘92: non potevano sapere che Squillante, Fininvest e Previti avevano conti comunicanti in Svizzera.

1984,16 ottobre. Tre pretori sequestrano gli impianti che consentono a Canale5, Italia 1 e Rete4 di trasmettere in contemporanea in tutt’Italia in spregio alla legge. Craxi interviene con due “decreti Berlusconi”.

1988, 27 settembre. Berlusconi viene sentito dal pretore di Verona come parte offesa in un processo per diffamazione contro due giornalisti: “Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo. Mai pagato la quota di iscrizione”. Doppia bugia: si iscrisse nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e pagò la quota. La Corte d’appello di Venezia spiega che è colpevole di falsa testimonianza, ma che il reato è coperto dall’amnistia del 1990.

1992, 4 maggio. Il pm Antonio Di Pietro firma un decreto di “acquisizione di documenti” sugli appalti della Coge di Parma, partecipata da Paolo Berlusconi. Il fascicolo è il 6380/91 su Mario Chiesa che il 17 febbraio ha dato il via a Mani Pulite. In Tangentopoli la famiglia Berlusconi entra subito.

1992, 21 maggio. Paolo Borsellino parla a due cronisti francesi di un’indagine in corso sui rapporti fra il boss Mangano, Dell’Utri e Berlusconi.

1992, 9 giugno. I giornali svelano che il dc Maurizio Prada accusa la Fininvest di una tangente da 150 milioni alla Dc. Fininvest “smentisce categoricamente”: solo sconti sugli spot. Anche il dc Gianstefano Frigerio parla di 150 milioni dati da Paolo Berlusconi per la discarica di Cerro. 1992, 15 settembre. Augusto Rezzonico, ex presidente delle Ferrovie Nord, racconta ai pm che in febbraio Dc e Psi hanno inserito nella legge sul codice della strada un emendamento per favorire la “Fininvest, unica depositaria del know how tecnico necessario” per il sistema di segnalazione elettronico “Auxilium” per le autostrade, “un business da 1.000 miliardi”. Poi aggiunge che il manager del gruppo Sergio Roncucci “ringraziò per l’emendamento e mi confermò l’impegno della Fininvest a contribuzioni alla Dc per il piacere ricevuto”.

1992, dicembre. Paolo Berlusconi indagato a Roma: avrebbe venduto immobili Edilnord a enti previdenziali a prezzi gonfiati in cambio di mazzette all’Ufficio tecnico erariale. Pagamenti per cui sarà poi considerato vittima di concussione. 1993, 15 gennaio. Paolo Berlusconi rinviato a giudizio con 34 persone i finanziamenti illeciti ai partiti legati alle discariche. 1993, 8 aprile. Gianni Letta, interrogato da Di Pietro, ammette di aver finanziato illegalmente con 70 milioni il segretario Psdi Antonio Cariglia: “La somma fu da me introdotta in una busta e consegnata tramite fattorino”. Lo salva l’amnistia del 1990.

1993, 18 maggio. Arrestato per corruzione Davide Giacalone,consulente del ministro delle Poste Oscar Mammì per la legge sulle tv, e poi consulente Fininvest per 600 milioni. Verrà assolto e in parte prescritto.

1993, 18 giugno. Arrestato Aldo Brancher, assistente di Fedele Confalonieri, per 300 milioni dati al Psi e 300 a Giovanni Marone, segretario del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, in cambio di spot anti-Aids sulle reti Fininvest. Resterà tre mesi a San Vittore senz’aprire bocca. Poi diventerà deputato e viceministro.

1993, 23 giugno. Confalonieri e Brancher indagati a Milano per 300 milioni al Psi. I due usciranno indenni dall’inchiesta.

1993, settembre. La Procura di Torino indaga su un giro di false fatture nelle sponsorizzazioni sportive, che porterà al coinvolgimento di Publitalia e nel ‘95 all’arresto e alla condanna di Dell’Utri. Anche a Milano si scoprono fondi neri di Publitalia. Dell’Utri patteggerà la pena

1993, 29 ottobre. Il pm romano Maria Cordova, che indaga su tangenti al ministero delle Poste, chiede al gip Augusta Iannini (moglie di Bruno Vespa) l’arresto di De Benedetti, Galliani e Letta. Ma la Iannini arresta solo De Benedetti e si spoglia delle altre due posizioni perché relative a amici di famiglia. I due, poi assolti, restano a piede libero. 1993, 25 novembre. Craxi trasmette un memoriale ai pm: “Gruppi economici (…) hanno certamente finanziato o agevolato i partiti politici e, anche personalmente, esponenti della classe politica. Da Fiat a Olivetti, da Montedison a Fininvest”.

1993, 4 dicembre. La Procura di Torino raccoglie le confessioni del presidente del Torino Calcio, Gianmauro Borsano, deputato Psi, travolto da un crac finanziario. Borsano dice che nel marzo ‘92 il vicepresidente del Milan, Galliani, gli versò 18 miliardi e mezzo più 10 miliardi in nero per il calciatore Lentini. La Procura trasmette il fascicolo a Milano per falso in bilancio e il 22 febbraio ‘94 ascolta Borsano e altri protagonisti. Il pool mette così il naso nei conti esteri Fininvest.

1993, 14 dicembre. Arrestati a Torino il sindaco Pds e quattro assessori di Grugliasco per tangenti sul megacentro commerciale Le Gru, costruito dalle coop rosse e gestito dalla francese Trema e da Standa (Fininvest). La Procura indaga Brancher (poi archiviato) e convoca come teste Berlusconi, che si presenterà solo il 19 aprile ‘94, dopo aver vinto le elezioni.

1993, dicembre. Salvatore Cancemi, primo boss pentito della Cupola,comincia a parlare al pm di Caltanissetta Ilda Boccassini dei rapporti fra Berlusconi, Dell’Utri, mafia e stragi. 1993, 20 dicembre. Il procuratore Borrelli dice al Corriere: “Sappiamo che certe coincidenze possono provocare sconquassi, ma che possiamo farci? Quelli che si vogliono candidare si guardino dentro. Se sono puliti, vadano avanti tranquilli. Ma chi sa di avere scheletri nell’armadio, vergogne del passato, apra l’armadio e si tiri da parte prima che arriviamo noi”.

1994, 26 gennaio. Silvio Berlusconi annuncia in tv, con un videomessaggio, il suo ingresso in politica perché “questo è il paese che amo”. In privato, confida a Montanelli e a Biagi: “Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti”.
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#1852
l'ho letto anche io..
c'hanno messo nel mezzo anche il fratello e dell'utri e compagnia bella..
alcune non sono rivolte direttamente a SB ma ti fanno capire chiaramente che bell'ambientino è. :roll:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#1853
Art69 ha scritto:Da Il Fatto di oggi.

"Alfano che dice le bugie" di Peter Gomez e Marco Travaglio.

Il ministro: “Nessuno ha mai spiegato perché le inchieste sul premier partono dal 1994”. Forse perché iniziano anni prima. ”.[/b]
:wink: il bello è che quando loro fanno domande, le risposte sono immediate... :wink: e non ritrattate :!:
omnia munda mundis

#1855
:shock: :shock:
Digitale terrestre, se per vedere la tv bisogna chiedere aiuto alla Germania
La Rai ammette qualche inconveniente di recezione nello switch off
Ieri, l’edizione principale del Gr di RadioRai si è conclusa con uno strano annuncio: «Può essere necessario cambiare la selezione del Pa­ese scegliendo per esempio Germania invece che Italia». Era un invito agli abi­tanti del Lazio in difficoltà con il digita­le terrestre (Dtt). Che provassero a im­postare una diversa nazione del deco­der. Germania? E perché mai? È la pri­ma volta che la Rai ammette ufficial­mente qualche inconveniente di rice­zione nello switch off .
Veramente, qual­che sera prima, Luciana Littizzetto era stata ancora più esplicita nel salutare ironicamente l’avvento delle nuova tec­nologia: «Il digitale terrestre è quella ro­ba che, pagando, ti consente di vedere male la televisione che prima vedevi be­ne, gratis». Quando i disagi sono stati avvertiti in Sardegna, in Piemonte, in Trentino, in Campania l’imbarazzo non esisteva. Ma appena il problema si è posto a Ro­ma, il caso è diventato nazionale, ne ha parlato persino il Gr1. Per un giorno, al buio è rimasto anche Palazzo Chigi. Il risultato è che attualmente il Dtt sta illu­minando una parte considerevolmente inferiore dell’area storicamente servita.
Qual è la questione? La colpa non è dei decoder fabbricati in Germania. Certi decoder hanno la sintonizzazione automatica, altri, nella fase iniziale, vanno resettati di conti­nuo altrimenti registrano più frequen­ze di quante possano contenerne, per altri ancora bisogna procedere manual­mente. Non tutti gli utenti hanno confi­denza con i menu d’installazione. La colpa vera è che il Dtt non è il sistema più adatto e tecnologicamente più avan­zato per un Paese complicato come l’Ita­lia dal punto di vista orografico. È sol­tanto il sistema che consente a Rai e Mediaset (proprietari dei sistemi di di­stribuzione) di conservare la suprema­zia nella piattaforma terrestre, nell’atte­sa di passare progressivamente al satel­lite. Bastava almeno avere il coraggio di dire che il passaggio al Dtt non sarebbe stato una passeggiata.

Aldo Grasso
omnia munda mundis

#1856
Sull'argomento Digitale Terrestre, un'articolo (sarcastico ma amaro) di Francesco Bonazzi del 19 Novembre su Il Fatto

"Mister Tivù non funziona in digitale: il fallimento del presidente antennista


25 anni dopo i pretori d’assalto, l’oscuramento


Altro che “Presidente Operaio”, tormentone elettorale delle Politiche 2001. Quello che ci vorrebbe oggi è un “Presidente Antennista”. Un Unto della Tecnologia capace di trasformare questo inferno di parabole, antenne pencolanti e prese scart tutte maledettamente uguali, nel nuovo Paradiso terrestre. Del digitale terrestre, per l’esattezza.

Sì, anche noi che scriviamo e leggiamo il Fatto Quotidiano, che come si vede dalla messe di pubblicità raccolta siamo uno stolto popolo di adoratori del libro, avremmo tanto bisogno di un Silvio-Gesù che ci sollevasse dall’assistenza tecnologica all’anziana zia teledipendente. Un super-eroe dotato di telecomando universale, il solo capace di riportare la pace e l’ordine nei tinelli d’Italia. Perché se la politica di oggi non fosse così colpevolmente sganciata dai “veri bisogni della gente”, vedremmo scorrere in queste ore le immagini di telegiornale di un premier compassionevole, finalmente capace di uscire da Palazzo Grazioli e di spiccare il volo nell’etere saltellando di tetto in tetto per restituire la vista agli oscurati del Lazio, ai pixellati del Piemonte occidentale, agli annebbiati di Lodi, ai dimenticati della Sardegna. Un manipolatore di decoder, più che di codici. Un raddrizzatore di antenne, più che di magistrati.

É quello che la patria intera si aspettava dal suo ineguagliabile Mister Tivù, fattosi premier fin dal 1994 mettendo una calza di nylon sulla telecamera. E invece niente. Le cronache di queste ore che arrivano da una città pur non esattamente remota come Roma, ci consegnano il grido di dolore di 200 mila cittadini che invidiano ciociari e reatini, gli unici laziali risparmiati dal micidiale “switch – ove r ” di domenica notte. Certo, provincia e regione sono nelle mani di odiose e inefficienti giunte rosse, notoriamente nemiche del progresso tecnologico. Ma che smacco tutti ‘sti romani che non possono più essere informati in modo puntuale e completo dal loro concittadino Augusto Minzolini!

E se qualcuno degli oscurati di oggi iniziasse a peregrinare per Internet per scaricarsi da Youtube i programmi preferiti, come già fanno milioni di giovani in tutto il mondo? E se per colpa dei vari Romani (Paolo, il viceministro al progresso catodico) e Calabrò (Corrado, il presidente dell’Ag-Com con il vezzo delle poesie) si realizzasse il miracolo di una mezza nazione che scopre l’ebbrezza della scelta nel libero caos internettiano? Uno cerca di scaricarsi “Striscia la Notizia” che prende in giro D’Alema, e poi incappa nella Guzzanti che imita Baffino, nel di lei fratello che fa il verso a Tremonti, nel professor Beppe Scienza che spiega le truffe della finanza sul sito di Beppe Grillo. E tutto questo cammino di liberazione solo perché qualche stolto burocrate fannullone, come direbbe Renato Brunetta, ha calcolato male i tempi della trasmigrazione di massa dal segnale analogico.

Perché ci dev’essere un qualche maleficio post-sovietico se oggi sembrano tanto surreali gli annunci di Pier Silvio Berlusconi su questo “2009 anno della rivoluzione digitale”. Che brutta figura gli stanno facendo fare al povero vicepresidente di Mediaset. Questo figlio di premier che in estate, presentando i palinsesti della stagione in corso, ebbe a scolpire parole di grande speme: “Per la tv il 2009 è l’anno della svolta che si chiama digitale terrestre. Ci siamo. Il digitale e’ una realtà, un cambiamento che coinvolge tutte le famiglie” (Adn Kronos, 2 luglio 2009).

Coinvolgerle le ha coinvolte, indubbiamente. E visto che a marzo si vota in mezza Italia e in tutto il Nord, forse sarà il caso di sincerarsi che il previsto passaggio al digitale della Lombardia, ufficialmente previsto entro la fine del primo semestre 2010, avvenga con molta maggiore efficienza.

Intanto, oggi siamo costretti a registrare che i disservizi della “svolta digitale” sembrano la vendetta postuma dei Tre Pretori Oscuratori. Chi erano costoro? I loro nomi sono Giuseppe Casalbore (Torino), Eugenio Bettiol (Roma) e Nicola Trifuoggi (Pescara), tre toghe di eccessiva pignoleria che il 16 ottobre 1984 spensero nelle zone di loro competenza i ripetitori della Fininvest, accusata di aggirare platealmente il divieto di trasmettere in diretta sul territorio nazionale. Si scatenò una “battaglia di libertà”, con i tre pretori dipinti come nemici del progresso e della libertà, e alla fine ci pensò Bettino Craxi a sistemare tutto con il famoso “decreto Berlusconi”.

É passato un quarto di secolo: Craxi sta dove sta, Berlusconi ne ha preso il posto sulla terra e qualche milione di italiani non vede più un tubo. E nessuno che si stracci le vesti. Neppure gl’inserzionisti pubblicitari, che da giorni incassano il danno in religioso silenzio."
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#1857
Per quanto mi riguarda, ad oggi affronterò il digitale terrestre solo perchè il TV è passato a miglior vita, perchè sennò, visto che in Toscana il passaggio al DTT è previsto per il 2012, col piffero che compravo il decoder, avrei atteso fin da ultimo.
Anche perchè nella mia zona con il DTT guarda caso si vedono le reti Fininvest e non quelle Rai.
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#1858
Art69 ha scritto:Per quanto mi riguarda, ad oggi affronterò il digitale terrestre solo perchè il TV è passato a miglior vita, perchè sennò, visto che in Toscana il passaggio al DTT è previsto per il 2012, col piffero che compravo il decoder, avrei atteso fin da ultimo.
Anche perchè nella mia zona con il DTT guarda caso si vedono le reti Fininvest e non quelle Rai.
oppure per vedere il calcio come nel nostro caso.. :lol:
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Questo è il nostro segreto profondo: il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. <3

#1859
Art69 ha scritto: "Mister Tivù non funziona in digitale: il fallimento del presidente antennista"
Chissà, magari è la volta buona che ce ne liberiamo! :roll: :D

#1860
Art69 ha scritto:Per quanto mi riguarda, ad oggi affronterò il digitale terrestre solo perchè il TV è passato a miglior vita,
Nel mio caso invece la tentazione è quella di approfittare per portare i televisori in discarica e non pagare più il canone: qui lo switch è previsto per il primo semestre 2010 ma in molte case RaiUno non si vede più. Nemmeno col decoder.
- Aspettando Godot -