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#2206
Noemi Letizia arriva in Rai? Giulietti, art. 21: «Il dg smentisca»Stando alle indiscrezioni pubblicate oggi da alcuni quotidiani, Noemi Letizia, la ragazza di Casoria diventata improvvisamente nota alla vigilia delle elezioni europee starebbe per arrivare sulla televisione pubblica. «Dite la buona notizia a Noemi: le farò fare il provino che tanto desidera. Lo merita perché è una ragazza determinata. Ma dovrà dimostrare di saper ballare e cantare prima di fare uno show». Così Bibi Ballandi - già produttore di diversi show sulla televisione pubblica, tra cui quelli di Fiorello - avrebbe confermato la notizia: la trasmissione prenderebbe il via subito dopo le elezioni regionali.

«Nei giorni scorsi il presidente della Rai, con involontaria ironia, aveva parlato di una Rai troppo avversa a Berlusconi. Di questa campagna fa certamente parte la notizia di un prossimo arrivo alla Rai di Noemi Letizia. Siamo sicuri - afferma Giulietti - che la notizia risulterà falsa e che il gruppo dirigente della Rai con in testa il direttore generale, troverà il modo di far sentire il suo grido di dolore. O no?».

Dal coordinamento di Reporter senza rete (giornalisti con contratti irregolari) la reazione è ironica: «Se per lavorare in questa azienda basta invitare al proprio compleanno il Presidente del Consiglio, gli associati di Reporter senza rete comunicheranno nei prossimi giorni luogo e data dei propri compleanni invitando alla festa Silvio Berlusconi.», ha affermato Giorgio Santelli. Reporter senza rete si augura una «immediata smentita» della notizia, convinta che «UsigRai, Federazione Nazionale della Stampa, i sindacati, il Cda della Rai, che hanno a cuore le sorti dell'azienda e di quel precariato diffuso che viene reiteratamente penalizzato nonostante rappresenti parte dell'ossatura del servizio pubblico radiotelevisivo, vogliano intervenire su questa vicenda. La presenza eventuale di Noemi Letizia in Rai, infine, al di là delle vicende che l'hanno coinvolta, dovrebbe spingere la Rai a ragionare su quale modello educativo può proporre alle giovani generazioni».
omnia munda mundis

#2207
Cavoli.....era da un pezzo che non entravo in questo 3D, ma il tema è sempre lo stesso.......rassegna stampa ormai ridotta ad un monologo con qualche singolo che andando con lo zoppo.......impara a zoppicare !!!!!

:shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
I have climbed highest mountain
I have run through the fields
Only to be with you
Only to be with you
I have run I have crawled
I have scaled these city walls
Only to be with you
But I still haven't found
What I'm looking for

#2209
Adesso tutto mi è più chiaro grazie a Cyber..... :lol: :lol: :lol:
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#2211
Era passato moooolto tempo da quando non scrivevo qua... :lol:

Dlin Dlon.... si ricorda ai signori Deputati di non mancare:
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(e poi ci si domanda perchè uno si stufa dell'Italia di oggi...)
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#2212
Amarissimo pezzo su Il Fatto di ieri...

Berlusconi, il giorno dopo di Furio Colombo

Alcune cose sappiamo. Una è che Berlusconi sta andando rovinosamente verso l’ uscita. Non c’è alcuna ragione di esultare. “Rovinosamente” si riferisce all’Italia, non a Berlusconi che è salvo perché non ha neppure una reputazione da perdere. E ha strumenti per farsi glorificare.

Un’ altra cosa sappiamo: ogni aspetto della vita italiana è stato colpito, ferito, vandalizzato, la moralità, la memoria, la storia, i legami fra cittadini, le connessioni fra le parti del Paese, interessi, garanzie. L’Italia è stata resa gretta, avida, razzista. La “caccia al negro” di Rosarno, i respingimenti in mare ad opera della Marina Militare, le carceri dei suicidi e i lager dei centri di espulsione, le ronde e la distruzione dei campi nomadi sono cambiamenti brutali nella vita italiana.

A coronamento di tutto ciò, Berlusconi, che ha taciuto mentre in Calabria infuriava la pulizia etnica, proprio in Calabria va ad annunciare ( il giorno dopo il “Giorno della Memoria”) che “gli immigrati sono criminali”, primo capo di governo, dopo le guerre nella ex Yugoslavia, ad incitare dall’alto all’odio razziale.

Poi lancia un piano antimafia che non è altro che il lavoro che i magistrati stanno facendo da soli e da anni a rischio e al costo della vita.

La terza cosa che sappiamo è che non ci sarà un “dopo” nel senso di un ritorno alla relativa normalità del “senza Berlusconi”, se mai c’è stata. Ci troveremo in un paesaggio umano e politico del quale non ci sarà più traccia, per molti neppure memoria, dell’ Italia di prima.

I Radicali dicono: “illegale prima, illegale dopo”. Giusto. Ma è la quantità di rovina che farà la differenza, perché, rispetto all’ illegalità precedente, quella di Berlusconi è stata un’ opera vitale, instancabile, estesa ad ogni piano e livello, dal tono morale alla specifica devastazione degli infissi giuridici e organizzativi della Repubblica, dalla corruzione in tempo reale di ogni luogo di funzionamento della comunità nazionale alla sfida aperta e continua contro le poche istituzioni ancora intatte.

Non ci sarà un “dopo”perché il “day after” sarà disordinato, anarcoide, un vagare dei superstiti della politica fra le macerie in cerca di piani e progetti che non siano già stati
bruciati dalla distruttività berlusconiana e non siano già stati sprecati nel tentativo infruttuoso di fare argine a una stagione esuberante e vitale di vandalismo come Governo.

Meglio non abbandonarsi a fragili speranze. Il sistema dei media, oggi diventato colonia, con i governatori-direttori direttamente nominati dal padrone e disposti ad esibire – anche non richiesti - la loro sottomissione al padrone, non cambierà quando non ci sarà
più Berlusconi. Il mito di riferimento, già pronto e in attesa di occupare tutto lo spazio, è quello di Fabrizio Corona e della notizia come ricatto. Il ricatto sarà agguato occasionale di bande invece che azione costante di Governo come ai tempi di Pollari e di Pompa. Diventerà evento quotidiano di pirateria e di imboscata.

Già, ma chi saranno i superstiti della politica, di una politica così padronale e – purtroppo, a causa dei troppi cedimenti, dei troppi silenzi - così complice anche quando intendeva essere alternativa?

Non so dire se sia una sfida alla constatazione di fatti o all’ immaginazione rispondere a questa domanda. Certo, la storia conosce sorprese, le sorprese accadono nel meglio o nel peggio (questa volta , nel “senza Berlusconi”, toccherebbe statisticamente al meglio)
eventi del tutto imprevisti che portano in scena leader del tutto inattesi.

Ma poiché sia il tentativo di guardare avanti in politica, sia l’ immaginazione richiedono almeno qualche punto di riferimento reale, il compito si fa arduo. Viene voglia di dire – con ansia e tristezza - “dell’ epoca di Berlusconi non si salva niente. Non si salva nessuno”. Non resta che trasformare questa affermazione negativa e drammatica in una
esortazione accorata: qualcuno lasci un segno, indichi il luogo di un appuntamento, identifichi un leader che abbia voce e coraggio e una immagine che non si è mai resa disponibile a tollerare ciò che è fervidamente e continuamente accaduto nei quindici anni di Berlusconi.

Suggerisco appassionatamente di lavorare allo scenario del “senza Berlusconi”, che non è una realtà così lontana. Ma non va scambiata con la festa della Liberazione perché tale non sarà. Sarà vuoto e sbando dopo illegalità e distruzione. Ovvero la continuazione della illegalità come scontro di bande invece che della illegalità gestita direttamente da organi di Stato e rappresentate personalmente dal Primo Ministro senza vergogna e senza pudore. E dai suoi commensali e sottosegretari.

Eppure, come sanno i tanti italiani che hanno deciso di essere assenti non solo alle urne
ma anche nei sondaggi, sarebbe urgente che ci fosse adesso e subito un appuntamento nel “day after”. Non è una speranza, perché molto del peggio è già stato fatto. E molto può ancora venire. Ce lo dice lui stesso - Berlusconi – con quel tono amaro, sprezzante in cui morde nel vuoto benché, in apparenza, vinca in tutto, su tutto.

Forse si rende conto per primo di non essere stato mai così irrilevante, nonostante il finto trono e la celebrità mondiale da commedia leggera. Ma qual è il punto di raccordo in cui gli italiani che non si sono abbandonati al carnevale berlusconiano dovrebbero ritrovarsi? Perché ? con chi ? Per quale ragione o impegno o progetto? Chi, davvero, non ha collaborato ai quindici anni di ininterrotta egemonia (al governo o non al governo) di Silvio Berlusconi?

Le domande ci sono e credo siano in tanti a farle. Per ora non ci sono risposte.

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#2213
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... line_il_pd
Da sinistra: l'ex meteorina Giovanna Del Giudice, oggi assistente del senatore Enzo Ghigo, poi la modella pugliese Graziana Capone, detta l'Angelina Jolie di Bari. Infine Angela Sozio, già protagonista di una stagione del Grande Fratello e tra le ospiti del Cavaliere in Sardegna a Villa Certosa.

Per chi suona la Campania
S’ode a destra una squillo che tromba, a sinistra tintinnan manette.La nuova classe dirigente selezionata dai due poli per le regionali è tutta qui. Il Banana, liberatosi di Veronica, depenna dalle liste i candidati con pancia, riporto, orecchie a sventola, e soprattutto privi di poppe, per rimpiazzarli con giovani e procaci veline ingiustamente sacrificate un anno fa quando la first lady le definì “ciarpame senza pudore”. E non si esclude qualche incursione nel ramo escort, sempre fiorente a Palazzo Grazioli. I coordinatori del Pdl, armati di metro e body scanner d’ordinanza, stanno visionando book e calendari per selezionare, anzi misurare il meglio che c’è sul mercato. Il Pd, sempre in ritardo, insegue trafelato pescando nella categoria imputati, ormai abbandonata persino dal Banana. Nasce così la candidatura unica a governatore della Campania di Vincenzo De Luca, ex deputato Ds e sindaco di Salerno, rinviato due volte a giudizio per associazione a delinquere, concussione, falso e truffa. Quisquilie. (Leggi tutto) di Marco Travaglio

Le preferite di B. incrinano il Pdl: "Basta con le veline in lista"
Irritati. Ma non certo sorpresi. Si riparla ancora di “veline” nelle liste elettorali, di posti che il Cavaliere terrebbe per sé in ciascuna regione per candidare, casomai all’ultimo tuffo, la bella tenebrosa di turno o l’Angelina Jolie del Tavoliere. E dentro il Pdl, stavolta, c’è maretta. Che rischia anche di ripercuotersi sugli assetti stessi del partito. L’altra volta, alle Europee, ci pensò Veronica Lario a stoppare i bollori da prodigo monarca elettorale del marito; in un battito d’ali le "veline" furono spazzate via. Ora, però, son tornate. E la base del Pdl non ci sta. Se la ricordano davvero tutti quel "meno male che è intervenuta Veronica", una battuta del ministro La Russa sussurrata ad alcuni amici dopo la "ripulitura" delle liste di giugno. Stavolta, però, Veronica non c’è. E non ci sarà. Ed è escluso che il ministro La Russa possa tramutare i desiderata in tentativi di far ragionare il Cavaliere. Dunque, il malessere monta. (Leggi tutto) di Sara Nicoli
:shock: :shock:
omnia munda mundis

#2214
ma che bella gente!!! :cry:

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... cottava_co
Il faldone “Baffino” scottava: congelato per legge
Le indagini su queste notizie sono infatti state vietate per legge già nel 2006. Il mistero più grande riguarda comunque il caso “Baffino”, cioè un faldone alto più di una spanna, in cui sono contenuti gli accertamenti sugli azionisti di Bell, la finanziaria lussemburghese al centro della scalata a Telecom da parte dei “capitani coraggiosi” di Roberto Colaninno. Era il 1998, al governo c’era Massino D’Alema dal cui arrivò il via libera all’operazione. Tra chi controllava il capitale di Bell c’era però anche il misterioso Oak Fund (Fondo Quercia).
omnia munda mundis

#2215
Nessuno commenta che, dopo le accuse di ieri di un pentito (Ciancimino), oggi sia al vaglio un DDL per impedire ai pentiti di mafia di testimoniare e processarl?

indipendentemente dal DDL in se, che magari non passerà mai, è ovviamente chiaro l'atto intimidatorio... "Se parli ti sbattiamo in carcere a vita col 41bis"...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#2216
ROMA (1 febbraio) - Ok del consiglio federale della Lega alla candidatura a Brescia di Renzo Bossi, figlio del leader del Carroccio. «Sì - ha detto Roberto Castelli - è confermato. Renzo Bossi sarà candidato per le regionali in Lombardia a Brescia. È espressione del consiglio provinciale della Lega di Brescia che lo ha scelto». Secondo Castelli si tratta di una scelta coraggiosa: «Si dovrà presentare di fronte agli elettori - ha spiegato - e io credo che questo sia un atto di coraggio per un ragazzo che ha poco più di 20 anni e si appresta ad affrontare la campagna elettorale. Io davanti a questa scelta mi tolgo tanto di cappello e gli faccio gli auguri».

Casteli nega che Renzo Bossi, la “trota”, come lo definì il padre, abbia ricevuto un trattamento di favore o possa essere avvantaggiato dall'essere il figlio del Senatùr: «Avere dei grandi padri in alcuni casi può essere molto pesante oppure può temprare. Credo che nel caso di Renzo valga la seconda opzione, lui è temprato. Capirei la critica se fosse stato inserito nel listino, invece è scaraventato nell' arena di fronte agli elettori. Dovrà mettere tutta la sua forza».
Il viceministro ha respinto l'osservazione che in molti casi proprio la Lega ha contestato le candidature di parenti di altri politici: «In quei casi venivano inseriti in liste bloccate. Non è il caso del figlio di Umberto Bossi, che dovrà affrontare la campagna elettorale».

Castelli ha confermato la sua candidatura a sindaco di Lecco e ha annunciato che resterà al Ministero per le infrastrutture. «È ufficiale - ha detto Castelli lasciando via Bellerio - sarò candidato sindaco di Lecco ma non lascerò il Ministero. Questa opzione non è possibile in questo momento perché stiamo gestendo infrastrutture per 12 miliardi per l'Expo». Alla domanda se riuscirà a conciliare i due impegni Castelli ha replicato: «Mi organizzerò in modo di fare tutte e due le cose rinunciando a quel poco tempo libero che mi resta. Il ministro Matteoli, che è sindaco, è stato molto carino, mi ha telefonato per farmi i complimenti e mi ha incoraggiato per andare avanti in questa scelta».
IL Messaggero
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#2217
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... ME_PERSONE
di Mario Ajello
ROMA (1 febbraio) - Separazione consensuale, come all’inizio della rottura fra Veronica e Silvio il Partito dell’Amore ha sperato invano? Macché consensuale: per ora sembra una separazione di guerra. Con al centro della contesa, fra le altre cose, la Villa Belvedere di Macherio, dove Veronica vive e da cui, se non si trova un’intesa, il Cavaliere proverà a sfrattarla. A meno che non vada a finire come nella Guerra dei Roses, quel gustoso film in cui i coniugi in fase di divorzio vogliono entrambi tenersi la splendida casa acquistata subito dopo il matrimonio e tale contesa li costringe a convivere burrascosamente sotto lo stesso tetto.

Insomma, i tifosi della conciliazione dovranno arrendersi dopo la scena che s’è svolta ieri alla Prefettura di Milano in cui la macchina da guerra giuridica del Cavaliere e quella della Lario - davanti al presidente della nona sezione penale del tribunale meneghino, Gloria Servetti - si sono affrontate a colpi di memoriale contro memoriale; accuse d’infedeltà contro accuse d’infedeltà; richieste e controfferte difficilmente conciliabili: Veronica vuole un assegno mensile di tre milioni e mezzo di euro, che Silvio giudica «esorbitante» e vuole darle 200 o al massimo 300 mila euro. Neppure un incontro fra i due durato venti minuti - il primo da quando è venuto giù tutto in seguito alla notizia della festa di Noemi e alla accuse della Lario sul «ciarpame senza pudore» - è riuscito a far scattare il ricordo dell’amore che fu (19 anni di matrimonio, 30 di convivenza e tre figli) e a rendere la partita meno dura.

«Il clima comunque era amichevole», dice il giudice Gloria Servetti. Il clima, forse, la sostanza: no! Sia Silvio sia Veronica sono apparsi molto determinati a non farsi sconti di nessun tipo. E il premier ha anche presentato la lista di immobili, società, denaro messi insieme dalla moglie in tanti anni di matrimonio ma «è tutta roba che io le ho dato», ha spiegato al giudice il Cavaliere.
L’udienza ”di conciliazione” - un altro round si svolgerà a marzo - è durata cinque ore. Prima è stata ascoltata Veronica da sola e ha spiegato le ragioni, ossia il rifiuto ad accettare ancora il dongiovannismo del coniuge, che l’hanno spinta a «calare il sipario» sulla loro storia. Poi è stato sentito il premier da solo. E infine s’è svolto il faccia a faccia della coppia, insieme ai rispettivi legali: l’avvocatessa Cristina Morelli per la Lario e Ippolita e Niccolò Ghedini per Berlusconi. Come è andata? La legale di Veronica: «Non dico niente delle cause che ho fra le mani». Come è andata? Niccolò Ghedini uscendo dalla prefettura non aveva, sul viso, quel sorrisino che sfoggia quando in tivvù riesce a mettere in difficoltà un avversario, smontando le sue argomentazioni con una «mavalàààà!!!!» che è segno di sicurezza.
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#2218
Più ci aspettiamo e più, una volta delusi, ci indigniamo per il tradimento dell’aspettativa. Perché nessuno (del Pdl) si indigna se Berlusconi sta piazzando nei vari listini regionali veline e calendarine? Perché nessuno (del Pdl) si indigna se il premier sfugge ai processi adducendo impegni di Stato che però non gli vietano di fare visite private al democratico Putin? Perché non è la questione morale che i pidiellini si aspettano da lui.Nessun italiano è così cretino da non sapere, ma tutti gli italiani si aspettano da noi una diversità che spesso, non c’è o è inutile. Berlusconi è spesso un fenomeno identitario per l’elettore italiano. E’ colui il quale è riuscito al meglio in quell’italianità macchiettistica da luogo comune che come tutti i luoghi comuni è un po’ vera. Noi siamo quelli dei maglioni di cachemire. Quelli con le librerie stracolme di libri e le case nelle isole siciliane minori. Capite? Chi diavolo deve identificarsi in noi? Una palese minoranza.
Dobbiamo dare spazio alle file della nostra politica e del nostro linguaggio a politici che siano più identitari e rappresentativi della società. Nella quale gli italiani possano specchiarsi (non nel modo veltroniano di inserire un rappresentante mediatico per categoria, ovviamente). In ultimo, noi, centrosinistra, abbiamo una grande responsabilità.
Non siamo detentori noi, di alcun primato in merito alla questione morale rispetto alla destra. Ma possiamo essere coloro i quali (come accade nei paesi civili) danno seguito agli errori etici e morali (in senso civico e legale) con le dimissioni e il ritiro dalla vita pubblica per ridare un minimo di dignità alle istituzioni. Alla Costituzione. Al senso dello Stato. Non è richiesta la perfezione al centrosinistra. Ma ci è richiesto di non essere evasori morali. SE sbagliamo dobbiamo pagare. Questo marca, almeno, una differenza tra cosa è la destra (oggi) e cosa deve essere la sinistra. Il centro non lo commento.CRISTIANA ALICATA
http://www.ilpolitico.it/?p=23914
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#2219
http://politicamentescorrette.corriere. ... cilia.html
:wink:
30 gennaio, santa Giacinta. La data passerà alla storia come l'unica volta che il premier Silvio Berlusconi si è presentato negli ultimi anni davanti ad un giudice, per giunta a Milano. Niente legittimo impedimento, per l'udienza di conciliazione nella causa di separazione. Merito di Veronica, direte voi. E del contenuto della discussione: divisione (e difesa) del patrimonio e dell'eredità (del Cavaliere), aggiungiamo noi.
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#2220
Ecco perché si può parlare tranquillamente di ricatti: si può parlare di ricatti, anche perché poi centrodestra e centrosinistra hanno collaborato amabilmente - me ne sto occupando proprio in questi giorni, sto rivedendo le bozze del nuovo libro “ Ad Personam” - come sono stati salvati per legge sia i vertici del Sismi, sia i vertici della Telecom, con una legge salva /Pollari e una legge salva /Tavaroli e salva /Telecom: ecco perché bisognerebbe aprire, finalmente, le finestre e buttare via le scorie, buttare via gli scheletri, cacciare vecchi arnesi della politica che stanno lì a rimasticarsi e a ricattarsi a vicenda da decine e decine di anni, dove tutti sanno tutto di tutti, dove tutti hanno fatto cose con qualcuno, dove si tengono sotto scacco gli uni con gli altri per dare una ripulita e una rinfrescata all’edificio. Ecco perché è importante, ancora una volta, selezionare candidati nuovi: non perché il nuovo sia bene in quanto nuovo, ci sono dei giovani che fanno rimpiangere i vecchi, non è quello il problema, non è un problema anagrafico, è un problema di permanenza, ci vuole il bollino di scadenza ai politici, dopo un po’ scadono come gli yogurt, quagliano, inacidiscono, marciscono, ammuffiscono, ci vuole.. guardate, non sono un grillino fanatico, ma credo che la proposta più importante, ancora più importante del ripristino della preferenza e ancora più importante della cacciata dei condannati dal Parlamento, sia proprio quella intorno all’idea delle due legislature, non di più. Dopo due legislature via, così si evitano i ricatti, in attesa di avere una classe politica che si comporti correttamente e non si renda ricattabile. Se uno rimane per due legislature ha poco tempo per fare cosacce o per sapere delle cose per ricattare qualcun altro, o per diventare ricattabile lui, dopodiché fuori.
http://www.voglioscendere.ilcannocchial ... marco.html
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