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#2431
http://www.corriere.it/politica/special ... aabe.shtml
Tre punti persi in una sola settimana. Tanto è costato al Pdl il caos delle liste. Tre punti secchi in meno su scala nazionale, come uno sbrego sul volto di Berlusconi, che ieri si è presentato così ai dirigenti del partito. Perché più dell’inchiesta sugli appalti del G8, più degli strascichi del processo Mills, più delle polemiche con l’opposizione sulle leggi ad personam, «la causa che ci ha fatto precipitare nei sondaggi » è stata la settimana di passione tra Roma e Milano, le disavventure sulle candidature, gli errori, le omissioni, «ma soprattutto il rimbalzo di responsabilità, lo scambio di accuse tra di noi», quell’immagine devastante dell’uno contro l’altro.
Tre punti, «il Pdl dal 40,8% è passato al 37,9%», secondo Berlusconi. Quella ferita è stata rimediata «perché noi non abbiamo difeso, come dovevamo invece fare, i nostri dirigenti locali», mentre c’era da scaricare ogni responsabilità «sui nostri avversari e sulla magistratura che usa ogni mezzo pur di colpirmi». Secondo il premier si è trattato di un errore di strategia comunicativa, «abbiamo fatto passare l’idea che noi, che siamo al governo, non siamo nemmeno capaci di presentare delle liste».
Tutto ruota attorno al duello Berlusconi- Fini, «e se possibile bisogna che il rapporto si sani», dice il ministro Matteoli, preoccupato dalla piega degli eventi. Non sono chiari i motivi che hanno provocato una ripresa del conflitto, ma non c’è dubbio che il calo di consensi è stato determinato anche dalla rinnovata ostilità tra i due. Nell’immaginario collettivo degli elettori del Pdl resterà impresso lo scontro tra i «cofondatori » che si è giocato proprio mentre in Lazio e in Lombardia stava per scoppiare il caos delle liste: con Berlusconi da una parte, che lanciava i Promotori delle libertà, quasi un partito parallelo al Pdl; e con Fini dall’altra che - a un mese dal voto - introduceva l’idea di riformare il sistema pensionistico. Tre punti sotto. Ecco il risultato. Senza che nel Pdl si capisca fino a che punto i due vogliano arrivare. Perché il Cavaliere sostiene di non avere «intenzione di salire su un altro predellino», non se lo può permettere, dato che sta al governo.
E perché Fini ripete che «non c’è alternativa al Pdl», a meno che non intenda sconfessare il suo credo di bipolarista. Ma il conflitto resta, e non solo ha generato una lotta senza quartiere sul territorio, rischia di riflettersi sul governo. Il risultato delle Regionali influirà sul restante percorso della legislatura, ma l’impressione nella maggioranza è che - per dirla con il segretario del Pri, Nucara - «il centrodestra abbia la stessa sindrome che afflisse l’Ulivo nel ’97, quando iniziarono a litigare per il potere, pensando che Berlusconi fosse stato definitivamente sconfitto, e che loro avrebbero governato per vent’anni. Non andò così e tutti persero tutto».Francesco Verderami
omnia munda mundis

#2433
e i DIPENDENTI del senato che prendono 8000 € al mese (lordi) per QUINDICI mensilità!!!!
che vergogna

edit: la cifra si riferisce alla pensione!

#2434
Tralasciando la questione liste elettorali... avete visto Presa Diretta ieri sera sulle energie rinnovabili? Io l'ultima mezzora, ma mi è bastata per mangiarmi le mani...
Immagine

#2435
Pasticcio (parte seconda)La sensazione sconfortante è che il decreto sulle liste elettorali alla fine rischi di non servire a nulla. Finora non ha salvato quella del Pdl in provincia di Roma; e le altre due, di Roberto Formigoni in Lombardia e di Renata Polverini nel Lazio, sono state riammesse comunque dalla magistratura dopo i ricorsi. Insomma, la forzatura voluta dal centrodestra si è scontrata con il primato della legge regionale. La decisione presa ieri dal Tribunale amministrativo del Lazio complica la strategia di palazzo Chigi. Non è da escludersi per oggi un colpo di scena all’Ufficio elettorale di Roma, in attesa del Consiglio di Stato. Ma rimane la somma di pasticci giuridici e politici che la maggioranza è riuscita ad accumulare nella sua fretta di rimediare agli errori. L'obiettivo di far votare tutti era e rimane giusto. Il modo in cui Silvio Berlusconi e la sua coalizione hanno cercato di perseguirlo si è rivelato subito così segnato dall'affanno da diventare scomposto. Il provvedimento è stato chiesto e ottenuto dal Quirinale dopo un duro braccio di ferro, scartando soluzioni condivise arrivate anche su queste colonne. Il risultato accresce confusione e tensioni; e rispedisce intatta la questione ai mittenti. Le conseguenze più gravi, però, probabilmente sono altre. Intanto, il centrodestra non è riuscito ancora a garantire che ognuno possa esercitare il proprio diritto di voto: sebbene si tratti in primo luogo di sostenitori del Pdl. In più, questa vicenda a metà strada fra disprezzo delle regole e farsa ha l'effetto di dilatare l'immagine di una nomenklatura a dir poco pasticciona: incapace di dare soluzioni accettabili anche a problemi che dovrebbero essere i «fondamentali » delle sue competenze. Ormai non si tratta più soltanto delle liste respinte per irregolarità e ritardi. C'è anche il decreto legge fortemente voluto da Berlusconi e controfirmato dopo molte resistenze e limature dal presidente della Repubblica. Quando esponenti del governo rivelano con un candore sconcertante che non si aspettavano la decisione presa dal Tar, aggiungono perplessità a perplessità sulla strategia adottata dalla maggioranza. E questo mentre cominciano a circolare voci su un possibile rinvio delle elezioni regionali nel Lazio: indizi di una situazione che si cerca di riportare sotto controllo. Ma a dover preoccupare non è tanto l'eccesso di potere sfoggiato dal governo: il «golpe» inesistente evocato da un'opposizione rapida solo a imboccare la scorciatoia della «piazza» rivela in realtà un'imprevista fragilità del centrodestra. A colpire, semmai, è il vuoto che accomuna gli schieramenti; e la difficoltà a ritrovare un baricentro che rassicuri l'opinione pubblica. Il disorientamento nasce dalla sproporzione fra il problema tutto sommato minore delle liste e l'enormità del caos che ne è scaturito. Nessun nemico della Seconda Repubblica sarebbe riuscito ad inventare un piano per delegittimarla più perfetto di questa manifestazione involontaria di dilettantismo.
Massimohttp://www.corriere.it/editoriali/10_marzo_09/ ... aabe.shtml Franco
omnia munda mundis

#2436
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... ituzionale

Lorenza Carlassare, professore emerito a Padova: non c’è un modo legale per sanare la situazione

Chiedere a un giurista di commentare un golpe (parola di Di Pietro) sembra un controsenso. E infatti Lorenza Carlassare,professore emerito a Padova, avverte: "Come costituzionalista sono molto restia a parlare dell’ultimo decreto del governo. È tutto illegittimo: il giurista non ha niente da dire perché non esiste un modo legale per sanare la situazione".

Professoressa, il decreto è incostituzionale?

Sì, per molti versi. Ma c’è una prima cosa da dire: come si può sostenere che si tratta di una "norma di interpretazione autentica" ? Il provvedimento stabilisce che la presentazione delle liste può avvenire anche nel giorno non festivo successivo all’entrata in vigore del decreto. Cosa si interpreta qui? Questa è una disposizione nuova che introduce una proroga dei termini.

Il governo ha detto: la sostanza deve prevalere sulla forma. Cosa ne pensa?

Nel diritto la forma quasi sempre è sostanza. Facciamo un esempio: se lei deve presentarsi a un concorso e non arriva in tempo perché si fa male per la strada, anche in questo caso noi potremmo dire che la sostanza deve prevalere sulla forma. L’esercizio di qualsiasi diritto o potere ha delle modalità tra cui c’è sempre un termine temporale. E questi sono tutti termini perentori. Perché non stiamo parlando di dettagli: avere o no la certezza che la firma sulle schede sia di una determinata persona, un cittadino elettore in possesso dei diritti per farlo, non è una minuzia burocratica.
omnia munda mundis

#2437
Premesso questo, Ciampi non si nega una netta censura politica di quanto è accaduto: "Io credo che la soluzione migliore sarebbe stata quella di rinviare la data delle elezioni. Ma per fare questo sarebbe stata necessaria una volontà politica che, palesemente, nella maggioranza è mancata. Ma soprattutto io credo che sarebbe stato necessario, prima di tutto, che il governo riconoscesse pubblicamente, di fronte al Paese e al Parlamento, di aver commesso un grave errore. Sarebbe stato necessario che se ne assumesse la responsabilità, chiedendo scusa agli elettori e agli eletti. Da qui si doveva partire: a quel punto, ne sono sicuro, tutti avrebbero lavorato per risolvere il problema, e l'opposizione avrebbe dato la sua disponibilità a un accordo. Bisognava battersi a tutti i costi per questa soluzione della crisi, e inchiodare a questo percorso chi l'aveva causata. Ma purtroppo la maggioranza, ancora una volta, ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità, e di forzare la mano". I risultati sono sotto gli occhi di tutti: "Di nuovo, assistiamo sgomenti al graduale svuotamento delle istituzioni, all'integrale oblio dei valori, al totale svilimento delle regole: questo è il male oscuro e profondo che sta corrodendo l'Italia".
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... i-2560836/
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#2438
Art, a974 e chiaretta, non mi disturbate kimikalli che poi perde il ritmo :lol: :lol: :lol:
Da atea, sono convinta che ci sia comunque un'intelligenza o una forma di pietà superiore che da figli abbastanza gestibili a chi altrimenti farebbe casini pazzeschi.(cit. sunset)

#2439
paprina ha scritto:Art, a974 e chiaretta, non mi disturbate kimikalli che poi perde il ritmo :lol: :lol: :lol:
Il lunedì è (quasi) sempre il suo giorno di riposo. E' obbligatorio dal punto di vista sindacale!! :lol: :lol: :lol:
Io apprezzo comunque sempre quando accosta il rosso al nero, indipendentemente da quello che c'è scritto... chissà perchè... 8) 8)

#2440
:lol: :lol: :lol:

beh un po' di giallino non guaserebbe(nonpuovincerelinternonpuovincerelinternono :x )
Da atea, sono convinta che ci sia comunque un'intelligenza o una forma di pietà superiore che da figli abbastanza gestibili a chi altrimenti farebbe casini pazzeschi.(cit. sunset)

#2441
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578
9 marzo 2010
Hanno fatto la fine dei "Soliti ignoti" che nel famoso film volevano svaligiare il monte dei pegni e si sono ritrovati in una cucina. Ai soliti noti del governo Berlusconi è toccato di peggio: il loro furto di legalità, il decreto golpe per truccare gli errori madornali del Pdl è stato respinto dal Tar del Lazio con ignominia.
Se Formigoni è riuscito a farla franca in Lombardia, sul ricorso della Polverini a Roma non c’è stata partita. Non solo il decreto non si applica alla legge regionale del Lazio ma la norma secondo cui la sola presenza in tribunale dei rappresentanti di lista vale come presentazione, dicono i giudici amministrativi, non sta in piedi.
Un’ulteriore dimostrazione di incapacità e cialtroneria da sommare all’arroganza del premier e della sua corte dei miracoli.
La cosa tragica è che la guida di un grande paese come l’Italia sia affidata a soggetti del genere. E che il loro caporione possa presentarsi indisturbato al Quirinale e minacciare il capo dello Stato: o fai come dico io o scateno la piazza. Di tali inaudite minacce si parla da giorni sulla stampa. E tracce di questi "gravi contrasti e divisioni" si trovano nelle parole di Napolitano sul sito del Quirinale.
Forse le vere ragioni di quella contestatissima firma presidenziale sotto un testo oltre che scombiccherato palesemente incostituzionale, sono ancora tutte da scoprire.

da il Fatto Quotidiano del 9 marzo
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#2442
Firmato nella notte il decreto salva-Milan (UNITa')
Berlusconi esulta: nella notte napolitano ha firmato il discusso decreto salva-milan, che assegna ai rossoneri la champions league del 2005. il decreto non modifica il regolamento esistente ma ne fornisce una più corretta interpretazione: «avendo il calcio origini inglesi - ha spiegato niccolò ghedini al presidente della repubblica - la misura della porta non va calcolata in metri ma in pollici. pertanto i pali non devono distare tra di loro 7,32 metri ma 18. quindi, il rigore di serghino era dentro e la vittoria, per anni ingiustamente assegnata al liverpool, spetta di diritto al milan». P.S. i radicali volevano impedirmi di consegnare la rubrica perché presenta alcuni trascurabili vizi di forma: mancano 32 righe e le maiuscole. chissenefrega, quello che conta è la sostanza.
omnia munda mundis

#2444
Steve1973 ha scritto:
paprina ha scritto:Art, a974 e chiaretta, non mi disturbate kimikalli che poi perde il ritmo :lol: :lol: :lol:
Il lunedì è (quasi) sempre il suo giorno di riposo. E' obbligatorio dal punto di vista sindacale!! :lol: :lol: :lol:
Io apprezzo comunque sempre quando accosta il rosso al nero, indipendentemente da quello che c'è scritto... chissà perchè... 8) 8)
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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#2445
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/188983/
Dunque, in qualche modo, anche per noi l’assenza, nel Lazio e in Lombardia, dei candidati presidenti e di tutto il loro schieramento, andava, senza strappi e con ragionevolezza, sanata. Facendo pagare un prezzo politico ai pasticcioni, ma consentendo una vera competizione.

Ma qui è successa un’altra cosa. Enorme nella sua gravità. Si è cercato di imporre in modo frettoloso e autoritario, per decreto, non la soluzione concertata di un problema oggettivo, ma il reintegro della lista del Pdl nel Lazio.

Nel passato, in altre occasioni e per vizi assai meno determinanti, liste del centro-sinistra, e non, sono rimaste fuori e nessuno ha strepitato. Come nel caso dell’Udc in Friuli.

La lista del Pdl nel Lazio non è stata neppure presentata. Non c’è. Non perché un vaso di fiori è caduto sulla testa del presentatore. Non c’è stato un incidente. Il motivo è che fino all’ultimo si volevano cambiare i candidati; si trattava e si barattava. Con l’idea, introiettata ormai nella cattiva politica, che ognuno può fare quello che vuole. Che conta la forza e non le regole e che tutto poi si aggiusta, in questa Italia sbrindellata, privatizzata, deformata dal disprezzo per le istituzioni delle lobby, dei potenti, dei furbi, dei manovrieri. La lista non è stata presentata in tempo, perché per loro è quasi naturale irridere la legge, e fregarsene.
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