20 anni fa, una pubblicità di questo tipo era non solo accettata, ma considerata assolutamente normale...
adesso se uno prova solamente a dire qualcosa del genere in TV o sulla stampa, si apre il cielo.
Ovviamente, non voglio parlare della condizione della donna, se era giusto o non giusto all'epoca e se è giusto o non giusto adesso... ma semplicemente proporre una riflessione:
cos'è che induce il cambiamento sociale? Le idee, o il marketing?
Dal mio punto di vista, è sempre più il marketing a stabilire la condotta sociale, a dividere ciò che è "accettabile" da ciò che non lo è.
Alla fine degli anni '80, le donne hanno avuto a disposizione molti più soldi di prima e la pubblicità ha cominciato a considerarle come consumatrici con un potere d'acquisto (o un’influenza sull’acquisto familiare) superiore a quello degli uomini. Quindi la donna è apparsa in pubblicità come “emancipata, libera, forte, coraggiosa” semplicemente perchè era utile creare nella massa femminile un moto d’orgoglio che le spingesse a spendere per se stesse, per migliorare il proprio aspetto e alleviare le proprie fatiche domestiche, oltre che per “servire la famiglia”. La donna era la nuova consumatrice e tutto doveva essere fatto affinchè non venisse offesa o ridotta di importanza. Fino a pochi anni prima, il suo ruolo era il nulla assoluto... una via di mezzo tra una donna delle pulizie, una tata e, nel migliore dei casi, un abbellimento per la casa.
FORSE (e dico FORSE) la rivoluzione culturale del 68 ha avuto un qualche peso... ma sono completamente certo che se le donne non avessero successivamente ottenuto potere d’acquisto, il loro ruolo sarebbe stato molto meno pubblicizzato e di conseguenza la loro posizione attuale in società sarebbe molto diversa.
E da qui la provocazione: ha senso battersi per degli ideali che, comunque, da qui a 20 anni saranno polverizzati sotto il segno del marketing?
#2
Stavolta non sono d'accordo con te! Per me e' il cambiamento sociale che induce il marketing.
Il marketing costruisce pubblicita' in base al target che il prodotto vuole raggiungere. Maggiore e' l'identificazione dello spettatore nel target, piu' efficace sara' la pubblicita'.
Una pubblicita' del genere oggi non e' che sarebbe criticata; semplicemente nessuna donna se la filerebbe, perche' oggi nessuna piu' cucina per il marito. Si cucina per divertimento o per se stesse. (Al massimo funzionerebbe con i mariti, che comprerebbero tonnellate di kenwood chef... )
Cosi come le pubblicita' del Mulino Bianco rappresentano bambini grassi e non piu' i bei bambini di una volta. Per non indurre senso di frustazione e inadeguatezza nel principale utente - obeso - delle merendine.
Il marketing costruisce pubblicita' in base al target che il prodotto vuole raggiungere. Maggiore e' l'identificazione dello spettatore nel target, piu' efficace sara' la pubblicita'.
Una pubblicita' del genere oggi non e' che sarebbe criticata; semplicemente nessuna donna se la filerebbe, perche' oggi nessuna piu' cucina per il marito. Si cucina per divertimento o per se stesse. (Al massimo funzionerebbe con i mariti, che comprerebbero tonnellate di kenwood chef... )
Cosi come le pubblicita' del Mulino Bianco rappresentano bambini grassi e non piu' i bei bambini di una volta. Per non indurre senso di frustazione e inadeguatezza nel principale utente - obeso - delle merendine.
#3
quindi non pensi che la "creazione del bisogno" ad opera del marketing ridefinisca parzialmente i ruoli sociali?Federinik ha scritto:Stavolta non sono d'accordo con te! Per me e' il cambiamento sociale che induce il marketing.
Se io creo dal nulla un bisogno che prima non c'era, di fatto sto creando un consumatore che prima non c'era...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe
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#4
Penso che i bisogni siano sempre gli stessi; si agisce sul loro livello di soddisfazione e sulla modalita' di soddisfazione.
Pensa alla pubblicita' della Fiat non so quale in cui un tale andava a prendere una - separata con figlio - con gran disappunto del figlio, fino a che non tirava fuori tre biglietti per la partita e se ne andavano tutti e tre felici sull'auto x. Il bisogno dell'auto e' sempre quello, per la prima volta compariva in una pubblicita' una donna sola con figlio!! Un cambiamento epocale, ma evidentemente quel settore sociale aveva assunto una rilevanza di mercato.
Pensa alla pubblicita' della Fiat non so quale in cui un tale andava a prendere una - separata con figlio - con gran disappunto del figlio, fino a che non tirava fuori tre biglietti per la partita e se ne andavano tutti e tre felici sull'auto x. Il bisogno dell'auto e' sempre quello, per la prima volta compariva in una pubblicita' una donna sola con figlio!! Un cambiamento epocale, ma evidentemente quel settore sociale aveva assunto una rilevanza di mercato.
#5
non sono proprio d'accordo
il marketing "sfrutta" le condotte sociali.
Per riprendere quello che dicevi, negli anni 80 le donne avevano a disposizione più soldi perchè lavoravano fuori casa ed erano più autonome, grazie anche alle lotte femministe del decennio precedente.
Il mercato se n'è accorto e ha semplicemente cavalcato l'onda
il marketing "sfrutta" le condotte sociali.
Per riprendere quello che dicevi, negli anni 80 le donne avevano a disposizione più soldi perchè lavoravano fuori casa ed erano più autonome, grazie anche alle lotte femministe del decennio precedente.
Il mercato se n'è accorto e ha semplicemente cavalcato l'onda
#6
sono pienamente d'accordo a metà col mister
secondo me il marketing non rispecchia fedelmente la società, ma ciò che è reputato desiderabile nella propria società dal proprio target. Premesso che da un po' non ho la tv, e quindi di pubblicità ormai non ne vedo da almeno un anno, mi ricordo che avevo notato un'enfatizzazione del ruolo dell'uomo nella cura dei figli nelle pubblicità di prodotti per bambini (scelti dalle mamme!) o per la casa (il famoso detersivo che faceva venir voglia di lavare i piatti al marito!!! Seee!!!).
Comunque anche se è uno specchio deformante, la pubblicità è figlia del proprio tempo.
secondo me il marketing non rispecchia fedelmente la società, ma ciò che è reputato desiderabile nella propria società dal proprio target. Premesso che da un po' non ho la tv, e quindi di pubblicità ormai non ne vedo da almeno un anno, mi ricordo che avevo notato un'enfatizzazione del ruolo dell'uomo nella cura dei figli nelle pubblicità di prodotti per bambini (scelti dalle mamme!) o per la casa (il famoso detersivo che faceva venir voglia di lavare i piatti al marito!!! Seee!!!).
Comunque anche se è uno specchio deformante, la pubblicità è figlia del proprio tempo.
#7
Questa affermazione è sacrosanta...funziona proprio così; anche se non è proprio in tema, oggi vengono inventate contemporaneamente le malattie e le medicinecyberjack ha scritto:quindi non pensi che la "creazione del bisogno" ad opera del marketing ridefinisca parzialmente i ruoli sociali?Federinik ha scritto:Stavolta non sono d'accordo con te! Per me e' il cambiamento sociale che induce il marketing.
Se io creo dal nulla un bisogno che prima non c'era, di fatto sto creando un consumatore che prima non c'era...
#8
in realtà no... vengono scoperte molecole con proprietà farmaceutiche e solo poi si creano le "malattie" idonee.... nemmeno contestualmente come dici tu...mr.undefined ha scritto: Questa affermazione è sacrosanta...funziona proprio così; anche se non è proprio in tema, oggi vengono inventate contemporaneamente le malattie e le medicine
Ne è esempio la FSD, la Female Sexual Dysfunction: una malattia fittizia (il mancato raggiungimento dell'orgasmo femminile in tutti i rapporti sessuali) da curare con un farmaco stimolante che un laboratorio di è per caso trovato per mano...
Consiglio la visione del film "Orgasm.inc" su questo argomento
P.S. in questo caso l'opera di marketing non è riuscita e le donne possono continuare a non avere un'orgasmo ad orologeria senza per questo doversi sentire handicappate, malate e riempirsi dei cari "sensi di colpa" che fanno vendere qualsiasi cosa a chiunque
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#9
Ma io mi riferivo a cose più gravi, a vere e proprie malattie !! Ripeto, non è proprio in tema con il marketing...ma insomma siamo dalle quelle particyberjack ha scritto:in realtà no... vengono scoperte molecole con proprietà farmaceutiche e solo poi si creano le "malattie" idonee.... nemmeno contestualmente come dici tu...mr.undefined ha scritto: Questa affermazione è sacrosanta...funziona proprio così; anche se non è proprio in tema, oggi vengono inventate contemporaneamente le malattie e le medicine
Ne è esempio la FSD, la Female Sexual Dysfunction: una malattia fittizia (il mancato raggiungimento dell'orgasmo femminile in tutti i rapporti sessuali) da curare con un farmaco stimolante che un laboratorio di è per caso trovato per mano...
Consiglio la visione del film "Orgasm.inc" su questo argomento
P.S. in questo caso l'opera di marketing non è riuscita e le donne possono continuare a non avere un'orgasmo ad orologeria senza per questo doversi sentire handicappate, malate e riempirsi dei cari "sensi di colpa" che fanno vendere qualsiasi cosa a chiunque