La Redazione Consiglia

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#3181
Lei vive in Italia dagli anni 70. C’è stato un imbarbarimento nel rapporto tra la stampa e il potere?

Credo di sì. Ho appena seguito la campagna elettorale in Gran Bretagna. Guardando i dibattiti televisivi pensavo: "In Italia non potrebbe accadere". Questo tipo di confronto tra stampa e politica, tra pubblico e politica. I vostri politici chiederebbero alle loro scorte di arrestare le persone che contestano. Ma è compito del giornalista fare domande imbarazzanti.

Il guaio è che si fa fatica anche a a chiedere conto di ciò che chi ci amministra fa in nostra vece.

Se l’economia va male o se si tagliano fondi allo stato sociale, i cittadini hanno diritto di chiedere conto. I giornalisti invece hanno il dovere di farlo.

Perché i giornalisti italiani non lo fanno?

Perché hanno paura del potere, perché i compromessi sono frequenti.

Dell’Utri ha detto: se mi assolvono lascio la politica. Non dovrebbe essere il contrario?

Non è normale. Ma non è normale nemmeno che il Presidente del consiglio si rifiuti di rispondere ai magistrati quando lo vogliono interrogare. In un altro Paese sarebbe escluso dalla politica, anzi dalla vita pubblica: fuori, subito.

L’Economist ha attaccato, e non di rado, Berlusconi. Lui vi tratta come se foste Lotta comunista, ma il vostro è un giornale liberale e di destra. Però nessuno si domanda perché scrivete certe cose.

Ricordo bene quella copertina del 2001 con la fotografia del premier e il titolo: "Perché Silvio Berlusconi è inadatto a guidare l’Italia". Questi nove anni hanno dimostrato la verità di quelle parole. Per fortuna i libri rimangono, molto più degli articoli di giornale. Il mio libro su Berlusconi è stato il primo in inglese sul vostro presidente del consiglio: resterà. E anche questo sulla criminalità al Sud.

Che differenza passa tra le mafie del Mezzogiorno?

Quella della Calabria è la più difficile da sconfiggere: è ben radicata, legata alla famiglia di sangue. La mafia siciliana ha avuto degli sconfitti e di questo soffre.
L’Italia si è arresa alle mafie?

Sì, perché fanno ormai parte della società.L’ultimo capitolo s'intitola: "Roma. Chiesa e Stato". Che c’entra?
La sconfitta della mafia dipende da Roma. E dalla Chiesa, che forse ha perso un po’ del potere che aveva. Ma un tempo aveva influenza su come la gente pensava e si comportava. Allora avrebbe potuto combattere pubblicamente la mafia. La Chiesa è ambigua: ci sono preti che chiamano i pentiti Giuda, preti per cui è più importante confessare il criminale e riportarlo dentro la Chiesa che proteggere chi ne è vittima. Poi, certo, oggi ci sono anche molti sacerdoti che s’impegnano contro la mafia.

La sua conclusione in realtà è una domanda: che speranza c’è?

Se non c’è sviluppo, purtroppo non c’è speranza. Perché dovrebbe esserci sviluppo quando c’è la mafia? Non c’è motivo per le imprese straniere o del Nord di andare nel Mezzogiorno. Mi chiedo dove andranno i giovani del Sud. Che hanno energia e entusiasmo perché sono giovani, ma non hanno possibilità di lavorare. E quindi di scegliere.

Da il Fatto Quotidiano del 12 maggio
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... talia_si_e
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#3182
Renzi sfreccia in auto sul raccordo
Multato: lo racconta su Facebook
Centocinquantacinque euro di multa e cinque punti tolti dalla patente del sindaco: «Qui gli autovelox funzionano bene...»

Altri ancora, invece, gli consigliano «di passare alla bici»; e proprio su questo il sindaco aggiunge: «Passare alla bici mi sembra difficile da attuare. Ero con moglie e figli e stavo tornando da Torino. Se passo alla bici sul raccordo autostradale di Varlungo con quattro persone in collo mi arrestano...».


http://corrierefiorentino.corriere.it/f ... 1949.shtml
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#3183
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 1&ref=hpsp
Con il calcestruzzo "depotenziato" sono state realizzate decine di opere sulle quali sono in corso accertamenti, e una mappa di questi obiettivi è stata ricostruita da "L'espresso" (vedi mappa). Gli accertamenti tecnici disposti dai magistrati hanno messo in evidenza che la frode veniva attuata con l'uso di ricette difformi da quelle contrattuali che, secondo i consulenti della procura, «contemplavano quantitativi di cemento inferiori anche ai valori minimi previsti dalle norme che regolamentano il settore». Gli inquirenti mettono in risalto una lunga serie di episodi che interessano vari impianti della Calcestruzzi in tutta Italia: si tratta di violazioni nelle procedure a garanzia della corretta composizione del calcestruzzo«con significative ricadute », spiega in un provvedimento il giudice che si occupa dell'inchiesta, «sulla non conformità delle forniture». L'elenco di queste strutture pubbliche in cui è stato risparmiato il cemento si allunga di giorno in giorno e riguarda opere di interesse strategico come la Tav, nei tratti di Milano- Bologna e Roma-Napoli nel quarto lotto, e poi le nuove metropolitane di Brescia e Genova; tratti autostradali di Valdastico nei lotti 9 e 14 ed il Passante di Mestre. Ma anche l'ospedale di Caltanissetta e quello di Bergamo, il nuovo tribunale di Gela, una galleria sull'autostrada Palermo-Messina e alcuni lotti della Salerno-Reggio Calabria e il nuovo palazzo della Regione Lombardia. Vi sono pure le banchine del porto di Messina e quello di Trapani e un asilo nido a Cumiana, in provincia di Torino.
Ultima modifica di kimikalli il 12/05/10 15:50, modificato 1 volta in totale.
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#3184
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 26505/18/0
Così è nata l'Italia
Da allora si sono affrontate molte tesi e molte critiche al moto risorgimentale. Critiche da sinistra (il Risorgimento creò istituzioni che escludevano il proletariato), critiche da parte cattolica (il Risorgimento fu fatto contro e senza i cattolici) ed ora da parte della Lega e del nordismo leghista (il Mezzogiorno è stato per 150 anni una palla al piede del Nord che si è svenato inutilmente per assistere un popolo di fannulloni). Ciascuno di questi revisionismi crede di aver ragione. Tutti in realtà perdono di vista un punto essenziale: un nuovo potere pubblico non è mai nato se non ad opera di una minoranza. Non esiste esempio nella storia di un nuovo potere pubblico nato da un movimento di popolo. La rivoluzione bolscevica del '17 ne fornisce un esempio clamoroso, ma perfino la grande Rivoluzione francese dell'Ottantanove non fa eccezione: la conquista delle Tuileries del 10 agosto del '92, il Terrore robespierrista del '93-'94, furono opera di minoranze. Quanto alla fase riformista dell'89, anch'essa istituì un potere nuovo e fu opera del Terzo stato riunito in assemblea, che certo non rappresentava la maggioranza dei francesi, in quella fase ancora estranea al Terzo stato fatto di professionisti, docenti, intellettuali e magistrati. Le minoranze fondano i nuovi poteri. Sta poi ad esse di evocare il popolo ed educarlo. A volte ci riescono, a volte no.
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#3185
Parole tronche e antinomie come se piovesseAnalizziamo però adesso alcuni snodi filosofici di Laura Ravetto. Sempre con dovizia.
1) “Mah (bell’inizio) la cosa che la prima cosa che (la prima cosa bellaaaaaa che ho avuto dalla vitaaaa è il tuo sorriso giovane, sei tu) credo debba essere detta, è che questo Ggggggoverno (quando dice GOVERNO, mi ricorda in marzialità una valchiria della Gestapo) sindall’iniziodelsuoooppperato (lo so, ogni tanto Laura si mangia le parole, ma non state qui a rompere le palle: io la AMO) ha dimostrato di avere come LINEA GUIDA (scandito) come direttrice proprio la tutela sociale (ahahhahahahahahahahahahah). E quindi proprio l’attenzione alle fasce più deboli (ahahahahahahhahahaha)”
2) “Nooooo scusateeee (dai con ‘ste vocali-eco: ma PERCHE’?) va be’ ma se vogliamo ridere (eh, oddio) io capisc io purtrop (e giù di parole tronche, come neanche un endecasillabo di Gozzano) non ho la claque dietroooooo (a differenza dei comunisti di Ballarò) non ho trenta persone (dove?) però per me contrapporre il costo della barca rispettooooaaah è chiaro (chiarissimo) che dà insomma mi pare che voglia trasmettere quel senso di contrapposizione che in questo momento non ci serve”. E se lo dice lei, non contrapponetevi mai più. MAI PIU’. Oppure lei vi punirà con una vocale allungata, munita di alabarda spaziale.
3) “Non rido delle battute di Crozza perché non credo sivisimicisivi (come diceva la Marchesini del Trio) debba ridere delle riforme”. Perché Lady Blackberry ha detto questa frase? Come risposta a una intemerata di Debora Serracchiani, da cui è uscita con le ossa rotta. Ora: io accetto tutto, ma farsi mettere i piedi in testa dalla Serracchiani in un dibattito è come farsi fare una tripletta da Loria. Inaccettabile.
4) Qui non siamo più a Ballarò, ma da Monica Setta. Eccolo: è l’Armageddon. Si parla di Affittopoli e del caso Scajola. La Setta ha preparato alcuni servizi contro i privilegi della Casta (ovviamente il primo è su D’Alema). La Ravetto, munita di una fanciullesca passata che ne contiene i boccoli biondocriniti, non gradisce. Vai Laura. “Mah (sempre un bell’inizio. Come fai a cominciare sempre una frase con “Mah”? E’ un’ammissione di confusione interiore. Sarebbe come se io, in Chiesa, iniziassi l’omelia dicendo: “Dobbiamo tutti volerci bene, brutte teste di "censured"”. Non risulterei molto credibile) guardi io credo che nessuno possa mettere in dubbio e nessuno possa permettersi di negare il principio fondamentale per cui eeeehhhh (qui si era persa: non sbagliava da troppi secondi e si sentiva in colpa) qualunque politico non deve assolutamente avere alcun tipo di privilegio rispetto al cittadino”. Classico inizio lauroravettiano, ovvero: metto le mani avanti e parlo un po’ senza dire niente e cercando di darmi un tono garantista, dopo di ché vi faccio un "censured" così. Infatti la Setta, che la sa lunga (cit), la guarda bramosa, sperando in un roboante redde rationem.
5) Che infatti arriva, puntuale. Ravetto: “Quello che spaventa un po’ è magari non so vedremo la caccia agli otto la caccia ai dieci (dà i numeri, letteralmente”). Setta: “Sono i giornali che lo hanno scritto, ora le faccio le fotocopie, così se le guarda a casa”. Ravetto (è scontro tra titani): “Sì no no (o è NO, o è SI’: quelli che dicono “sì no no” non li sopporto, come quelli coi puntini di sospensione e i punti esclamativi. O è NO,o è SI’. Terium non datur). Sì sì no no (eddai) io non voglio essere fraintesa (topos berlusconide: io dico il giusto, sono gli altri che fraintendono)”. Setta: “Eheheheh, ahahahaha, uhuhuhu” (parole forti). Ravetto: “Io dico solo che mi stupisco (sapessi noi) ci sono le competenze la magistratura farà il suo corso (bla bla bla) (..) Ma scusi ma poi (?) mi sembra anche (??) Certo poi vedere che dalla regia le fanno vedere i cartelli La Casta La Casta a me personalmente a me personalmente mi fa venire in mente (ormai non parla più: verseggia in forma di canzone: Mi ritorni in mente, bella come sei, forse ancor di più – uh uh uhh)”. La Ravetto, nuovamente, è convinta di aver fatto tana al nemico televisivo, svelando la magagna del “gobbo” dietro le quinte, ma la sua sortita non ha effetto alcuno (se non la narcosi subitanea di Piero Sansonetti, che quando c’è da fare un dibattito inutile non manca mai).
Il finale è rutilante.
La Setta, divertita, le chiede se la sua casa ce l’ha in affitto.
La Ravetto dice che son fatti suoi e che non ha nulla da nascondere.
Parte un applauso, timido come un sorpasso di Dani Pedrosa all’ultimo giro.
La Setta, eccitata, ridacchia. La Ravetto, che sta parlando da mezzora, chiede di nuovo il microfono perché lei finora non ha interrotto nessuno e ha parlato poco.
La Setta le dà ragione. Sgarbi sorride. Sansonetti dorme.
E anch’io non mi sento niente bene
http://scanzi-micromega.blogautore.espr ... lackberry/
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#3186
Visto che è improbabile che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annunci aumenti delle tasse, dentro il Pdl l’idea prevalente è che stia per arrivare una stagione di tagli alla spesa. Mario Baldassarri, Pdl, economista e presidente della Commissione Finanze del Senato, pensa che non ci si debbano porre limiti nei tagli: "Prima si comincia a ridurre la spesa, poi si capisce quante risorse si recuperano, possono essercene abbastanza anche per misure volte a sostenere la crescita e non soltanto il rigore economico, come una riduzione del carico fiscale". E Baldassarri ha chiaro da dove cominciare: "L’area grigia tra economia e politica, quelle voci di spesa chiaramente anomale negli acquisti di alcune pubbliche amministrazioni o della sanità e poi tutti i trasferimenti a fondo perduto che dovrebbero diventare crediti di imposta, permettendo di recuperare 18 miliardi di euro". Vittorio Feltri, nel suo editoriale, esprime così lo stesso concetto: "Si rubi pure, se proprio non se ne può fare a meno, ma con moderazione".
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... re_i_tagli
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#3187
Da Il fatto di oggi: http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... o_contesta

Roberto Fiore, Forza Nuova, durante un convegno sulla RU 486 pronuncia la frase "L'aborto è come l'eutanasia".
Gli animi si riscaldano, si contrappongono le posizioni pro e contro aborto, ad un certo punto alcune militanti di estrema destra, rivolte alle donne favorevoli all'aborto se ne escono con un "Stupratele, tanto abortiscono".

Evito di commentare quest'affermazione, mi vengono in mente solo espressioni incivili indirizzate nei confronti di chi ha pronunciato questa frase (attenzione, detta da altre donne, non da uomini!!).
Immagine

#3188
Art69 ha scritto:Da Il fatto di oggi: http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... o_contesta

Roberto Fiore, Forza Nuova, durante un convegno sulla RU 486 pronuncia la frase "L'aborto è come l'eutanasia".
Gli animi si riscaldano, si contrappongono le posizioni pro e contro aborto, ad un certo punto alcune militanti di estrema destra, rivolte alle donne favorevoli all'aborto se ne escono con un "Stupratele, tanto abortiscono".

Evito di commentare quest'affermazione, mi vengono in mente solo espressioni incivili indirizzate nei confronti di chi ha pronunciato questa frase (attenzione, detta da altre donne, non da uomini!!).
:twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: peccato che non vivano in un paese teocratico modello integralista musulmano.... :twisted: :twisted: :twisted: vorrei vedere quali "nobili" affermazioni farebbero....
omnia munda mundis

#3189
La «Sindrome Comino» terrorizza La Russa e compagni
Dietro al mancato incontro tra Fini e gli emissari berlusconiani c’è la «sindrome Comino», la paura degli ex colonnelli di An di subire lo stesso trattamento toccato in sorte al capogruppo leghista che, avendo promosso una scissione filo Berlusconi nel Carroccio, venne abbandonato a se stesso insieme ai suoi seguaci dopo la nuova alleanza del Cavaliere con il Senatur. È questo l’incubo che agita da giorni i sonni di La Russa, Gasparri e dei tanti “fedelissimi” di un tempo del presidente della Camera che, di fronte alla scelta tra le idee e le sicurezze garantite dell’uomo di Arcore, non hanno avuto dubbi, certi che il premier avrebbe messo alla porta la terza carica dello Stato e trasferito loro il suo ruolo politico. Invece hanno sbagliato i calcoli, ed hanno cominciato a capirlo da quando la crisi dei mercati e la cura lacrime e sangue annunciata da Tremonti per i prossimi due anni hanno tolto definitivamente dal tavolo delle trattative tra Fini e il presidente del Consiglio l’arma delle elezioni anticipate. Adesso Berlusconi non solo ha bisogno di Fini e dei finiani, per andare avanti, ma anche di tutti gli altri voti della sua maggioranza, compresi quelli del Mpa persi dopo la crisi alla regione Sicilia (della quale non a caso proprio ieri il premier ha discusso a lungo con Miccichè). Il governo per durare ha bisogno di allargare i propri consensi, non di restringerli. Berlusconi ne è consapevole. È stato il Cavaliera due giorni fa sia a chiedere ai suoi due ambasciatori di recarsi da Fini. È ormai sempre più chiaro come fondatore e cofondatore siano costretti a “fare pace”, o meglio, come lo stesso presidente della Camera ha scritto in un bigliettino privato indirizzato a Veltroni durante un dibattito, almeno a “fare finta”. Conviene innanzitutto al presidente del Consiglio e al suo Lodo Alfano in versione costituzionale presentato al Senato.
Per Berlusconi rappresenta l’unica vera garanzia duratura rispetto ad ogni rischio giudiziario, anche quando saranno scaduti i diciotto mesi del legittimo impedimento (che, tra l’altro, è sottoposto al giudizio della Corte Costituzionale). Per Berlusconi una ragione in più per non fare a meno dei voti finiani, e per avere la non ostilità del presidente della Camera. Chi lo dice ai colonnelli? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

13 maggio 2010
http://www.unita.it/rubriche/lorsignori/98613
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#3190
Non paga la guerra mediatica
Abbiamo imparato parecchio dall’ultima puntata di Ballarò. Soprattutto da Pagnoncelli, con le sue tabelle, dalle quali risultano, per citare Lucio Battisti, pensieri e parole degli italiani. Perché, sarà anche vero che nelle elezioni regionali quei pochi che hanno votato, si sono buttatti a destra, ma non è vero che abbiano rafforzato la loro fiducia in Berlusconi. Il quale risulta molto meno simpatico agli italiani di Fini e Tremonti, nonché del segretario pd Bersani. E ancora di più il premier dovrebbe preoccuparsi per il fatto che i magistrati, da lui definiti geneticamente tarati, sono invece apprezzati dalla grande maggioranza degli italiani. E questo dopo vent’anni di insulti; una guerra mediatica che non ha precedenti nel mondo civile (e neanche in quello incivile). Ma, alla fine, la cosa più importante che abbiamo capito da Ballarò è che, nonostante la patetica perorazione di Cota, il federalismo fiscale è rinviato. Grazie alla Grecia e alla Magna Grecia.13 maggio 2010

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
http://www.unita.it/rubriche/Oppo/98611
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#3191
Non è affatto normale che un clandestino delinqua, come vuol far credere il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Normale è invece che per diventare regolare un immigrato debba passare per la clandestinità, dal momento che la legge Bossi-Fini non ammette un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro nel nostro paese. E' allora realistico scegliere una badante ucraina o una colf tuttofare, trasferendola direttamente da Kiev, senza averla mai vista all'opera? E' normale fare lo stesso per avere un operaio di una piccola impresa? No? E allora appare come un macroscopico bluff l'obbligo di legge che uno straniero varchi i confini del nostro paese già da regolare, con il suo bravo contratto di lavoro in tasca. Non sono forse le norme in vigore che di fatto creano clandestini?
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ad esempio, lascia intendere agli italiani che la gloriosa politica di respingimento dei barconi abbia inferto un colpo letale alla clandestinità. Ma per mare arriva una quota minima di immigrati e per quasi la metà si tratta di richiedenti asilo politico. A loro sbattiamo la porta in faccia, delegando a Gheddafi il rispetto della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati. Nemmeno questo sembra fare scandalo. Ma i clandestini non diminuiscono come vorrebbe il ministro.

E' vero il contrario: aumentano, ancorché la crisi economica abbia rallentato gli arrivi.
Secondo la stima di Vincenzo Blangiardo, dell'Università Cattolica di Milano, al 1° gennaio del 2010 erano cresciuti di 125 mila unità rispetto all'anno precedente, e sarebbero oggi 550 mila, in gran parte, come abbiamo visto, forzati della clandestinità. Chissà perché si è fatta una sanatoria a metà, solo per le badanti. Cambiare la Bossi-Fini è considerato un sacrilegio e guai, poi, a favorire la cittadinanza dei bimbi stranieri nati in Italia. Avanti a tutto respingimento, allora, che televisivamente rende assai bene.http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... le=2487090
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#3192
un elenco che raccoglie tutti gli interventi edili (di ristrutturazione e ricostruzione) affrontati da Diego Anemone negli uffici pubblici e appartamenti privati della nomenklatura nazionale. Palazzo Chigi, la residenza privata di Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, le abitazioni degli ex ministri Pietro Lunardi e Claudio Scajola, prime e seconde case, in città e in montagna. Le dimore di Guido Bertolaso (si scopre che a Roma sono due: in via Bellotti Bon e in via Giulia) e i suoi uffici della Protezione Civile.

E ancora capi di gabinetto, capi di dipartimento nei ministeri, capi di uffici legislativi, della Protezione civile e del ministero della Giustizia, dirigenti Rai, generali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, agenti dei servizi segreti. Una lista dettagliata dei lavori al Viminale, ai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture, nella sede di Forza Italia e negli alloggi privati di segretarie di ministri (è il caso di Fabiana Santini assistente del Ministro Scajola, oggi assessore regionale nel Lazio). Ma nell'elenco appaiono anche i nomi di giornalisti, registi (come Pupi Avati che però respinge gli addebiti: "Tutto regolare"), produttori cinematografici, sacerdoti e parenti di vari "notabili".

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... e-4026164/
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#3193
Anemone
Il carcere si addice a Diego Anemone: non perché sia colpevole, per carità, di tutta la cricca&affiliati, nessuno è colpevole. Sono tutti sereni. Hanno lavorato onestamente. E duramente. Tutti faranno piena luce. La stanno già facendo. Tutti si puliranno dagli schizzi di fango emessi dal polipo mediatico. Hanno già mandato il doppiopetto in tintoria. No, no, il mio è un giudizio estetico: dopo tre mesi di detenzione l’uomo è più snello, veste giovanile, gli occhiali scuri gli donano, è più riposato. Nessuno immagina, guardando la foto che lo ritrae, malinconico, fuori dalla Casa Circondariale di Rieti, il solerte tuttofare al servizio dei funzionari di potere. L’imprenditore principe della fiorente azienda dei favori. Quel famiglio sempre affaccendato al quale chiedere aiuto quando ti si guasta lo sciacquone, tuo figlio vuole una bmw nuova, sei stanco e ti va “una ripassata”, ti annoi e ti va una compagnia.


:lol: :lol: :lol: :lol:
12 maggio 2010
http://www.unita.it/news/lidia_ravera/98584/anemone
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#3194
BERLUSCONI E LE INCHIESTE
I timori del premier: è solo l'inizio
E prepara un appello a Casini
Per la prima volta il leader ha dubbi sui suoi.

Il premier Berlusconi (Ap)
ROMA - Rubano tutti, o quasi tutti. Lo dice come un'amara constatazione, con un tono d'impotenza, nei momenti di sconforto, quando aggiunge che non capisce come si possa approfittare di una carica, quella politica, che dà tantissimi benefici, anche finanziari. Benefici che dovrebbero essere un deterrente e che invece a tanti, anche dentro il suo partito, non bastano. Sulle inchieste recenti Berlusconi ha detto poco o nulla. Almeno in pubblico. Ha avuto parole di considerazione per Claudio Scajola, al momento delle dimissioni, ma è il primo a sottolineare, in privato, che l'esperienza politica dell'ex ministro è finita.

Il timore che ora le inchieste possano colpire altri ministri, sino alle dimissioni, è rafforzato dalla convinzione che in molte delle indagini ci siano parecchi dati non emersi. «Sono solo all'inizio», è la previsione del capo del governo, inviperito a tratti, e forse per la prima volta, più con gli uomini a lui vicini che con le toghe che di solito accusa. Ovviamente la convinzione che i tempi, i modi, le fughe di notizie, appartengano a un disegno organizzato resta una cornice dalla quale Berlusconi non si muove. Ma a differenza del passato, lo ha anche dichiarato, non esiste una congiura, almeno non solo quella. Se alcuni ministri finiscono sotto la lente dei magistrati può anche essere una manovra indiretta per colpire lui, ma di fronte a modalità illecite, o inopportune, che vedono l'emissione di assegni circolari è difficile individuare i soliti magistrati con in mano la falce e il martello al posto del codice di procedura. E Berlusconi è il primo a saperlo.

La storia delle dimissioni di Scajola è anche quella dell'addio improvviso del capo, in modo riservato, al proprio ministro. Ma se altri casi arrivassero, se venissero colpiti «altri tre o quattro» esponenti del governo, allora sarebbe molto difficile coniugare gli avvicendamenti con la stabilità del governo e con il cuore della sua comunicazione classica: il suo partito che porta una nuova moralità, che mantiene gli impegni, che non ha bisogno della politica per mantenersi perché non la fa per professione. Anche questo sa bene il Cavaliere. «Se altri tre o quattro» può essere un esercizio retorico, ma svela sia la consapevolezza di non poter mettere la mano sul fuoco sugli esponenti del governo che presiede sia la paura di non riuscire a parare il colpo se arrivassero veramente altre ombre su Palazzo Chigi. La crisi di governo, di fronte ad «altri tre o quattro», sarebbe a quel punto inevitabile, è il resto del ragionamento. E se uno scenario può essere evocato anche solo per esorcizzarlo, di certo però, negli ultimi giorni, complice una distanza con Fini che non accenna a diminuire, il presidente del Consiglio avverte la necessità di uno scarto politico: a chi lo ascolta, anche ieri, nelle tante riunioni tenute e Palazzo Grazioli, capita sempre più spesso di apprendere della possibilità di «una collaborazione», auspicata imminente, con Francesco Rutelli e Pier Ferdinando Casini. Con quali modalità è ancora poco chiaro. Molto dipenderà anche dall'appuntamento di Todi, fra pochi giorni: l'Udc forse cambierà nome, diverrà partito della Nazione, cercando nel concetto di responsabilità nazionale un nuovo inizio. «E io subito dopo lancerò un appello», aggiungeva ieri pomeriggio il Cavaliere, con l'auspicio che il concetto possa far convergere in qualche modo Pdl e Casini. Un quadro in cui ovviamente le inchieste verrebbero derubricate a fattori privi di conseguenze significative. Come i timori, in quel caso infondati, di un premier oggi molto preoccupato
http://www.corriere.it/politica/10_magg ... aabe.shtml
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#3195
Pier Luigi Bersani? «Come leader è totalmente inadeguato», sostiene De Benedetti. «Lui è D'Alema stanno ammazzando il Pd». Già, D'Alema. Secondo l'editore di Repubblica, il presidente di ItalianiEuropei ha fatto «tantissimi errori» e «non capisce più la sua gente» (questo brano del libro, insieme a una divertente cronistoria del suo rapporto con Berlusconi, è stato anticipato ieri dal Fatto quotidiano). Basta prendere il caso pugliese, aggiunge, «la storia dell'alleanza con Casini, poi fallita perché Vendola ha vinto sia le primarie che le elezioni regionali».
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/224710/
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