La lampada Taccia di produzione Flos, non sembra una lampada e nemmeno un oggetto di arredamento. Eppure sarà prodotta in gran numero specialmente durante gli anni '60 e '70; anzi, questa lampada da appoggio sarà 'la lampada' di punta dell'azienda di Bovezzo, addirittura più della Arco.
Dati i pochissimi pezzi di cui è composta - che però mostrano una lavorazione 'diversa' dal solito, per un motivo di fondo - se non fosse per le dimensioni generose, la lampada sembrerebbe 'povera'. Facilmente smontabile, essa rivela le tre parti che la costituiscono: una base in alluminio su cui poggia una sorta di irregolare 'campana' di vetro e, sulla sommità di essa vi è, come a chiusura della stessa, un disco concavo in alluminio.
I materiali mostrano subito l'apparenza del loro lato povero, ma in effetti la loro lavorazione è complessa, quasi non sembra quella di un oggetto che abiterà un salotto di casa. La struttura della lampada svela i richiami all'industria. I Castiglioni utilizzarono in parte scarti di produzione industriale pesante derivata dal vicino indotto metallurgico bresciano. Come, per esempio, la forma molto particolare della base realizzata in alluminio estruso anodizzato simile ad una colonna scanalata (in cui è alloggiata la lampadina ad incandescenza) od il 'tappo' appoggiato sulla campana di vetro orientabile che in realtà è ideato per riflettere e concentrare la luce sul piano del tavolo nella zona desiderata.
Ma perché queste forme così insolite da quelle che si percepivano nel settore illuminotecnico dell'epoca? La spiegazione sta nella procedura ideata da Achille e Piergiacomo Castiglioni nel 1958.
La prima intenzione dei Castiglioni, era quella di creare una lampada da scrittoio con l'idea geniale che la luce dovesse essere più che indiretta riflessa dal corpo lampada nelle immediate vicinanze del piano della scrivania evitando il fastidioso problema dell'abbagliamento e dell'ombra, che coinvolgeva quasi tutte le luci da tavolo dell'epoca, nascondendo appunto la fonte di luce nella base che generava un fascio di luce morbido ma potente.
La forma particolare della base contenente la lampadina da 100W ad incandescenza è stata pertanto concepita per disperdere al massimo il surriscaldamento: la laccatura nera della vernice ha funzioni anti-termiche, la forma alettata e colonnare è ispirata alle testate dei motori automobilistici e favorisce la dispersione di calore, come pure l'intercapedine all'interno che serve ad evitare che i pezzi a contatto si scaldino troppo, ed è utile per la circolazione dell'aria che crea un abbassamento della temperatura.
Il primo prototipo della Taccia è definito nel 1959 - quando in quell'anno è già presentata dai due fratelli a Chicago, all'Institute of Design and Tecnology - ma solo dopo alcuni anni è realizzato dalla Flos uno schema di fabbricazione in serie che porta alla produzione, la quale sarà finalmente avviata nel 1962, dopo tre anni. Questo ritardo è da addebitare sopratutto alla difficoltà di produrre in gran numero quei tre componenti.
Achille Castiglioni stesso aveva una considerazione del tutto particolare per la sua creatura, e, nel corso di un'intervista del 1970 disse: "... la consideriamo la Mercedes delle lampade, un simbolo di successo: forse perché assomiglia ad una colonna classica. Certamente non stavamo pensando al prestigio quando l'abbiamo progettata. Desideravamo creare una superficie che rimanesse fredda.."
Come moltissimi dei progetti messi a punto dai fratelli Castiglioni la Taccia è divenuta un'icona di design al di fuori dalle mode passeggere, e, oggi come ieri, è prodotta e venduta con enorme riscontro in tutto il mondo.
Classici del design: lampada Taccia
#1
Ultima modifica di lot il 27/06/10 12:49, modificato 1 volta in totale.