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#3361
Mastella all’Isola dei famosi:
«Sandra non vuole, teme le donne»
L'eurodeputato sannita: «Con me ascolti altissimi
Paura degli insetti? Dopo tanti anni di politica...»


Clemente e Sandra

ROMA — Onorevole Clemente Mastella, davvero parteciperà alla prossima edizione dell’«Isola dei Famosi »?
«Beh... insomma... sì, l’idea mi affascina parecchio».


Parecchio?
«Senta: le sembra così strano? No, dico: qui tutti fanno le cose più folli e io non posso togliermi uno sfizio?».


Lei è stato, tra le altre cose, anche ministro di Grazia e Giustizia di questo Paese. Veda lei se è strano...
«Va bene, è strano. E allora? Corro il rischio di sputtanarmi?».


Beh...
«No no, secondo lei corro questo rischio?».


Sì, un po’.
«E allora sa cosa le dico: che preferisco sputtanarmi da solo, così, per gioco e per capriccio, senza aspettare che a farlo definitivamente siano certi magistrati...».



I magistrati, onorevole, fanno il loro lavoro.
«Ah sì? Guardi, è da cinque anni che mi perseguitano. Sono il politico più intercettato d’Italia. E non c’è giorno che qualcuno non provveda a rovesciare un po’ di fango sulla mia onorabilità».


Ora sospettano che il denaro dell’Udeur, il partito di cui lei è segretario, sia stato usato dalla sua famiglia per acquistare case a Roma.
«Sì, l’ultima accusa assurda, che mi toccherà smontare, è questa».


Intanto, però, parte per l’«Isola».
«Eh eh... lì, finalmente, mi rilasserò e, soprattutto, dimagrirò».


Quanto pesa?
«Un quintaluccio, direi».


Dovrà dormire all’aperto.
«Il guaio è che una narice mi funziona, e l’altra no. Così, russo forte...».


Poi ci sono insetti di tutti i tipi.
«Sì, me lo hanno detto. Io, tendenzialmente, sono un po’ schifiltoso, ma anche qui a Ceppaloni entrano formiche e zanzare, non creda».


Lì gli scarafaggi sono enormi.
«All’Azione Cattolica facevamo belle scampagnate e...».


Ma il vero pericolo, lei sa bene qual è, no?
«Beh, è chiaro che rischio di cadere in tentazione. Sull’Isola ci sono sempre giovani femmine di grande bellezza. E poi staranno tutte lì, con quei costumini...».


Ne ha parlato con sua moglie, Sandra Lonardo?
«Certo. E infatti questo è uno dei motivi per cui lei è decisamente contraria alla mia partenza».

Le mogli, spesso, sono gelose.
«Io però le ho spiegato che saprò comportarmi. Anche se...».


Cosa?
«Beh...».


Coraggio, Mastella.
«E se mi ritrovo con la Yespica?».


La Yespica è già stata sull’«Isola» .
«Embé? Potrei chiedere a Giorgio Gori e a Simona Ventura di farla tornare, no? Anche perché, scusi: qualche piccolo desiderio potrebbero pure esaudirmelo... con il sottoscritto tra i naufraghi, modestia a parte, gli ascolti schizzerebbero alle stelle».


Le dovranno dare un mucchio di soldi, per l’ingaggio.
«Sì, dovranno pagarmi molto bene. Però io devolverò tutto, fino all’ultimo centesimo, in beneficenza».



(In sottofondo, al telefono, i rumori di una festa, nella villa di Ceppaloni. «Abbiamo battezzato la mia nipotina Alessandra, la figlia di Pellegrino... Non ha idea che mozzarelle squisite, a tavola... lei penserà: sempre con queste mozzarelle? Sempre, sono così buone...». Una famiglia, nonostante tutto, felice. Con lui che ha ormai 63 anni, fa l’europarlamentare, resta il gran capo della piccola Udeur e sulle spalle si porta un passato da talento nello stringere e rompere alleanze, da ex democristiano, da ex portavoce di Ciriaco De Mita, da ex Guardasigilli, incarico da cui si dimise, facendo cadere il secondo governo Prodi, per solidarietà con la moglie Sandra, 57 anni, ex presidente del Consiglio regionale della Campania, accusata di «concussione» e, per questo, agli arresti domiciliari).

Fabrizio Roncone

http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 0438.shtml
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#3363
La Sardegna non esiste
Si sa, la Sardegna è marginale e fa notizia soltanto quando si tratta di cronaca nera. Ora, per fortuna, di rapimenti non si sente parlare e perciò neppure di Sardegna. A meno che non serva a Berlusconi per esercitare la sua potenza di tiro su Renato Soru, abbattuto a suon di calunnie e false promesse. Mentre invece, ora che il Pdl nell’isola ha perso il 52% dei voti, figurati se i tg nazionali ne parlano. Benché al primo turno delle elezioni provinciali il Popolo di sua proprietà sia sceso al 16% e al secondo turno abbia perso tutti i ballottaggi. Intanto, sempre con scarso interesse dei tg, il governatore inesistente, Cappellacci, fa da palo alla chiusura delle aziende sarde cui Berlusconi in campagna elettorale prometteva la salvezza. In più, è coinvolto nello scandalo delle pale eoliche ed entra nel Guinness dei primati per aver superato nel peggio l’altra creatura berlusconiana, Mauro Pili, famoso nel mondo per aver scoperto che la Sardegna confina con la Svizzera.
16 giugno 2010
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http://www.unita.it/rubriche/Oppo/100055
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#3364
di Mario Ajello
Fragorose, rumorose, assordanti. Le vuvuzelas sono le nuove super-star, i simboli d'una stagione calcistica e di un mood sociale e esistenziale caotico e un po' anarchico. E allora perché non importare anche nella politica queste trombette zulù?

:arrow: Quando a Montecitorio si litiga, vanno azionate le vuvuzelas per coprire il suono delle inutili grida di Palazzo.
:arrow: Quando Berlusconi ne spara una delle sue - del tipo: «Sono single e ho la fila fuori dalla porta di donne che aspettano di amarmi» - va tacitato a colpi di vuvuzelas.
:arrow: Quando il tiggì spara balle, una strombettata zulù può metterlo a tacere. E le promesse elettorali non mantenute? Meritano la strombettata.

E :arrow: i tagli alle spese della politica continuamente strombazzati e mai realizzati, vanno ridicolizzati da un'orchestra di vuvuzelas.
Questo suono tribale somiglia a una pernacchia. Che si addice a perfezione - e molto meglio dei post it - contro il bavaglio. :wink:
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=106594
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#3365
Lunardi e l'etica. Se il «favore» diventa legge
di Ritanna Armeni
«Io ho solo ricevuto dei favori, che male c’è?». Così ha affermato in un’intervista a Repubblica Pietro Lunardi, ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. I favori sono molti e l’ex ministro li elenca con la precisione di chi crede di non aver nulla da nascondere.
Lui - ammette - ha aiutato e raccomandato.
Lo ha fatto, tranquillamente e serenamente, fra le mille altre cose cui il suo ruolo di responsabile di quattro dicasteri lo impegnava.
In cambio dei favori elargiti, ne ha ricevuti:
:arrow: la ristrutturazione di una dépendance di 220 metri quadri,
:arrow: l’acquisto a prezzi stracciati di un palazzetto a Roma in Via dei Prefetti,
:arrow: l’affitto gratis per quattordici mesi.
Ora non ha alcun ripensamento, alcun rimorso, non ha sensi di colpa e non crede di poter essere penalmente perseguito.
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/240116/
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#3366
:lol: come anticipato da Chiaretta... :wink:

Il tribunale Ue boccia il ricorso di Segrate: “Illegittimi i contributi pubblici, restituiteli”

Almeno 220 milioni di euro: è questa la cifra, interessi esclusi, che Mediaset dovrà restituire per gli “aiuti di Stato che le sono stati concessi illegittimamente” dal governo. Lo stabilisce una sentenza di primo grado della Corte di Giustizia europea, che conferma una decisione già presa dalla Commissione Ue nel 2007, contro cui Mediaset aveva fatto ricorso. Un ricorso che ieri, da Lussemburgo, è stato respinto “in toto”. Ecco i fatti: durante il passaggio al digitale terrestre, iniziato in Italia nel 2001 e che si completerà nel 2012, il secondo governo Berlusconi ha stanziato nella Finanziaria 2004 un contributo (a carico dello Stato) di 150 euro per ogni utente che avesse acquistato un apparecchio per la ricezione di segnali televisivi digitali terrestri. Lo stesso aiuto viene confermato nella Finanziaria 2005, con un importo però ridotto a 70 euro.
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578
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#3367
"Formigoni non è il Nord". La Lega non lo segue nella polemica anti-Roma

Il lombardo va all'attacco:
«Il governo ci fa spallucce»
GIOVANNI CERRUTI

Avanti così e a Roberto Formigoni, tra qualche giorno, potrebbe scappare anche un bel «Roma ladrona!». Ieri ha annunciato un paio di esempi. Con la manovra il governo, che poi sarebbe un governo amico, si sta comportando come un «padre sciamannato», proprio così. E che fa pure «spallucce». E che penalizza le Regioni del Nord. Ne aveva già dette altre, il governatore della Lombardia. «La manovra cancella il federalismo fiscale». «Il governo mette le mani nelle tasche degli italiani». Applausi dalle Regioni del centrosinistra, applausi da Bersani ed Epifani, segretari di Pd e Cgil. Davanti alla manovra del governo «non alzeremo bandierà bianca», annuncia Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna e presidente di tutti i Governatori.

Si muove Formigoni e trascina Piemonte e Veneto nella gara a chi è più federalista, a chi è più attento al territorio e ai tagli che verranno. Quanto basta per disegnare un Nord contro la manovra, o meglio ancora un Formigoni che guida i governatori in battaglia contro chi quella manovra l’ha voluta, il ministro Giulio Tremonti. Roberto Cota e Luca Zaia, i due governatori leghisti di Piemonte e Veneto, in un primo momento sembrano accodarsi. Cota: «Non bisogna penalizzare le Regioni virtuose». Zaia: «E’ un sacrificio immane». Ma non si accoderanno, anzi. Solo l’adesione a vaghe preoccupazioni. Le Regioni del Nord contro Tremonti? La Lega si affretta a smentire: filtra la notizia che domenica, sul solito pratone di Pontida, accanto a Bossi ci sarà proprio Tremonti. A sentire gli umori di casa Lega si scopre che le ricadute di questa manovra sulle Regioni non piacciono, però piacciono ancor meno toni, parole e intenzioni di Formigoni.



http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
omnia munda mundis

#3368
kimi, tanto mediaset non rimborserà mai.. troveranno qualche altro escamotage. Se pensi a De Benedetti che sta ancora aspettando...

piuttosto, leggevo il Bondipensiero sul Ddl intercettazioni (dal corriere di oggi): «In un partito si può esprimere liberamente e senza alcuna censura il proprio pensiero, salvo rispettare nel voto le decisioni assunte democraticamente negli organismi dirigenti".

in sostanza, potete pure dire quel che volete, ma dovete votare come vi diciamo noi :roll:

qui l'articolo:
http://www.corriere.it/politica/10_giug ... aabe.shtml
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Casa Spozilli
Babyzillo

#3369
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... =HRER1-1IL COMMENTO
La forza della verità
di MASSIMO GIANNINI
A VOLER interpretare i segni che promanano dal "corpo mistico del re" secondo i moderni canoni fisio-politici codificati dal berlusconismo, quella di ieri si può considerare una giornata di svolta. Oppresso dalla cappa di "tagli e bavagli" che il suo stesso governo ha imposto a se stesso e al Paese, il presidente del Consiglio è stato costretto suo malgrado ad annunciare una probabile marcia indietro 1 sui due fronti più esposti e rischiosi di questa fase della legislatura: la manovra economica e, soprattutto, il ddl sulle intercettazioni
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp
Mi piego ma non mi spezzo, è il motto del premier, cui ripugna sedersi intorno a un tavolo con l’odiato Gianfranco. Qualcuno nell’entourage spera sempre nella pace tra i due, i «pontieri» ancora non si arrendono, la prossima settimana sono previsti contatti. Però lui, personalmente, non vuole saperne nulla. E questa disponibilità al rinvio sulle intercettazioni è tutto il rovescio della trattativa. Sembra semmai un espediente per guadagnare tempo, per vedere se in autunno succede politicamente qualcosa di nuovo. Che cosa? Ad esempio, potrebbe sbocciare un amore con Casini (corre voce che Silvio sia pronto a regalargli in dote il ministero già di Scajola, e pure un posto al Csm per il centrista Vietti). Qualsiasi cosa, comunque, pur di non chinare adesso il capo davanti al presidente della Camera. Astuto, Berlusconi «vende» il rinvio della legge come un’imposizione che è costretto a subire, quasi un complotto contro di lui teso dalla ragnatela istituzionale: «Sento che ora si parla», dice davanti a una platea di Confcommercio, «di mettere il disegno di legge sulle intercettazioni in calendario alla Camera per il mese di settembre...».
L’importante è non darla vinta al cofondatore e contraddire le indicazioni di Bocchino («migliorare la legge è l’unico modo per evitare il rischio di bocciatura da parte della Consulta»). «Se i finiani vogliono cambiare il testo», ha scandito il premier nel pranzo con lo stato maggiore, «devono proporre le modifiche all’Ufficio di presidenza del Pdl, che voterà in modo democratico». E le boccerà senza scampo, 37 voti a 3
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#3370
Lega sciupona al Nord, tra stipendi doppi
spot da 200mila € e lampadari da 9mila

Così i leghisti sprecano denaro pubblico. Pressing per nuova provincia Valcamonica, capoluogo Breno: 5mila abitanti
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... E_INITALIA
Molti leghisti sono fatti così: acchiappano voti urlando contro gli sprechi di “romaladrona”, ma quando tocca a loro gestire le casse degli Enti pubblici non badano a spese. Proprio la leghista Zaccariotto ne è un esempio fulgido. Appena eletta - un anno fa - decise di festeggiare la conquista di una Provincia da sempre in mano al centrosinistra (quella di Venezia appunto) con un bell’aumento di stipendio per sé e per gli assessori: «Abbiano ottemperato agli obblighi imposti dalla Corte dei Conti» si è giustificò. Peccato che la sua sia la sola Amministrazione ad aver “ottemperato”, incurante del fatto che l’aumento costa 43 mila euro l’anno, duecentomila sull’intero mandato.
Insomma, quando ci sono di mezzo i loro interessi i padani non si distinguono dal resto delle ”popolazioni italiche”. Fu proprio Bossi, un anno fa, a puntare i piedi per impedire che Elezioni Europee e Referendum sulla legge elettorale si svolgessero lo stesso giorno pur sapendo che lo scherzetto sarebbe costato allo Stato oltre 400 milioni di euro. Sempre Bossi fece fuoco e fiamme per spingere la Rai a finanziare il kolossal su Barbarossa del regista Martinelli. Doveva raccontare alle popolazioni padane la nascita della loro storia, si è rivelato una ”boiata pazzesca”, per dirla alla Fantozzi. Per dirla coi numeri: un flop clamoroso. Costato 30 milioni di euro (roba da Hollywood) ha incassato meno di un milione.
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#3371
Good morning Mrs Thatcher
di CARLO CLERICETTI

http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... ref=HREA-1
Ma come mai gli Stati sono vicini alla bancarotta e il Mercato dispone di mezzi illimitati per attaccarli? Chi gli fornisce questi mezzi? Semplice: glieli forniscono gli Stati stessi, con le loro Banche centrali che mantengono i tassi d'interesse addirittura negativi (cioè, si guadagna a indebitarsi!) e finanziano le banche - e per questa via i grandi operatori finanziari ad esse collegati - senza alcun limite quantitativo. Una misura inevitabile, si dice, per evitare la paralisi di tutta l'economia. Vero. Ma che c'entra l'economia reale, quella delle imprese e dei consumatori, con le grandi speculazioni finanziarie?
In America, almeno, si discute del problema. In Europa invece una ipotesi del genere è del tutto assente dal dibattito. Ci si gingilla con la tassa sulle banche, uno sciocchezza che farebbe comunque recuperare solo in minima parte i soldi impegnati a carico della collettività, cioè di quegli stessi cittadini a cui si chiedono pesanti sacrifici.
omnia munda mundis

#3372
Cota furioso, rischia la poltrona
di Adriano Botta
Il governatore del Piemonte urla al "golpe giudiziario" e indice una fiaccolata contro i magistrati. Perché stanno indagando sulla dubbia regolarità della sua elezione
Ora, si dà il caso che la lista dei Pensionati di Giovine ha ottenuto il 28 e 29 marzo scorso quasi 27 mila voti: molti di più di quelli (circa 10 mila) che alla fine hanno separato Roberto Cota dalla candidata del centrosinistra Mercedes Bresso. In altre parole, Cota avrebbe vinto le elezioni grazie a un partitino che (se le accuse venissero confermate) non avrebbe potuto presentarsi.Anche perché l'altro giorno in un'intervista all'edizione locale di "Repubblica" il docente di diritto amministrativo Vittorio Barosio ha spiegato che, in caso di annullamento del voto, tutti gli atti fin qui compiuti dalla giunta potrebbero essere considerati non validi. In queste condizioni, ovviamente, Cota è molto nervoso: l'annullamento delle elezioni, ha messo le mani avanti il governatore, «sarebbe un golpe giudiziario». E ha aggiunto, riferendosi a Barosio: «Il ricorso al Tar è semplicemente vergognoso, lo capisce anche un bambino. Non c'è bisogno di professoroni».
Sarà. Ma nel frattempo, in attesa della fiaccolata, Cota ha deciso di non dimettersi da deputato, anche se la legge gli imporrebbe di lasciare l'incarico a Roma in quanto governatore. Evidentemente teme che la presidenza regionale gli venga davvero sottratta, e quindi non vuole rischiare di perdere anche l'incarico a Montecitorio ritrovandosi poi come un normale cittadino. Roma sarà anche ladrona, ma le poltrone fanno sempre comodohttp://espresso.repubblica.it/dettaglio ... na/2128946
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#3373
L'evento è quello di Pomigliano. Marchionne riporta la Panda in Patria, cinquemila operai italiani, ma in cambio niente più orari, niente più riposi, lavoro flessibile, prendere o lasciare. Hanno accettato felici. Bonanni: "Non è un ricatto". E chi l'ha mai pensato? Marchionne però vuole il referendum e vuole che anche la Fiom sia d'accordo. Sacconi della Fiom se ne frega. E poi l'evento di Pomigliano è un caso particolare. Eccezionale. Comunque siamo per il contratto aziendale. Caso per caso. Produttività. Lavorare di più, guadagnare di meno. Ma non ci staranno. Invece ci staranno. Ci vorranno i carabinieri. Ma quali carabinieri? Basterà dire la verità: o così oppure delocalizziamo. Spostiamo la produzione in Cina, o in Corea, magari in Indonesia. Ma vorremmo favorirvi, voi delle tante Pomigliano d'Italia. Però mangiate questa minestra perché i cinesi costano molto meno di voi.
È la modernità, bellezza. Vengo anch'io? No, tu no.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... no/2129212
'La soluzione? Più incentivi'
di Federica Bianchi
L'accordo su Pomigliano non è un passo in avanti. La Fiat avrebbe dovuto legare i salari alla produttività. Intervista a Tito Boeri
http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2129215
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#3374
Ecco chi si berrà la tua acquadi Giulia Cerino
A far profitti con la privatizzazione delle risorse idriche saranno i big del capitalismo italiano. A iniziare dal banchiere del Vaticano. E i Comuni non conteranno più niente
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ua/2128985
L'acqua vola in borsa e il controllo del servizio idrico si concentra nella mani dei soliti noti che forse non baderanno alla qualità della gestione ma solo ai profitti e agli investimenti. Un rischio, questo, per il Sud d'Italia dove il controllo sull'acqua ha causato contrasti che sono all'origine di molti scontri tra clan. Ma non solo. Tutti i Comuni d'Italia pagheranno il loro prezzo: dovranno rinunciare pubblicamente al loro ruolo di "imprenditori-gestori" dei beni comuni divenendo meri "azionisti". Come ha notato Massimo Mucchetti del Corriere «il Comune non sarà più responsabile e garante di un servizio e di un diritto per tutti i cittadini ma sarà solo uno dei tanti soci che attende l'assemblea di aprile per sapere quanto incasserà sotto forma di dividendo». Se mai riuscirà ad incassare qualcosa.
omnia munda mundis

#3375
Brancher ministro del Federalismo
Napolitano firma la nomina

ROMA - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato su proposta del Presidente del Consiglio Berlusconi il decreto di nomina di Aldo Brancher a ministro senza portafoglio. Il neo minsitro, che sarà titolare dell'Attuazione del Federalismo, ha già giurato al Quirinale.
Un altro moralizzatore
Aldo Brancher, 67 anni, uomo prima di Publitalia, poi di Forza Italia, è diventato ministro. Lo si dava per quasi certo ministro dello Sviluppo, alla fine il Cavaliere ha deciso di affidargli un dicastero nuovo di zecca, quello del Federalismo.

Uno sguardo alla biografia di Brancher ci ricorda che l’uomo è stato tre mesi in carcere ai tempi di Mani Pulite, e poi condannato in primo e secondo grado per falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti. La grazia arriva dalla Cassazione, ma solo in virtù della prescrizione del secondo reato e della depenalizzazione del primo (voluta dal primo governo Berlusconi).
In un lampo, tornano in mente le dimissioni di Claudio Scajola. Per un moralmente disinvolto che se ne va un altrettanto moralmente disinvolto che arriva.

Vista tanta new entry, tanto valeva che Scajola restasse al suo posto.

(P.S. La nomina è una palese rassicurazione alla Lega, che tutti i giorni sbraita sulla semplificazione, sui costi della politica, sugli stipendi di deputati e calciatori e poi incassa senza batter ciglio la creazione ex novo dell’ennesima poltrona. Non è vero, ministro Calderoli?) :wink:

la repubblica
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