cyberjack ha scritto:Mouse44 ha scritto:Parlagli con il cuore in mano, digli che il suo comportamento non ti fa arrabbiare, ma ti fa soffrire.
il bambino non è un adulto in miniatura. fare leva sul senso di colpa lo ferisce profondamente senza che capisca per qule motivo e questo gli resta dentro rovinandolo da adulto...
piuttosto, come tutti i cuccioli, il bambino sfida l'autorità quando non la sente tale... e peressere autoritari non occorre alzare le mani
essere "amici" dei propri figli è il fallimento del genitore. Esistono ruoli ben definiti: il genitore impartisce, il bambino subisce e in tal modo aprende. Senza ordini impartiti con autorità, il bambino diventa anarchico, in quanto non ha gli strumenti per essere autonomo ma contemporaneamente non avverte la presenza di una figura autoritaria e forte in grado di proteggerla, quindi tira fuori la propria violenza per ostentare una forza che, di fatto, non ha.
Il genitore deve fare il genitore, il figlio deve fare il figlio... coinvolgerlo nella sua educazione è un modo per aggirare il ruolo (difficile in quanto molto sgradevole) di essere genitore. Ossia imparare a dire "no" e imparare a fare si ch quel "no" venga rispettato.
Per questo la natura ci da due genitori: solitamente l'autoritario e il consolatore.
quando si è da soli, bisogna rivestire entrambi i ruoi, non se ne può dimentacare uno perchè è "brutto"....
guarda, io tutto sono tranne che l'amica di mio figlio o quella "morbida".
Anzi, spesso mi chiedo se non sono troppo rigida. Cerco di insegnargli a rispettare le persone, partendo dalla mamma e il papà, passando per i nonni ecc.
E' che a volte i risultati del cercare di impartirgli un'educazione non si vedono, altre invece sì. A volte trovo persone che mi dicono "ma che bambino bravo ed educato hai", altre trovo persone che mi dicono "è bello vivace tuo figlio!" con aria di supponenza che da a intendere che mi stanno dicendo che non sono capace di educarlo.
E spesso mi trovo a domandarmi dove sbaglio, e non lo so dove sbaglio, e crollo. Lo so che far vedere a tuo figlio che piangi non è un metodo educativo, ma non è stata una cosa premeditata quando è successo.
D'altra parte non credo nemmeno alle persone che ti dicono che non devi sgridarli, devi lasciarli fare perché se no li traumatizzi ecc.
Secondo me così imparano solo a fare quello che vogliono e non rispetteranno i genitori, e se non c'è rispetto in casa non si potrà pretendere che rispetteranno gli altri (maestre, compagni, donne, anziani, ecc). E' per questo che mi impunto spesso e volentieri sull'educazione e mi viene il dubbio di essere troppo rigida.
Il problema, secondo me, è che non esiste un metodo universale per tutti, ma che ogni caso sia una storia a se. Altrimenti sarebbe molto più semplice essere genitori!