La Redazione Consiglia

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#4171
Da quando, nel tardo pomeriggio di venerdì, è deflagrato il caso Carfagna, un fantasma è tornato ad aleggiare sui due palazzi romani del Sultano, Chigi e Grazioli. Come dimostra l’avvertimento a mezza bocca che si lasciano scappare dall’inner circle del Cavaliere: «Mara? Non le conviene andarsene...». Il fantasma è quello famigerato delle intercettazioni hard della collezione primavera-estate 2008. Procure di Milano e Napoli. Mai uscite, però. Brandelli di conversazioni comparsi qua e là nelle redazioni, compresa la nostra. Il primo vero sexgate del Cavaliere
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/300444/
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#4173
Sul tavolo ci sono i business veri su cui si gioca il consenso in Campania, come termovalorizzatori e ‘monnezza. E ci sono gli uomini, come Cosentino, che del consenso sono garanti da lustri. Per questo il premier durante la conferenza stampa a Lisbona è stato gelido con l’antico amore: «Il caso Carfagna non mi ha fatto tribolare, è una cosa a cui non annetto particolare difficoltà. Semmai ciò che mi fa stropicciare gli occhi è che in una giornata in cui la Finanziaria è stata approvata alla Camera con 62 voti di maggioranza e c’è uno storico vertice della Nato, i giornali hanno titolato sulla signora Carfagna». E la parola «signora» verso la donna che «se non fossi sposato ti sposerei» dice davvero tutto.
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/300442/
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#4174
L'elenco di GuzzantiCorrado Guzzanti durante la trasmissione di Fazio e Saviano ha letto un elenco di battute 'che non aiutano questo programma ma aiuteranno ciascuno di noi'. Da Bossi al Pd, da Fini al Papa le vittime della sua satira in pillole

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ti/2138833
Maroni vuole costringere le donne islamiche, per farsi riconoscere, a togliere il velo. Berlusconi, per lo stesso motivo, le mutande.
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#4175
La domanda che nel centrodestra ci si dovrebbe porre è questa: possiamo dire che il Paese sia soddisfatto di come lo abbiamo governato? Se l’evidenza dimostrasse che non lo è, gli uomini del Cavaliere dovrebbero dirlo, onestamente e coraggiosamente, anche a costo di contraddirlo. Berlusconi pare convinto che il Paese sia soddisfatto; e, se gli viene qualche dubbio, tende a darne la colpa agli altri. Ma basta per vincere le elezioni e, poi, per governare?
http://www.corriere.it/editoriali/10_no ... aabc.shtml
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#4176
Chiediamo al ministro come spiega che sia il figlio della compagna, sia suo marito, siano pagati con fondi ministeriali: “Si tratta di importi molto modesti. Nel caso di Roberto Indaco, al netto delle trattenute, poco più di… 1000 euro al mese”. Non si tratta di nepotismo? Bondi prende un lungo respiro. Si trova in macchina con Repetti: “Desidererei rispetto, anche da un giornale che fa il suo lavoro. Si tratta di una vicenda molto dolorosa. Di una storia amara, ma anche del tutto personale e privata”. Sì, sicuramente è vero. La vicenda è assolutamente privata. Ma i soldi sono pubblici.http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11 ... gna/78299/
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#4177
un problema con cui tante donne meno fortunate della Carfagna devono fare i conti ogni giorno negli ambienti di lavoro. Il parere femminile vale meno e non è considerato autorevole. Quando un uomo s’arrabbia, ha carattere. Quando si arrabbia una donna, ha le mestruazioni. Oppure non le ha più. Non basta nemmeno maschilizzarsi dentro tailleur assertivi e posture manageriali. Se sei bella, i maschi ti desiderano ma non ti considerano: e tutti pensano (anche le donne) che la tua carriera non sia merito dei talenti, ma degli amanti. Se poi sei soltanto passabile, ti trattano come una crocerossina, un angelo custode, una bestia da soma: comunque una comparsa nel film del loro successo professionale, intitolato «Impari Opportunità».
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... ID_blog=41
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#4178
Che grande umiliazione, per un playboy come Silvio, vedersi soffiare da Gianfranco la più bella del reame. Quella che... «io Mara la sposerei», «la Carfagna è non soltanto la più avvenente ma anche la più intelligente di tutte». E ancora: a causa delle battute berlusconiane - «Ma sono solo galanterie innocenti», disse lui - a proposito della Carfagna, Veronica mollò il marito. Nonostante tutto ciò, Fini osa soffiare la ragazza al Cavaliere? Casanova non l'avrebbe permesso mai, e anche Silvio schiuma rabbia. Interpretando il suo stato d'animo in preda all'ira, Alessandra Mussolini s'è subito proposta come centravanti di sfondamento ed è partita all'attacco della «traditrice salernitana». Ma poi è andata come è andata, e nella sfida Ale-Mara è venuto fuori un pareggio. L'arma finale nelle mani di Berlusconi, per affondare la Carfagna, è comunque un'altra. Si chiama Santanchè. Silvio non sa ancora se far partire alla carica la sua più spietata e cattivissima amazzone - altro che folklore mussoliniano, qui si tratta di potenza di fuoco santanchesco - e nel caso decida di lanciare la Bomba D arriveremmo a una escalation del terrore dentro il Pdl. Silvio ha il dito premuto sul detonatore, ancora non ha capito se gli conviene oppure no di premere il pulsante: sì, no, sì, no... Alcuni consiglieri gli dicono di farlo, altri di evitarlo. Ma Mara è avvertita: o ti fermi da sola o ti ferma Danielona, decidi tu.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... TOLIDICODA
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#4180
Tornando all’intervento di Maroni, che ha fatto la figura dell’imbucato indesiderato alla festa, non ha letto nessun elenco, ma ha fatto propaganda alla Lega e al Governo. Che è contro la mafia, ma è guidato da uno che per vent’anni ha pagato Cosa Nostra, e si regge grazie ai voti di almeno un mafioso in secondo grado, Marcello Dell’Utri, che, se la Cassazione vorrà, si trasferirà da Palazzo Madama al carcere di Tolmezzo: non mancherò di omaggiarlo con le arance durante le mie consuete visite ai detenuti condannati per mafia.

Maroni ha elencato latitanti arrestati da poliziotti e carabinieri, gli stessi tremendamente vessati dai tagli del Governo; a tal proposito Maroni si chieda perchè tutti, e dico tutti, i sindacati di polizia hanno criticato il suo intervento-comizio di ieri sera. Ha detto che le mafie si combattono sequestrando i beni e i capitali alla mafia, e non ha spiegato perchè hanno approvato lo scudo fiscale che certamente ha consentito a qualche prestanome dei boss di far rientrare capitali (parliamo di miliardi di euro) sporchi di sangue. Ha detto che da anni sequestrano immense proprietà ai boss, ma non ha spiegato il perchè dell’emendamento alla Finanziaria 2009 con cui si consente la vendita all’asta dei beni immobili confiscati alle mafie, ovvero si da la possibilità ai boss di ricomprarsi il “maltolto”. Ha detto che lui da sempre, tra un morso al polpaccio di un poliziotto e l’altro, contrasta ogni forma di illegalità; non ha spiegato perchè lui e il Governo che rappresenta non hanno sciolto il Comune di Fondi, che come ha certificato il prefetto Bruno Frattasi, poi cacciato, era gravemente infiltrato dalla mafia. Maroni ha concluso il suo evitabilissimo intervento spiegando ai telespettatori che solo il federalismo risolverà la questione meridionale e sconfiggerà le mafie. Certo, come no. Già li vedo i boss che seguono i lavori del Parlamento, questo Parlamento, con le lacrime agli occhi e preoccupati per l’imminente fine della loro lunga storia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/23/78395/78395/
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#4181
A riascoltarla adesso, la Grande promessa di semplificazione che ha inaugurato la legislatura suona come un Grande imbroglio. Sono trascorsi due anni, sembrano due secoli. Nel 2008 s’unirono in matrimonio antiche tradizioni politiche, giurandosi fedeltà in eterno.
Ma il menu che assaggeremo molto presto avrà il sapore d’una marmellata elettorale, dove il pezzo più grosso è soltanto il meno piccolo.

E tuttavia, attenzione: la marmellata contiene un paio di frutti velenosi. Colpa dello chef che ha cucinato le regole del voto, definendole lui stesso una «porcata». Del primo frutto abbiamo già fatto indigestione: è la regola che converte gli eletti in nominati, e che ha immediatamente intossicato la nostra vita pubblica, svilendo il prestigio delle assemblee legislative. Quanto al secondo, fin qui non ce ne siamo troppo accorti. Però a certe condizioni diventa l’ingrediente più letale, non basta una lavanda gastrica per venirne fuori indenni. Quest’altro frutto si chiama premio di maggioranza; le condizioni che lo rendono mortale dipendono per l’appunto dalla marmellata elettorale; i suoi effetti possono stroncare l’esile corpo della democrazia italiana. Come mai potrebbe sopravvivere, se la trasformazione del nostro voto in seggi diventa una rapina a mano armata? Se un partito del 25% s’accaparra il 55% delle poltrone in Parlamento? Se a quel punto nessun governo ha più l’autorità per governare?Da qui l’urgenza di sbarazzarci di questa legge elettorale, prima che la legge si sbarazzi della nostra democrazia. Ma la politica, di nuovo, fa il gioco dell’oca. Il Pd è d’accordo sull’urgenza, e infatti chiede un governo tecnico per cambiare sistema elettorale; così offrendo al Pdl una buona ragione per opporsi al cambiamento, perché il governo tecnico rovescerebbe il risultato delle urne. Ma dopotutto è sempre la stessa tiritera, i nostri mandarini non stanno litigando sulle regole, bisticciano sui posti di governo, su una sistemazione per le loro auguste chiappe. C’è allora un lodo da proporre a questi carissimi nemici: Berlusconi continui a governare, il Parlamento modifichi la legge elettorale. Servirà una maggioranza diversa da quella che sostiene l’esecutivo in carica? Non è un delitto, è la normalità costituzionale. Il delitto è quello che altrimenti ci verrà servito in tavola alle prossime elezioni.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... =&sezione=
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#4182
Anelli
deboli

Gelmini e Bondi. La prima mette a rischio il governo con la riforma universitaria che ogni giorno va sotto in Aula; il secondo usa il Ministero per scopi “familiari”.
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/303600/
http://www.ilriformista.it/stories/Prim ... na/303601/
BONDI
È stato comunista e da quasi vent’anni ne porta addosso la colpa e l’ansia di conversione per quelli che considera ancora dominati da un’ideologia malvagia che tuttavia gli fruttò la carica di sindaco del suo paesino. Dai modi gentili e spesso untuosi diventa una belva quando sente incomprensione verso “l’amor suo” e non nasconde la sofferenza per quel mondo intellettuale che lo ignora malgrado le pensose articolesse che il Corriere della Sera, da quando è ministro, ha preso a pubblicargli in basso pagina dopo le ultime di cronaca. Anche lui, come tanti nel centro-destra, fedeli o ex, e soprattutto come il suo mentore, rischia di cadere per colpa femminile. Il troppo amore per la sua compagna lo ha portato a maneggiare con disinvoltura denaro che non è suo. Lui non comprende la nostra incomprensione per i prezzi che l’amore costringe a pagare. Non comprende soprattutto il fatto che la sua storia d’amore sia criticata perché è finita a piè di lista nel bilancio del ministero. Basterebbe chiudere un occhio per restituirlo alla tranquillità domestica. Ma viviamo in tempi bui e incattiviti che pretendono addirittura che un ministro si comporti da ministro e non da munifico pacificatore di una nuova famiglia dilaniata dall’ombra di quella precedente. La barbarie politica degli eterni comunisti si è abbattuta su un uomo che un tempo sognava che una cuoca dirigesse lo Stato, e che ora, berlusconianamente, pretende che, crollate le ideologie, sia lo Stato a pagargli la cuoca.
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#4183
È chiaro che l’export resta la carta più importante che possiamo giocarci per uscire dalla crisi, per entrare nei mercati emergenti, quelli che promettono di crescere di più.
Nei giorni scorsi il ministro Giulio Tremonti ha definito «folkloristiche» le nostre strutture di promozione all’estero. È da maleducati chiedere ai partiti della maggioranza di sospendere per un momento la compravendita di deputati e/o senatori e decidere cosa vogliamo fare dell’Ice e delle sue sette sorelle? O aspettiamo che tutti, proprio tutti, i nostri concorrenti abbiano nel frattempo conquistato le loro brave quote di mercato in India, Cina, Brasile e Sudafrica?
http://www.corriere.it/editoriali/10_no ... aabc.shtml
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#4184
Secondo il disegno partorito da palazzo Madama, a capo degli atenei del futuro ci saranno i rettori alla presidenza di organismi, quali ad esempio i consigli di amministrazione, nei quali sederanno soggetti esterni al corpo accademico assieme a nuclei di valutazione, per esaminare qualità ed efficacia dell’offerta formativa. La figura del rettore si ammanterà così di nuovi onori e oneri: sarà il rappresentante legale dell’ateneo e delle funzioni di indirizzo, di iniziativa e di coordinamento delle attività scientifiche e didattiche.
A tal proposito, per spiegare i timori di prof e ricercatori, vi riportiamo le parole dell’Associazione dei docenti universitari: «Occorre impedire la confisca degli atenei statali da parte della Confindustria e dei rettori della Crui. Con l’Anvur (l’agenzia nazionale per la valutazione di università e ricerca, ndr) e il ministero dell’Economia si vuole commissariare il sistema nazionale dell’università, con i rettori-sovrani assoluti, affiancati dai rappresentanti delle oligarchie locali economico-politiche, si vogliono commissariare gli atenei, trasformati in Asl».Il ministero ha però pensato di introdurre anche altre novità per migliorare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dell’attività didattica e di ricerca gli atenei. Tra le norme riguardanti ‘qualità ed efficienza’ troviamo infatti la costituzione di un Fondo per il merito, il cui fine sarà quello di promuovere l’eccellenza ed, appunto, il merito fra gli studenti grazie a borse e premi di studio. Ma anche su questo il Corpo Accademico italiano ha da ridire: sarà infatti il ministro Gelmini, per mezzo di decreti ad hoc, a stabilire le modalità di accesso e l’ammontare dei premi. La delega al governo “in materia di interventi per la qualità e l’efficienza del sistema universitario” è così ampia, che neppure il versamento di finanziamenti statali e privati, riuscirà a distrarre i preoccupati docenti e studenti italiani.

http://www.ilpolitico.it/?p=40044
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