Kalimeroxxx ha scritto:riprendo questo topic perchè eravamo rimasti di commentare le nuove azioni del governo invece di limitarci ad affermazioni di parte spesso poco oggettive...ebbene leggete qui come presentazione del nuovo governo è interessante....sopratutto dopo aver sentito che i conti pubblici sono mal messi.....credo che questa sia una risposta un pò stravagante a tal problema
Prime contese a Palazzo Chigi Duello Rutelli-D'Alema per le stanze Il vicepremier dl me vuole 10, il ds «negozia» la sua zona senza parlargli. Sacrificato lo staff del Professore STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA - Definirla «guerra delle stanze» è forse esagerato, ma la metafora a Palazzo Chigi è sulle bocche di tutti. Quelli che dentro il palazzo lavorano da anni e quelli che sono ancora in cerca di una scrivania. Alcuni dei primi si dicono indignati, osservano che «non si era mai vista una cosa simile», almeno nelle ultime legislature. I secondi invece sono impegnati in una difficile trattativa da cui dipenderà l’esito della «guerra».
Al centro di tutto c’è il terzo piano di Palazzo Chigi. Insieme al primo, dove risiede e lavora il capo dell’esecutivo, è l’altro piano nobile dell’edificio. Gli affreschi sono fra i migliori disponibili, i tetti alti, gli arredi ambiti. Ospita di solito le vicepresidenze del Consiglio: in questo caso l’ufficio di D’Alema, che si affaccia su piazza Colonna, quello di Rutelli, con vista sul cortile interno e quelli dei loro collaboratori. Il problema è che le stanze disponibili sono meno di quelle che hanno richiesto i due vicepremier. Un numero lievitato rispetto al precedente governo soprattutto per le dimensioni dei rispettivi staff. Tanto da obbligare diversi uffici, anche alle dirette dipendenze di Prodi, a dover trovare diversa collocazione nel Palazzo. Non ultimo quello di Fabio Gobbo, uno dei sottosegretari, che nelle ultime ore ha visto gli spazi a sua disposizione ridursi in modo esponenziale.
Scontato che insieme alle prime difficoltà siano nati alcuni malumori. Appena mormorati ovviamente, coltivati dalla burocrazia con più foga che fra i diretti interessati, comunque corposi abbastanza da filtrare ore le spesse mura del palazzo realizzato nel ’500 per Papa Alessandro VII. I collaboratori di Rutelli arriverebbero ad occupare più di 10 stanze, numero più o meno identico a quello che fu messo a disposizione di Fini nel 2001, che però era vicepremier unico. Quando si aggiunse Giulio Tremonti, i due ministri trovarono comunque un equilibrio immobiliare. Quell’equilibrio che al momento non si è ancora trovato e che sta causando una minirivoluzione interna.
La trattativa nelle ultime ore ha assunto i caratteri di un vero e proprio negoziato, vede ovviamente coinvolti i due vicepremier, ma sembra che Rutelli e D’Alema abbiano finora preferito non discuterne direttamente, affidando l’attuazione dei loro desideri a plenipotenziari. E causando più di un mal di testa a chi guida l’ufficio che sovrintende all’assegnazione non solo delle stanze, ma anche di tutti quei servizi (comprese auto e linee telefoniche) che servono a far funzionare la «macchina» del Palazzo.
Ovviamente non è la prima volta che l’insediamento di un nuovo governo obbliga le burocrazie interne a cambiare abitudini, accettare traslochi, assistere a richieste non sempre facilmente esaudibili. Da sempre si dice che Palazzo Chigi dispone a Roma di ben 21 palazzi, dunque di spazi sufficienti per tutti, ma è altrettanto ricorrente assistere a dispute sugli spazi migliori. E come sempre c’è chi si lamenta sulle alternative non sfruttate: Rutelli è ministro dei Beni Culturali, gli uffici del ministero sono a un tiro di schioppo dall’ingresso del palazzo del governo.
Al primo piano, dove ha cominciato a lavorare Prodi, c’è un’atmosfera più distesa. Al sottosegretario Enrico Micheli, con delega ai servizi segreti, è toccata la stanza che fu di Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi. All’altro sottosegretario, Ricky Levi, momentaneamente è stato messo a disposizione lo spazio che fu di Valentino Valentini, capo della segreteria del Cavaliere al governo. A Silvio Sircana, portavoce del Professore, la stanza più grande fra quelle che erano a disposizione dei giovani professionisti che aiutavano Bonaiuti. Ma gli echi del negoziato fra i due vicepremier, nonostante la distanza, sono arrivati anche qui.
Marco Galluzzo
25 maggio 2006
non so se ridere o piangere.......