La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

#31
Ok prima le risposte al miniquestionario :)
paprina ha scritto: vi piacete??
Vi volete bene davvero??
Piacermi, sì abbastanza.
Per volermi bene, dipende.. a volte sono molto esigente con me stesso, a volte mi accontento di più.
Diciamo che sono contento, ma non pienamente soddisfatto.

paprina ha scritto: ogni tanto pensate"se fossi come la ferilli, la hilton" o non so chi altro
no, è piuttosto inutile come pensiero ^^
è meglio cercare di migliorarsi un po’ che desiderare di essere un’altra persona.

paprina ha scritto: vi chiedete mai come vi vedono gli altri e in che modo vorreste che vi vedessero??
sinceramente, sono interessato a quello che pensano gli altri di me, purchè non sia un’analisi superficiale.
non modifica granchè la mia opinione di me stesso, ma può farmi felice o ferirmi facilmente.
così raccogliendo un po’ di pareri.. esteticamente oscillo tra il “bel ragazzo” e il “né brutto ne bello” a seconda di chi mi giudica.
so di non essere sensuale o fighetto, né cerco di sembrarlo perchè mi sentirei ridicolo.
il fascino come impressione estetica non mi appartiene, so che in alcuni casi affascino per il mio modo di parlare, di pormi con gli altri e per gli argomenti che espongo, e non posso negare che mi faccia molto piacere.



Mi riallaccio al discorso di internet, per le mie impressioni è un mondo dove c’è una demarcazione nettissima tra la superficialità e la profondità. E’ estremamente facile offendere o chiudere i ponti con le persone senza dare una spiegazione, incoraggiati dal non doverti guardare in faccia. Io non l’ho mai fatto perché lo ritengo codardo, la correttezza per me rimane anche qui. Ma capita eccome.
E’ anche più facile mostrarsi per come si è in profondità, per certi aspetti comunicare.. ma non è sufficiente, assolutamente. La vedo come dare una “prima impressione” di come si è dentro.. ma non credo che ci si possa mostrare completamente per come realmente si è.. o quantomeno è molto difficile per gli altri capirlo. Insomma la scrittura può andare bene come primo approccio ma la voce, il guardarsi negli occhi, la sensazione “a pelle” sono passaggi indispensabili per la reciproca comprensione. Questo per la mia esperienza.

Per quanto riguarda l’essere quelli che si è.. io l’ho presa persa nel volermi mostrare diverso. Non ci riesco e in fondo non è neppure quello che voglio. Mi sento a mio agio a essere spontaneo e a non indorare la pillola, al non curare come appaio nei minimi termini. Ho avuto dei dispiaceri per questo? eccome. e li considero facenti parte del gioco, costruirsi una maschera alla lunga non paga.
Pero’ così come non voglio essere una persona diversa, sono disposto a migliorarmi, non ho mai preteso che una persona a me legata debba accettare senza fiatare i miei difetti ed errori.. bisogna anche sapersi venire incontro.. se posso combattere qualche mia debolezza ed essere una persona migliore, è una forma di rispetto nei riguardi di questa persona, ma soprattutto di me stesso. Altrimenti nel rapporto che crescita c’è?

#32
cyberjack ha scritto:
bertok ha scritto: Il punto non è quindi chiedersi se ci si piace, ma è:"sto bene con me stesso?esprimo le mie potenzialità, ? sono quindi soddisfatto della mia vita? ho quello che desidero, o desidero di più? cosa faccio per averlo?"
è proprio qui, il nocciolo della questione.
Avendo riferimenti non reali, specialmente per quanto riguarda l'estetica e l'ideale di "successo", molte persone rimangono vittime della manipolazione e non riescono a trovare in se stesse le armi per controbattere a questo continuo martellamento di ideali "Falsi" ma spacciati per "veri".

è un continuo proporre immagini false, bellezze false, ideali falsi, virtù false... è un contiuo e martellamento di messaggi tipo "devi essere bello oppure non vali niente", devi essere insulso e superficiale, altrimenti vieni rifiutato", "devi uniformarti altrimenti rimani escluso", e questo non permette alle persone di creare una forte e consapevole immagine di se stesse!

Da questo, secondo me, nascono tutti i disturbi legati al comportamento... e la terapia non è farmacologica!
La terapia non è il Prozac, non sono gli ansiolitici, non sono i barbiturici... Anzi, queste cose ti passano da un tipo di schiavitù mediatica e da un tipo di sudditanza psicologica, ad un altro tipo, più subdolo, di sudditanza!

La terapia è l'introspezione, la costruzione di una forte immagine di se stessi, la consapevolezza. Quando tutto il mondo di spinge ad accelerare, la terapia è fermarsi...
é esattamente questo il nocciolo del discorso.
Bisogna chiedesersi perchè rimangono vittime....facciamo un passo indietro e troviamo una personalità fragile.....facciamo un altro passo indietro e chiediamoci da cosa è derivata una personalità fragile....è data da vuoti interiori, e continuando a scavare, chiediamoci ancora da cosa sono dati questi vuoti interiori.....e qui mi fermo. :wink:
http://photobucket.com/guestlogin?album ... 13/bertok/

#33
bertok ha scritto:Bisogna chiedesersi perchè rimangono vittime....facciamo un passo indietro e troviamo una personalità fragile.....facciamo un altro passo indietro e chiediamoci da cosa è derivata una personalità fragile....è data da vuoti interiori, e continuando a scavare, chiediamoci ancora da cosa sono dati questi vuoti interiori.....e qui mi fermo. :wink:
quindi condividi il fatto che la "terapia" non è farmacologica, ma analitica?
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#34
cyberjack ha scritto:
bertok ha scritto:Bisogna chiedesersi perchè rimangono vittime....facciamo un passo indietro e troviamo una personalità fragile.....facciamo un altro passo indietro e chiediamoci da cosa è derivata una personalità fragile....è data da vuoti interiori, e continuando a scavare, chiediamoci ancora da cosa sono dati questi vuoti interiori.....e qui mi fermo. :wink:
quindi condividi il fatto che la "terapia" non è farmacologica, ma analitica?
perchè c'è chi dice il contrario??? :shock:

#35
domovoy ha scritto:
cyberjack ha scritto:
bertok ha scritto:Bisogna chiedesersi perchè rimangono vittime....facciamo un passo indietro e troviamo una personalità fragile.....facciamo un altro passo indietro e chiediamoci da cosa è derivata una personalità fragile....è data da vuoti interiori, e continuando a scavare, chiediamoci ancora da cosa sono dati questi vuoti interiori.....e qui mi fermo. :wink:
quindi condividi il fatto che la "terapia" non è farmacologica, ma analitica?
perchè c'è chi dice il contrario??? :shock:
centinaia di migliaia di medici in tutto il mondo che trattano questi sensi di inadeguatezza con ansiolitici, antidepressivi, psicofarmaci....
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#36
Cyber ma a un ""medico"" (lo metto tra virgolette perchè non tutti sono cosi' ma quasi tutti) cosa vuoi che gliene importi di capire da dove nascono i problemi interiori di una persona?

Prescrivere psicofarmaci è il modo piu' sicuro, la soluzione piu' veloce e piu' facile.
I pensieri sono "ovattati" ed una mente che pensa poco non è problematica.

Con questo non dico che in tutti i casi è sbagliato usarli, forse ci son casi in cui è necessario rallentare il flusso delel cose per poter avere il tempo e il modo di capire la situazione, ma è certo che ormai se ne fa un uso eccessivo e incondizionato.

#37
io non credo negli antidepressivi e simili se non in patologie complesse dove è impossibile agire diversamente (malattie invalidanti e/o terminali - un esempio è mio nonno con l'alzheimer, senza psicofarmaci sarebbe violentissimo non dormirebbe e cadrebeb in continuazione)...

ma ammetto che possano "aiutare", ma non risolvere. il mio aiutare fra "" consta iù nel togliere quel senso di malessere per agevolare un'analisi introspettiva.

credo invece moltissimo negli aiuti esterni, difficilissimi da trovare (e non parlo di medici)... la teoria de "l'autostima te la crei" (perchè, diciamocela tutta su questa parolina si basa tutto... sull'autostime!), ecco questa teoria per me è una bufala... puoi gettare le basi dell'autostima, ma viene consolidata ed alimentata da chi ti sta attorno... genitori, fratelli, familiari, amici, lavoro...
album: http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 78#p358144" onclick="window.open(this.href);return false;
Immagine

Immagine

#38
cyberjack ha scritto:
bertok ha scritto:Bisogna chiedesersi perchè rimangono vittime....facciamo un passo indietro e troviamo una personalità fragile.....facciamo un altro passo indietro e chiediamoci da cosa è derivata una personalità fragile....è data da vuoti interiori, e continuando a scavare, chiediamoci ancora da cosa sono dati questi vuoti interiori.....e qui mi fermo. :wink:
quindi condividi il fatto che la "terapia" non è farmacologica, ma analitica?
iL DISCORSO SI FA LUNGO E COMPLESSO.
condivido il fatto che possono servire entrambe (dipende dal livello di malessere) e che si può alla fine abbandonare la farmacologica solo per l'analitica (a meno di gravi patologie dove l'analitica non servirebbe a nulla).
Oppure si può iniziare solo con l'analitica, dipende da una serie di fattori e dal tipo di depressione (se esiste).
Su una cosa non ho dubbi...che la terapia indistintamente dal sentirsi più o meno bene, fa bene, e ti porta ad un livello di conoscenza di te stesso, molto ma molto diverso da quello che sei abbituato a vedere.

La consiglio a tutti! :mrgreen:
http://photobucket.com/guestlogin?album ... 13/bertok/

#39
ela78 ha scritto: credo invece moltissimo negli aiuti esterni, difficilissimi da trovare (e non parlo di medici)... la teoria de "l'autostima te la crei" (perchè, diciamocela tutta su questa parolina si basa tutto... sull'autostime!), ecco questa teoria per me è una bufala... puoi gettare le basi dell'autostima, ma viene consolidata ed alimentata da chi ti sta attorno... genitori, fratelli, familiari, amici, lavoro...
Ecco, invece secondo me l'autostima te la DEVI creare, nel senso che nel momento in cui riesci a prendere visione del quadro complessivo, ridimensioni tutto a tua misura, e quindi anche i commenti, apprezzamenti o denigrazioni degli altri assumono un peso ed un'importanza completamente deversi...

è giusto e sacrosanto il confronto con gli altri per creare la propria immagine mentale di se (Tizio è biondo, quindi io sono moro. A tizio piace fare attività fisica, quindi io sono più "sedentario", ecc...), ma una volta individuata la propria persona, una volta comprese le proprie caratteristiche uniche, è solo il nostro giudizio ad avere peso nella valutazione di noi stessi.
IO sto bene con me stesso? Se fossi un'altra persona, mi piacerebbe frequentarmi?
A queste domande bisogna rispondere, SINCERAMENTE (è troppo facile dire "io mi piaccio"... nessuno è perfetto, nemmeno noi siamo perfetti per noi stessi... anche noi ci facciamo incazzare, a volte, e anche noi abbiamo delle mancanze e delle lacune che vorremmo riempire....), e solo dopo aver modellato una personalità bella, secondo noi stessi, possiamo andare in giro a mostrarla agli altri.
MOSTRARLA, però, non significa "ascoltare il parere degli altri e modificarci di conseguenza", perchè nel momento in cui l'immagine reale non corrisponde all'immagine percepita, nasce l'insicurezza, la depressione, l'ansia.
E, di conseguenza, la nostra solitudine ed il nostro malessere

Questo, ovviamente, secondo me ;).
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#40
cyberjack ha scritto: è giusto e sacrosanto il confronto con gli altri per creare la propria immagine mentale di se (Tizio è biondo, quindi io sono moro. A tizio piace fare attività fisica, quindi io sono più "sedentario", ecc...), ma una volta individuata la propria persona, una volta comprese le proprie caratteristiche uniche, è solo il nostro giudizio ad avere peso nella valutazione di noi stessi.
IO sto bene con me stesso? Se fossi un'altra persona, mi piacerebbe frequentarmi?
A queste domande bisogna rispondere, SINCERAMENTE
(è troppo facile dire "io mi piaccio"... nessuno è perfetto, nemmeno noi siamo perfetti per noi stessi... anche noi ci facciamo incazzare, a volte, e anche noi abbiamo delle mancanze e delle lacune che vorremmo riempire....), e solo dopo aver modellato una personalità bella, secondo noi stessi, possiamo andare in giro a mostrarla agli altri.
MOSTRARLA, però, non significa "ascoltare il parere degli altri e modificarci di conseguenza", perchè nel momento in cui l'immagine reale non corrisponde all'immagine percepita, nasce l'insicurezza, la depressione, l'ansia.
E, di conseguenza, la nostra solitudine ed il nostro malessere

Questo, ovviamente, secondo me ;).
Cyber questo a dire il vero non lo condivido e neanche lo comprendo.
Non lavoro su me stessa per fare in modo di essere una persona piacevole da frequentare. Lavoro su me stessa per la curiosita' di capirmi, di portarmi al limete ed accorgermi che quello che credevo fosse un limite in realta' non lo è. Non mi interessa di essere uan persona "CHE PIACE"! Il mondo è cosi' ampio che c'è sempre qualcuno che ci ama e qualcuno che ci disprezza ed è giusto cosi'.

#41
bertok ha scritto:
iL DISCORSO SI FA LUNGO E COMPLESSO.
e da quando in qua questo rappresenta un problema? :mrgreen:
condivido il fatto che possono servire entrambe (dipende dal livello di malessere) e che si può alla fine abbandonare la farmacologica solo per l'analitica (a meno di gravi patologie dove l'analitica non servirebbe a nulla).
Oppure si può iniziare solo con l'analitica, dipende da una serie di fattori e dal tipo di depressione (se esiste).
Su una cosa non ho dubbi...che la terapia indistintamente dal sentirsi più o meno bene, fa bene, e ti porta ad un livello di conoscenza di te stesso, molto ma molto diverso da quello che sei abbituato a vedere.

La consiglio a tutti! :mrgreen:
già... però allora non mi spiego per quale motivo in paesi sottosviluppati non raggiunti dalla televisione, dal consumismo e dalle informazioni falsate, non esistano la depressione, l'ansia e gli attacchi di panico.

Quando ero nel Borneo c'era gente che non aveva NULLA, e intendo proprio nulla, nemmeno i vestiti per coprirsi... lasciamo perdere le case, o l'acqua corrente, che erano lussi inimmaginabili!
ppure erano tutti sorridenti, felici di vivere.
In SudAfrica, in Nigeria, in Zimbabwe, in Mozambico gli unici posti dove esistono depressione e alcolismo sono le periferie delle grandi kcittà.
In mezzo al deserto, tra i San, tra gli Himba, tra i boscimani non esiste il malcontento.
Nel Tibet, dove la gente più ricca possiede UNA capra, non ho mai visto nessuno triste... ridevano e sorridevano tutti....

E allora rimane da chiedersi il perchè...

L'unico perchè che io riesco a darmi è che in quei popoli esiste un rapporto più stretto tra l'animale uomo e la sua terra, l'uomo è meno complesso, ha meno necessità, accetta la diversità dell'individuo come na ricchezza, e non come un difetto. Ha una conoscenza di se molto ma molto più profonda di un qualsiasi uopmo occidentale, ha una saggezza e una psicologia che si basano su millenni di storia, e non sui libri di Vespa...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#42
domovoy ha scritto: Cyber questo a dire il vero non lo condivido e neanche lo comprendo.
Non lavoro su me stessa per fare in modo di essere una persona piacevole da frequentare. Lavoro su me stessa per la curiosita' di capirmi, di portarmi al limete ed accorgermi che quello che credevo fosse un limite in realta' non lo è. Non mi interessa di essere uan persona "CHE PIACE"! Il mondo è cosi' ampio che c'è sempre qualcuno che ci ama e qualcuno che ci disprezza ed è giusto cosi'.
Non che piace in generale, ma che piace a me! ;)
Se io, con il mio gusto, conoscessi me stesso, mi piacerei?
o mi troverei "musone"?
o i troverei "troppo riflessivo"?
o mi troverei "noioso"?

sono io che devo dare i giudizi su me stesso... questo è ciò che volevo dire...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#43
cyberjack ha scritto:
domovoy ha scritto: Cyber questo a dire il vero non lo condivido e neanche lo comprendo.
Non lavoro su me stessa per fare in modo di essere una persona piacevole da frequentare. Lavoro su me stessa per la curiosita' di capirmi, di portarmi al limete ed accorgermi che quello che credevo fosse un limite in realta' non lo è. Non mi interessa di essere uan persona "CHE PIACE"! Il mondo è cosi' ampio che c'è sempre qualcuno che ci ama e qualcuno che ci disprezza ed è giusto cosi'.
Non che piace in generale, ma che piace a me! ;)
Se io, con il mio gusto, conoscessi me stesso, mi piacerei?
o mi troverei "musone"?
o i troverei "troppo riflessivo"?
o mi troverei "noioso"?

sono io che devo dare i giudizi su me stesso... questo è ciò che volevo dire...
Ok detta cosi' mi piace di piu'! :wink:

#44
domovoy ha scritto:Cyber ma a un ""medico"" (lo metto tra virgolette perchè non tutti sono cosi' ma quasi tutti) cosa vuoi che gliene importi di capire da dove nascono i problemi interiori di una persona?

Prescrivere psicofarmaci è il modo piu' sicuro, la soluzione piu' veloce e piu' facile.
I pensieri sono "ovattati" ed una mente che pensa poco non è problematica.
questo è un discorso un po' complesso, in realtà...
esistono diversi meccanismi fisici identificati come responsabili della depressione... frequentmente si associa a questo tipo di disturbi (tutta la gamma della depressione, dell'ansia, dei disturbi comportamentali, ecc...) la carenza di specifici neurotrasmettitori, come la dopamina, la noradrenalina, la serotonina...
Esistono diversi farmaci che vanno ad agire sulla produzione di questi neurotrasmettitori... in teoria, bisognerebbe determinare quale "fattore" provoca questi disturbi e agire su quello... in pratica il mio timore è che i farmaci vengano dati un po' "ad minchiam"...

E comunque, per me, il roblema sta a monte: non "agire su ciò che manca", ma individuare i motivi per cui manca e agire su quelli.
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#45
cyberjack ha scritto: mi spiego per quale motivo in paesi sottosviluppati non raggiunti dalla televisione, dal consumismo e dalle informazioni falsate, non esistano la depressione, l'ansia e gli attacchi di panico.

Quando ero nel Borneo c'era gente che non aveva NULLA, e intendo proprio nulla, nemmeno i vestiti per coprirsi... lasciamo perdere le case, o l'acqua corrente, che erano lussi inimmaginabili!
ppure erano tutti sorridenti, felici di vivere.
In SudAfrica, in Nigeria, in Zimbabwe, in Mozambico gli unici posti dove esistono depressione e alcolismo sono le periferie delle grandi kcittà.
In mezzo al deserto, tra i San, tra gli Himba, tra i boscimani non esiste il malcontento.
Nel Tibet, dove la gente più ricca possiede UNA capra, non ho mai visto nessuno triste... ridevano e sorridevano tutti....

E allora rimane da chiedersi il perchè...

L'unico perchè che io riesco a darmi è che in quei popoli esiste un rapporto più stretto tra l'animale uomo e la sua terra, l'uomo è meno complesso, ha meno necessità, accetta la diversità dell'individuo come na ricchezza, e non come un difetto. Ha una conoscenza di se molto ma molto più profonda di un qualsiasi uopmo occidentale, ha una saggezza e una psicologia che si basano su millenni di storia, e non sui libri di Vespa...
Non è sempre vero cio' che dici, in molte civilta' le persone "diverse" venivano uccise o esiliate o in contrapposizione esaltate (Come in messico).

Diciamo che minore è il confronto minore è la diversita'.

Scoprire che milioni di persone amano i capelli lisci ti porta ad avere i capelli lisci. Scoprire che nella tua tribu' ci sono 10 persoen di cui 8 con i capelli lisci e 2 con i capelli ricci non ti fa sentire diversa, anzi probabilmente neanche te ne accorgi.

Piu' è grande l'infromazione piu' sono grandi le classi di appartenenza. E' normale.