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anch'io sono di sinistra....

#1
Stamattina Repubblica ha pubblicato questa lettera, scrive un uomo che vive a roma, io sono una donna che vive a milano. Le differenze finiscono qui. Non voglio scatenare una bagarre come quella del topic della metropolitana, invito tutti ad una riflessione. Io mi sento particolarmente colpita perchè oltre ad essere (io) di sinistra, capisco quanto siano vere e sentite le cose che questo signore scrive. Prima ero sull'autobus e pensavo ai fatti miei (il colloquio di poco prima), sentivo delle voci in sottofondo e prestando attenzione mi sono accorta che erano 3 tizi, di cui uno con una bottiglia di liquore in mano, che infastidivano la gente schiacciando i bottoni del posto riservato ai disabili e gridando fra di loro passandosi la bottiglia ...
uno diceva "non si dice milano, si dice inferno..." io sono scesa 2 fermate prima....

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Aiuto, sono di sinistra
ma sto diventando razzista

GENTILE Augias, ho 49 anni, vivo a Roma, lavoro al Quirinale, ho studiato, leggo buoni libri (credo e spero), mi interesso di politica, leggo ogni giorno 2 quotidiani, guardo in tv Ballarò e Matrix e voto a sinistra, sono stato candidato municipale per la Lista Roma per Veltroni. Cerco di insegnare alle mie figlie i valori della tolleranza e della nonviolenza, dell'importanza dell'istruzione, delle buone letture e dello studio, l'etica del lavoro e del sacrificio per ottenere qualcosa di duraturo e vero nella vita.
Lotto ogni giorno, al loro fianco, contro la cultura del nulla e dell'apparire, contro i Tronisti e le Veline e i Grandi Fratelli.

Ma questo è un altro discorso e quindi torno subito a me ed alla mia richiesta di aiuto.
A 49 anni sto diventando un grandissimo razzista e non riesco a sopportarlo.

Non c'è stata una molla scatenante, un atto di violenza compiuto verso di me o la mia famiglia o amici, ma un continuo stillicidio di fatti letti, di violenza vista, di sicumera da impunità, di moralità calpestata, di identità violata e violentata, di fatti raccontati da persone sconosciute su un tram o una metropolitana.
Ad una signora anziana che ha tossito (forte e ripetutamente) sul tram la giovane ragazza slava seduta davanti a lei ha detto: "Se sei malata devi scendere, vecchia!!". Alle mie rimostranze sia la ragazza che il suo accompagnatore hanno semplicemente risposto: "Tu che c.. o vuoi, fatti i c.. i tua", proprio così tua, alla romana.

Altro giro sul tram, affollato. Sale una vecchietta, si avvicina ad una ragazza di colore, la più vicina all'entrata e seduta tra altre 2 persone anziane e, gentilmente, le chiede il posto: prima non risponde e poi, all'insistenza dell'anziana biascica un "vaffanc.. vecchia puttana". Il vecchietto seduto si alza per darle il posto: io intervengo per dire che non è giusto, lei è giovane e può benissimo alzarsi per una vecchietta. Quella si alza, mi guarda, dice qualcosa e poi mi sputa la gomma americana che ciancicava: l'ho presa per il colletto e l'ho sbattuta fuori dal tram, alla fermata. Tutti ad applaudire ma io mi sono vergognato come un ladro per la mia reazione ed alla fermata successiva sono sceso.

Lavorando al Quirinale ogni tanto vado a comprare un panino in piazza Fontana di Trevi: ho sventato 2 borseggi da parte delle zingarelle. Ad un turista di Palermo ho fatto recuperare tutto il bottino che gli era stato trafugato e, appena mi accorgo della loro presenza di branco in caccia, avverto la polizia che staziona alla fontana: nessuno si muove perché devono stare vicino alle moto o alle macchine.
Ed allora capisco che Fontana di Trevi è terra di nessuno, tra decine di venditori di pistolette che fanno le bolle di sapone e di quegli aggeggi rumorosissimi che si lanciano in aria e fanno il verso dei grilli mentre le bande imperversano.

Di fronte agli stupri che avvengono, troppo frequentemente, in varie città italiane, mi chiedo: e se io stuprassi una giovane araba alla Mecca o a Casablanca, se venissi preso dalla locale polizia a cosa andrei incontro? E se a Bucarest, in metropolitana, avessi accoltellato un giovane rumeno per una spinta ricevuta, che mi avrebbero fatto le locali autorità? Perché devo essere sempre buono ed accogliente con i nomadi, ahi tasto dolentissimo e pericolosissimo, quando questi rubano, si ubriacano, violano la mia casa e la mia intimità, quando rovistano nei cassonetti e buttano tutto fuori, quando mendicano con cattiveria e violenza, quando bastonano le immigrate che non vogliono prostituirsi, quando sbattono i bambini in strada o mandano i figli a scuola con i pidocchi?

Perché se chiedo l'espulsione immediata dei clandestini violenti e ladri e meretrici e protettori di meretrici vengo immediatamente accostato a Eichmann?
Perché lo schieramento politico che mi rappresenta, se io chiedo certezza delle pene e della detenzione, mi risponde con Mastella che nomina direttore generale del Ministero di Grazia e Giustizia quel Nuvoli Gianpaolo che, secoli fa ormai, ai tempi di Mani Pulite, ebbe a dire di Borrelli "se il procuratore fosse condotto alla forca sarei in prima fila per assistere all'esecuzione"?

Perché quando Fini, allora competitor di Rutelli a sindaco di Roma, propose di spostare i campi nomadi fuori dal Gra di Roma, tutti noi della sinistra (quindi me incluso ed in prima fila) gridammo "tutti i fascisti fuori dal raccordo" ed ora, a più di quindici anni di distanza, prevale l'idea del mio sindaco e del prefetto di compiere in tutta fretta questa operazione smentendo così, sostanzialmente, tutta la politica fin qui seguita dell'integrazione e dell'accoglienza solidale?

Perché devo sopportare lo strazio umano di vedere per le strade, di giorno e di notte, giovanissime prostitute schiave senza che a qualcuno, di destra prima e di sinistra ora, sia venuto in mente di vietare la prostituzione in strada cambiando semplicemente la legge in vigore? Però se i cittadini delle zone interessate scendono in strada e reclamano, con le ronde e con le fiaccole, un minimo di decenza ed anche di lotta alla schiavitù ecco subito le anime belle gridare al fascismo ed al ritorno delle camicie brune.

Sta crescendo ogni giorno di più l'intolleranza, sta montando l'odio per lo straniero e nessuno fa nulla per spegnere queste pericolosissime braci. Centinaia di persone come me, che hanno sempre litigato con tutti per difendere chi entra in questo Paese, che si sono battute come leoni contro l'intolleranza e la violenza xenofoba, sono stremate e ridotte, ormai, alla schizofrenia. Io voglio spegnere quelle braci prima che si trasformino in un incendio di rancori e violenza, non voglio lasciare più il monopolio della legalità alla destra e quindi non capisco, perché dare il voto locale agli immigrati, dopo 5 anni di permanenza nel nostro Paese, quando in nessun grande Paese dell'Europa Occidentale questo avviene.

So benissimo, come tutti gli italiani, che in Italia, ogni giorno, mille e più reati, anche odiosissimi, vengono compiuti da miei connazionali, nessuno crede veramente che la sicurezza venga messa a repentaglio solo dagli immigrati, non voglio e mi opporrò con tutte le mie forze al dagli allo straniero. Ma voglio legalità, voglio la cultura della legalità in questo benedetto Paese, voglio che chi sbaglia paghi.
Claudio Poverini
Vivi il presente, sogna per l'avvenire: vivi come se dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai.
Jim Morrison
http://www.alfemminile.com/album/ops1
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#2
quando l'ho letto su repubblica -che in merito ha aperto un dibattito- ho pensato subito al nostro famoso topic... e so che riaffermerei ogni virgola di quando uscì dalla mia tastiera già allora....
Sono anch'io una donna di Milano :)
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#3
Che coincidenza, ho appena letto l'articolo.
Io capisco molto bene la situazione descritta. Ho vissuto per 18 anni in Francia in una banlieue abbastanza bella e so bene cosa vuole dir vivere certe cose.
Ho sempre pensato che molte persone confondono il razzismo con il non poterne più di certe realtà. Chi non le vive non sa di che cosa son fatte: lo scender prima da un tram o metro per evitare situazioni spiacevoli o solo doverlo pensar è una limitazione e prima o poi esplodi.
D'altro canto, spesso dando del razzista a queste persone le si spinge proprio in quella direzione e si trovano a lottar tra quel che sono e la realtà di tuuti i giorni.
Preciso che ancora oggi sono amica con ragazze magrebine e so anche cosa hanno sofferto per uscire dal ghetto in cui erano state relegate in Francia.
Basti pensare che per un incarico di docenza universitaria una è stata invitata a cambiare il suo nome in uno meno algerino e più francese o almeno ebreo.
Se non si da una soluzione a tutti questi problemi quotidiani di convivenza, non ci sarà integrazione.

#5
sùsùsù mariacarla...scendendo due fermate prima hai fatto del sano movimento, tutta salute...
lo vedi? gli immigrati, tutti, anche quelli illegali, sono una risorsa. 8)

#6
Lestat ha scritto:Io invece sono preoccupato della situazione contraria.. Vedo sempre piu' fascisti in giro..
Ma è proprio questo il problema: se non si trova un modo di aiutare le persone nella loro quotidianità (sai che se ne fanno delle parole tolleranza), queste si ritrovano a cercar la soluzione drastica.
Quandi ti fa male un dente, faresti qualunque cosa anche quella di cavartelo sul momento pure di stare meglio quando magari si può sanare ma se ti dicono fra una settimana/un mese ... scegli il subito.

#7
aggiungi poi a questo problema la motivazione della carie dolorosa: il cioccolato.
peccato che tu di cioccolato non ne hai mai mangiato... 8)

#9
lavispachiara ha scritto:
Lestat ha scritto:Io invece sono preoccupato della situazione contraria.. Vedo sempre piu' fascisti in giro..
:shock: :wink:
... il sonno della ragione genera mostri....
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#11
una risposta convincente, dal forum di repubblica, in cui io mi rifletto appieno.
che non contraddice secondo me il discorso del primo lettore, ma che lo approfondisce, analizzando da altri punti di vista lo stato dell'arte.

Trovo la domanda con la quale è stato avviato questo forum faziosa e fuorviante.
Ciò che dovrebbe distinguere maggiormente la sinistra e la destra è l’idea stessa di “sicurezza”. In tempi non lontanissimi la sinistra era solita accompagnare il termine sicurezza con l’aggettivo sociale. Era chiaro il fatto che la sicurezza non è il semplice risultato dell’uso della forza o della severità della sanzione inflitta, ma ha molto a che fare con le condizioni economiche e sociali, con i principi che sottendono al vivere comune, con la solidità dei legami sociali. Oggi evidentemente così più non è e sembra prevalere l’idea che la propensione a commettere reati sia una “scelta” individuale totalmente indipendente dal contesto sociale e ambientale in cui la persona vive.
Premesso questo, è indubbio che qualsiasi reato vada punito e qualsiasi comportamento incivile vada contrastato. Ma ciò non ha niente a che vedere con la nazionalità di chi lo commette, né dovrebbe avere niente a che vedere con il razzismo e, tanto meno, con la legge sull’immigrazione.
Vorrei invitare il sig. Poverini a riflettere su quanto le sue perplessità siano state condizionate da un clima sociale, politico e culturale, alimentato irresponsabilmente dai media, che tende a rappresentare unicamente i cittadini stranieri come potenziali criminali o potenziali terroristi. Quante pagine i quotidiani hanno dedicato (per citare solo l’ultimo esempio) alla morte di Vanessa nella metro di Roma e quante alla morte della bambina polacca di Napoli? Trascurando nel primo caso di ricordare che le morti assurde, dovute a litigi per futili motivi (il parcheggio di una macchina, il rumore di uno stereo troppo alto ecc) tra cittadini italiani riempiono le pagine delle cronache locali? Evidenziando l’origine straniera della vittima, come è stato fatto dalla stampa nazionale con pochissime eccezioni, anziché il carattere assurdamente incidentale di quella morte si alimenta in modo irresponsabile la ricerca e la creazione di un caprio espiatorio (lo straniero) su cui riversare rabbia, insoddisfazione, esasperazione che hanno ben altre radici.
I dati sugli stupri diffusi recentemente dall’Istat ci ricordano che sono moltissimi quelli commessi da cittadini italiani all’interno delle mura domestiche. Ma anche in questo caso la notizia trova spazi ben diversi sui giornali a seconda della nazionalità dell’aggressore.
Vorrei ricordare al sig. Augias che la legislazione italiana sull’immigrazione non è affatto una delle più permissive in Europa, che nessun paese al mondo è riuscito a frenare le migrazioni con la costruzione di muri alle frontiere o a suon di espulsioni e che norme rigide sulla carta (come quelle attualmente in vigore) servono solo ad alimentare il lavoro nero nel nostro paese (che non è un’invenzione dei cittadini stranieri...).
Oggi soggiornano in Italia regolarmente quasi 3 milioni di cittadini stranieri. Il problema è che fanno notizia solo le poche migliaia di persone straniere che commettono reati o che colpisce il nostro immaginario solo l’atto incivile che riscontriamo in autobus se è commesso da un cittadino straniero (altrimenti non lo notiamo). Gran parte di questi 3 milioni di persone è stata costretta dalla legge italiana a lavorare al nero per molto tempo senza un permesso di soggiorno: una legge restrittiva non frena infatti i flussi migratori, ma complica gli ingressi, alimentando il traffico illegale di persone e il mercato del lavoro nero.
L’esigenza che abbiamo oggi è sì quella di modificare la legislazione sull’immigrazione, ma non certo nella direzione suggerita da Sarkozy. Ciò che serve è avvicinare la legge alla realtà: la realtà è che migliaia di persone straniere arrivano ogni anno in Italia perché qui trovano lavoro. Perché costringerle a farlo di nascosto? O perché impedire, come fa la legge Bossi-Fini, ad una persona che lavora già qui, ha una casa, è inserita nel tessuto sociale, di ottenere un permesso di soggiorno? Quante collaboratrici domestiche che curano le nostre case, i nostri bambini, i nostri anziani sono costrette all’invisibilità perché la legge non consente loro di regolarizzarsi?
La sicurezza delle nostre città va tutelata: innanzitutto migliorando le condizioni sociali delle fasce più deboli della popolazione, rafforzando la garanzia dei diritti di cittadinanza, la solidarietà e il rispetto reciproco tra le persone, e poi, certo, punendo, in uguale misura, tutti coloro che agiscono al di fuori delle regole: indipendentemente dalla loro origine nazionale.

grazie a gra_gra64

#12
Vorrei ricordare al sig. Augias che la legislazione italiana sull’immigrazione non è affatto una delle più permissive in Europa
...mi sa che io vivo in un'altra Italia allora... :?

#13
mah.... sarà che alcune città hanno problemi differenti, maggiori, più sentiti... (si vedano ad esempio i recenti episodi di Torino, portata oramai all'esasperazione, come accaduto a Milano, perchè Roma no? date tempo al tempo...)

ma io sono convinta che sia verametne così. E soprattutto che chi ha scritto a Repubblica non è il primo (e non sarà ò'ultimo) di sx a pensarla così... ho una cara a mica, mooolto a sinistra, che sta dicendo le stesse cose, con lo stesso "senso di vergogna", lei inoltre lavoro all'ufficio personale di un'azienda con circa il 60% della forza lavoro composta da extracomunitari, di cui tantissime donne extracomunitarie, in regola. Per loro appronta anche le pratiche di regolarizzazione, ricongiungimento familiare... e sostiene "chi non ci ha che fare tutti i giorni, pe rlavoro, non può capire"... (non si tratta solo di rappresentanti di paesi arabi...). io non poso giudicare la sua situazione, vivo solo il racconto di una campana, ma il senso di "razzismo" è sempre più frequente e ... Les che c'entra il fascismo... onestamente un'uscita così "popolana" da te non me la sarei aspettata... credo che il fascismo fosse ben altro... allora secondo il tuo pensiero dai signori della sinistra, anzi dai comunisti, dovremmo aspettarci la riapertura di gulag ....
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#14
rananera ha scritto:
Vorrei ricordare al sig. Augias che la legislazione italiana sull’immigrazione non è affatto una delle più permissive in Europa
...mi sa che io vivo in un'altra Italia allora... :?
... ma tu ed io viviamo nella stessa milano... ribadisco, il problema non è l'immigrazione, il problema è la legalità a qualsiasi livello... io non voglio regole che valgono per l'immigrato e non per me, voglio regole che valgono per tutti...
Vivi il presente, sogna per l'avvenire: vivi come se dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai.
Jim Morrison
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#15
il problema è la legalità a qualsiasi livello
frase tecnicamente ineccepibile...
ma allora come mi risolvi il rpoblema sapendo che a milano il problema della legalità è legato nel 90% dei casi al problema dell'immigrazione?
(certo il restante 10% è roba nostra ma se ci fosse solo quello te non so...ma io vivrei sicuramente meglio di come sopravvivo ora)