virtual ha scritto:c'è chi ha maggiore cultura delle realtà (e non solo dei problemi) e chi meno.
IMHO se uno guarda al proprio orticello e non si sforza di guardare al di la di ciò che serve a se stesso inquel preciso momento, non ci può essere discussione.
Che a me singolo cittadino una cosa non vada bene, è assolutamente condivisibile.
MA io singolo cittadino devo anche avere la piena consapevolezza di non valere un caxxo rispetto alla totalità degli altri 5 miliardi di singoli cittadini.
è proprio qui il punto: la cultura del sociale. è "cultura del sociale" non significa "quel che interessa/serve/è ccomodo a me", significa tutt'altro.
Un razzista che sbraita contro gli immigrati violenti o alcolizzati è un povero pirla, ma non perchè il suo ragionamento non sia corretto, o perchè quegli immigrati che ha visto lui non siano davvero violenti o alcolizzati. Semplicemente perchè il suo ragionamento è limitato, nello spazio e nel tempo, alla sua situazione specifica. parla per egoismo. parla per il proprio orticello.
è poprio qui il nocciolo della questione
Se aprisse gli occhi e si rendesse conto che (per fare un esempio banale e plurisfruttato) TUTTA l'economia industriale del nord est e TUTTA l'economia agricola del sud si basa sulla manovalanza extracomunitaria, se ne starebbe zitto in un angolino e forse gli extracomunitari ubriachi e violenti li vedrebbe sotto un'altra ottica, più critica.
Ma non potrebbe farlo per definizione: essendo razzista non ha la concezione mentale di "apertura"... e dato che "apertura mentale" significa "accettazione dell'altro" e che è l'accettazione e non la reclusione a sviluppare il senso critico e la cultura, si può benissimo dire che il razzismo sia ignoranza.
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe