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#61
cyberjack ha scritto:...preparati ad ottenere risposte che non vuoi sentire
verissimo.
come siamo braaaviii a mentirci!

#62
boo ha scritto:
cyberjack ha scritto:...preparati ad ottenere risposte che non vuoi sentire
verissimo.
come siamo braaaviii a mentirci!
Diciamo che il linguaggio con cui il nostro io parla con noi stessi è diverso, più subdolo e più intimo, di quello con cui parla al resto del mondo... Le persone che "riescono a leggerci come un libro" in realtà lo fanno perchè noi glielo permettiamo.
Difficilmente, invece, permettiamo a noi stessi di leggerci come un libro perchè la nostra mente si rifugia nell'ingannevole e subdolo linguaggio del nostro io subconscio, e si lascia volontariamente depistare al fine di non andarsi ad ingabbiare in un discorso più grande di se...
Per questo moltissime persone hanno una conoscenza molto superficiale di se stessi e si conoscono esattamente come conoscono gli altri... Mentre per giungere ad una conoscenza piuù approfondita del proprio io occorre innanzitutto comprendere quale lingua sta usando per parlare con noi, dopodichè sezionare ogni singola parola sotto un riflettore e analizzarla in tutte le luci possibili, in modo da evitare di venire fuorivati dai depistaggi e dai giochi di parole che usiamo inconsciamente per proteggerci.

solo a quel punto potremo dire di saper parlare con noi stessi, e solo a quel punto ci sarà da aver paura delle risposte ;)
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#63
boo ha scritto:
cyberjack ha scritto:...preparati ad ottenere risposte che non vuoi sentire
verissimo.
come siamo braaaviii a mentirci!
in che senso????

#64
pola ha scritto:
boo ha scritto:
cyberjack ha scritto:...preparati ad ottenere risposte che non vuoi sentire
verissimo.
come siamo braaaviii a mentirci!
in che senso????
che ho scoperto su me stessa che... ci inganniamo.
ci poniamo delle domande, anche importanti come "ma io, sono felice qui?", e (quasi) sempre ci rispondiamo con una bugia, solo perché così ci sentiamo più tranquilli.
noi, da soli, non siamo mica bravi a parlarci.
(e comunque non abbiamo le abilità per riconoscere alcuni "nodi caratteriali" che invece ci condizionano quotidianamente :wink: )

#65
Boo, for president :D

E' vero ragazzi, se abbiamo delle piccole paure e soffriamo d'ansia perchè non farci aiutare per vivere meglio e più serenamente. Io ho da poco iniziato questo cammino...se devo essere sincera un pò mi spaventa conoscere meglio me stessa ma perchè sò che dovrò rivivere delle situazioni che mi faranno male, ma mi sono veramente scocciata di avere delle stupide paure che bloccano la mia serenità.....

#66
boo ha scritto:perché devo essere giudicata per questa mia malattia?
concordo col fatto che nessuno debba essere giudicato.

Però non credo sia corretto definire le fobie come delle malattie.
Sono d'accordo con chi ritiene che tutte le paure possano essere superate, (magari) non da soli e con un valido aiuto.
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" l'utente invisibile"

#67
cyberjack ha scritto:
boo ha scritto:
cyberjack ha scritto:...preparati ad ottenere risposte che non vuoi sentire
verissimo.
come siamo braaaviii a mentirci!
Diciamo che il linguaggio con cui il nostro io parla con noi stessi è diverso, più subdolo e più intimo, di quello con cui parla al resto del mondo... Le persone che "riescono a leggerci come un libro" in realtà lo fanno perchè noi glielo permettiamo.
Difficilmente, invece, permettiamo a noi stessi di leggerci come un libro perchè la nostra mente si rifugia nell'ingannevole e subdolo linguaggio del nostro io subconscio, e si lascia volontariamente depistare al fine di non andarsi ad ingabbiare in un discorso più grande di se...
Per questo moltissime persone hanno una conoscenza molto superficiale di se stessi e si conoscono esattamente come conoscono gli altri... Mentre per giungere ad una conoscenza piuù approfondita del proprio io occorre innanzitutto comprendere quale lingua sta usando per parlare con noi, dopodichè sezionare ogni singola parola sotto un riflettore e analizzarla in tutte le luci possibili, in modo da evitare di venire fuorivati dai depistaggi e dai giochi di parole che usiamo inconsciamente per proteggerci.

solo a quel punto potremo dire di saper parlare con noi stessi, e solo a quel punto ci sarà da aver paura delle risposte ;)
Bello questo discorso, quoto tutto parola per parola!
Utente gemellata con Abigaille e Boo

#68
pola ha scritto:rimango immobile...ho una paura...del buoio...e dei fantasmi...temo mi possa appare qualcosa!...non sono del tutto normale...mi sa :roll:
Ciao Pola,
io ho (anzi avevo) il tuo stesso problema...da sempre. Non so se anche nel mio caso il fatto di dormire fin da piccola con le mie due sorelle abbia influito.

In ogni caso da quando ho cominciato a dormire in una stanza da sola (a 12 anni), ho cominciato ad avere paura e a dormire male, persino stando in casa con i miei e le mie sorelle...tanto che ho sempre obbligato tutta la famiglia a dormire con le porte delle camere aperte per sentirli "piu' vicini" :D . Ovviamente di dormire in casa da sola non se ne parlava neanche...

Anche per me queste paure sono sempre state una fonte di vergogna e sofferenza sopprattutto perche' sono totalmente irrazionali e quindi difficilissime da combattere (a meno di affittare un esorcista...).

Poi negli utlimi anni ho cominciato a viaggiare per lavoro, a dormire in albergo (ovviamente sola) e mi sono accorta di riuscire a dormire come un ghiro.

Visto la stranezza della cosa ho cominciato a rifletterci su'e sono arrivata alla conclusione che le mie paure soprannaturali sono molto legate a cose concrete e a problemi che di giorno fingo di ignorare (magari se vuoi ti racconto meglio in mp)!!!

Dopo questa illuminazione, quando Virtual esce io vado a letto e mi addormento senza problemi. Non ho ancora provato a dormire da sola (non c'e' ne ancora stata l'occasione), ma credo che il problema si sia risolto da solo.

Anche se io spero di aver superato la cosa da sola, conoscendo il disagio che crea (conosco benissimo la sensazione di passare ore immobili sotto le coperte a sentire il minimo rumore) mi unisco al coro di coloro che ti consigliano di chiedere aiuto!!! Coraggio e in bocca al lupo!!! (non mannaro, mi raccomando)

E scusate la lunghezza del messaggio....

#69
EWOK ha scritto:
boo ha scritto:perché devo essere giudicata per questa mia malattia?
concordo col fatto che nessuno debba essere giudicato.

Però non credo sia corretto definire le fobie come delle malattie.
Sono d'accordo con chi ritiene che tutte le paure possano essere superate, (magari) non da soli e con un valido aiuto.
Le fobie sono classificate come malattie, di qualunque tipo siano; non è una questione di punti di vista.

A Pola non saprei cosa dire; ho convissuto con il problema di dormire a casa da sola fin da quando ero poco più che ragazzina. Vivevo con mio padre che ogni tanto viaggiava per lavoro e, quando non c'era nemmeno mio fratello e non trovavo nessuna amica che venisse a dormire da me, passavo notti praticamente insonni.
Quando mi sono sposata anche mio marito viaggiava molto ed ero spesso da sola. Un po' mi ha aiutata installare un impianto d'allarme "a prova di bomba"; mi barricavo in casa con l'allarme perimetrale inserito e quando sentivo rumori e rumorini cercavo di razionalizzare il fatto che se qualcuno fosse entrato in casa l'allarme sarebbe partito. Almeno qualche ora riuscivo a dormire.
Da un po' di anni la paura mi sta passando; qualche volta mi sono persino dimenticata di mettere l'allarme appena scendeva il buio. Certo sobbalzo ancora per qualsiasi piccolo rumore, ma riesco a riaddomentarmi e la cosa non è più angosciante come una volta.
Se pensi ti possa essere utile, rivolgiti ad uno psichiatra (non ad uno psicologo). Io non l'ho mai fatto perchè ho sempre pensato che non sarebbe servito, che dovevo essere io a superare questa ansia.

Penny

#70
cyberjack ha scritto:
ho un'altra idea.
Per esorcizzare le proprie mancanze e paure, l'uomo deve allontanarle o ridicolizzarle.

Per questo motivo, tutto ciò che non ci crea paura, ossia le malattie non "pericolose", o quelle che non hanno ripercussioni sociali evidenti non sono oggetto di rifiuto ne di ridicolizzazione... nessuno prenderebbe in giro o tenterebbe di escludere chi ha un tumore o l'ernia del disco o una gastrite, perchè si tratta di patologie non "pericolose" per le altre persone.

Mentre chi ha patologie dal forte impatto sociale viene "escluso", o fisicamente o psicologicamente.
Viene escluso chi ha la psoriasi perchè può essere fonte di imbarazzo in un'occasione sociale, ad esempio l'andare in piascina. Viene escluso chi ha una malformazione, perchè se inserito in un contesto sociale potrebbe "tramandarla" tramite discendenza, e viene ridicolizzato o escluso il malato neurologico perchè le rispercussioni di un suo attacco psicotico potrebbero avere un forte impatto sociale in termini di vite umane.

Questa è una cosa che inconsciamente facciamo tutti, e la facciamo fin dai tempi più antichi, quando esisteva il concetto di "impuro davanti al divino"... quindi se eri impuro (ferite sanguinanti aperte, malattie contagiose essudative, ciclo mestruale in corso, malattie psichiatriche o neurologiche ecc...) venivi escluso dalla vita sociale, non potevi partecipare alle cerimonie religiose (dove era più alta l possibilità di contagio), non potevi fare il bagno alle terme con tutti gli altri ecc...
Quello che dici è vero, ma valeva soprattutto per il passato: ignoranza e superstizione rendevano le malattie pericolose come qualcosa da ghettizzare e segregare, per non essere a propria volta infettati né dai batteri né dall' "impurità morale" che ne conseguiva.
Oggi il pensiero è cambiato (da noi, almeno). si isola un malato infetto per tutela di tutti gli altri, ma fortunatamente non gli si attribuisce più quell'aura di impurità e "maledizione" del passato.
Questo anche perché medicina e scienza hanno svelato molti arcani, e dove c'è conoscenza non c'è spazio per la superstizione.

Per quanto riguarda la mente invece, ancora adesso c'è tanta diffidenza.
Non la si riconosce come una parte della persona che può ammalarsi tanto quanto il corpo.
Essendo inafferrabile, non capendola, non conoscendola, non potendola toccare tangibilmente come una malattia fisica, si tende a minimizzarla o negarla.
E questo un va! :roll:
Il primo passo verso la libertà è rendersi conto della propria schiavitù.

Non chiedo password... se vi va, datemela voi in mp! ;-)

#71
Mah! sicuramente molte di voi adesso s'indigneranno per quello che sto per dire ma a volte penso che spesso la nostra società sopravaluti la mente. Per ogni piccolo problema la gente tende sempre più ad andare dallo psicologo come se questo potesse essere la chiave di volta della loro vita. Le persone hanno sempre più fobie, ma se ci pensate sono fobie veramente assurde. Ma perchè? Una volta non c'era la psicoanalisi ma cerano i matti e le paure, le nevrosi erano veramente rare. Ora ci sono i depressi e fobici, non è che siamo noi stessi a volerci portare verso determinate condizioni? Non è che siamo noi che abbiamo sempre meno voglia di lottare di cercare di cambiare e ci affidiamo con fin troppa facilità alla scienza e alla chimica delle case farmaceutiche?
non so forse sono io che vedo le cose in modo troppo poco futurista ma a volte è meglio una bella passeggiata nel parco a tutto il resto.
Immagine
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" l'utente invisibile"

#72
EWOK ha scritto:Mah! sicuramente molte di voi adesso s'indigneranno per quello che sto per dire ma a volte penso che spesso la nostra società sopravaluti la mente. Per ogni piccolo problema la gente tende sempre più ad andare dallo psicologo come se questo potesse essere la chiave di volta della loro vita. Le persone hanno sempre più fobie, ma se ci pensate sono fobie veramente assurde. Ma perchè? Una volta non c'era la psicoanalisi ma cerano i matti e le paure, le nevrosi erano veramente rare. Ora ci sono i depressi e fobici, non è che siamo noi stessi a volerci portare verso determinate condizioni? Non è che siamo noi che abbiamo sempre meno voglia di lottare di cercare di cambiare e ci affidiamo con fin troppa facilità alla scienza e alla chimica delle case farmaceutiche?
non so forse sono io che vedo le cose in modo troppo poco futurista ma a volte è meglio una bella passeggiata nel parco a tutto il resto.
EDIT

Una volta c'erano i "matti" perché non si faceva molta differenza fra nevrosi e psicosi, ansia, fobia, depressione etc. Chi aveva certi sintomi era semplicemente matto, senza tanti complimenti.
Poi con la psicanalisi è cominciato lo studio di queste malattie, ognuna con un suo nome e sue caratteristiche.
Non credo che oggi ci siano più fobie e nevrosi del passato: penso piuttosto che ora siano rilevate, mentre prima venivano tutte buttate nel calderone della "pazzia" (penso però che il nostro stile di vita fomenti nevrosi e fobie, questo sì).
La mente per me è... tutto. Noi parliamo, pensiamo, decidiamo, agiamo, sbagliamo in base alla nostra psiche e a com'è fatta. E tutto questo senza rendercene conto.
Non penso che si debba correre dallo psicologo per ogni minima cosa, a volte si attraversano momenti difficili che poi passano.
Però se un problema arriva a condizionci la vita, perché continuare a soffrire?
C'è chi forse può aiutarci. Almeno provare... è la stessa storia: se tu ti fai male ad un dito, non vai a passeggiare nel parco. Te lo fai medicare.
E' la dimostrazione di quello che dicevo: i problemi mentali non sono riconsciuti come malattie che devono essere curate, e anzi vengono minimizzate.

Le fobie: non si può parlare di assurdità di queste. Sono paure apparentemente immotivate, per capire il meccanismo, bisogna appunto cercare di scoprirlo.
Anche qui, una passeggiatina nel parco avrà un effetto rilassante, ma non è la soluzione.
Il primo passo verso la libertà è rendersi conto della propria schiavitù.

Non chiedo password... se vi va, datemela voi in mp! ;-)

#73
EWOK ha scritto:Ora ci sono i depressi e fobici, non è che siamo noi stessi a volerci portare verso determinate condizioni? Non è che siamo noi che abbiamo sempre meno voglia di lottare di cercare di cambiare e ci affidiamo con fin troppa facilità alla scienza e alla chimica delle case farmaceutiche?
non so forse sono io che vedo le cose in modo troppo poco futurista ma a volte è meglio una bella passeggiata nel parco a tutto il resto.
La maggior parte delle malattie psichiatriche (ansia, depressione, fobie, attacchi di panico) ha un'origine biologica accertata, non si tratta di stati d'animo. Quando certi meccanismi biologici si sono inceppati, la voglia di lottare non serve a nulla e bisogna fare ricorso alla scienza ed alla chimica. Ad un depresso non serve una bella passeggiata al parco purtroppo, servono farmaci e cure di uno specialista adeguato, che non è lo psicologo (a meno che non sia uno psicologo medico, cioè laureato in medicina), ma lo psichiatra.
Per le fobie leggere, come quella di Pola, potrebbe forse bastare un intervento comportamentale e, in questo caso, forse lo psicologo potrebbe fare qualcosa.

Penny

#74
non lo sò, non credo sia proprio così come scrivi, le paure hanno quasi certamente sempre un motivo, anche perchè altrimenti non mi spiegherei come mai una mia paura sia nata in un determinato momento e poi se ne sia andata....fosse biologico non dovrebbe perdurare la cosa?! Che una persona possa essere tendenzialmente ansiosa ok, ma che delle fobie nascano per caso non credo, una motivazione c'è sempre, come ce lo spieghiamo ad esempio che in alcuni paesi la depressione è più diffusa che in altri?! Cause biologiche?! Non credo proprio piuttosto stili di vita simili ......

#75
Probabilmente esperienze particolarmente intense o certi stili di vita provocano modificazioni a livello biologico.
D'altronde l'origine biologica delle malattie mentali è ormai accettata da tutta la comunità psichiatrica medica a livello internazionale. La depressione, per esempio, è provocata soprattutto da alterazioni a livello di serotonina ed infatti i farmaci antidepressivi più moderni (tipo Prozac) agiscono proprio su questo aspetto.

Penny