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#46
scusatemi se non ho letto tutti quante le vostre risp.. ne ho lette solo alcune..

anch'io non posso dire con esattezza cosa farei.. solo quando sei nel bel mezzo di una situazione puoi sapere come ti comporterai..

ho lavorato quasi un anno con persone disabili.. e ogni giorno li guardavo nel profondo dei loro occhi e mi sentivo tremendamente in colpa perchè forse nn riuscivo a capirli del tutto, forse si aspettavano qualcosa di diverso da me.. ora.. tutti dicono che una madre sa esattamente cosa vuole il figlio per via dell'istinto materno etc.. ma pensandomi in quella situazione.. beh.. non so se riuscirei a tenerlo.. ma nella vita non si sa mai.. io spero solo che i miei figli siano sani e buoni al punto giusto per potersi anche difendere..
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aspirante interior designer
hobbystica(PWinMP)

#47
non so cosa farei, o forse sì... dipenderà sicurametne da molti fattori, in primis "qual è la malformazione2... non getterei mai via un figlio down, di questo ne sono certa, anceh a costa di lottare contro il mondo, contro la famiglia...

malformazioni fisiche...bhè dipende dalla malformazione...
se incontraste epr strada un uomo di 50 anni senz aun braccio lo compatireste? lo trattereste male?
se per voi merita lo stesso rispetto di uno normodotato, perchè non dev'essere così per il figlio che porto in grembo...

ma ripeto, sono considerazioni mie.
non giudico chi non se la sente, perchè è chiaro, bisogna avere le palle per fare una scelta del genere,e non tutti se la sentono.pieno rispetto per entrambi.

se parliamo di mancanza assoluta di funzioni vitali, o malattie che portano alla morte certa bhè non saprei...dovrei sapere esattametne a quanti e quali sofferenze andrà incontro, che qualità della vita potrà aspettarsi, ceh apettative avrà... e solo dopo, molto dopo potrei decidere. ma così a mente fredda queste situazioni non hanno una soluzione.

e sono senza parole per quanto avvenuto, al di là della scelta personale dei genitori, l'erroe medico ès tato gravissimo.
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#48
Non so se sia più egoista non metterli al mondo o al contrario metterli e una volta morti, e si perche spetta anche a noi, sapere che saranno in balia di tutti e che ci sarà, nel bene o nel male (e questo mi spaventa), chi deciderà per la loro vita.
In fondo, dicimocelo chiaramente, noi potremmo amarli alla follia finche siamo vivi ma poi...sarebbero soli.
E comunque ho notato una cosa: chi li ha sa cosa significa fare i conti con la realtà quotidiana...e difficilmente ne terrebbe un altro.
http://photobucket.com/guestlogin?album ... 13/bertok/

#49
ela78 ha scritto: non giudico chi non se la sente, perchè è chiaro, bisogna avere le palle per fare una scelta del genere,e non tutti se la sentono.
Scusa Ela, ma dissento...

Se dipendesse esclusivamente da me, io non lo terrei.

E, francamente, credo che ci vogliano piùpalle a prendere una decisione di questo tipo, piuttosto che l'altra...

Mi dispiace, ma condannare TUO FIGLIO ad una vita di patimenti e di sofferenze, di frustrazione, di emarginazione, una vita senza poter conoscere l'amore (se non quello paterno) o il sesso, una vita di patimenti e di angosca mi sembra MOLTO più egoistico, rispetto al rinunciare al proprio sogno di essere padre/madre e di dare sfogo al senso della vita: crescere ed educare colui che continuerà la specie quando tu non ci sarai...

La natura, nella sua perfezione, è spietata... Gli animali si riproducono per far progredire la specie. Punto. Se sei troppo debole, soccombi... è durissima, ma è la vita.
Purtroppo, per quanto vogliamo "drogarci" di illusioni o di (a mio parere) vane parole, il crescere un figlio che non sarà mai auto-sufficiente non fa bene ne a noi stessi (ho avuto più di un'occasione per vedere come un figlio con problemi di tipo fisico/psicologico possa distruggere interamente una persona...), non fa bene alla società e sopratutto non fa bene a lui, che magari si renderà perfettamente conto della sua diversità e vivrà una vita angosciante...

No, mi dispiace...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#51
Quando si tocca questo argomento mi lascia sempre un po' stupita l'assoluta certezza di chi presagisce una vita di sofferenze per queste persone, che trascorrerranno la loro esistenza nel buio dell'angoscia senza che mai e poi mai un raggio di felicità li illumini.

Sinceramente mi sconvolge tutta questa certezza. Per tutti gli esempi che avete citato voi, potrei parlarvi di tante persone che conosco per cui non è così.
Bambini designati di morte certa ancor prima di venire al mondo che sono ancora qui e stanno lottando. Famiglie con più di un figlio nato con handicap.
Non dico che abbiano una vita facile, ma nella loro esistenza c'è anche altro oltre che l'angoscia e la sofferenza.

Forse un figlio così avrà una vita orrenda, ma anche un figlio sano potrebbe averla! Mi sembra difficile decidere se farlo anscere o no su queste basi... il problema è se IO in quella situazione mi sentirei in grado di mettercela tutta per dargli una vita dignitosa.

Cyberjack ha scritto:Purtroppo, per quanto vogliamo "drogarci" di illusioni o di (a mio parere) vane parole, il crescere un figlio che non sarà mai auto-sufficiente non fa bene ne a noi stessi (ho avuto più di un'occasione per vedere come un figlio con problemi di tipo fisico/psicologico possa distruggere interamente una persona...), non fa bene alla società e sopratutto non fa bene a lui, che magari si renderà perfettamente conto della sua diversità e vivrà una vita angosciante...
Guarda, spesso sono d'accordo con te, ma questo modo di vedere è un po', come dire, razzista? Sarebbe come dire che nel momento in cui qualcuno non fosse più autosufficiente perderebbe tutta o in parte la sua dignità di persona?
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Baby is coming shopping e approvvigionamenti per il nuovo arrivo...
Vi presento... con pwd

#52
Federinik ha scritto:Quando si tocca questo argomento mi lascia sempre un po' stupita l'assoluta certezza di chi presagisce una vita di sofferenze per queste persone, che trascorrerranno la loro esistenza nel buio dell'angoscia senza che mai e poi mai un raggio di felicità li illumini.

Sinceramente mi sconvolge tutta questa certezza. Per tutti gli esempi che avete citato voi, potrei parlarvi di tante persone che conosco per cui non è così.
Bambini designati di morte certa ancor prima di venire al mondo che sono ancora qui e stanno lottando. Famiglie con più di un figlio nato con handicap.
Non dico che abbiano una vita facile, ma nella loro esistenza c'è anche altro oltre che l'angoscia e la sofferenza.

Forse un figlio così avrà una vita orrenda, ma anche un figlio sano potrebbe averla! Mi sembra difficile decidere se farlo anscere o no su queste basi... il problema è se IO in quella situazione mi sentirei in grado di mettercela tutta per dargli una vita dignitosa.

Cyberjack ha scritto:Purtroppo, per quanto vogliamo "drogarci" di illusioni o di (a mio parere) vane parole, il crescere un figlio che non sarà mai auto-sufficiente non fa bene ne a noi stessi (ho avuto più di un'occasione per vedere come un figlio con problemi di tipo fisico/psicologico possa distruggere interamente una persona...), non fa bene alla società e sopratutto non fa bene a lui, che magari si renderà perfettamente conto della sua diversità e vivrà una vita angosciante...
Guarda, spesso sono d'accordo con te, ma questo modo di vedere è un po', come dire, razzista? Sarebbe come dire che nel momento in cui qualcuno non fosse più autosufficiente perderebbe tutta o in parte la sua dignità di persona?
Lo trovo un messaggio molto bello. Condivido.

#53
lavispachiara ha scritto:
Federinik ha scritto:Quando si tocca questo argomento mi lascia sempre un po' stupita l'assoluta certezza di chi presagisce una vita di sofferenze per queste persone, che trascorrerranno la loro esistenza nel buio dell'angoscia senza che mai e poi mai un raggio di felicità li illumini.

Sinceramente mi sconvolge tutta questa certezza. Per tutti gli esempi che avete citato voi, potrei parlarvi di tante persone che conosco per cui non è così.
Bambini designati di morte certa ancor prima di venire al mondo che sono ancora qui e stanno lottando. Famiglie con più di un figlio nato con handicap.
Non dico che abbiano una vita facile, ma nella loro esistenza c'è anche altro oltre che l'angoscia e la sofferenza.

Forse un figlio così avrà una vita orrenda, ma anche un figlio sano potrebbe averla! Mi sembra difficile decidere se farlo anscere o no su queste basi... il problema è se IO in quella situazione mi sentirei in grado di mettercela tutta per dargli una vita dignitosa.

Cyberjack ha scritto:Purtroppo, per quanto vogliamo "drogarci" di illusioni o di (a mio parere) vane parole, il crescere un figlio che non sarà mai auto-sufficiente non fa bene ne a noi stessi (ho avuto più di un'occasione per vedere come un figlio con problemi di tipo fisico/psicologico possa distruggere interamente una persona...), non fa bene alla società e sopratutto non fa bene a lui, che magari si renderà perfettamente conto della sua diversità e vivrà una vita angosciante...
Guarda, spesso sono d'accordo con te, ma questo modo di vedere è un po', come dire, razzista? Sarebbe come dire che nel momento in cui qualcuno non fosse più autosufficiente perderebbe tutta o in parte la sua dignità di persona?
Lo trovo un messaggio molto bello. Condivido.
parlo per me...quando non sarò autossufficiente preferirei morire...serenamente ma morire....
http://photobucket.com/guestlogin?album ... 13/bertok/

#55
Federinik ha scritto:
Cyberjack ha scritto:Purtroppo, per quanto vogliamo "drogarci" di illusioni o di (a mio parere) vane parole, il crescere un figlio che non sarà mai auto-sufficiente non fa bene ne a noi stessi (ho avuto più di un'occasione per vedere come un figlio con problemi di tipo fisico/psicologico possa distruggere interamente una persona...), non fa bene alla società e sopratutto non fa bene a lui, che magari si renderà perfettamente conto della sua diversità e vivrà una vita angosciante...
Guarda, spesso sono d'accordo con te, ma questo modo di vedere è un po', come dire, razzista? Sarebbe come dire che nel momento in cui qualcuno non fosse più autosufficiente perderebbe tutta o in parte la sua dignità di persona?
Capisco perfettamente il tuo punto e con le dovute cautele e tutti i "se" ed i "ma" di circostanza posso anche condividerlo in parte...

Al giorno d'oggi il progresso ci ha permesso di guardare al di la di quello che è la semplice continuazione della specie... negli ultimi 50 anni sono apparsi termini prima sconosciuti, come "qualità della vita", che hanno indotto uno spostamento dei canoni di valutazione della vita degli individui...

Capisco anche che il mio discorso possa sembrare "razzista" (tuttavia la selezione della specie è un evento naturale e non "desiderato" in un eccesso di razzismo)..

Ahimè, scoccia ammetterlo, mja siamo al mondo per due cose: contribuire allo sviluppo del benessere della nostra razza (inteso come umana) e fare di tutto affichè la nostra razza non si estingua.
Questo è quello che la natura ha creato e di cui la religione si è impossessata, facendo credere che siano comandamenti del Signore e non, semplicemente, la realtà... "Crescete e moltiplicatevi", che significa "lavorate e trombate"...

Ora, se un individuo, a qualsiasi specie animale appartenga, non è in grado di fare nessuna delle due cose, per la natura è un elemento "superfluo", e dato che la natura si auto-regola ha predisposto una serie di accorgimenti per l'eliminazione dell'individuo stesso.

Accorgimenti che la nostra società "illuminata" ha, nel tempo, cominciato a copnsiderare "inumani" e "innaturali", ma che noi stessi, fino a pochissime centinaia di anni fa, attuavamo senza nessun problema...

Anzi, fino a pochissimi anni fa gli eschimesi, una volta diventati anziani e non più autosufficienti, abbandonavano di loro spontanea volontà il villaggio per non "pesare" sugli individui produttivi.

Questo, unito al fatto che la vita media si è allungata a dismisura, fa si che prima o poi tutti gli individui arrivino ad un punto in cui non sono più "utili" per la società, ma questo non significa che perdano la propria dignità perchè (con il pensiero moderno) entrano nella fascia del "ho già dato e mi godo la vecchiaia"...

Purtroppo, però, le persone che non sono mai state in grado di "crescere e moltiplicarsi" non riescono a svolgere la loro reale funzione di individui...

questo è il punto di vista della natura... POI subentrano i sentimenti, l'amore e tutto il resto...
www.africanview.it
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#56
Ho letto un articolo questa mattina, che però ora non trovo più, che diceva che nella nostra società si vuole sempre la perfezione e tutto ciò che è "malformato" rappresenta una paura, un vuoto, un qlk che rende infelici, qlk che non accettiamo.
Devo ammettere che parzialmente è vero, è più bello avere tutto rose e fiori nella vita, avere il figlio perfetto sano, senza nulla che fa sentire anche noi stessi+ normali e + accettati dalla società.
Quindi quello che mi chiedo è... ma si abortire x non far soffrire il figlio, perchè magari non si riesce a sostenere una situazione così o si abortisce perchè un essere umano malformato è qlk che non accettiamo,perchè preferiamo la perfezione? :shock:

#57
cyberjack ha scritto: Capisco perfettamente il tuo punto e con le dovute cautele e tutti i "se" ed i "ma" di circostanza posso anche condividerlo in parte...

Al giorno d'oggi il progresso ci ha permesso di guardare al di la di quello che è la semplice continuazione della specie... negli ultimi 50 anni sono apparsi termini prima sconosciuti, come "qualità della vita", che hanno indotto uno spostamento dei canoni di valutazione della vita degli individui...

Capisco anche che il mio discorso possa sembrare "razzista" (tuttavia la selezione della specie è un evento naturale e non "desiderato" in un eccesso di razzismo)..

Ahimè, scoccia ammetterlo, mja siamo al mondo per due cose: contribuire allo sviluppo del benessere della nostra razza (inteso come umana) e fare di tutto affichè la nostra razza non si estingua.
Questo è quello che la natura ha creato e di cui la religione si è impossessata, facendo credere che siano comandamenti del Signore e non, semplicemente, la realtà... "Crescete e moltiplicatevi", che significa "lavorate e trombate"...

Ora, se un individuo, a qualsiasi specie animale appartenga, non è in grado di fare nessuna delle due cose, per la natura è un elemento "superfluo", e dato che la natura si auto-regola ha predisposto una serie di accorgimenti per l'eliminazione dell'individuo stesso.

Accorgimenti che la nostra società "illuminata" ha, nel tempo, cominciato a copnsiderare "inumani" e "innaturali", ma che noi stessi, fino a pochissime centinaia di anni fa, attuavamo senza nessun problema...

Anzi, fino a pochissimi anni fa gli eschimesi, una volta diventati anziani e non più autosufficienti, abbandonavano di loro spontanea volontà il villaggio per non "pesare" sugli individui produttivi.

Questo, unito al fatto che la vita media si è allungata a dismisura, fa si che prima o poi tutti gli individui arrivino ad un punto in cui non sono più "utili" per la società, ma questo non significa che perdano la propria dignità perchè (con il pensiero moderno) entrano nella fascia del "ho già dato e mi godo la vecchiaia"...

Purtroppo, però, le persone che non sono mai state in grado di "crescere e moltiplicarsi" non riescono a svolgere la loro reale funzione di individui...

questo è il punto di vista della natura... POI subentrano i sentimenti, l'amore e tutto il resto...
Questo nostra bellissima società non ha + rispetto x il dolore, x la vecchiaia, x l'infanzia, x il diverso.
Trombare (scusate) e guadagnare . Ro-bot :lol:
ci siamo evoluti proprio... Aiutarci, non sarebbe + bello?
Ultima modifica di lavispachiara il 28/08/07 15:53, modificato 2 volte in totale.

#58
bertok ha scritto:
parlo per me...quando non sarò autossufficiente preferirei morire...serenamente ma morire....
Se dovessi scegliere tra morire serenamente e costringere i miei figli a darsi i turni per accudirmi, imboccarmi e per pulirmi il sedere ogni volta che me la faccio addosso, con costi esorbitanti per strutture di ricovero o con badanti e infermiere che mi guardino notte e giorno, di certo non avrei alcun dubbio su cosa preferire.....
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#59
anch'io non so cosa farei, spero solo di non trovarmi mai a dover decidere cosa fare in una situazione simile. Credo cmq che non lo terrei.

In questi giorni stiamo salutando una delle segretarie dello studio, che si è licenziata per poter fare la mamma a tempo pieno (1 mese fa ha scoperto che il suo unico figlio, 5 anni, è affetto da distrofia muscolare, e sta peggiorando in fretta).

Guardo lei, la rispetto e la ammiro enormemente (la sua forza, il suo entusiasmo, la fiducia nei professionisti, come si comporta con suo figlio e con suo marito, che è rimasto devastato) e mi chiedo se al posto suo saprei fare lo stesso... per il momento, la risposta mi sconforta.
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Casa Spozilli
Babyzillo

#60
lavispachiara ha scritto:Questo nostro bellissima società non ha rispetto x il dolore, x la vecchiaia, x l'infanzia, x il diverso.
Trombare e guadagnare. Ro-bot :lol:
ci siamo evoluti proprio... questo non è lo scopo dell'umanità :oops:
e la pensi così, ti consiglio di approfondire come erano viste queste stesse cose fino ad un centinaio d'anni fa...

Poi mi vieni a dire se le cose si sono evolute o no...

Rispetto per il dolore? Ma se oggi per un minimo dolorino mestruale le donne stanno a casa in malattia dal lavoro?
Vaglielo a dire a chi zappava con la broncopolmonite e la febbre a 40, che prima c'era rispetto per il dolore....
Rispetto per la vecchiaia? Prima i vecchi (o meglio, quei pochi fortunati che riuscivano a diventare vecchi...) venivano segregati in casa, malnutriti, non curati... e venivano allevate generazioni di figlie femmine con il solo scopo di rimanere zitelle a casa per servire i genitori anziani!
Per l'infazia? cinquant'anni fa i bambini iniziavano ad andare in bottega a 6 7 anni, e lavoravano in miniera a 12!!!!!
Per la diversità? Volevo vederti ritardato nel medioevo.... :roll:
Ultima modifica di cyberjack il 28/08/07 15:57, modificato 1 volta in totale.
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