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#106
Il problema non è semplice.
Sicuramente se a un colloquio mi chiedessero quali sono le mie intenzioni personali mi incavolerei, mi sentirei discriminata e giudicherei l'azienda poco seria, sopratutto se è una grossa realtà con un buon numero di addetti.

D'altra parte io sono il tipo che si fa mille scrupoli, e mai mi sognerei di andarmene da un'azienda mentre sono ancora in fase di apprendimento (6 mesi, ma anche uno o due anni nel caso del mio lavoro). Sia perchè non è molto corretto, sia perchè nuocerebbe a me, che non riesco a farmi una professionalità... ma questo è un altro discorso.

Sicuramente riterrei più accettabile un discorso a cuore aperto da un titolare di una piccola azienda, quello del tipo "ho bisogno due anni della tua presenza continuativa..." e tutti i ragionamenti sacrosanti di Cyber e altri, piuttosto che un "ti vuoi sposare?" a cui mi viene spontaneo rispondere "sono azzi miei."

Simona&Davide, se comunque prevedi di avere figli fra due anni, prova a cercare un altro posto. Così fai in tempo a formarti di là e ad andare in maternità in condizioni migliori.
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Baby is coming shopping e approvvigionamenti per il nuovo arrivo...
Vi presento... con pwd

#107
Federinik ha scritto: Simona&Davide, se comunque prevedi di avere figli fra due anni, prova a cercare un altro posto. Così fai in tempo a formarti di là e ad andare in maternità in condizioni migliori.
E' un ragionamento che sto facendo, considerando il fatto che sia io che il tesoro avremmo anche già voglia di pensare al bimbo, e anche che alla natura non si deve chiedere troppo, ma pure che potrei trovare di meglio ed essere più tutelata.

Probabilmente parlare con la mia responsabile (oltretutto siamo tutte donne in ufficio, compresa la boss con 2 figlie ... ) mi chiarirà le idee, se mi sentirò presa in giro sarà l'occasione giusta per decidere di cercare a testa bassa qualcos'altro.

#108
sarà che io ci tengo davvero tanto a esser mamma, almeno 2 volte :mrgreen: , che la mia paura di non farcela o di dover magari ritardare o rinunciare x il lavoro mi fa rabbrividire :(
tra me e me dico "il lavoro serve, o meglio i soldi servono", ma poi penso anche "e se aspetto aspetto e poi quando voglio non mi vengono?" la mia collega c'ha messo 4 anni per riuscire ad avere una figlia :(
quando sarà il momento, e io sarò intorno ai 30, non credo avrò dubbi su cosa sceglierò, perchè la mia priorità nella vita è la famiglia :oops:
se la mia ditta lo capirà (ma non credo) è bene, altrimenti vorrà dire che sarò senza stipendio ma con tanto lavoro da fare in casa :roll: :lol: :wink:
Casuccia: http://album.alfemminile.com/album/see_ ... nycla.html
Brilloccata ma disonesta
BIMBA CATTIVA & SPIPPOLOSA

#109
Claudia81 ha scritto:
cyberjack ha scritto: Il datore di lavoro non è l'opera pia, quando il lavoratore non è produttivo, ci rimette soldi, quando il lavoratore non lavora e sta a casa in malattia o maternità, ci rimette soldi.
ti correggo solo in questo: in maternità lo stipendio della mamma è pagato dall'inps, quindi il datore di lavoro non ci rimette proprio nulla.
attenzione a dire queste cose. mi pare un discorso di chi non sa come funziona una azienda.
parliamo di una azienda grande e ben strutturata: quello che dici tu è in parte vero; una dipendente va in meternità e l'azienda si attrezza per una sostituzione. arriva una persona temporanea senza esperienza e un po' i colleghi si sbattono di più, un po' l'azienda si adatta.
ma prendiamo una azienda piccola. prendo una dipendente, appena la formo se ne va in maternità. allora devo cercare una sostituzione e non è così facile, riparto a formare la persona e appena questa è produttiva se ne va e torna la mamma. all'inizio ha l'allattamento quindi lavora solo 6 ore e non riesce a fare il lavoro che serve.
non fraintendetemi, ma per una piccola azienda una dipendente in maternità non è che non costa nulla, E' UN GROSSO COSTO.
poi un imprenditore, è uno che deve avere le palle e quindi le palle se le gioca lui, non può pretendere di spostare il suo rischio di impresa su una povera mamma, ma al tempo stesso bisogna distinguere casi e casi perché alle volte una piccola impresa va in crisi se si trova una maternità non prevista.

quello che succede a quel punto è che gli imprenditori non assumono più le donne per i motivi sopra esposti e le donne si sollevano in protesta (e hanno in parte ragione).
ma se ti assumo dicendo: ho bisogno di te per due anni e se fai un figlio è un problema, visto come va il mercato del lavoro, forse non sarà legale, ma io lo capisco.

per non parlare del fatto che scaduta la maternità obbligatoria, le mamme possono stare a casa per altri 5-6 mesi senza dover dare preavviso. e l'azienda come fa a regolarsi? ok la tutela del dipendente, ma secondo me va tutelata anche l'azienda in alcuni casi.
come cacchio faccio a mandare avanti una azienda se non so neanche quando torna una dipendente in maternità. lei avrà tutti i sacrosanti diritti di farsi la sua vita e la sua maternità, ma io come imprenditore come mi regolo?
penne.2010

#111
pattonaglia ha scritto:Premesso che non sono un imprenditore.....quoto Penne al 100% :wink:
io lo sono stato e capisco le difficoltà degli imprenditori (piccola azienda). nel mentre la mia ex.moglie aveva la fortuna di lavorare in una grande cooperativa dove le hanno dato una flessibilità assoluta. ora sono dipendente di un colosso, dove se un dipendente sparisce e per errore si prende 100 stipendi, l'azienda manco se ne accorge.

ma vi garantisco che quando avevo la mia azienda e uno dei nostri dipendenti ci chiamava dicendo, sto male, non so quando torno, io dovevo chiarmare i nostri clienti e non sapevo cosa raccontargli. e se consegnavamo in ritardo non ci pagavano o peggio ci facevano causa.
ok la tutela, ma ci sono casi e casi.
penne.2010

#112
quoto anch'io penne
io lavoro in una ditta micro, per il momento non pensiamo a un figlio ma se ne avessi desiderio in questo momento so che scombussolerei parecchio l'attività (siamo in una fase molto delicata di vita aziendale....), quindi se dovessi rimanere incinta non vi dico che mi sentirei in colpa però mi dispiacerebbe molto umanamente, per la situazione in cui lascerei il mio titolare, con il quale ho un ottimo rapporto! :roll:
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#113
pennealragu ha scritto:
pattonaglia ha scritto:Premesso che non sono un imprenditore.....quoto Penne al 100% :wink:
io lo sono stato e capisco le difficoltà degli imprenditori (piccola azienda). nel mentre la mia ex.moglie aveva la fortuna di lavorare in una grande cooperativa dove le hanno dato una flessibilità assoluta. ora sono dipendente di un colosso, dove se un dipendente sparisce e per errore si prende 100 stipendi, l'azienda manco se ne accorge.

ma vi garantisco che quando avevo la mia azienda e uno dei nostri dipendenti ci chiamava dicendo, sto male, non so quando torno, io dovevo chiarmare i nostri clienti e non sapevo cosa raccontargli. e se consegnavamo in ritardo non ci pagavano o peggio ci facevano causa.
ok la tutela, ma ci sono casi e casi.

ggiusto penne.
Se vogliamo parlare della formazione di un dipendente al fine di renderlo autonomo, mi viene in mente un mio amico.
Lavorava da un ascensorista, era l' unioc dipendendte in una società di due persone, dove i titolari sono operai come lui, non si fermano dietro la scirvania, eseguono il lavoro pratico insieme al loro operaio.
Su questo ragazzo, givoane, bravo, sveglio, puntavano molto.
Fino a che gli hanno pagato il corso per fare il patentino per poter avere una qualifica migliore, e poter essere più autonomo sul lavoro (e anche uno stipendio migliore, do per scontato che fosse inquadrato a tempo indeterminato, ma in una piccola azienda non viene molto apprezzato, si cerca sempre il posto nella grossa azienda dove si ha il sederino comodo comodo).
Finitio il corso, dopo che i titolari hanno speso un discreta cifra per corso e patentino (ma per molti sembra che avere una ditta i soldi arrivino dal cielo, salvo poi leggere che molti di voi aprirebbero la partita iva solo se si guadagna tanto, poi vi lamentato se un artigiano, un imprenditore, guadgna bene, è chiaro che non si ha idea di cosa vuol dire avere un azienda) questo ragazzo trova un posto migliore e cordiali saluti io me ne vado.
I titolari sono rimasti in braghe di tela, era importante per loro avere un ragazzo così,e soprattutto dopo averci investito soldi (buttati letteralemnte dalla finestra).
Per carità è nel diritto di ognuno d noi trovare un posto migliore di quello dove si lavora, però riconoscere ( e dico solo riconoscere o ammettere che una ditta ha bisogno di dipendenti coerenti e produttivi) che i diritti sono ben tutelati ma non certo quelli di un titolare di azienda.
Prorpio queste sono le motivazioni che spingono un azienda a pensare anni prima di assumere una persona, o se ne ha bisogno lo assume in forma interinale, in modo tale che il legame non sia troppo vincolante.
E' necessario andare un pò oltre che il solito modo di pensare.

#114
capisco il tuo discorso Ale e lo condivido
io non prenderei la partita IVA proprio perché non me la sentirei psicologicamente di affrontare la realtà che tu hai descritto nel topic sopra!
Credo però di essermi sempre comportata da dipendente onesta, proprio perché capisco le tue motivazioni :wink:
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#115
nicolettaalematte ha scritto:
pennealragu ha scritto:
pattonaglia ha scritto:Premesso che non sono un imprenditore.....quoto Penne al 100% :wink:
io lo sono stato e capisco le difficoltà degli imprenditori (piccola azienda). nel mentre la mia ex.moglie aveva la fortuna di lavorare in una grande cooperativa dove le hanno dato una flessibilità assoluta. ora sono dipendente di un colosso, dove se un dipendente sparisce e per errore si prende 100 stipendi, l'azienda manco se ne accorge.

ma vi garantisco che quando avevo la mia azienda e uno dei nostri dipendenti ci chiamava dicendo, sto male, non so quando torno, io dovevo chiarmare i nostri clienti e non sapevo cosa raccontargli. e se consegnavamo in ritardo non ci pagavano o peggio ci facevano causa.
ok la tutela, ma ci sono casi e casi.

ggiusto penne.
Se vogliamo parlare della formazione di un dipendente al fine di renderlo autonomo, mi viene in mente un mio amico.
Lavorava da un ascensorista, era l' unioc dipendendte in una società di due persone, dove i titolari sono operai come lui, non si fermano dietro la scirvania, eseguono il lavoro pratico insieme al loro operaio.
Su questo ragazzo, givoane, bravo, sveglio, puntavano molto.
Fino a che gli hanno pagato il corso per fare il patentino per poter avere una qualifica migliore, e poter essere più autonomo sul lavoro (e anche uno stipendio migliore, do per scontato che fosse inquadrato a tempo indeterminato, ma in una piccola azienda non viene molto apprezzato, si cerca sempre il posto nella grossa azienda dove si ha il sederino comodo comodo).
Finitio il corso, dopo che i titolari hanno speso un discreta cifra per corso e patentino (ma per molti sembra che avere una ditta i soldi arrivino dal cielo, salvo poi leggere che molti di voi aprirebbero la partita iva solo se si guadagna tanto, poi vi lamentato se un artigiano, un imprenditore, guadgna bene, è chiaro che non si ha idea di cosa vuol dire avere un azienda) questo ragazzo trova un posto migliore e cordiali saluti io me ne vado.
I titolari sono rimasti in braghe di tela, era importante per loro avere un ragazzo così,e soprattutto dopo averci investito soldi (buttati letteralemnte dalla finestra).
Per carità è nel diritto di ognuno d noi trovare un posto migliore di quello dove si lavora, però riconoscere ( e dico solo riconoscere o ammettere che una ditta ha bisogno di dipendenti coerenti e produttivi) che i diritti sono ben tutelati ma non certo quelli di un titolare di azienda.
Prorpio queste sono le motivazioni che spingono un azienda a pensare anni prima di assumere una persona, o se ne ha bisogno lo assume in forma interinale, in modo tale che il legame non sia troppo vincolante.
E' necessario andare un pò oltre che il solito modo di pensare.
Scusami Ale, ma questo è il rischio di creare una "azienda" e mantenerla piccola, tra virgolette perché secondo me le medie e piccole imprese italiane sono proprio quelle che impediscono la crescita, la ricerca e lo sviluppo tecnologico. E uno non passa in una azienda più grossa perché ha il sedere al caldo ma perché in genere (poi dipende dalle professioni) c'è maggiore possibilità di sviluppo e crescita professionale.

#116
fedelyon ha scritto: perché secondo me le medie e piccole imprese italiane sono proprio quelle che impediscono la crescita, la ricerca e lo sviluppo tecnologico.
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
Forse a qualcuno sfugge che senza le piccole e medie imprese l'Italia sarebbe in ginocchio (sempre che non lo sia già comunque :roll: ) e l'80% degli italiani farebbe la fame..... :? :? :?

Questa affermazione, a mio modesto parere, è una follia!
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casa: http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?t=22895
flickr:http://www.flickr.com/photos/ipatton/

#117
fedelyon ha scritto:
nicolettaalematte ha scritto:
pennealragu ha scritto: io lo sono stato e capisco le difficoltà degli imprenditori (piccola azienda). nel mentre la mia ex.moglie aveva la fortuna di lavorare in una grande cooperativa dove le hanno dato una flessibilità assoluta. ora sono dipendente di un colosso, dove se un dipendente sparisce e per errore si prende 100 stipendi, l'azienda manco se ne accorge.

ma vi garantisco che quando avevo la mia azienda e uno dei nostri dipendenti ci chiamava dicendo, sto male, non so quando torno, io dovevo chiarmare i nostri clienti e non sapevo cosa raccontargli. e se consegnavamo in ritardo non ci pagavano o peggio ci facevano causa.
ok la tutela, ma ci sono casi e casi.

ggiusto penne.
Se vogliamo parlare della formazione di un dipendente al fine di renderlo autonomo, mi viene in mente un mio amico.
Lavorava da un ascensorista, era l' unioc dipendendte in una società di due persone, dove i titolari sono operai come lui, non si fermano dietro la scirvania, eseguono il lavoro pratico insieme al loro operaio.
Su questo ragazzo, givoane, bravo, sveglio, puntavano molto.
Fino a che gli hanno pagato il corso per fare il patentino per poter avere una qualifica migliore, e poter essere più autonomo sul lavoro (e anche uno stipendio migliore, do per scontato che fosse inquadrato a tempo indeterminato, ma in una piccola azienda non viene molto apprezzato, si cerca sempre il posto nella grossa azienda dove si ha il sederino comodo comodo).
Finitio il corso, dopo che i titolari hanno speso un discreta cifra per corso e patentino (ma per molti sembra che avere una ditta i soldi arrivino dal cielo, salvo poi leggere che molti di voi aprirebbero la partita iva solo se si guadagna tanto, poi vi lamentato se un artigiano, un imprenditore, guadgna bene, è chiaro che non si ha idea di cosa vuol dire avere un azienda) questo ragazzo trova un posto migliore e cordiali saluti io me ne vado.
I titolari sono rimasti in braghe di tela, era importante per loro avere un ragazzo così,e soprattutto dopo averci investito soldi (buttati letteralemnte dalla finestra).
Per carità è nel diritto di ognuno d noi trovare un posto migliore di quello dove si lavora, però riconoscere ( e dico solo riconoscere o ammettere che una ditta ha bisogno di dipendenti coerenti e produttivi) che i diritti sono ben tutelati ma non certo quelli di un titolare di azienda.
Prorpio queste sono le motivazioni che spingono un azienda a pensare anni prima di assumere una persona, o se ne ha bisogno lo assume in forma interinale, in modo tale che il legame non sia troppo vincolante.
E' necessario andare un pò oltre che il solito modo di pensare.
Scusami Ale, ma questo è il rischio di creare una "azienda" e mantenerla piccola, tra virgolette perché secondo me le medie e piccole imprese italiane sono proprio quelle che impediscono la crescita, la ricerca e lo sviluppo tecnologico. E uno non passa in una azienda più grossa perché ha il sedere al caldo ma perché in genere (poi dipende dalle professioni) c'è maggiore possibilità di sviluppo e crescita professionale.
guarda che è già difficile aprire e tenere in piedi una azienda piccola... non tutti sono in grado di fare i mega imprenditori...
noi onestamente avevamo una piccola società, 2 soci e 3 dipendenti, ma credete che fosse facile ingrandirsi?
chi non è stat dall'altro lato spesso non capisce. io ho tanti miei colleghi "dipendenti" che accampano solo diritti e non sanno quello che dicono.
ok se lavori per una assicurazione come faccio ora io dove fanno più soldi che a stamparli e quindi per tanto che il lavoratore sia tutelato non ce n'è mai abbastanza, ma la realtà delle aziende italiane è ben diversa.
sento spesso dire: io sono dipendente e ho il diritto di fare un "censured" e avere lo stipendio a fine mese perché io sono un dipendente da tutelare mentre l'impresa si deve assumere il rischio.
poi si lamenta che non ha l'aumento e che il titolare ha la barca ad alassio.
penne.2010

#118
pattonaglia ha scritto: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
Forse a qualcuno sfugge che senza le piccole e medie imprese l'Italia sarebbe in ginocchio (sempre che non lo sia già comunque :roll: ) e l'80% degli italiani farebbe la fame..... :? :? :?

Questa affermazione, a mio modesto parere, è una follia!
Quoto :? :? :?
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REBECCA psw: polpetta

#119
fedelyon ha scritto: perché secondo me le medie e piccole imprese italiane sono proprio quelle che impediscono la crescita, la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
anch'io sono rimasta così....
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