Claudia81 ha scritto:ma in cambio riceveranno soldi voglio sperare...
Non lo so ma penso di si!
Ho fatto un copia incolla di una lettera di uno dei tantissimi disperati che stanno vivendo questo dramma
cosi vi rendete conto:
Quarto (Na). E’ la guerra.
Da tre giorni la mia città è completamente isolata e tagliata fuori dal resto del Paese. Ogni varco, via d’accesso, linea ferroviaria, stradina di campagna, ponticello, scorciatoia verso il resto del mondo è bloccata ed occupata dai manifestanti. Quarto è fuori dal mondo. I negozi sono chiusi. Per volere della camorra. Le derrate alimentari cominciano a scarseggiare. Tra un po’ non potrò più bere il mio buon caffellatte la mattina. I giornali non arrivano più nella mia città. Quarto non ha ospedali. Le scuole sono state chiuse. Poi riaperte. Ma gli insegnanti non possono far lezione, perché impossibilitati ad arrivare sul luogo di lavoro. Chi lavora in città non può più far valere il proprio sacrosanto diritto al lavoro. La monnezza intanto si accumula per le strade e brucia. E sprigiona diossina. Non c’è più traffico. Tutta la popolazione affolla l’aula consiliare del Comune, in attesa di buone nuove. Nessuno è per strada. E’ la desolazione, è la guerra! Una guerra più subdola di quelle classiche. Senza bombe o bombardamenti. Ma con uguale disagio per la popolazione. Con tanto sangue... quello che si piange per le sorti della propria città. Questa è Quarto. Questa è Napoli.
Perché si è arrivati a tal punto? A combattere una guerra senza essere mai stati arruolati da alcun esercito regolare? Quali errori sono stati commessi? Quali colpe? Ma soprattutto: di chi sono le colpe?
La colpa è mia.
La colpa è nostra.
La colpa è tua, tu che mi stai leggendo. Si, proprio tu.
La colpa è di tutti noi.
Anche tua, che sei scappato o scappata da Napoli.
Noi siamo i colpevoli.
Noi siamo i primissimi colpevoli.
Di cosa? Di aver fatto in modo che le cose finissero proprio così. Di aver tollerato per anni ed anni. Di aver mancato di denunciare. Di protestare quando si era ancora in tempo. Di aver vissuto, di fatto, collusi con quelli che alcuni definiscono a ragione “gent ‘e mmerd”, e che in realtà lo sono. Perché camorristi. Camorristi che oltre ad avere un piccolo cuore hanno anche un grande talento: quello di trasformare la monnezza in oro. Colpevoli noi. Colpevoli di aver gettato per tanti anni (io in testa) un semplice mozzicone o pezzettino di carta per strada, di aver pensato: ma che te ne fotte? pensa alla salute!, di aver detto anche una sola volta: parcheggia pure qua tanto i vigili non passano, di non aver indossato il casco, di non aver rispettato le regole, di aver dato, infine, fiducia ad una classe politica assolutamente inadeguata per preparazione, capacità di governo e per interessi poco occulti e molto grossi e sporchi. Colpevoli di altro ancora? Si, di rinnegare facilmente e senza colpo ferire le nostre proprie origini.
Io sono colpevole di tutto quanto ho scritto. Sono colpevole. Tranne dell’ultima colpa.
Niente, nessuno e nessuna riuscirà mai a farmi rinnegare le mie radici, la mia terra, le mie origini. Monnezza o no, camorra o no, gent ‘e mmerd o no. Niente e nessuno ci riuscirà. Mai.
C’è chi si chiede perché Napoli sia così. Perché a Napoli le strade non sono pulite ed aperte? Perchè i signori Maroni e Feltri hanno deriso la nostra città? Perché a Torre Annunziata c’è chi muore mentre festeggia il capodanno nella sua casa e con la propria famiglia per un bossolo sparato per strada da un fucile? Perché a Trentola c’è un bambino in gravi condizioni per essere stato colpito da un altro bossolo di fucile sparato per “festeggiare” il nuovo anno? Perché a Napoli c’è una persona alla quale tengo molto ed alla quale voglio tanto bene che mi ha detto che vuole scappare dalla nostra città e portare con se i propri cari senza mai più tornarci? Perché non ho potuto biasimarla ma soltanto sperare che non abbia rinnegato le proprie radici? Perché a Napoli non si lavora? Perché bisogna scappare da Napoli? Perché a Napoli c’è delinquenza per le strade? Perché a Napoli la gente è “’e mmerd”? Perché a Napoli? Perché Napoli?
Perché Napoli siamo noi.
Ma anche a milano sono loro, anche a Torino o a Bologna o a Roma sono loro. Qual è la differenza? Cosa ci sarà mai di tanto meglio e diverso a Torino o a milano? Cosa? Qualcuno me lo spieghi. Vi imploro!
No. Non c’è bisogno che vi implori. La risposta credo di averla trovata da solo. A milano lo Stato è presente, così come in qualsiasi altro buco d’Italia. A Napoli lo Stato è assente. Ed è assente da decenni. Al Nord lo Stato c’è, fa, si da fare, lavora, si impegna, interviene, indirizza, punisce, mobilita forze, realizza investimenti, programmi, progetti, cura, pulisce le strade, addirittura predispone ticket pass.
Anche lo Stato è colpevole, dunque. Come lo siamo noi. Ma la loro è una colpa più grave. Una colpa che non potrà mai espiare. Noi possiamo ancora farlo. Cominciando a dare un piccolissimo e simbolico esempio. Raccogli anche soltanto una cicca dalla strada, portala a casa tua, dentro le tue mura. Poi falla esaurire, estinguila, bruciala. Ma all’interno delle mura della tua casa. Avrai contribuito in modo simbolico a pulire le sporche strade della tua città e avrai respirato i veleni della tua stessa monnezza soltanto tu.
Noi siamo soli. Ci hanno lasciato soli come si lasciano soli i porci… nella loro stessa sporcizia. Alcuni ingrassano, altri vanno semplicemente avanti, altri ancora se ne sono andati. Alcuni restano per mancanza di alternative o di coraggio. Altri restano per cercare nel loro piccolo di cambiare Napoli. Altri ancora perché un’altra città gli ruberebbe l’anima, la vita. Quelli che se ne sono andati lo hanno fatto proprio come migliaia di loro concittadini fecero alcuni decenni fa. Molti altri ancora se ne andranno, parecchi altri. Arricchendo con il proprio sudore, la propria cultura, la propria intelligenza, la propria bellezza, il proprio sangue, il proprio seme, le proprie radici città altrimenti squallide, tristi e povere, senz’anima. Quelle stesse città che non sarebbero come sono adesso senza il nostro sudore, la nostra cultura, la nostra intelligenza, la nostra bellezza, il nostro sangue, il nostro seme, le nostre radici…
Non un atto di accusa, non una richiesta di aiuto, non una denuncia, non un esortazione… non c’è più nessuno da accusare, più niente per cui non sia già stato chiesto aiuto, più niente di cui denunciare la presenza o l’assenza, più niente per cui esortare…
…soltanto le parole di un cittadino di Napoli indignato ma colpevole…
…colpevole…
ma non di aver rinnegato le proprie origini.
Per tutti quelli che hanno almeno trovato il coraggio di indignarsi...