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#76
cyberjack ha scritto: "Io sono un'esperta in materia un po' perché, come dice mio padre e tutti quelli che mi conoscono, caratterialmente sono tanto rompicoglioni ma soprattutto perché, a causa di un parto andato male, ho avuto una paralisi cerebrale che risulta in un livello intellettivo al di sotto delle mie aspettative. "

Cordiali saluti
Olga Andreoli
(scritto con mio papà)
cyberjack ha scritto:RIPORTO l'intervista al professore di Genetica dell'università San Raffaele di Milano, Edoardo Boncinelli:
"E' un terreno molto scivoloso. Di fronte al caso di malattie genetiche come quella di Olga
Ma la malattia di cui soffre l'autrice della lettera è stata causata dal parto (come mi sembra di capire dal suo messaggio) o è di origine genetica (come dice il professore)? :oops:

#77
tiro su questo topic per aprire un confronto serio, senza estremismi su un discorso delicato che vede sensibilità personali, storie vere, nonchè etica e religione incontrarsi e a volte scontrarsi...
dato il carattere paticolare del topic vi prego di dire tutto ciò che volete ricordando che cmq è un tema molto delicato che riguarda forse anche la definizione di civiltà..
un grande tema da discutere con grandi parole, ma non con grandi toni :wink: poi non scrivo altro altrimenti fede mi cazzia :evil:
gli unici limiti che avrai saranno quelli che ti costruirai da solo

#78
Kalimeroxxx ha scritto:che discorso difficile, l'aborto chiama in campo tutto il nostro essere, fede, ragione, etica, paure, rimpianti...
bha invidio tutti quelli che hanno idee chiare ...io non ne ho e come cattolica questo non mi fa onore...
capisco benissimo quello che dice steve, mio padre dice anche di peggio... sono due uomini cattolici e di forte moralità..
io propongo loro e a tutti quelli che si riconoscono in queste affermazioni o in simili solo i miei dubbi...
umanamente non me la sentirei di dire ad una bambina di 13 anni di tenere il frutto di una violenza magari esercitata dal padre, molto probabilmente la gravidanza sarebbe ancor più devastante ...
non me la sentirei di dire ad una donna di tenere il frutto di una violenza di gruppo
non so se sceglierei di morire per mettere al mondo un figlio quando magari a casa ne ho 2 che hanno bisogno di me...
questi sono i miei dubbi le mie incertezze...
poi ne ho altre, se sapessi che il bimbo che aspetto fosse totalmente incapace di avere una qualsiasi vita autonoma, se sapessi che a quel bimbo l'unica vita che gli si prospetta è quella di un vegetale che farei? Se decidessi di tenerlo alla mia morte cosa sarebbe di quel bimbo????
Credo anch'io che quel feto sia un bambino, credo anch'io che dare e togliere la vita spetti a Dio, ma i problemi che ho esposto prima sono così enormi che la domanda me la pongo e invidio steve perchè è così sicuro nella sua scelta ( e non lo dico in senso ironico credimi)
poi ci sono i casi in cui un figlio arriva quando non si vuole :roll: io lo terrei? Magari senza padre, soldi, o magari in un momento non" giusto"...? A questo rispondo in modo meno traumatico come ogni adulto le conseguenze di un atto sessuale mi sono note, quindi date le premesse ritengo sia giusto evitare di trovarsi in certe situazioni, l'aborto non è un contraccettivo e di questo sono fermamente convinta e non lo deve essere per nessuno indipendentemente dalla religione o dalle convinzioni di ognuno....
poi c'è il padre....decidere senza di lui ? Assurdo se si valuta una situazine di coppia normale, assurdo se il padre è una persona che vuole essere il padre, ma ci sono cmq situazioni in cui il padre e la madre non hanno la stessa idea , possono parlare, confrontarsi, ma se alla fine non arrivano alla stessa decisione che fare? In questo caso onestamente credo che la scelta ultima non possa essere che quella della donna, proprio e solo per quel fatto fisico che impedisce ad altri di decidere di te e del tuo corpo
gli unici limiti che avrai saranno quelli che ti costruirai da solo

#79
Kalimeroxxx ha scritto:che discorso difficile, l'aborto chiama in campo tutto il nostro essere, fede, ragione, etica, paure, rimpianti...
bha invidio tutti quelli che hanno idee chiare ...io non ne ho e come cattolica questo non mi fa onore...
capisco benissimo quello che dice steve, mio padre dice anche di peggio... sono due uomini cattolici e di forte moralità..
io propongo loro e a tutti quelli che si riconoscono in queste affermazioni o in simili solo i miei dubbi...
:roll: sono cattolica per cultura familiare ma mi considero agnostica nel senso scientifico del termine... neppure io ho le idee chiare perchè temo sia pericoloso essere "dogmatici" su un argomento così immenso e serio come solo la Vita può esserlo. Oltre a questo ho l'impressione che il senso del libero arbitrio e la scienza medica abbiano contribuito rendere la materia ancora più sdrucciolevole.
Kalimeroxxx ha scritto: umanamente non me la sentirei di dire ad una bambina di 13 anni di tenere il frutto di una violenza magari esercitata dal padre, molto probabilmente la gravidanza sarebbe ancor più devastante ...
non me la sentirei di dire ad una donna di tenere il frutto di una violenza di gruppo
Nemmeno io me la sentirei... ma vorrei soffermarmi sul concetto di "tenere", perchè esposto così implica che quella bambina o quella donna saranno madri in senso non esclusivamente biologico, ovvero che potrebbero dare alla luce il figlio E crescerlo.
Se restiamo nel contesto italiano però, mi sembra di ricordare che la legge permetta alla madre di partorire E NON riconoscere il figlio come suo, lasciandolo in adozione. E' il cosiddetto "parto anonimo" o "progetto Madre Segreta", versione dignitosa della ruota dei conventi,
Il progetto “Mamma segreta” si rivolge alle donne che, prima, durante e dopo il parto, non intendono riconoscere il bambino o che hanno difficoltà nella loro scelta.
"Mamma segreta" è rivolto a tutte le donne, senza limiti di età né vincoli di residenza e nazionalità (comprese quindi le donne migranti e che sono in Italia clandestinamente).
Una volta partorito, la madre potrà lasciare il neonato in ospedale e avrà 10 giorni di tempo per decidere di riconoscerlo; se ciò non avviene il neonato viene dichiarato adottabile.
Generalmente l'adozione avviene in tempi molto rapidi, tra le famiglie in attesa di adozione.

Questo per dire che esiste un'alternativa più umana e tutelata a ciò che qualcuno definirebbe "omicidio", e come donna mi sento rassicurata da questa opportunità in favore della vita anche quando non è esattamente "desiderata".
Io però che non ho nessuna idea dell'effetto che possa fare, psicologicamente parlando, accettare di separarsi da qualcosa che è cresciuto da te e dentro di te per mesi.
Portando il discorso molto all'estremo e molto sul cinico, qualcuno potrebbe chiedersi se ci si senta meglio a staccarsi da una cosa morta -meglio, che non potrebbe autonomamente vivere- o da una cosa viva :roll: :oops: Tremendo vero? :oops:
Kalimeroxxx ha scritto: non so se sceglierei di morire per mettere al mondo un figlio quando magari a casa ne ho 2 che hanno bisogno di me...
Questo argomento fu di grande attualità in provincia di Bergamo 15 anni fa circa, nel 1993, quando il caso di Carla Levati Ardenghi riempì le pagine dei giornali. O meglio, del quotidiano per eccellenza distribuito in città e provincia "L'eco di Bergamo" (cui azionista di maggioranza della sua Società Editrice è la diocesi di Bergamo... va da se che l'impronta editoriale è tutt'altro che laica).
Questa un'essenziale biografia della donna
http://digilander.libero.it/voceseriate ... o_nido.htm
in sintesi, scoperto un tumore, ha rinunciato ad abortire per portare a termine la gravidanza.
Lei è morta poco dopo il parto, il neonato è sopravvissuto 10 giorni, a casa sono rimasti un vedovo e un altro bimbo piccolo. :(
La storia di Carla Levati Ardenghi non è molto diversa da quella di Gianna Beretta Molla, medico e pediatra milanese, che negli anni '60 fece la stessa clamorosa scelta.
http://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Gianna_Beretta_Molla
Papa Woytila l'ha proclamata Santa nel 2004.
Certo questa donna ha patito sofferenze degne di una martire, ma non avranno patito altrettanto i suoi 3 bimbi rimasti senza la mamma?
E' su questo punto che la scienza medica, secondo me, ci sta ponendo un problema in più.
Solo agli inizi del secolo scorso, il '900, la natura non avrebbe dato scampo a queste donne malate e ai loro potenziali figli, sarebbero comunque mancate alle loro famiglie. Oggi la medicina potrebbe aiutarle, loro e le loro famiglie, ma scelgono ugualmente il sacrificio -inteso anche in senso religioso- che a quel punto non diventa più solo *loro* in quanto genitrici, ma della loro famiglia per intero.
Purtroppo non riesco a comprendere ne ad essere d'accordo con questo tipo di scelta.

Appoggio e rispetto chi è contro la convinzione che sia moralmente lecito tutto quanto è autorizzato per legge, ma devo ammettere che ho molto più rispetto e stima di un personaggio politico come Emma Bonino, che da 30 anni si è battuta in prima persona e si è anche fatta mettere in galera (il procurato aborto una volta era un reato e lei si autodenunciò) per dare a tutte le donne italiane di oggi -auspicabilmente INSIEME ai loro compagni- il democratico e laico privilegio di poter liberamente scegliere
e che oggi ci permettiamo il lusso di dare per scontato!! :shock:
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#80
Kalimeroxxx ha scritto:che discorso difficile, l'aborto chiama in campo tutto il nostro essere, fede, ragione, etica, paure, rimpianti...
bha invidio tutti quelli che hanno idee chiare ...io non ne ho e come cattolica questo non mi fa onore...
credo che a discapito di quanto uno possa dichiarare più o meno pubblicamente, nessuno abbia idee chiare e precise VERAMENTE, ovvero "nel caso in cui si dovesse decidere a fronte di..."
per quanto mi riguarda ho le idee chiare in tema di:
"accidentale" => non credo più all'accidentale, ma questa è un'altra storia
"violenza" => qui per mia fortuna posso solo ragionare per ipotesi, ma a mia natura "credente" mi porta a fare un ragionamento che spesso stupisce anche me. per me se da una cosa tatno brutta come un atto di violenza intima scaturisce una cosa così bella come la vita, se lo stuprop ha come risultante un filgio...bhè allora il mio pensiero è che forse il Signore vuole aiutarci a superare il momento donandoci un esserino indifeso che ha bisogno di noi, a dispetto di chi potesse essere su padre, quel piccino è mio solo mio....qualcosa vorrà pur dire... => laicamente per me è comunque sbagliato il gesto di "gettare via" il bambino perchè frutto di una violenza, che cosa ne può il picicno? piuttosto lo lascio in ospedale pronto per l'adozione, per dare a lui l apossibilità di riscatto, di vita...

Kalimeroxxx ha scritto:umanamente non me la sentirei di dire ad una bambina di 13 anni di tenere il frutto di una violenza magari esercitata dal padre, molto probabilmente la gravidanza sarebbe ancor più devastante ...
qua il discorso è più difficile... 13 anni sono pochi, 13 anni vuol dire segnare per sempre una vita... ma a 13 solo i genitori (correggimi se erro) possono decidere, e se il padre è veramente l'autore di tutto ciò, allora sarà il tribunale dei minori a decidere... comunque non sarà mai lasciato alla ragazzina il diritto di scelta. E' questo secondo me quello su cui bisognerebbe riflettere...a lei bisognerebbe chiedere... e anche se tutti fossero favorevoli ad andare avanti, sarà comunque la società che le metterà i bastoni fra le ruote, la nostra cultura che non riesce ad accettare una cosa simile... forse se ci fossero strutture "reali" allora forse si potrebbe cominciare a ragionare seriamente su questo punto

Kalimeroxxx ha scritto:non so se sceglierei di morire per mettere al mondo un figlio quando magari a casa ne ho 2 che hanno bisogno di me...
questi sono i miei dubbi le mie incertezze...
io qua non avrei dubbi. sicuramente i due a casa soffriranno, ma non saranno MAI soli ci sarà SEMPRE qualcuno che li aiuterà ad andare avanti, qualcuno che SOLO quando saranno abbastanza grandi per capire spiegherà loro che cosa è successo a mamma, chi sono io per decidere che la mia vita è più importante di quella di mio figlio, figlio che ho voluto cercato desiderato e bramato?
Kalimeroxxx ha scritto:poi ne ho altre, se sapessi che il bimbo che aspetto fosse totalmente incapace di avere una qualsiasi vita autonoma, se sapessi che a quel bimbo l'unica vita che gli si prospetta è quella di un vegetale che farei? Se decidessi di tenerlo alla mia morte cosa sarebbe di quel bimbo????
qua subentra al 100% la mia parte razionale, laica... in questo caso penserei tantissimo, mi lacererei, ma non sono certa che deciderei per tenerlo.. qualche anno fa avrei risposto senza dubbio LO TENGO, ma oggi...alla luce diq uella che è la mia esperienza...dopo tutto quello che ho provato e sto provando...bhè non prenderei sicuramente la decisione a cuor leggero, ma non credo che avrei dubbi sulla decisione...e mi lacererò cuore e animo fino alla fine dei miei giorni. già lo so.
Kalimeroxxx ha scritto:Credo anch'io che quel feto sia un bambino, credo anch'io che dare e togliere la vita spetti a Dio, ma i problemi che ho esposto prima sono così enormi che la domanda me la pongo e invidio steve perchè è così sicuro nella sua scelta ( e non lo dico in senso ironico credimi)
poi ci sono i casi in cui un figlio arriva quando non si vuole :roll: io lo terrei? Magari senza padre, soldi, o magari in un momento non" giusto"...? A questo rispondo in modo meno traumatico come ogni adulto le conseguenze di un atto sessuale mi sono note, quindi date le premesse ritengo sia giusto evitare di trovarsi in certe situazioni, l'aborto non è un contraccettivo e di questo sono fermamente convinta e non lo deve essere per nessuno indipendentemente dalla religione o dalle convinzioni di ognuno....
un plauso....

Kalimeroxxx ha scritto:poi c'è il padre....decidere senza di lui ? Assurdo se si valuta una situazine di coppia normale, assurdo se il padre è una persona che vuole essere il padre, ma ci sono cmq situazioni in cui il padre e la madre non hanno la stessa idea , possono parlare, confrontarsi, ma se alla fine non arrivano alla stessa decisione che fare? In questo caso onestamente credo che la scelta ultima non possa essere che quella della donna, proprio e solo per quel fatto fisico che impedisce ad altri di decidere di te e del tuo corpo
su questo punto mi autoquoto
se sono arrivata ad essere incinta è perchè con lui ne ho parlato, ne abbiamo discusso, la decisione l'abbiamo rpesa in due, in due abbiamo aspettato il risultato del test, delle beta, la prima ecogradfia... oppure crediamo verametne che al padre di tutto questo non gliene freghi nulla?

che poi sia la donna a portare fisicamente il peso pe ri nove mesi è un dettaglio, perchè anche se non l'ho mai sperimentato in rpima, ma credo che molte potrebbero confermare, credete verametne che durante quei nove mesi per ui non cambi nulla? forse non avrà i peidi gonfi, non avrà nausee e tutto il resto... ma ne è verametne fuori? se sì la colpa è di lei...

e se in una situazione in cui ci sarebbe da decidere aborto si/no i due avessero divergenze di opinioni...forse il problema è a monte....
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#81
Kalimeroxxx ha scritto:un grande tema da discutere con grandi parole, ma non con grandi toni :wink: poi non scrivo altro altrimenti fede mi cazzia :evil:
:lol:
Brava, l'hai riportato su. ;)

#82
Avevo chiesto un riassuntino... mi hai ripresentato un papiro... :lol: :lol:
Sei peggio di Difra.

va beh... comunque prometto di rispondere.
Sono appena arrivato in ufficio e ho un casino di cose da fare, ma arriverò anche a dire la mia più tardi. :wink:

#83
Kali, non ho capito se devo dare la mia opinione punto per punto sul tuo pensiero, comunque intanto riporto qualche spunto.

Ho letto quello che ha scritto Ela e sono +/- d'accordo con lei.
Ci sono solamente due punti che invece mi vedono "sull'altra sponda".

Uno di questi è anche l'unica circostanza in cui sarei costretto ad ammettere e accettare l'aborto. Nel caso fosse in gioco (PER CERTO) la vita di mia moglie con il proseguimento della gravidanza, opterei (se fossi solo io a dover prendere la decisione) di sicuro per salvare lei.
Su questo non avrei dubbi (mia moglie invece si, lo so per certo perchè ne parlammo tempo fa).

Lei è mia moglie, la donna che amo e che ho sposato per condividere una vita intera e per formare, Dio volendo, una famiglia. In caso questo non fosse possibile, lei sarebbe la prima scelta.

L'altro punto invece, ma va da sè avendo scritto quanto sopra, è che accetterei comunque un figlio anche nelle condizioni drastiche da te evidenziate. E' mio figlio e lo amerei comunque e incondizionatamente.
A parte le considerazioni morali e religiose, sono convinto che un certo peso abbiano anche le possibilità di gestire e mantenere una simile situazione. E forse per questo mi sento di poter accettare anche un evento così difficile e drammatico.

#84
Steve1973 ha scritto:Avevo chiesto un riassuntino... mi hai ripresentato un papiro... :lol: :lol:
Sei peggio di Difra.

va beh... comunque prometto di rispondere.
Sono appena arrivato in ufficio e ho un casino di cose da fare, ma arriverò anche a dire la mia più tardi. :wink:
nooooo lei è la maestra io umile allieva :lol: :lol: ....e poi mica mi volevi far fare la fatica di riscrivere per sommi capi :lol: :lol: :lol:
gli unici limiti che avrai saranno quelli che ti costruirai da solo

#85
Steve1973 ha scritto:Uno di questi è anche l'unica circostanza in cui sarei costretto ad ammettere e accettare l'aborto. Nel caso fosse in gioco (PER CERTO) la vita di mia moglie con il proseguimento della gravidanza, opterei (se fossi solo io a dover prendere la decisione) di sicuro per salvare lei.
Su questo non avrei dubbi (mia moglie invece si, lo so per certo perchè ne parlammo tempo fa).

Lei è mia moglie, la donna che amo e che ho sposato per condividere una vita intera e per formare, Dio volendo, una famiglia. In caso questo non fosse possibile, lei sarebbe la prima scelta.
Steve, scusa, non mi è chiara una cosa...
Ma nel caso da te descritto, un buon cristiano non dovrebbe accettare la morte della compagna come facente parte del disegno divino?
Mi spiego: dato che lo scopo ultimo della coppia non è la preservazione dell'individuo, ma la prolificazione della specie, nel caso in cui la donna rischiasse (o fosse comunque certa) di morire di parto, la precedenza non andrebbe data al nascituro, anzichè alla moglie?
In fondo, due non si sposano all'unico fine di "dare figli a Dio", come diceva la mia prozia?

Non è una domanda plemica, ma vorrei saperlo perchè immagino che al corso pre-matrimoniale si parli di queste cose... e siccome io non lo farò mai, non so quale possa essere il punto di vista ufficiale...
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#86
Steve1973 ha scritto:Kali, non ho capito se devo dare la mia opinione punto per punto sul tuo pensiero, comunque intanto riporto qualche spunto.

Ho letto quello che ha scritto Ela e sono +/- d'accordo con lei.
Ci sono solamente due punti che invece mi vedono "sull'altra sponda".

Uno di questi è anche l'unica circostanza in cui sarei costretto ad ammettere e accettare l'aborto. Nel caso fosse in gioco (PER CERTO) la vita di mia moglie con il proseguimento della gravidanza, opterei (se fossi solo io a dover prendere la decisione) di sicuro per salvare lei.
Su questo non avrei dubbi (mia moglie invece si, lo so per certo perchè ne parlammo tempo fa).

Lei è mia moglie, la donna che amo e che ho sposato per condividere una vita intera e per formare, Dio volendo, una famiglia. In caso questo non fosse possibile, lei sarebbe la prima scelta.
L'altro punto invece, ma va da sè avendo scritto quanto sopra, è che accetterei comunque un figlio anche nelle condizioni drastiche da te evidenziate. E' mio figlio e lo amerei comunque e incondizionatamente.
A parte le considerazioni morali e religiose, sono convinto che un certo peso abbiano anche le possibilità di gestire e mantenere una simile situazione. E forse per questo mi sento di poter accettare anche un evento così difficile e drammatico.
Devo ammettere che sono felicemente stupita dalle due risposte. :D
Vediamo se riesco a riassumere un pochetto la questione, visto che tu stesso ti tieni aperta l'opportunità di valutare sul momento che scelta fare, ad esempio in relazione alla salute di tua moglie, non credi che una legge che tuteli questa "possibilità di scelta", così intima e personale, sia necessaria?
Senza arrivare a stigmatizzare come omicida colei, o colui, che opta per l'aborto, ad esempio?

#87
:roll: i miei sono solo dubbi...e non metto in dubbio la capacità che si ha di amare un bimbo cmq nasca....quello che mi crea dubbio è la sua vita...non la mia...
faccio un es. lontano ma per me esplicativo, mia nonna due anni prima di morire si è ammalata di alzheimer, sapete quanto può essere devastante perchè elimina del tutto la dignità umana...ricordo che vedendola così ho pensato spesso che era mille volte meglio la morte...questa malattia l'ha fatta vivere 2 anni una vita che non è neppure lontanamente vita...non riconosceva nessuno, non era capace di espletare le funzioni elementari ....e all'inizio quei rari momenti di lucidità erano dolore puro perchè vedeva cosa stava diventando....
lei era vecchia, ma se una situazione simile ( una malattia diversa ovvio) portasse un essere umano a nascere così sarei capace per l'amore che porto a quel bimbo di farlo nascere? :? Io non lo so...da cattolica potrei rispondere Dio mi aiuterà...ma questa risposta può essere valida per me, ma per chi fede non l'ha posso levare a loro la possibilità di scegliere eliminando la legge? :? Questa è la mia domanda

e poi quanto steve parli della tragica scelta tra mamma e figlio e scegli così umanamente "mamma" sai anche tu che per la nostra religione la scelta sarebbe un'altra....sono questi dubbi così forti ,che spesso nascono da scelte d'amore ,per quali non ho risposte scontate...magari confrontandomi con voi potrei migliorare la mia visione
gli unici limiti che avrai saranno quelli che ti costruirai da solo

#88
cyberjack ha scritto:
Steve, scusa, non mi è chiara una cosa...
Ma nel caso da te descritto, un buon cristiano non dovrebbe accettare la morte della compagna come facente parte del disegno divino?
Mi spiego: dato che lo scopo ultimo della coppia non è la preservazione dell'individuo, ma la prolificazione della specie, nel caso in cui la donna rischiasse (o fosse comunque certa) di morire di parto, la precedenza non andrebbe data al nascituro, anzichè alla moglie?
In fondo, due non si sposano all'unico fine di "dare figli a Dio", come diceva la mia prozia?

Non è una domanda plemica, ma vorrei saperlo perchè immagino che al corso pre-matrimoniale si parli di queste cose... e siccome io non lo farò mai, non so quale possa essere il punto di vista ufficiale...
:roll: la chiesa non vede nell'unione di due persone SOLO il modo per fare figli e neppure il primo scopo, almeno non più dal cocilio vaticano II

e cmq cyber essere cattolici è molto difficile ed una persona onesta cerca di fare scelte che seguono la fede, ma siamo uomini ...dovremmo tendere alla santità ( ossia ad una vita santa) ma i santi sono pochi :wink:
gli unici limiti che avrai saranno quelli che ti costruirai da solo

#89
cyberjack ha scritto: Steve, scusa, non mi è chiara una cosa...
Ma nel caso da te descritto, un buon cristiano non dovrebbe accettare la morte della compagna come facente parte del disegno divino?
Guarda, penso che una risposta tu la possa trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica, dove si dice esplicitamente che l'aborto è condannato in ogni caso e in cui si porta come controesempio la religione ebraica in cui di fronte a un rischio grave la vita della donna ha la priorità.

#90
Kalimeroxxx ha scritto:e poi quanto steve parli della tragica scelta tra mamma e figlio e scegli così umanamente "mamma" sai anche tu che per la nostra religione la scelta sarebbe un'altra....sono questi dubbi così forti ,che spesso nascono da scelte d'amore ,per quali non ho risposte scontate...magari confrontandomi con voi potrei migliorare la mia visione
Quoto tutto quanto detto da kali. ;)